simonetta giordani enrico letta

LE PORTE GIREVOLI TRA PD E AUTOSTRADE - I CASI PIÙ IMBARAZZANTI? SIMONETTA GIORDANI ED ENRICO LETTA: LEI PR DI AUTOSTRADE, CHE FINANZIAVA LE ATTIVITA' DI ENRICHETTO. LUI LA PROMUOVE AL GOVERNO, POI RENZI LA PIAZZA NEL CDA FERROVIE, CON CONFLITTO D'INTERESSI. NON CONTENTA, TORNA IN ATLANTIA DOVE È TUTTORA CAPO DELLE RELAZIONI ISTITUZIONALI (DOVE SARA' IN QUESTI GIORNI?) - L'APICE? LETTA CHE ENTRA NEL CDA DI ABERTIS, LE AUTOSTRADE SPAGNOLE, PROPRIO MENTRE I BENETTON LANCIANO L'OPA - CHI HA FIRMATO LA MODIFICA DELLA CONCESSIONE ALLA VIGILIA DI NATALE 2013? LETTA OF COURSE!

LA STRETTA DI MANO TRA ENRICO LETTA E MATTEO RENZI

DAGONEWS

 

L'accusa di Di Maio sulle campagne elettorali pagate da Autostrade per l'Italia, respinta da Renzi a suon di ''sciacallo e bugiardo'', è purtroppo in linea con le reazioni scomposte dell'attuale governo nei confronti delle concessioni che garantiscono miliardi a una manciata di ''fortunati'' che si auto-controllano e impongono aumenti di pedaggi senza garantire gli investimenti corrispondenti.

 

simonetta giordani

Ovvero: Di Maio, Conte e Salvini potrebbero fare una sarabanda di gol a porta vuota, ma spesso finiscono per sbagliare mira, per fretta o inesperienza, dando la possibilità di reagire a personaggi che non ne avrebbero il titolo (Renzi fra tutti).

 

Le porte girevoli tra il Pd e i paperoni delle autostrade sono un tema spinoso da molti anni. Senza entrare (per ora) nel ginepraio Gavio-Bersani-Penati, non possiamo dimenticare il duo Enrico Letta e Simonetta Giordani, una che ha fatto talmente tante piroette tra politica e settore privato da far venire la labirintite. Nata professionalmente con l'associazione culturale Civita, Antonio Maccanico (che ne era presidente) la porta con sé al ministero delle Poste e Telecomunicazioni nel 1996, per i due anni del suo mandato.

 

simonetta giordani leopolda 2013

Nel 1998 cade Prodi, Maccanico cambia ministero e la Giordani diventa Responsabile Rapporti Istituzionali della Wind, società che non solo era ''nell'orbita'' del ministero delle Telecomunicazioni in cui aveva lavorato, ma era partecipata da Enel, una delle principali aziende di Stato. Da lì nel 2006 passa con lo stesso ruolo al gruppo Autostrade per l'Italia, e negli anni seguenti – come tutti i suoi omologhi nelle altre grandi aziende – ha finanziato think tank, eventi e fondazioni legati alla politica, soprattutto VeDrò, il network di Enrico Letta, di cui era protagonista e munifica contributrice (coi soldi di Autostrade).

simonetta giordani

 

Il mite Enrico, appena arrivato a Palazzo Chigi nel 2013, la strappa al settore privato per nominarla Sottosegretario ai Beni Culturali, alla luce della fondamentale esperienza da neolaureata nell'Associazione Civita.

 

L'esperienza di governo dura poco: dopo neanche un anno Renzi accoltella Letta e ne prende il posto. La Giordani, che era sul palco della Leopolda 2011, cade in piedi, anzi seduta sulla poltrona da consigliere d'amministrazione delle Ferrovie dello Stato, società interamente controllata dal Tesoro, e in contemporanea viene chiamata dalla privatissima Atlantia (salendo un anello nella catena di controllo dell'impero Benetton) sempre a occuparsi di Affari Istituzionali e sostenibilità.

