POVERI COLORO CHE ANCORA DIFENDONO MARINO, PERCHÉ SARANNO SBUGIARDATI - NON SOLO NON È STATO INVITATO DAL PAPA, MA LA CITTÀ DI FILADELFIA E LA TEMPLE UNIVERSITY HANNO PAGATO SOLO PARTE DELLE SPESE: VOLI IN BUSINESS E PERNOTTAMENTI DI DUE COLLABORATORI ERANO A CARICO DEL COMUNE

Per fare il suo bizzarro intervento ''Trapianti: dalla chirurgia alla rianimazione di Roma'' alla Temple University, aveva promesso che i romani ''non avrebbero pagato un euro'', e questa frase è stata usata dai poveretti che ancora abboccano al sindaco marziano. Invece dal comune fanno sapere che le spese ci sono state, eccome...

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1. REPETITA IUVANT: LE FRASI DI MARINO SUL VIAGGIO IN AMERICA

Fabio Rossi per ''Il Messaggero'' del 22 settembre 2015

 

http://www.ilmessaggero.it/ROMA/CAMPIDOGLIO/marino_usa_per_aiutare_roma_futuro_lontano_politica/notizie/1581057.shtml

 

Il viaggio negli Usa? «Il sindaco di Roma deve fare un doppio lavoro: occuparsi di buche e trasporti, ma anche di raccogliere fondi per il nostro patrimonio archeologico. È un compito molto stressante: se non vogliono che lo faccia resto a casa e mi riposo». Ignazio Marino respinge le accuse sul nuovo viaggio negli Stati Uniti (che comincerà domani), che si intersecherà anche con la storica visita del Papa in Nordamerica.

IGNAZIO MARINO PRIMA DELLA TINTA IGNAZIO MARINO PRIMA DELLA TINTA

 

Sindaco Marino, era proprio il caso di ripartire adesso, dopo le polemiche sulle sue ferie?

IGNAZIO MARINO DOPO LA TINTA IGNAZIO MARINO DOPO LA TINTA

«Si tratta di un viaggio brevissimo ma molto importante, in un momento storico per la Chiesa e per gli Stati Uniti: è il primo viaggio di papa Bergoglio negli Usa. Quando a giugno scorso mi è stato riferito che avrebbero avuto piacere della mia presenza in tre appuntamenti del Santo Padre a Philadelphia, ma soprattutto all’incontro con le famiglie, ho detto a monsignor Paglia che sarei stato molto lieto di partecipare all’organizzazione della visita».

 

(...)

 

Andrà anche a cercare fondi per i monumenti. Non sarebbe più strategico concentrarsi sulle emergenze della Capitale?
«Ho dedicato fino a ora un tempo molto limitato, per la verità, a quest’attività. Proprio perché abbiamo le buche per le strade, i marciapiedi con barriere architettoniche e gli altri problemi, non è pensabile che, in un momento di crisi economica e con un debito di un miliardo lasciato dalla passata amministrazione, possiamo spendere decine di milioni per il nostro patrimonio archeologico e monumentale. Che, però, dobbiamo conservare con grande cura. Peraltro questo viaggio non costa un euro ai romani, essendo ospite della Città di Philadelphia».
 

 

 

2. I DUBBI SULLE SPESE DEL VIAGGIO PAGATE DAL CAMPIDOGLIO E DALLA TEMPLE UNIVERSITY

Giovanna Vitale per “la Repubblica

 

tweet in difesa di marino tweet in difesa di marino

Chi ha pagato il viaggio del sindaco di Roma sulla East costa degli Stati uniti, dove “Marino l’americano” torna ogni volta che può? Questa è stata la settima trasferta in Usa in due anni. Chi si è fatto carico della trasvolata in business class per quattro persone fino a New York, dei trasferimenti in treno per raggiungere la Pennsylvania, di cinque notti in albergo (che moltiplicate per quattro fanno 20) in categoria superior?

tweet in difesa di marino tweet in difesa di marino

 

«Domande inutili e di bassissimo livello», taglia corto il portavoce di Palazzo Senatorio. «Per il sindaco e la sua addetta stampa il Comune di Filadelfia ha fatto fronte a tutto, tranne che la notte a New York pagata da noi. Per il capo del cerimoniale Francesco Piazza e per la sua assistente dottoressa Coniglio ha invece provveduto il Campidoglio». Versione corretta poi in serata: «Ha pagato la Temple University, non Filadelfia». Fine dei dettagli. Perché sugli spostamenti del chirurgo dem, su chi ha visto e chi incontrato, dove e quando, a parte gli appuntamenti ufficiali, resta il più fitto mistero. «Per ragioni di sicurezza», tagliano corto gli uomini dello staff.

