UN PAESE IN SALDO – ATENE S’IMPEGNA A VENDERE LE FERROVIE E I PORTI DEL PIREO E DI SALONICCO – IL NUOVO ACCORDO DI TSIPRAS CON L’EUROGRUPPO OSTAGGIO DEL VIA LIBERA DEL CATTIVONE SCHAEUBLE

Al posto del mega-piano da 86 miliardi di prestiti già negoziato, i tedeschi preferirebbero un prestito-ponte di dimensioni più ridotte e la rinegoziazione dell’enorme debito greco, giudicato insostenibile. Per venire loro incontro, Jean Claude Juncker è pronto a riconoscere il problema del debito, che equivale a richiamare a bordo l’Fmi (che è quello che vuole Berlino)…

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1. ATENE ACCELERA SU TAGLI E PRIVATIZZAZIONI GERMANIA DI TRAVERSO

da “la Repubblica

 

MERKEL TSIPRAS MYKONOS MERKEL TSIPRAS MYKONOS

Atene dà l’ok al compromesso con i creditori per dribblare il default, ma il nuovo piano di aiuti alla Grecia spacca l’Europa alla vigilia di un Eurogruppo dove la Germania – con ogni probabilità – proverà a rinviarne l’approvazione. A causa della melina della presidente della Camera, Zoe Konstantopouloul, il dibattito in Parlamento non era ancora iniziato nella tarda serata di ieri. All’ordine del giorno il pacchetto di riforme imposto da Bce, Ue e Fmi in cambio di 86 miliardi di prestiti. Il risultato però era scontato: l’opposizione europeista di Nea Demokratia, To Potami e Pasok – pur tra molti distinguo e qualche mal di pancia – ha garantito il suo sì al provvedimento. Un appoggio più che sufficiente a compensare le prevedibili defezioni dell’ala più radicale di Syriza (all’ultimo voto 35 deputati sui 149 del partito hanno votato ”no”) contraria al memorandum.

 

La discussione si preannuncia serrata anche all’appuntamento odierno di Bruxelles. «Non siamo gli unici ad aver dubbi», hanno messo le mani avanti dal ministero delle Finanze di Berlino. Il piano di Wolfgang Schaeuble però è chiaro: tenere la Grecia sul filo e prendere tempo, concedendo al governo Tsipras un prestito ponte per onorare i 3,2 miliardi di prestiti della Bce in scadenza giovedì prossimo. Obbligando poi l’esecutivo ellenico – come ulteriore segno di buona volontà – a mettere ai voti una prima tranche delle misure previste prima di sbloccare i nuovi finanziamenti.

 

TSIPRAS TSIPRAS

Ci riuscirà? Difficile. Parigi e il presidente della Commissione Jean Claude Juncker – forti dell’ok dei rappresentanti della ex-Troika – sembrano intenzionati a tirare dritti anche per non rischiare di far implodere il quadro politico interno in Grecia prima del tempo. La stessa Finlandia, considerata fino ad oggi un alleato di ferro della Germania, ha dato ieri il semaforo verde all’accordo. I tecnici della Ue, da parte loro, hanno espresso qualche preoccupazione sulla sostenibilità del memorandum, ricordando come le dinamiche del debito ellenico siano ancora preoccupanti.

tsipras juncker tsipras juncker

 

Un messaggio diretto a Berlino per ricordare che dopo il via libera al piano sarà necessario sedersi attorno a un tavolo e decidere come ristrutturare i 313 miliardi di esposizione di Atene. Una mossa necessaria per convincere il Fondo Monetario Internazionale a prendere parte all’operazione e accettata anche da Berlino a condizione che ci si arrivi ritoccando tassi e scadenze senza tagliare l’ammontare complessivo dei debiti.

 

A confortare (in parte) Tsipras, è arrivata ieri la crescita dello 0,8% del pil greco nel secondo trimestre. Un dato purtroppo già vecchio, visto che i controlli dei capitali imposti dal 29 luglio hanno cambiato radicalmente, in peggio, il quadro dell’economia nazionale. Atene, per disinnescare le obiezioni tedesche, ha fissato ieri la data delle offerte per le privatizzazioni: entro fine ottobre per il porto del Pireo, a fine anno per le ferrovie e a inizio 2016 per il porto di Salonicco.

