PRESTO, METTETE IL MERLO IN GABBIA! - "GRILLO NON È MAFIOSO. MA LA TECNICA, AL TEMPO STESSO VILE E D’ASSALTO, È QUELLA DEL CAPOCOSCA CHE, NASCOSTO NELLA MACCHIA E PROTETTO DALLA RETE, ORGANIZZA SCORRERIE"

Francesco Merlo per “la Repubblica”

 

FRANCESCO MERLOFRANCESCO MERLO

Insulti e pizzini. Incappucciato come il mafioso Malpassotu, Beppe Grillo blog-scaracchia sugli avversari politici. Si è infrattato nella sua villa sarda, fra le acacie e i cavi usb, proprio come si infrattava quel Malpassotu che, da un buco della campagna siciliana, masticando odio e cicoria, scagliava i suoi pizzini per sfregiare i nemici e umiliare gli innocenti.

 

BEPPE GRILLO TRA LA FOLLABEPPE GRILLO TRA LA FOLLA

Ovviamente Grillo non è mafioso. Ma la tecnica, al tempo stesso vile e d’assalto, è quella del capocosca che, nascosto nella macchia e protetto dalla Rete, organizza scorrerie. Dunque Renzi “il bomba” è “un cialtrone”, e il pensiero più o meno debole di Orfini è prima deformato e poi oltraggiato.

 

Grillo fisicamente non c’è. Non partecipa alla campagna elettorale perché — spiegò lui stesso — lo rende “stanchino”, gli scarica cioè le pile, lo manda in luna calante che per un comico è crisi creativa. E però, mentre dice «non c’è più bisogno di me», «ormai comanda il Direttorio», «Di Maio è il leader», dalla tenda nera mostra e agita il bastone del comando. E mentre concede la libertà — «dopo che ho mandato affanculo tutto il mondo, ora fatelo voi e il Movimento diventerà vostro e basta, senza nomi e cognomi» — esibisce il vecchio manganello e la prosa malata.

 

beppe grillo  beppe grillo

Solo apparentemente non c’è nessuna novità. Perché è vero che è stata questa, sin dall’origine, la missione del Movimento 5 stelle: ridurre il Paese a un cortile dove, come le lavandaie di una volta, i garzoni della Rete contagiano e costringono tutti a sbraitare contro tutti. E infatti ieri anche Orfini grilleggiava. Di sicuro rispondeva all’insulto con l’insulto. «Mi fai schifo, pensi solo ai soldi » è arrivato a replicare.

 

virginia raggi virginia raggi

Imitando il suo esegeta Travaglio, Grillo aveva ritagliato e manipolato le vecchie dichiarazioni di Orfini e le aveva messe a confronto con quelle di oggi, anch’esse ritagliate e manipolate. E dunque ne aveva deriso l’incoerenza e lo aveva insolentito spostandogli i pensieri, deformandoli e ricucendoli con fili diversi: parodia, chirurgia estetica, adulterazione, contraffazione…: banalità di un certo giornalismo. Ma Orfini ha perso la testa e alla fine non si capiva più chi fosse Grillo e chi fosse Orfini.

 

E però, guardando con attenzione, nell’antichità del vecchio teppismo politico c’è qualcosa di diverso. È come se Grillo insultasse la nuora per svegliare la suocera. Non è solo con Renzi e con Orfini che ce l’ha. Ce l’ha soprattutto con i suoi ex burattini che da un po’ di tempo si strappano le orecchie d’asino e si impratichiscono con la sintassi, con l’educazione, con il decoro estetico, con le giacche e le cravatte, con qualche libro persino.

 

luigi di maio  foto  ilaria magliocchetti lombiluigi di maio foto ilaria magliocchetti lombi

Pensate a quanto è diversa questa Virginia Raggi dalle erinni della prima ora, da quella Paola Taverna che diceva «se incontro Berlusconi gli sputo» e denunziava «il complotto per farci vincere» o, ancora più indietro nella civiltà, da Roberta Lombardi e da Vito Crimi, i due simpatici tontoloni che elogiavano il fascismo, si addormentavano in aula, si perdevano a Roma attorno al Parlamento e non trovavano la porta della Camera, o ancora da quel Massimo De Rosa che affrontò due deputate così: «Voi donne del Pd siete qui perché siete brave sol a fare p…».

