LE PEN ALL’ARRABBIATA! MARINE MANDA ALL’INFERNO SARKOZY E HOLLANDE: HANNO SCREDITATO LE ISTITUZIONI – IL LIBRO DI VALÈRIE CONTRO IL PRESIDENTE? “UN CONCORSO DI INDECENZA”

“Il presidente Hollande ha perso la fiducia degli elettori e della sua stessa maggioranza. Di fronte a una crisi economica, sociale e politica l’unica strada è il ritorno alle urne”. E per il leader del Front National, Sarkozy “è parte del passato e dovrà più che altro vedersela con i giudici…”

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Stefano Montefiori per il "Corriere della Sera"

 

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L’immagine del presidente della Repubblica è distrutta dal libro della ex compagna, la sua popolarità scende al minimo storico (13%), il centrodestra colpito dagli scandali si dilania tra correnti, il centrosinistra al governo è spaccato tra social-liberali e frondisti, la disoccupazione aumenta: il rientro dall’estate non poteva essere migliore per Marine Le Pen, la leader del Front National che dice di essere «pronta a guidare il Paese». La incontriamo nella sede del partito, a Nanterre, accolti all’ingresso dalla statua di Giovanna d’Arco, e nel suo ufficio da un galletto francese in forma di soprammobile che spunta dalla libreria.

 

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Che cosa pensa del libro scritto dalla ex «première dame» Valérie Trierweiler su François Hollande?

«È un concorso di indecenza. Un grave disonore per la Francia, provocato sia da chi ha scritto il libro, sia dal suo protagonista».

 

Lo leggerà?

«No. Credo che simili regolamenti di conti siano penosi. Quando si ha non solo un po’ di sensibilità politica ma anche di amore per il proprio Paese, bisognerebbe fare a meno di certe vendette».

 

Al di là di Hollande, l’istituzione del presidente della Repubblica è indebolita?

«La funzione presidenziale francese è una lunga discesa agli Inferi, cominciata non certo adesso. Una discesa accelerata sotto Nicolas Sarkozy e proseguita con François Hollande. È tempo che si torni all’onore e al rispetto delle istituzioni».

FRANCOIS HOLLANDE FRANCOIS HOLLANDE

 

In che modo, secondo lei?

«La Francia si trova in una grave crisi economica, sociale e adesso anche politica. Il presidente Hollande ha perso la fiducia degli elettori e della sua stessa maggioranza, cerca di reagire moltiplicando i rimpasti (il secondo in tre mesi), ma l’unica soluzione democratica è lo scioglimento dell’Assemblea nazionale e il ritorno alle urne per eleggere nuovi deputati. Quando ci si trova in una crisi triplice come questa, l’unica via di uscita è ridare la parola al popolo».

 

La «dissoluzione». Il 16 settembre il premier socialista Valls chiederà la fiducia. Crede che non la otterrà? Sarà quello il momento decisivo?

«No, non penso che il governo sarà battuto, perché i socialisti dissidenti abbaiano ma non mordono. Si agiteranno, ma non voteranno contro perché non vogliono tagliare l’albero sul quale sono seduti. Ma i francesi hanno perso fiducia nella politica e ora anche nell’uomo Hollande: tocca a lui arrendersi e decidere per la dissoluzione».

 

NICOLAS SARKOZY FOTOGRAFATO DA PHILIPPE WARRIN jpeg NICOLAS SARKOZY FOTOGRAFATO DA PHILIPPE WARRIN jpeg

Lei dice di puntare al governo, ma sembra improbabile che il Front National possa conquistare la maggioranza in caso di elezioni anticipate, con questo sistema elettorale maggioritario.

«Non la penso affatto così. Il maggioritario è stato fabbricato dall’Ump (centrodestra) e Ps (centrosinistra) per escludere il Front National. È vero, dà un vantaggio a coloro che sono al di là di una certa soglia, ma oggi il Front National è al di là di quella soglia. Sei anni fa noi facevamo il 6 per cento alle europee, a marzo abbiamo fatto il 25%, distanziando di gran lunga gli avversari. La presa di coscienza dei francesi sulle scelte nefaste dei governi degli ultimi trent’anni è tale che domani potrebbe portare a un cambio di maggioranza».

 

Ammettiamo che lei vincesse eventuali elezioni politiche anticipate: dovrebbe comunque coabitare con il presidente Hollande.

Marine e Jean Marie Le Pen Marine e Jean Marie Le Pen

«L’articolo 20 della Costituzione francese dice che il governo determina e conduce la politica della nazione. Dunque io determinerei e condurrei la politica della nazione. Che farà Hollande? Si sottometterà o si dimetterà. Inaugurerà le fioriere, andrà a commemorare tutto quel che può, lui adora le commemorazioni. E noi governeremo».

 

E che cosa fareste, per prima cosa?

«Scioglieremo la morsa dell’austerità, subito. Spiegheremo alla Germania che noi dobbiamo difendere gli interessi della Francia, non i suoi».

 

La neo-ministra dell’Educazione Najat Vallaud-Belkacem, nata in Marocco, è bersaglio della destra e in particolare dalle riviste «Valeurs Actuelles» e «Minute», accusate di copertine razziste. Che pensa di questi attacchi?

Najat Vallaud Belkacem Najat Vallaud Belkacem

«Minute è specializzata nelle provocazioni pesanti, e le moltiplica perché ogni volta i media si scandalizzano facendole pubblicità. Quanto al termine ayatollah usato da Valeurs Actuelles , è riservato di solito ai politici che si dimostrano settari, non solo a lei perché è musulmana. Basta con il vittimismo, non si può più criticare nessuno solo perché è di origine straniera o musulmano».

 

Che cosa non le piace della ministra?

«A scuola bisognerebbe ristabilire l’autorità dell’insegnante, e invece lei vuole indebolirla ancora. Ridefinire i saperi fondamentali, e lei invece fa del pedagogismo sessantottino. La scuola deve istruire. All’educazione pensino i genitori».

ministre Najat Vallaud Belkacem ministro dei Diritti delle Donne e portavoce del govern resize ministre Najat Vallaud Belkacem ministro dei Diritti delle Donne e portavoce del govern resize

 

L’ex presidente Nicolas Sarkozy tornerà in politica? E lei, lo teme?

«Io spero che torni. È l’avversario ideale: ha un bilancio pessimo, proporrà le stesse soluzioni di Hollande, e se tornerà i francesi si ricorderanno delle ragioni per cui l’hanno cacciato. Dunque vorrei che tornasse, ma non lo farà. Sarkozy è già parte del passato. E presto dovrà vedersela con i giudici, più che altro».

 

In questi giorni il suo alleato in Europa Matteo Salvini, della Lega, tesse le lodi della Corea del Nord. Lei condivide?

«Penso tutto il male possibile dei regimi totalitari. Quella di Pyongyang è una spaventosa eredità del passato, ma vorrei che ci preoccupassimo di combattere anche il totalitarismo di domani, che è lo Stato islamico: è lui, il fascismo verde, il nemico. Per ora non vedo che provvedimenti ridicoli».

 

MARINE LE PEN MARINE LE PEN

Come va la relazione con suo padre, Jean-Marie Le Pen? Avevate litigato, dopo che lui ha auspicato un’«infornata» a proposito del cantante Jacques Bruel. È sempre presidente onorario del Fn?

«Certo che è il presidente onorario del Front National, è lui che lo ha fondato e guidato per 40 anni. Ho avuto un disaccordo con lui, gliel’ho espresso chiaramente, ed è tutto. Le priorità dei francesi sono altre: la disoccupazione, il potere d’acquisto, l’immigrazione, la paura».

 

 

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