 

tweet in difesa di marino tweet in difesa di marino

Il fatto è però che se la Temple University, dove mercoledì scorso Ignazio Marino è stato invitato a tenere una conferenza dal titolo bizzarro (“Il trapianto: dalla chirurgia alla rianimazione della città eterna”) conferma di aver sostenuto le spese per l’arrivo e il soggiorno di Marino e della sua assistente a Filadelfia, nulla dice sugli altri due dirigenti capitolini al seguito. Che dunque hanno goduto dello stesso trattamento — volo in business e hotel a 5 stelle — a carico però dei contribuenti romani. Esattamente quello che Marino, in un piccato messaggio su Facebook postato il 22 settembre per replicare alle critiche sulla sua ennesima «inutile missione », negava.

IGNAZIO MARINO E PAPA BERGOGLIO IGNAZIO MARINO E PAPA BERGOGLIO

 

Scrivendo, testuale: «Io sarò ospite, dunque i romani non pagheranno un euro per la mia trasferta. Un viaggio per riportare a Roma accordi e finanziamenti. Questo è il mio obiettivo. Quello di chi critica è probabilmente, ancora una volta, creare confusione e fare disinformazione ».

 

Accordi e finanziamenti su cui, ancora oggi — a parte la creazione dell’Heritage Found destinato agli investitori americani che sponsorizzando interventi di restauro in Italia potranno godere di vantaggi fiscali in patria — poco è dato sapere. Le uniche cose certe restano i colloqui con non meglio precisati mecenati presso i consolati della East Coast, il meeting con Bergoglio e la lectio alla Temple, appunto, il cui sito ufficiale presenta il chirurgo dem come «esperto della sicurezza del Papa», consultato dal collega di Filadelfia Michael Nutter «su come proteggere il pontefice, limitare il traffico e i trasporti, gestire le enormi folle». Ulteriori dettagli non si possono rivelare: «Il sindaco è sotto scorta», tagliano corto a Palazzo Senatorio.

 

MARINO BERGOGLIO MARINO BERGOGLIO

Lo stesso muro innalzato durante le ferie oltreoceano d’agosto, che tante polemiche suscitarono a causa della sua prolungata assenza in giorni piuttosto turbolenti per Roma. «Polemiche create ad arte», tuona Marino prima di imbarcarsi sul volo che lo riporterà in città. Ma Ncd insiste: «A noi risulta che il Campidoglio ha pagato aereo e albergo per tre persone, solo la dottoressa Coniglio si è spesata di suo. Ci auguriamo che anche i rimborsi del sindaco di Filadelphia non siano inventati di sana pianta come l’invito di monsignor Paglia».

 

RENZI FA CAMPAGNA ELETTORALE PER MARINO RENZI FA CAMPAGNA ELETTORALE PER MARINO

Ovvero il presidente del dicastero per la famiglia che, secondo Marino, avrebbe caldeggiato la sua partecipazione alla Eight World Meeting of Families in Pennsylvania. «Ma nessuno del Vaticano ha invitato il sindaco a quell’incontro: né dal Pontificio consiglio per la famiglia, né ovviamente dal papa», hanno fatto sapere ieri sera dagli uffici di monsignor Paglia.

 

Un garbuglio di veleni e di accuse che rischia di scatenare l’ennesima bufera. Perché Marino, con la sua «incauta voglia di protagonismo », quel «continuo ostentare rapporti privilegiati» addirittura con il Papa, ha fatto avvertono i renziani della Capitale - «un altro capolavoro dei suoi: aprire una crisi senza precedenti tra l’Italia e la Santa Sede alla vigilia di un appuntamento come il Giubileo al quale il nostro premier tiene moltissimo». E non solo per rinsaldare quei rapporti con il Vaticano che ancora faticano a decollare.

 

Fioroni Fioroni

Un «brutto incidente diplomatico » che ai piani alti del Nazareno intendono però circoscrivere, in attesa della resa dei conti che verrà: «Tutti sappiamo chi è Marino, la sua immagine pubblica è logorata, la credibilità azzerata, ma dopo averlo salvato a giugno non possiamo permetterci una nuova fase di destabilizzazione in Campidoglio», ragionano.

