PRONTUARIO PER IL REFERENDUM GRECO - SE VINCE IL SÌ, RIPARTIREBBERO I NEGOZIATI, LA BCE POMPERÀ ALTRA LIQUIDITÀ E TSIPRAS SAREBBE COSTRETTO A NUOVE ELEZIONI - SE VINCE IL NO, SI VA DRITTI VERSO A UN EURO-DELIRIO

Cosa rischiamo noi italiani? Come paese ad alto debito, è possibile un colpo di frusta speculativa, i cui effetti dovrebbero essere contenuti dal combinato disposto della migliorata sostenibilità del bilancio nazionale e dai nuovi strumenti di intervento a disposizione dell’Eurozona…

Condividi questo articolo


varoufakis e tsipras varoufakis e tsipras

Marco Zatterin per “la Stampa”

 

Borse e banche chiuse. Vincoli ai capitali. Perché?
La paura d’una tempesta finanziaria che eroda i risparmi, e lo spettro di un’uscita dall’euro hanno spinto i greci a ritirare soldi dalle banche. Fermare la Borse serve a prendere tempo. Interrompere l’attività bancaria è l’unico sistema per impedire che il denaro fugga dai conti correnti nel momento peggiore. È una misura efficace, ma non può durare troppo a lungo

 

Quale sono le scadenze del debito greco?
Tsipras deve restituire domani 1,6 miliardi al Fmi. Una somma analoga va trovata per pagare salari pubblici e pensioni. Il 13 luglio scadono 450 milioni da rimborsare, ancora, a Washington. Quindi 3,5 miliardi alla Bce il 20 luglio. Infine, il 20 agosto, 3,2 miliardi di debito sovrano. 

BANCOMAT GRECIA BANCOMAT GRECIA

 

Che succede se la Grecia non paga?
Per il Fmi Atene va “in arretrato” e si avvia alla bancarotta, che però impone delle procedure e queste richiedono tempo. Per le grandi agenzie di rating il mancato pagamento non è “default” perché non coinvolge creditori privati

 

Cosa farebbe l’Europa in caso di crac ellenico?
Il fondo salvastati Efsf convocherà il suo consiglio non appena il Fmi comunicherà il mancato pagamento. L’istituzione ha tre opzioni: una (improbabile) richiesta di rimborso immediato di ogni credito a essa dovuto dai greci (131 miliardi); restare ferma in attesa degli sviluppi (il cosidetto «waiver»); dichiarare una «riserva dei diritti» che in pratica congela il quadro fino a data da destinarsi

GRECIA GRECIA

 

Default uguale «Grexit», all’addio all’euro?
Nessuna regola dice che l’insolvenza provoca la cacciata dall’euro. Inoltre non esiste una procedura per uscire. Ce n’è una per l’addio all’Ue, ma sulla carta richiede un dibattito biennale e la ratifica di tutti gli stati.

 

Che succede se vince il sì al referendum?
Si confermerebbe la volontà dei greci di appartenere all’Ue e conservarne la moneta. Finirebbe l’incertezza, con nuovi margini per il ripristino della fiducia necessaria per crescere. Ripartirebbero i negoziati coi creditori. La Bce riaccenderebbe il motore della liquidità (anche se i controlli sui capitali potrebbero rimanere per un po’). Tsipras sarebbe costretto a nuove elezioni con buone chance di perderle

 

E se vincesse il no?
È lo scenario più incerto. La possibile uscita dall’euro costringerebbe a bloccare capitali e banche. L’Europa fermerebbe i pagamenti nei confronti di un cliente inaffidabile. Anche in questo caso il governo finirebbe per cadere. Per la Grecia si aprirebbe un periodo di recessione e grave instabilità

 

BANCHE GRECIA BANCHE GRECIA PENSIONATI IN GRECIA PENSIONATI IN GRECIA euro crisi grecia euro crisi grecia ateniesi in piazza contro l austerita ateniesi in piazza contro l austerita ateniesi pro governo contro austerita non siamo colonia di merkel ateniesi pro governo contro austerita non siamo colonia di merkel

Cosa rischiamo noi italiani?
Come paese ad alto debito, è possibile un colpo di frusta speculativa, i cui effetti dovrebbero essere contenuti dal combinato disposto della migliorata sostenibilità del bilancio nazionale e dai nuovi strumenti di intervento a disposizione dell’Eurozona. Probabile una caduta dell’euro nei confronti del dollaro. Come probabile sarebbe l’avvio di un processo di più stretta integrazione europea, anche parziale, per evitare il ripetersi del pasticcio greco

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT - SULLA SCENA POLITICA, FITTA DI SCAPPATI DI CASA, MANCAVANO SOLO LORO: FASCINA E GALLIANI - L’ANTICO “CONDOR” DEL CAVALIERE È DIVENTATO LO CHAPERON POLITICO DELLA “VEDOVA INCONSOLABILE”, CON IL CONTORNO DEI SECOLARI AMICI DELLA BUONANIMA DI SILVIO, CONFALONIERI E DELL’UTRI - IN OGNI USCITA PUBBLICA, I DUE SONO INSEPARABILI. DEL RESTO, SI CONOSCONO, E BENE. LA SCALATA DELLA “MARIA GODETTI” CALABRO-NAPOLETANA ALL’INTERNO DELL’INNER CIRCLE BERLUSCONIANO AVVENNE GRAZIE A GALLIANI, ALL’EPOCA BOSS DEL MILAN - ORA È CHIARO CHE A TAJANI HA SEMPRE FREGATO POCO DI COSA COMBINA IL DUPLEX FASCINA-GALLIANI. FINO ALLO SCORSA SETTIMANA ALLORCHÉ È ESPLOSA FORZA ITALIA AL COMUNE DI MILANO, DIETRO LA QUALE CI SAREBBERO LE UNGHIE DELLA FASCINA, CHE HA MANTENUTO UN OTTIMO RAPPORTO CON MARINA, VEDI IL DUELLO CONTINUO CON IL FRATELLO PIER SILVIO CHE VUOLE FAR SLOGGIARE LA “VEDOVA INCONSOLABILE” DALLA COSTOSISSIMA MAGIONE DI ARCORE - VIDEO

FLASH! - A TORINO, PER IL DOPO PALENZONA ALLA PRESIDENZA DI CRT, SI STANNO SONDANDO LE ISTITUZIONI SUL NOME DI MICHELE VIETTI, MAGISTRATO EX-CSM, OGGI DISOCCUPATO. UN NOME CHE È GRADITO AL SINDACO DI TORINO, STEFANO LORUSSO, CHE NON HA MAI SOPPORTATO LA PRESENZA E SOPRATTUTTO LA DISUBBIDIENZA DI PALENZONA - A DAR VOCE ALLA CANDIDATURA DI VIETTI C'È LA DI LUI CONSORTE, CATERINA BIMA, CHE RICOPRE IL RUOLO DI VICE PRESIDENTE DI CRT ED È STATA TRA GLI OPPOSITORI DELLA GESTIONE PALENZONA...

DAGOREPORT - CONTINUA L’IMBROGLIO-SCHLEIN: ELLY RINCULA SUL NOME NEL SIMBOLO DANDO LA COLPA A BONACCINI (SIC!) E SI RIMANGIA ''CAPOLISTA OVUNQUE": LO SARA' SOLO AL CENTRO E NELLE ISOLE - ALLA DIREZIONE NAZIONALE DEL PD DI IERI LA SVALVOLATA MULTIGENDER HA PERSO LA MAGGIORANZA DEL PARTITO. I VENTI DI RIVOLTA INVESTONO TUTTE LE VARIE ANIME DEL PD - ELLY SI È RIMBOCCATA LA LAPIDE QUANDO HA DETTO: O IL MIO NOME NEL SIMBOLO O MI METTETE CAPOLISTA IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. DI TALE PROPOSTA, LA ZARINA DEL PD NE AVEVA PARLATO SOLO CON BONACCINI. IL PRESIDENTE DEL PD HA ACCONSENTITO IN CAMBIO DELLA CANDIDATURA NEL SUD DEL RAS DELLE PREFERENZE, RAFFAELE “LELLO” TOPO, FIGLIO DELL’AUTISTA DI GAVA, CHE OVVIAMENTE FA PARTE DELLA SUA CORRENTE (AH! I CACICCHI…) - ALLA FINE VICINO A SCHLEIN RESTANO SOLO IN DUE, IL MULTI-TRASFORMISTA ZINGAR-ELLY E FRANCESCO BOCCIA, IL VERO ARTEFICE DEL SISTEMA PUGLIA, GARANTE DI DECARO ED EMILIANO - ANCHE SE ALLE EUROPEE IL PD GALLEGGERA' AL 20%, SINESTR-ELLY DOVRA' FARE LE VALIGIE...

DAGOREPORT: 100 SCALFARI MENO UNO - NON È SOLTANTO TELE-MELONI A CENSURARE GLI SCRITTORI: C'E' ANCHE IL GRUPPO GEDI – IL LIBRO SUL CENTENARIO DI SCALFARI CURATO DA SIMONE VIOLA, NIPOTE DI EUGENIO, IN EDICOLA INSIEME A ‘’REPUBBLICA’’, SQUADERNA CENTO INTERVENTI DI ALTRETTANTI TESTIMONIAL, TRANNE QUELLO INNOCUO E DEL TUTTO PERSONALE DI GIOVANNI VALENTINI, EX DIRETTORE DELL’ESPRESSO - LE SUE CRITICHE, MANIFESTATE SUL "FATTO QUOTIDIANO" SULL’OPERAZIONE “STAMPUBBLICA” E POI NEL SUO LIBRO SULLA PRESA DI POSSESSO DEL GIORNALE DA PARTE DI ELKANN, GLI VALGONO L’OSTRACISMO E LA DAMNATIO MEMORIAE – IL TESTO CENSURATO…