PANZER MIO FATTI LA GRECIA - ATENE FA CRAC MA HA L’ESERCITO PIÙ COSTOSO DELLA NATO DOPO GLI USA (SPENDE PER LA DIFESA PIÙ DI 7MLD €, IL 3% DEL PIL) - E CHI SARÀ MAI A FORNIRLE LE ARMI? NATURALMENTE LA GERMANIA DELL’INCHIAVABILE MERKEL, CHE IMPONE AGLI ELLENICI TAGLI FORSENNATI SU TUTTO (AL WELFARE È STATO TOLTO IL 9%), MA NON ALLA DIFESA, INCREMENTATA DEL 18,2% - LA GRECIA FALLISCE E I CRUCCHI, TERZI ESPORTATORI AL MONDO DELL’INDUSTRIA BELLICA, PASSANO ALLA CASSA …

Enzo Piergianni per "Libero"

I greci sono sul lastrico. Ogni giorno che passa si inaspriscono i loro sacrifici per restare nell'euro. Devono risparmiare, tagliare, stringere la cinghia, altrimenti ritorna la dracma che il 70 per cento della popolazione non vuole più. Il tandem Merkozy ieri ha ribadito l'urgenza di una cura da cavallo. Angela Merkel è inesorabile per scongiurare il default del paese affidato nell'emergenza al premier "tecnico" Lucas Papademos.

Ad Atene, tutti i bilanci ministeriali sono stati rasati con sforbiciate spaventose, tranne quello della Difesa. Sfidando un'insurrezione popolare, il welfare per il 2012 è stato ulteriormente ridotto del 9 per cento, al limite della macelleria sociale. Per le spese correnti della Difesa invece è previsto quest'anno addirittura un incremento del 18,2 per cento.

Gli ultimi dati spiccano in un'inchiesta pubblicata online dal settimanale amburghese Die Zeit. L'avanzata delle intoccabili stellette ateniesi va a tutto vantaggio dell'export tedesco, dal momento che i greci, dopo i portoghesi (anch'essi sull'orlo del collasso economico) sono i migliori clienti dei richiestissimi armamenti made in Germany.

Ma su questo versante, i governanti berlinesi e gli ispettori della troika (Ue, Bce, Fmi) che montano la guardia alle promesse elleniche di risanamento, non appaiono particolarmente svegli.

PIÙ DEGLI STATI UNITI
«Dall'esterno, gli Stati dell'Unione Europea interferiscono in tutti i diritti della Grecia», protesta Daniel Cohn-Bendit, capogruppo dei Verdi nel Parlamento europeo, «Vengono tagliati perfino i salari più bassi e si vuole privatizzare tutto quanto. Soltanto sul bilancio della Difesa improvvisamente viene fuori che si tratta di un diritto sovrano dello Stato. Beh, questo è surreale».

Con un esercito di 130mila uomini, la Grecia spende per la Difesa più di sette miliardi di euro, pari al 3 per cento del Pil, nella Nato soltanto gli Stati Uniti fanno di più. È una mangiatoia formidabile per l'industria militare della Germania che negli ultimi anni ne ha approfittato per piazzare negli arsenali greci 170 panzer Leopard dell'ultima generazione (valore 1,7 miliardi) e 223 cannoni semoventi corazzati del tipo M 109 dismessi dalla Bundeswehr.

Ottimi affari anche per i cantieri Howaldtswerke di Kiel sul mar Baltico, con la vendita alla flotta greca di quattro sommergibili per quasi 3 miliardi di euro. Come per i panzer, anche per i sommergibili Atene ha ottenuto dai costruttori tedeschi l'apertura in territorio greco di fabbriche di assemblaggio e di cantieri di rifinitura che hanno creato circa mille nuovi posti di lavoro. Lo scoppio della crisi ha moltiplicato vertiginosamente i rischi delle banche tedesche che hanno finanziato le commesse. Anche questo può spiegare l'indulgenza di Berlino verso i generali di Atene.

Non tutto fila liscio. La Zeit riferisce che la Kanzlerin (ieri soprannominata marzialmente "Panzlerin" dalla rivista Freitag) si sarebbe molto risentita per la freddezza dell'allora premier Kostas Karamanlis verso gli Eurofighter quando la Grecia sembrava ancora a posto e non si decise ad acquistarne 90.

TERZI AL MONDO
Centotrentasei esemplari del caccia costruito dal consorzio italo-anglo-tedesco di Halbergmoos (Baviera) sono l'ultima offerta della "Panzlerin" all'India, in concorrenza col francese Rafale. Gli armamenti - specie panzer, sommergibili e navi da guerra - sono il nuovo cavallo di battaglia dell'export germanico, il terzo al mondo dietro Stati Uniti e Russia.

Nel 2010 è aumentato del 60 per cento con un volume di 2,1 miliardi di euro (11 per cento del mercato mondiale) e una sensibile crescita delle vendite fuori dall'area Nato. E non escluse zone ad alta tensione come l'Arabia Saudita che ha ordinato 270 Leopard. «Non siamo una nazione aggressiva, ma abbiamo vicini pericolosi», ha spiegato il generale Abdullah al-Saleh.

 

ANGELA MERKEL grecia - PapademosGreciadaniel cohn bendit

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