PROMESSE DA PAROLAIO – LA CORTE DEI CONTI SMONTA IL BLUFF DI RENZI SUI FAMOSI 80 EURO – “IL BONUS PUÒ ESSERE VANIFICATO DALL’AUMENTO DI PRESSIONE FISCALE GIÀ ANNUNCIATO”

La magistratura contabile scrive al Parlamento che la legge di Stabilità aumenta l’incertezza: la promessa di tagli dei servizi o aumento delle tasse destinate al loro finanziamento crea “un peggioramento delle aspettative di famiglie e imprese”…

Condividi questo articolo


Gian Maria De Francesco per “il Giornale

 

Il bonus da 80 euro e il minitaglio dell'Irap (garantito dalla deducibilità del costo del lavoro), le superpubblicizzate misure della legge di Stabilità del governo Renzi, rischiano di rivelarsi un clamoroso bluff. È questo il verdetto della Corte dei Conti che ieri ha inviato al Parlamento la propria analisi contenuta in un dossier intitolato Le prospettive della finanza pubblica dopo la legge di Stabilità.

 

Il succo della questione è tutto racchiuso in tre righe di valutazioni. «Anche l'impulso del bonus può essere vanificato se considerato non come elemento aggiuntivo permanente del reddito, bensì come elemento compensativo di un aumento di pressione fiscale, posposto nel tempo, ma già annunciato».

SALVATORE NOTTOLA CORTE DEI CONTI SALVATORE NOTTOLA CORTE DEI CONTI

 

A che cosa si riferiscono i magistrati contabili? Alle famigerate «clausole di salvaguardia», cioè i programmati incrementi dell'Iva e delle accise nel 2016 nel caso in cui non si riesca a tagliare un analogo volume di spese. E l'impresa, nel prossimo mese di ottobre, non sarà facile perché stiamo parlando di importi di tutto rilievo: 16 miliardi l'anno prossimo e oltre 23 nel 2017. Analoghe considerazioni, aggiunge la Corte dei Conti, possono essere sviluppate per l'azzeramento dei contributi previdenziali per i nuovi assunti o per la riduzione della base imponibile Irap.

 

Insomma, al danno rischia di aggiungersi la beffa perché «l'effettiva realizzazione di risparmi consistenti appare un traguardo molto difficile». L'analisi dei giudici di Viale Mazzini non è politica, ma squisitamente tecnica. Dunque se guardiamo allo Stato come un corpo unico da preservare, i margini per intervenire sui costi sono limitati.

 

Ad esempio, un taglio alle spese sanitarie (per quanto necessario) comporta una diminuzione dei servizi. Idem se si ritengono elevate le spese per il personale, bisogna individuare un determinato numero di esuberi. Sono decisioni politiche, ma se la politica sceglie la conservazione dello status quo, la risposta tecnica non può essere che una sola: aumenteranno le tasse.

 

RENZI BIRDMAN RENZI BIRDMAN

La prima conseguenza di questa confusione è l'aumento dell'incertezza. La promessa di tagli dei servizi o aumento delle tasse destinate al loro finanziamento crea «un peggioramento delle aspettative di famiglie e imprese».

 

D'altronde, che la manovra di Renzi e del ministro Padoan fosse abbastanza pasticciata lo aveva denunciato anche il Giornale: ora c'è la conferma nero su bianco delle affermazioni dei mesi scorsi. In primo luogo, la copertura delle spese appare alquanto aleatoria: la legge di Stabilità si finanzia per 5,9 miliardi con nuovo deficit peggiorando i saldi della finanza pubblica. Sono soldi che il governo ha pensato di «recuperare» dovendo pagare meno interessi sui titoli di Stato grazie alle manovre salva-euro della Bce di Mario Draghi. Ma, osservano i magistrati contabili, «le risorse così liberate non vanno destinate ad evitare o a rallentare il necessario processo di revisione della spesa».

 

renzi a virus renzi a virus

Il Renzi spendaccione è anche un Renzi arruffone perché la sedicente riduzione della pressione fiscale si ottiene facendo ricorso «a gettito futuro non sempre garantito», come nel caso delle entrate derivanti dalla lotta all'evasione che sono stimate in 3,5 miliardi, un dato fantasmagorico a meno che il «Grande Fratello» fiscale non metta tutti sotto torchio.