 

juncker merkel juncker merkel

 

2. BERLINO È ISOLATA MA PUÒ ANCORA FAR SALTARE L’INTESA

Eugenio Occorsio per “la Repubblica

 

La Germania è rimasta sola. La voce di Wolfgang Schaeuble sarà l’unica oggi a levarsi nella riunione decisiva dell’Eurogruppo contro l’accordo che spiana la via al terzo salvataggio in cinque anni per la Grecia. O perlomeno contro la sua approvazione immediata. Perfino la Finlandia ha abbandonato l’ipotesi di “opting-out” dicendosi d’accordo su tutta la linea.

 

jean claude juncker jean claude juncker

Serve più tempo, insistono con tenacia teutonica i rappresentanti tedeschi. Il problema è che la Germania è il Paese più importante dell’euro, l’unico in grado di far saltare tutto se ritira il suo appoggio visto che serve l’ 85% dei voti e Berlino ne detiene quasi il 17%. La speranza è che la Germania non voglia passare alla storia come il Paese che ha affossato la Grecia e quindi l’euro: per scongiurare quest’ipotesi la Commissione sta facendo di tutto.

 

Ieri, mentre Juncker affidava formalmente al presidente dell’eurogruppo Dijsselbloem i documenti completi sul memorandum (oggi sarà rappresentato dal responsabile dell’euro Valdis Dombrovskis), circolava un documento dello stesso esecutivo di Bruxelles che per la prima volta sosteneva le tesi dell’Fmi: il debito greco si avvia a diventare insostenibile e va ristrutturato. «Non c’è bisogno di tagli secchi ma bisogna intervenire decisamente su scadenze e tassi, estendendo il periodo di grazia almeno a trent’anni», vi si legge.

schaeuble kohl merkel schaeuble kohl merkel

 

Una mossa diretta a spingere per l’approvazione del pacchetto perché equivale a richiamare a bordo l’Fmi, che è quello che i tedeschi vogliono. Sarà sufficiente che l’Eurogruppo prenda atto di questa posizione dell’Ue. Per procedere alla ristrutturazione vera e propria c’è tempo: in occasione delle revisioni previste saranno annunciati l’allungamento delle scadenze o la revisione dei tassi.

wolfgang schaeuble ae97f5a wolfgang schaeuble ae97f5a

 

 Altrettanto importante ai fini dell’ok tedesco è la ricapitalizzazione delle banche. Ci sono due ipotesi. La prima è che l’ammontare, mettiamo 25 miliardi, venga assegnato direttamente dall’Esm alle banche. La seconda è che i soldi vadano al governo greco e da qui alle banche come in Spagna, quello che i tedeschi vogliono e che l’Eurogruppo è disposto a sostenere. Nel primo caso infatti se c’è una perdita questa finisce nel calderone dei soldi europei “dimenticati”, mentre nel secondo ricade direttamente sotto la responsabilità del governo greco quale parte integrante del pacchetto di salvataggio.

 

Mentre viene smentito un presunto arroccamento della Francia, l’ipotesi di Berlino rimane il prestito-ponte. Scinderlo dal pacchetto vero e proprio però è difficile per cui dovrebbe essere erogato non dall’Esm ma da un fondo Ue, l’Efsm: e allora andrebbe convocato in fretta un Ecofin perché non è uno strumento dell’eurogruppo. Ipotesi la cui complicazione non ha bisogno di commenti. Meglio continuare con i passi in direzione di Berlino.

il porto del pireo ad atene il porto del pireo ad atene

 

L’Ue- si sottolinea alla Commissione – aveva spinto perché Tsipras, che diceva di volere un accordo politico, lavorasse invece a un’intesa tecnica, come voleva la Germania. Ora che l’intesa tecnica è stata raggiunta negarle l’imprimatur politico sarebbe paradossale. «E’ una tattica negoziale tipica dei tedeschi», dice un funzionario. E potrebbero esserci novità anche sul quantitative easing: se passa il pacchetto la Bce potrebbe accogliere la Grecia fra i Paesi beneficiari.

 

la cina si compra il porto del pireo la cina si compra il porto del pireo

 

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