 

ALESSANDRO DI BATTISTAALESSANDRO DI BATTISTA

Ebbene, non dico che sia finito il tempo degli squinternati d’assalto, ma Virginia Raggi si era spinta sino a immaginare nella sua eventuale giunta degli esperti normali e veri, non più i professor paperino alla Becchi, ma urbanisti, economisti… E tutti abbiamo pensato che forse stava davvero tramontando l’era Casaleggio quando veniva elogiato lo Zeitgeist di un tal Peter Jospeh ed evocate le scie chimiche, i microchip sotto la pelle, e i grillini dichiaravano guerra ai «vaccini inutili», spiegavano che «il tumore si cura con il limone e la cacca di capra» e che «l’aids è la più grande bufala del secolo ».

 

paola tavernapaola taverna

Ecco, mentre noi ci facevamo quasi quasi conquistare, Grillo ha avuto un travaso di umore dinanzi a tanta buona creanza. Davvero ha temuto di ritrovarsi con politici di normale scienza e sapienza al posto di tutti quei mattoidi della controcultura della buonanima che, secondo Grillo — come dimenticarlo? — «è stato ucciso dai giornalisti».

 

Dunque accade che Grillo si spaventa che i suoi davvero facciano politica, scelgano un progetto di governo che non sia l’odio sistematico a tutti i governi, si confrontino, crescano e facciano crescere il Paese che li vota. No, lui vuole le insolenze, lo sberleffo e lo sbeffeggiamento da canaglia come destino. Perciò fa sabotaggio. Pretende il ritorno ai rutti e ai vaffa della prima ora. E scrive sul suo giornale di riferimento addirittura l’elogio di Berlusconi che, arriva a dire, lui sì aveva una grandezza, non Renzi che è peggiore perché è minore, ma solo nel senso del più miserabile.

VITO CRIMI CON IL MEGAFONO VITO CRIMI CON IL MEGAFONO roberta lombardi intervistataroberta lombardi intervistata

 

Che dire? Forza ragazzi, tenete duro, disobbeditegli, liberatevi e liberateci dall’incubo del potere del vaffa che diventa vaffa al potere; fate che si trasformi in un brutto ricordo quel rabbioso malumore che ha ridotto i blog, la Rete e la politica come i muri di certe latrine, dove il primo che arriva scrive le proprie porcherie.

 

 

Ultimi Dagoreport

tommaso labate mario giordano

DAGOREPORT - VA AVANTI IL PROGETTO DI PIER SILVIO BERLUSCONI DI “RIEQUILIBRARE” POLITICAMENTE LE RETI MEDIASET (TROPPO SOVRANISMO FA MALE ALL'AUDIENCE): L'ULTIMO ARRIVATO E' L’ACERBO TOMMASO LABATE, IN ODORE DI SINISTRA DEM, A CUI È STATO AFFIDATA LA PRIMA SERATA DEL MERCOLEDÌ - LA SUA SCELTA HA FATTO INVIPERIRE MARIO GIORDANO, SBATTUTO ALLA DOMENICA SERA CON IL SUO “FUORI DAL CORO”. E, GUARDA CASO, GIORDANO È DIVENTATO IMPROVVISAMENTE OSTILE AL GOVERNO MELONI: “NON STA DANDO LE RISPOSTE CHE SI ASPETTAVANO GLI ITALIANI, SEMBRA UN GOVERNO MELONI-FORLANI”