Ecco dunque svelato il fallimento ontologico del bonus degli 80 euro che vengono dati con una mano e tolti con l'altra attraverso l'aumento (anche futuro) delle imposte. Agganciare la ripresa, in questo modo, diventa una doppia fatica

 

 

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

ARCHEO-QUIZ - UN BELL'ANEDDOTO CHE LA DICE LUNGA SUL TIPO DI RAPPORTI CHE INTERCORRONO TRA STAMPA E POTERE - "QUALCHE TEMPO FA IL DIRETTORE DI UN GRANDE GIORNALE RICEVETTE LA TELEFONATA DEL CAPUFFICIO STAMPA DI UNA GRANDE INDUSTRIA: ‘’CARO DIRETTORE, SAPPIAMO CHE STA PER USCIRE UN SERVIZIO MONDANO DOVE COMPARE LA FOTO DI (E LÌ IL NOME DELL'AD DELLA GRANDE INDUSTRIA) ABBRACCIATO A (E LÌ IL NOME DI UNA SIGNORA, AL MOMENTO AMANTE NUMERO DUE DELL'AD). LEI CAPIRÀ, ALLA NOSTRA GRANDE INDUSTRIA QUESTO DISPIACE NON POCO" - "IL GIORNALE È GIÀ IN MACCHINA", OBIETTÒ IL DIRETTORE. CON LA VOCE DI CHI SA DI ESSERE AUTORIZZATO A TUTTO, IL CAPUFFICIO STAMPA DISSE: "VA BENE, QUANTO COSTA COMPRARE TUTTA LA TIRATURA DEL SUO GIORNALE?" – COME E’ ANDATA A FINIRE? BASTA LEGGERE DAGOSPIA…

A CASA DI CARLO DE BENEDETTI - COME SI FA, AVENDO I SUOI SOLDI, A POSARE DAVANTI A UNA PARETE A TROMPE-L'ŒIL CHE RIPRODUCE UN FINTO TRALICCIO CON VITE, DOVE C’È APPESO SOPRA UN FALSO CANALETTO IN CORNICE DORATA OSCURATO, PER GIUNTA, DALLE FOTO DEI PARENTI, DI CUI UNA IN CORNICE LEOPARDATA? - IL CUSCINO SUL DIVANO SEMBRA LA TOVAGLIA DI UNA PIZZERIA. NON PARLIAMO DEGLI ANIMALETTI POP SU UNA CONSOLLE DI MARMO - JOHN ELKANN AVRÀ DISTRUTTO “REPUBBLICA” MA LUI DEVE AVER IMPARATO DALL’ARCINEMICO BERLUSCONI A FAR FALLIRE IL BUON GUSTO… - VIDEO

FLASH! - NELLO SCONTRO SULL'EREDITÀ AGNELLI CHE VEDE IN CAMPO QUATTRO FRATELLI DE PAHLEN CONTRO I TRE FRATELLI ELKANN, TUTTI FIGLI DI MARGHERITA AGNELLI, FA CAPOLINO IL GOSSIP - SI VOCIFERA CHE SIA SBOCCIATA UNA AFFETTUOSA AMICIZIA TRA LA BELLA E PIMPANTE ANNA DE PAHLEN E IL BALDO PETROLIERE UGO BRACHETTI PERETTI, SPOSATO E SEPARATO CON ISABELLA BORROMEO, SORELLA DELLA MOGLIE DI JOHN ELKANN. GOSSIP CHE A TORINO NON HA FATTO ALCUN PIACERE: IL PROCESSO VEDE ANCHE I FIGLI DI MARGHERITA CONTRO GLI ELKANN…

DAGOREPORT - PIER SILVIO L’HA CACCIATA E HA FATTO SBARRARE LE PORTE DI MAMMA RAI: COSA RIMANEVA A BARBARA D’URSO, SE NON DI TENTARE LA PROVA DEL NOVE? DISCOVERY CON CROZZA E FAZIO È IL TERZO PIÙ VISTO IN ITALIA NELL'ARCO DI 24 ORE DURANTE IL 2023. E ADESSO ARRIVA AMADEUS - L’ARRUOLAMENTO DI CARMELITA COSTA POCO (SONO LONTANISSIME LE CIFRE DELL’ERA DI SILVIO BERLUSCONI) ANDREBBE A PRESIDIARE UNA FASCIA RICCA DI PUBBLICITA' COME È QUELLA DEL POMERIGGIO. LA SUA SOSTITUZIONE IN MEDIASET CON MYRTA MERLINO SI È RISOLTA IN UN MEZZO FLOP, MENTRE SU RAI1 “LA VITA IN DIRETTA” DI MATANO NON HA NULLA DI IRRESISTIBILE - LE TRATTATIVE CON DISCOVERY SONO IN CORSO E UN OSTACOLO SAREBBE LA PRESENZA DI... 

FLASH! – CARLE', MA CHE STAI A DI’? - CORREVA L’ANNO 1959 QUANDO L’AVVOCATO AGNELLI SI SBATTEVA ANITONA EKBERG. IERI A “100 MINUTI” (LA7) CARLO DE BENEDETTI RACCONTA DI AVERLO INCROCIATO CON LA DIVA DE “LA DOLCE VITA” QUANDO ERA “UN RAGAZZINO” (“LUI MI HA DETTO: VAI A FARTI UNA SEGA”) – FATTI I CONTI DELLA SERVA, ESSENDO NATO NEL 1934, CDB AVEVA NON SOLO 25 ANNI MA NEL 1959 ERA GIA’ SPOSATO CON MITA CROSETTI (NEL 1961, NASCE IL PRIMO FIGLIO RODOLFO) – INSOMMA, L'ERA DELLA SEGA L'AVEVA GIA' SUPERATA DA UN PEZZO...