PRONTO, CHI SPIA? - UNA TALPA AVEVA AVVERTITO IL SINDACO DI ISCHIA E I MANAGER DELLA COOP CONCORDIA CHE ERANO INTERCETTATI, TANTO CHE PROVARONO A BONIFICARE GLI UFFICI - I PM INDAGANO SUI VERSAMENTI ALLE FONDAZIONI POLITICHE E SU ALTRI APPALTI

Come Dago-anticipato ieri, non c'è solo la fondazione Italianieuropei di D'Alema, ma altri enti politici ad aver ricevuto finanziamenti dalla Concordia - Il fratello del sindaco Ferrandino rivela a Nicola Verrini (dirigente coop) di sapere di un procedimento penale e intercettazioni in corso...

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Dario Del Porto e Conchita Sannino per “la Repubblica

 

Giosi Ferrandino Giosi Ferrandino

Qualcuno li aveva avvertiti. Nella cooperativa Cpl Concordia sapevano dell’inchiesta. Provarono persino a bonificare gli uffici dalle “cimici” della Procura di Napoli. Il giorno dopo il blitz sulle tangenti per la metanizzazione che ha decapitato la società e travolto il comune di Ischia con undici misure cautelari, i pm Woodcock, Carrano e Loreto, coordinati dal procuratore aggiunto D’Avino, indagano su altri appalti in diverse aree del sud: dall’Irpinia alla Basilicata, dalla Puglia al salernitano.

 

Cercano di tracciare il complesso sistema dei contributi versati da Cpl a varie fondazioni, oltre che a “Italianeuropei” di Massimo D’Alema. E i carabinieri del Noe ipotizzano, in un’informativa, che vi sia stata una fuga di notizie a vantaggio dei vertici della coop e della famiglia Ferrandino, che ormai vede in carcere Giuseppe, detto Giosi, il sindaco Pd di Ischia, e suo fratello Massimo. La Procura valuta la possibilità di sentire come teste anche D’Alema, ma non prima degli interrogatori degli arrestati. Intanto dal carcere di Poggioreale, il sindaco Ferrandino invia il telegramma di dimissioni. «Non voglio coinvolgere il Comune».

 

VENTIMILA EURO PER ROSSO E SPUMANTE

woodcock woodcock

Dagli atti sulla Coop Concordia, un colosso da oltre 400 milioni di fatturato e 1800 dipendenti, emergono nuovi dettagli sui rapporti tra Massimo D’Alema e Cpl: in particolare sull’acquisto di varie tipologie di vini, duemila bottiglie, provenienti dalla tenuta della moglie dell’ex premier e ministro. Un bonifico all’anno. La Concordia compra il vino della famiglia D’Alema nel 2013 e nel 2014. La prima volta acquista 1000 bottiglie di spumante per 14.600 euro. Dodici mesi dopo, lo stesso acquirente ordina altre mille bottiglie, stavolta di vino rosso, e versa altri 7.900 euro.

 

dalema con il suo vino dalema con il suo vino

Denaro che si aggiunge a quello che la Cpl destina all’acquisto di 500 libri del D’Alema scrittore, e ai 60mila euro di contributi erogati in tre anni (per il 2011, 2012 e 2014) a favore del D’Alema presidente della Fondazione Italianiueuropei. Ma lui ribadisce: «Mai avuto favori né benefici». E domani gli interrogatori degli arrestati. I pm chiederanno a Francesco Simone, capo delle relazioni istituzionali della Concordia, cosa intendesse quando ha detto in una delle sue conversazioni intercettate: «È molto più utile investire negli Italiaeuropei dove D’Alema sta per diventare commissario europeo... D’Alema mette le mani nella m... Come ha già fatto con noi, ci ha dato delle cose». Che cosa avrebbe dato D’Alema? E quando?

 

LA FUGA DI NOTIZIE

nicola Verrini nicola Verrini

I principali indagati sapevano di avere i cellulari sotto controllo e le cimici nel quartier generale della Cpl. Scrivono i carabinieri del Noe in un’informativa ai pm: «Massimo Ferrandino — fratello del sindaco, dialogando con Nicola Verrini, dirigente di Cpl, ndr — fa capire di aver acquisito in forma riservata delle informazioni circa un procedimento penale a carico della coop, e dice che le utenze sono monitorate ». Avvisa: «Ragazzi stiamoci attenti tutti quanti, voi le fate troppo semplici le cose, parlate al telefono...». Nella stessa giornata, Simone e Verrini esprimono timori di essere intercettati. «I due — si legge — parlano diqualcosa che sarebbe stata consigliata a Simone ».

 

michele adinolfi michele adinolfi

Che afferma: «Ce l’hanno sotto tiro, ho parlato con un assistente di Adinolfi, comandante della Guardia di Finanza». Sottolineano i carabinieri: «Il riferimento alla persona non è chiaro, tuttavia Simone ritiene sia indispensabile effettuare una bonifica degli uffici». Ovvero: «Serve fare una bonifica, Nico’», dice Simone. «Quando mi autorizzi, chiamo il Generale e ce la facciamo fare, però ovviamente ci farà un prezzo di riguardo, però facciamola». Non si sa a chi si sia rivolto davvero Simone. In ogni caso, la posizione del generale Adinolfi, trasmessa a Roma, è prossima all’archiviazione.

 

IL DOSSIER CONTRIBUTI

Altri appalti nel mirino. Nelle carte, riferimenti a lavori per la metanizzazione e anche per la pubblica illuminazione cui puntavano i dirigenti della Cpl: da Avellino a Rodi Garganico, a Tursi in provincia di Matera fino alle aree del salernitano dove viene indicato come presunto destinatario di consulenze-tangenti l’ex parlamentare Pdl, Vessa. La Procura trasmetterà atti alle Procure competenti. Un altro filone dell’inchiesta punta ai finanziamenti del gruppo Cpl «al mondo politico-istituzionale, ovvero a quelle fondazioni o associazioni — scrive il gip Amelia Primavera — che, in qualche modo, sono espressione di tale mondo».

FRANCESCO SIMONE FRANCESCO SIMONE

 

C’è una frase significativa nell’ordinanza, la pronuncia sempre Simone: «Se dobbiamo pagarlo perché ci porta questo e chiudiamo questo... no venti ma anche duecento. Non è che sono contrario a priori perché sono ventimila euro, io ho il senso del denaro, c’ho cinque figli». Intanto si profila l’ipotesi di un commissariamento degli appalti nella vicenda della metanizzazione di Ischia. Il presidente dell’Autorità Anticorruzione, Raffaele Cantone, ha già chiesto gli atti.

 

 

 

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