antonio tajani pier silvio marina berlusconi forza italia

DAGOREPORT: CHE CE FAMO CON FORZA ITALIA? È IL DUBBIO CHE ASSILLA I FRATELLI BERLUSCONI: MOLLARE AL SUO DESTINO IL PARTITO FONDATO DA "PAPI" O NE CAMBIAMO I CONNOTATI, A PARTIRE DAL "MAGGIORDOMO" DI CASA MELONI, ANTONIO TAJANI? -CON PIER SILVIO CHE SCALPITA PER SCENDERE IN POLITICA ALLE POLITICHE 2027, I DUE FRATELLI HANNO COMMISSIONATO UN SONDAGGIO SUL BRAND BERLUSCONI IN CHIAVE ELETTORALE. RISULTATO: L’8% DEI CONSENSI DI CUI È ACCREDITATO IL PARTITO, LA METÀ, CIOÈ IL 4%, È RICONDUCIBILE AL RICORDO DI SILVIO BERLUSCONI - ALTRO DATO: SE SCENDESSE IN CAMPO “UN” BERLUSCONI, I CONSENSI DI FORZA ITALIA CRESCEREBBERO FINO QUASI A RADDOPPIARSI - QUEL CHE COLPISCE È CHE IL PARTITO RACCOGLIEREBBE PIÙ VOTI CON PIER SILVIO LEADER DI QUANTI NE CONQUISTEREBBE CON MARINA - (SE SCENDE IN CAMPO, O PIER SILVIO PRENDERA' PIU' VOTI DI MELONI, STRAPPANDOLI A FDI E LEGA, E FARA' IL PREMIER OPPURE LO VEDREMO CHE PRENDERA' ORDINI DALLA DUCETTA...)

orazio schillaci gemmato meloni ministero salute

DAGOREPORT – ALLA SALUTE DI GIORGIA! IL FEDELISSIMO DELLA MELONI, IL SOTTOSEGRETARIO MARCELLO GEMMATO, È DESTINATO A ESSERE PROMOSSO A VICEMINISTRO DELLA SALUTE – MA A FRENARE LA SUA NOMINA È IL MINISTRO ORAZIO SCHILLACI, CHE NUTRE DUBBI SUL POSSIBILE CONFLITTO D’INTERESSI DEL SOTTOSEGRETARIO, TITOLARE DI UNA FARMACIA IN PUGLIA – BASTA VEDERE IL PROVVEDIMENTO CHE HA FATTO FELICI I FARMACISTI: ORA POSSONO VENDERE CON RICCHI MARGINI DI GUADAGNO UNA SERIE DI FARMACI CHE PRIMA ERANO NELLA CATEGORIA “ASSISTENZA DIRETTA” ED ERANO DISTRIBUITI DAGLI OSPEDALI – LA DUCETTA HA CAPITO CHE ANCHE MATTARELLA POTREBBE STORCERE IL NASO DAVANTI ALLA NOMINA DI GEMMATO, E PER ORA PRENDE TEMPO…

beppe sala manfredi catella giancarlo tancredi stefano boeri

MILANO TREMA: L’INCHIESTA SU “PALAZZOPOLI” POTREBBE INGROSSARSI – NELLA CAPITALE A-MORALE DEL PAESE, IMPRENDITORI, POLITICI E BUSINESSMAN SONO AMMUTOLITI E TERRORIZZATI DALLE POSSIBILI INDAGINI – SE IL GIP, DOPO GLI INTERROGATORI DI OGGI, DOVESSE CONFERMARE LE MISURE CAUTELARI RICHIESTE DALLA PROCURA, L’INCHIESTA TROVEREBBE NUOVO VIGORE, E LO SCANDALO ESPLODEREBBE IN MODO ANCORA PIÙ DECISO. A QUEL PUNTO IN TANTI, DI FRONTE AL RISCHIO DI FINIRE INDAGATI E INGUAIATI, POTREBBERO INIZIARE A PARLARE…

luigi lovaglio giorgia meloni giancarlo giorgetti alberto nagel milleri caltagirone

FLASH! – ENTRO LA FINE DI LUGLIO, AL MASSIMO ENTRO L’8 SETTEMBRE, ARRIVERÀ IL VERDETTO DELLA PROCURA DI MILANO SULL’OPERAZIONE CHE HA PORTATO BPM, ANIMA SGR, LA DELFIN DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO E CALTAGIRONE AD ACQUISTARE IL 15% DI AZIONI MPS ATTRAVERSO BANCA AKROS, MERCHANT BANK DEL BPM SU SPECIFICO MANDATO DEL MINISTERO DEL TESORO DI GIORGETTI – UN VERDETTO CONTRO L’OPERAZIONE MPS È RIMASTO L’ULTIMA SPERANZA PER MEDIOBANCA E GENERALI DI NON FINIRE NELLE FAUCI DI CALTARICCONE…