IL PANCHINARO DIVENNE CAMPIONE - TRAVAGLIO SBERTUCCIA LE LECCATE DEI GIORNALONI E DI CONCHITA DE GREGORIO A MATTARELLA: “COM’È CHE DA QUARANT’ANNI ABBIAMO QUESTO PO’ PO’ DI MARADONA DELLA POLITICA E L’ABBIAMO SEMPRE TENUTO IN PANCHINA?”

Marco Travaglio per il “Fatto Quotidiano”

   

il nome di sergio mattarella dal biscotto della fortunail nome di sergio mattarella dal biscotto della fortuna

E niente, più ci inerpichiamo sulle pareti di sesto grado del monumento equestre eretto in due-tre-giorni-non-di-più dai giornaloni al presidente Sergio Mattarella, più ci viene da domandare: ma com’è che da quarant’anni abbiamo questo po’ po’ di Maradona della politica e l’abbiamo sempre tenuto in panchina senza fargli praticamente toccare palla e ora lo buttiamo in campo in zona Cesarini alla veneranda età di 74 anni?

 

Eppure questo prodigio di sobrietà, questo pozzo di scienza, questo portento del diritto, questo fuoriclasse della moralità, questo campione di santità è sempre stato lì, a portata di mano. Mai che venisse convocato, e anche le rare volte che lo era lo impiegavano per qualche minuto, a fine partita, per fare un po’ di melina. Prendete il 2013: ci hanno sempre raccontato che non si riusciva a eleggere nessuno, non si trovava un presidente nemmeno a pagarlo oro, eppure bastava allungare la mano e prelevarlo dalla Consulta o, nelle ore dei pasti, al baretto dietro l’angolo, o la sera nella celletta cenobitica di 50 metri quadri nella foresteria attigua.

MATTARELLAMATTARELLA

 

Invece niente: dovettero disturbare quel sant’uomo di re Giorgio, che aveva già pronti gli scatoloni, facendolo litigare con donna Clio. E pensarci prima? La risposta può darla soltanto Darwin: “la funzione crea l’organo”. La funzione è quella di Presidente e l’organo è la lingua dei giornalisti, sempre pronta a trasformare un Paletta in un Messi al primo cenno convenuto.

   

RENZI MATTARELLA ALFANORENZI MATTARELLA ALFANO

Un po’ Picasso un po’ Nureyev. Ora l’eterno panchinaro diventa, per Concita De Gregorio, il “campione della Prima Repubblica democristiana”, preso “a prestito dal cattolicesimo democratico 3.0 per liquidare la Seconda ed entrare nella Terza”, addirittura. Già, perché la Terza “parla ancora la lingua di don Sturzo”, e con le lingue è meglio chiudere qui. Sta di fatto che – prosegue Concita – “Matteo Renzi e Sergio Mattarella sono i due volti, due diverse generazioni della stessa matrice politica”.

 

marco travagliomarco travaglio

L’uno twitta, l’altro no però “ha la misura di twitter incorporata nella discrezione atavica, nella sottrazione come metodo. Quelli che per Renzi sono slogan per lui sono la misura e la forma naturale del pensiero. Nessuno sforzo, in entrambi i casi. I capolavori del resto hanno questo di speciale. L’assenza di sforzo apparente. Vedi un disegno fatto senza staccare la matita dal foglio, un tuffo da dieci metri senza schizzi, un ballerino che si alza di un metro da terra e pensi bello, facile”.

 

Eh già, vedi Mattarella e ti viene in mente un ballerino, vedi Renzi e pensi subito a un grande artista: “Poi sono Picasso Greg Louganis e Nureyev ma tu sempre pensi: gli è venuto facile. Sorridono, quelli così. Non sudano, raramente fumano”. Ecco, non sudano, e niente sigarette mi raccomando:

 

renzi e napolitano assistono all'elezione di mattarella  renzi e napolitano assistono all'elezione di mattarella

“Quando all’ora di pranzo le porte dell’ascensore di Montecitorio si chiudono su Matteo Renzi e Maria Elena Boschi l’attenzione cade sui mutui sorrisi, sui gesti fluidi e confidenti, sull’assenza assoluta di segni di stanchezza e di fastidio dagli abiti senza una gora, dai volti senza un gonfiore da insonnia. Fatte le debite proporzioni, ché la politica non assegna ori olimpici e gode la gloria di un attimo, gli è venuto facile”. Ma meriterebbero un podio, un alloro, almeno una medaglietta. Invece niente: mondo crudele.

   

I tre first gatti. La sobria e schiva biografia si arricchisce ogni giorno di nuovi, avvincenti particolari. “La passione per i cannoli” (Messaggero), davvero stravagante per un siciliano. Poi “l’amore per i gatti persiani” (Il Mattino), che nella casa romana sono ben tre: “Boccaccio, Dante e Cimabue: i primi ‘first gatti’ italiani” (il Giornale). E che dire della portata innovativa, sorprendente, scioccante delle prime esternazioni? Mattarella – tenetevi forte - intende “ricucire gli strappi del Paese” (la Repubblica), mica sbregarli vieppiù.