 

«La posta in gioco è troppo alta e va al di là del personaggio, 30 milioni di pellegrini possono portare un incremento di mezzo punto del pil nazionale, adesso non possiamo creare un nuovo caso politico, né consentire strumentalizzazioni che rischiano di incrinare le nostre relazioni con la Santa Sede ». Sebbene la tentazione, alla luce delle esternazioni papali, sia tornata fortissima.

MARINO ORFINI MARINO ORFINI

 

Letta la notizia, i parlamentari dem alzano le braccia. I telefoni si fanno roventi. Uno dei “giovani” di Renzi invia un sms secco al premier: «Game over», c’è scritto, allegato il video di Bergoglio che smentisce Marino. «Una figuraccia planetaria», è il commento più benevolo. A difenderlo resta, come l’ultimo dei giapponesi, Matteo Orfini: «È stata fatta un’esagerazione, come sempre quando si tratta di Marino».

 

Ma il cattolico Giuseppe Fioroni è netto: «Il Santo padre ha detto semplicemente la verità, ossia che la giornata mondiale della famiglia non è un evento mondano o politico, ma un appuntamento religioso aperto a tutti i credenti. È perciò evidente che non ci siano stati inviti, né potevano esserci. È folle solo pensarlo».

 

 

3. IL CONSIGLIO PER LA FAMIGLIA RIBADISCE “L’INVITO? NON È CERTO PARTITO DA QUI”

Orazio La Rocca per “la Repubblica - Roma

 

VINCENZO PAGLIA E FERRUCCIO DE BORTOLI VINCENZO PAGLIA E FERRUCCIO DE BORTOLI

«Nessuno del Vaticano ha invitato il sindaco di Roma Ignazio Marino all’Incontro mondiale delle famiglie di Filadelfia. Né dal Pontificio consiglio per la famiglia presieduto dall’arcivescovo Vincenzo Paglia, né ovviamente dal Papa».

 

La precisazione arriva dallo stesso Pontificio consiglio per la famiglia, il dicastero vaticano responsabile del meeting di Filadelfia presieduto domenica scorsa da papa Francesco a conclusione del suo viaggio a Cuba e negli Usa. Evento cui è stato presente anche Marino con tanto di fascia tricolore, suscitando non pochi interrogativi su chi o su quale istituzione lo avesse invitato alla kermesse familiare cattolica. Interrogativi scaturiti anche dal fatto che dall’entourage del sindaco, alla vigilia del raduno, erano filtrate voci circa un presunto invito partito dalla Santa Sede. E quindi con la conseguente “benedizione” papale.

Mons Vincenzo Paglia e Corrado Passera Mons Vincenzo Paglia e Corrado Passera

 

Ma a sgombrare il campo da ogni dubbio ha provveduto ieri il Papa in persona, sull’aereo nel volo di ritorno dagli Usa quando — rispondendo ad un giornalista — ha seccamente puntualizzato: «Non ho invitato io il sindaco di Roma Marino a Filadelfia. Chiaro? Io non ho fatto niente; ho chiesto anche agli organizzatori e neppure loro lo hanno invitato. Lui si professa cattolico ed è venuto spontaneamente». Versione prontamente confermata dal Campidoglio, che in una nota precisa che «né il sindaco, né nessun altro dell’amministrazione di Roma Capitale, ha mai detto di essere stato invitato da Papa Francesco al raduno mondiale delle famiglie.

 

Il viaggio a Filadelfia del sindaco — si puntualizza nella nota — nasce da una serie di incontri avuti con le autorità del Comune americano: a giugno il sindaco Michael Nutter e l’arcivescovo Charles Chaput, insieme a una folta delegazione della città, hanno incontrato Ignazio Marino in Campidoglio proprio in preparazione del viaggio papale e per formulargli l’invito ufficiale. In vista dell’appuntamento dedicato alle famiglie, il sindaco aveva anche incontrato monsignor Vincenzo Paglia, con il quale aveva anche discusso della sua presenza all’evento di Filadelfia».

antonio preziosi e padre gianfranco grieco antonio preziosi e padre gianfranco grieco

 

L’invito sarebbe stato, dunque, formulato indirettamente dal presidente del Pontificio consiglio per la famiglia? «Assolutamente no», risponde il capo ufficio del dicastero pontificio, padre Gianfranco Grieco, che ha seguito a Filadelfia il raduno mondiale insieme a monsignor Paglia. «E perché avrebbe dovuto farlo? Il Pontificio consiglio per la famiglia non ha rapporti con i sindaci. Se Marino si è presentato all’incontro mondiale delle famiglie — conclude padre Grieco — lo ha fatto forse perché invitato da altri, non certamente dal Vaticano».

 

 

 

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