 

simonetta giordani interpreta mary quant e antonio catricala avvocato difensore

Per non farsi mancare nulla, nel frattempo entra nel consiglio d'amministrazione della Fondazione Ferrovie dello Stato; nel think tank Volta, creazione di un renziano a corrente alternata, Giuliano Da Empoli, e da uno a servizio permanente effettivo, Marco Carrai; e torna pure nell'Associazione Civita.

 

Questo flipper di nomine e poltrone dentro, fuori e intorno alla politica potrebbe essere abbastanza per una dose di Plasil, ma non si può dimenticare uno degli elementi più imbarazzanti: l'approvazione della fusione Anas-Ferrovie dello Stato, i cui decreti furono firmati lo scorso 23 dicembre 2017 (ricordate questa data da vigilia natalizia).

 

simonetta giordani nicola maccanico myrta merlino copia

In qualunque paese del terzo, quarto, quindicesimo mondo, una che fa il capo delle Relazioni Istituzionali di Atlantia si sarebbe dimessa seduta stante da questo ruolo o da quello nel consiglio d'amministrazione di Ferrovie dello Stato, visto che Anas è il principale concorrente di Autostrade per l'Italia, controllate da Atlantia, che peraltro gestisce pure aeroporti e Telepass. Invece no! La Giordani con sommo sprezzo del conflitto d'interessi resta nel cda FS, come presidente del comitato nomine e remunerazioni, mica a contare i post-it.

 

Questo doppio incarico durerà finché il governo gialloverde, per mano del ministro dei Trasporti Danilo Toninelli, non farà decadere tutto il cda di Ferrovie dello Stato proprio per bloccare la fusione con Anas.

 

Simona Bonafe Aldo Cazzullo e Simonetta Giordani

A quanto pare, dunque, pur avendo perso la poltrona nelle Ferrovie, la Giordani è tuttora la responsabile dei rapporti con le istituzioni in Atlantia. Non che faccia chissà quale differenza: il suo bel volto abbronzato si aggiunge a quelli di Giovanni Castellucci (ad di Atlantia E Autostrade per l'Italia), Gilberto e Luciano Benetton, invisibili ai media in questi giorni che seguono il disastro del ponte Morandi di Genova. L'unico che si deve sorbire trasmissioni tv, interviste, e insulti social è Stefano Marigliani, responsabile del tronco di Genova della rete Autostrade per l'Italia. Ma i pr non dovrebbero farsi vedere proprio in queste situazioni?

 

 

Bonus: vi avevamo detto di tenere a mente la vigilia di Natale. Beh, dovete sapere che

 

simonetta giordani

 In data 24 dicembre 2013, il Concedente (lo Stato, ndDago) e Autostrade per l’Italia hanno sottoscritto un Atto aggiuntivo alla Convenzione Unica con il quale si è proceduto all’aggiornamento quinquennale del piano finanziario allegato alla Convenzione, come previsto dall’art. 11 della medesima. Il predetto Atto aggiuntivo è stato approvato con decreto interministeriale del 30 dicembre 2013

 

(dal bilancio 2013 di Atlantia, pubblicato ad aprile 2014)

 

ENRICO LETTA

In parole povere, nei 10 mesi di Governo Letta junior, con la Giordani che si occupava di Beni culturali prima di tornare tra le calde mura dell'impero Benetton, si è fatto in tempo (la vigilia di Natale, con la gente che corre a fare gli ultimi regali, e i quotidiani che non escono per due giorni) ad ''aggiornare'' la concessione di Autostrade per altri cinque anni. Il tutto è stato rapidamente approvato con un decreto il 30 dicembre seguente, tra uno zampone e uno spumante da mettere in frigo per Capodanno, e poi secretato al pubblico, che tuttora non conosce i dettagli economici della Convenzione.

 

Nel 2017, mentre Atlantia lanciava l'Opa su Abertis, colosso spagnolo delle autostrade, Enrico Letta entrava nel cda di Abertis. Salute!

 

 

 

simonetta giordani sottosegretarioenrico letta matteo renzi campanellaROMANO PRODI E ENRICO LETTAEnrico Letta Carlo De Benedetti Walter Veltroni enrico letta x ENRICO LETTA AL MEETING DI RIMINI

 

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....