 

marco travaglio marco travaglio

Dice “no al nuovo terrorismo”, mica sì. Vuol fare “il bene del Paese”, mica il male. Oggi in Parlamento parlerà dei “bisogni della gente comune” (Corriere) e dei “problemi veri del Paese” (Repubblica), deludendo chi si aspettava che parlasse di quelli falsi.

Comunque nel discorso “ci sarà tanta Italia” (Corriere): niente Australia, tiè. Per questo la Nazione tutta da due giorni non fa che tripudiare all’Avvento. Sia nella nuova Betlemme: “Applauso sul volo per Palermo” (Il Messaggero), “Sicilia in festa” (Il Mattino), “Il teatro Massimo festeggia con l’Inno al Presidente” (Repubblica)”, “Il portiere in livrea, signor Carmelo: ‘Qui il Presidente riesce a unire tutti’”, nelle riunioni di condominio si presume, e così “rivela una metafora per il Paese” (Corriere).

 

Sia nella Capitale: “In Transatlantico dicono tutti ‘I love Sicilia’” (Messaggero). E pure Oltretevere: “Il direttore di Civiltà cattolica: ‘Un presidente dalla fede non muscolare, la visione sua e di Bergoglio sono consonanti” (Corriere). Ma anche Oltreoceano:

 

SERGIO MATTARELLA E LAURA BOLDRINISERGIO MATTARELLA E LAURA BOLDRINI

“L’elezione di Mattarella irrompe tra i tavoli di Alfalfa, il club più esclusivo degli Usa” (La Stampa). In America non si parla d’altro. E dire che - come avvertiva l’altroieri Mario Calabresi - con Lui si “torna alla normalità” (strano, ci avevano sempre raccontato che anche Napolitano era normale). Ieri, sempre su La Stampa, Cesare Martinetti sviluppa il concetto e lo estende agli arredi di casa Mattarella: “normali” anche quelli. “C’è il decor delle buone case italiane, i quadri con le cornici dorate, le vetrinette con i piatti dipinti a mano, le poltrone foderate di stoffa.

 

L’apparecchio tv ha una dimensione e una tecnologia normale; le tende e le tapparelle alle finestre fanno capire che si tratta anch’esso di un edificio normale”. Ecco, s’intuisce subito che non abita in un igloo, in una piramide, in una palafitta, in un’astronave: Lui, democratico com’è, abita proprio in una casa. Ma “non è una persona ‘normale’ nel senso volgare che si attribuisce a questa parola. Sfuggiamo a questa retorica alla rovescia”.

 

MATTARELLA RENZIMATTARELLA RENZI

E sfuggiamo. “Nel salotto di casa Mattarella si possono riconoscere - per realtà o per aspirazione – la stragrande maggioranza degli italiani”. Casa piuttosto spaziosa. “Parliamo dell’antropologia inscritta in quelle immagini di famiglia, quegli abiti, quegli sguardi, quel linguaggio dei corpi e delle cose. Quasi un’autobiografia di una nazione, una volta decantate isterie e servilismi”. Ecco, decantiamole. Ma non prima di aver sottolineato un altro stupefacente tratto della sua normalità: Mattarella cammina. Stenterete a crederci, ma lo fa. E su due gambe, proprio come umilmente anche noi. Domenica “s’è mosso a piedi: niente Panda grigia nella domenica ‘verde’, in ossequio all’ordinanza del sindaco” (La Stampa).

 

Ed è “un gran camminatore”: una gamba avanti all’altra, ha percorso alcune centinaia di metri fra la chiesa dei Santi XII Apostoli e la Corte e di lì a casa Napolitano: tutto da solo. Niente sedia gestatoria, per dire. È stata un’autentica “maratona”, annota Repubblica che ausculta una confidenza del Presidente Maratoneta: “uff questa salita”. Ma alla fine è giunto tonico alla meta, senza stramazzare al suolo, sano e salvo. Più che una camminata, una serie di apparizioni mistiche.

sergio mattarellasergio mattarella

 

“Spunta una Panda grigia”, da casa a chiesa. “Ho visto la sua chioma bianca e ho capito che era lui”, dice ammirata una partecipante alla messa. “Dagli occhi si vede che è una persona perbene e sarà una guida straordinaria”, confida una delle tre suore con cui Lui fa un selfie. Ma sempre in silenzio: Egli “parla solo quando vuole lui” (La Stampa), mica come noi comuni mortali che parliamo anche senza accorgercene o pensarci, perfino nel sonno. Lui no: “medita ciò che dice”. Son doni di natura. Al confronto, Monti era Madame de Pompadour. Kotiomkin, sul web, commenta: “Mattarella è così sobrio che compra i loden usati di Monti”.

 

Ultimi Dagoreport

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

trump zelensky meloni putin

DAGOREPORT - DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI, OLTRE LA CRIMEA, A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA?