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PUTIN PER PALMIRA! L’ORCHESTRA DI SAN PIETROBURGO SUONA NELLA CITTA’ STRAPPATA ALLA FURIA DELL’ISIS - GRANDE COLPO PER LO ZAR: LA SIRIA E' MIA - VIDEO

 

Nicola Lombardozzi per “la Repubblica”

 

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Anche le antiche pietre di Palmira sembrano festeggiare la fine di un incubo sulle note di Bach e Prokovev. L’anfiteatro romano strappato alla furia dell’Is è colmo di militari russi in occhiali scuri e mimetica. Commossi e fieri del loro successo trasmesso in diretta tv e celebrato da Vladimir Putin dal maxischermo tra le colonne romane dell’anfiteatro patrimonio dell’Unesco.

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Sul proscenio — dove fino a pochi mesi fa l’Is metteva in scena brutali esecuzioni — in pantaloni e maglietta nera, con cappellini da baseball per proteggersi da un sole cui non sono abituati, si esibiscono fuoriclasse della musica classica russa e mondiale:

 

l’orchestra del teatro Mariinskij di San Pietroburgo diretta da Valerij Gergiev. Non proprio tutti. Mancano le donne e i musicisti più anziani. Scelta imposta da motivi di sicurezza e dalla rapidità di un viaggio organizzato in un paio di giorni.

 

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Idea di Putin che ha imposto la cancellazione di un concerto negli Urali per inviare i suoi musicisti preferiti a compiere quello che ha definito «un gesto di gratitudine, memoria e speranza per tutte le vittime del terrorismo in qualsiasi parte del mondo». Grande colpo d’immagine in una giornata carica di suggestioni.

 

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Proprio ieri il ministero della Difesa ha annunciato la «perfetta riuscita» dell’opera dei suoi artificieri: oltre 800 ettari di terreno bonificati e pronti per la delicata opera di restauro. E, sempre ieri, da una base militare di Mosca, è partita la salma di Aleksandr Prokhorenko, il giovane tenente delle forze speciali morto nella battaglia per la liberazione di Palmira. I funerali saranno celebrati oggi nel suo villaggio natale di Gorodki.

 

Ce n’è a sufficienza per giustificare l’orgoglio patriottico e l’emozione di tutti i presenti tra le rovine di Palmira. Il maestro Gergiev ha voluto un programma sobrio. Niente musiche trionfali come qualcuno aveva forse preteso, ma scelte più delicate.

 

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In particolare l’amatissima prima sinfonia di Prokovev scritta nel 1916, ritenuta prototipo dell’ottimismo del compositore in risposta ai dolori e agli orrori della guerra. Cresciuto nell’attuale Ossezia del Nord, Gergiev aveva diretto un concerto molto politicizzato alla fine della guerra con la Georgia nel 2008.

 

Questa volta ha volato più alto battezzando l’esibizione della sua orchestra “Preghiera per Palmira” senza alcun riferimento politico. Emozione anche per l’esecuzione della quadriglia tratta dall’opera Non solo amor di Radion Scedrin. Suonava il violoncello Sergej Roldugin, amico di Putin, padrino di battesimo della figlia del Presidente, finito nella lista dei famigerati Panama Papers per misteriosi movimenti di denaro, ma musicista di livello indiscutibile.

 

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E per finire non poteva mancare la citazione del grande poeta Pushkin che nel Cavaliere di bronzo, definì San Pietroburgo «la Palmira del Nord». Il telecronista di Rossija1 chiude il collegamento definendo il concerto «l’omaggio della Palmira del Nord alla Palmira liberata».

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