1. QUALCUNO AVVISI IL PREMIER SPACCONE CHE OLTRE AD AVERE (DA OGGI) ‘’REPUBBLICA’’ CHE LO PICCHIA, RISCHIA DI TENERSI IL NEMICO DE BORTOLI COME DIRETTORE DEL ‘’CORRIERE’’ 2. L’UOMO CHE A SETTEMBRE GLI HA SCRITTO CHE IL PATTO DEL NAZARENO “ODORA DI MASSONERIA” POTREBBE ESSERE RICONFERMATO IN PRIMAVERA DAI GRANDI SOCI CHE GUIDANO LA BARACCA DI VIA SOLFERINO. DELLA VALLE ED ELKANN NON RIESCONO A METTERSI D’ACCORDO SU UN NOME CONDIVISO E IL NUCLEO MILANESE DELL’AZIONARIATO, DA TRONCHETTI A BAZOLI PASSANDO PER MEDIOBANCA, PREME PER LA CONFERMA DI DON FLEBUCCIO 3. GUARDATO CON DIFFIDENZA ANCHE DA DE BENEDETTI, RENZIE NON HA DALLA SUA NÉ I SALOTTI DI ROMA NÉ QUELLI DI MILANO E DEVE ACCONTENTARSI DEL SUO “GIGLIO TRAGICO"

Condividi questo articolo


DAGOREPORT

 

ferruccio de bortoli ferruccio de bortoli

Le brutte notizie dal fronte dei giornaloni, per Renzie, non vengono solo da “Repubblica”, che oggi gli ha caldamente consigliato di smetterla di inciuciare con il duo Berlusconi-Verdini. Notizie non buone arrivano anche da via Solferino, dove più passa il tempo e più si fa strada l’idea di confermare Ferruccio De Bortoli come direttore del “Corriere”.

JOHN JAKI ELKANN A BAGNAIA JOHN JAKI ELKANN A BAGNAIA

 

De Bortoli, il 24 settembre aveva attaccato duramente il premier bocciandone il governo e denunciando che intorno al Patto del Nazareno c’era “odore di massoneria”. Renzie l’aveva presa come un attacco dei “poteri forti” e aveva tirato dritto, sapendo che aveva comunque a che fare con un direttore in scadenza e destinato a rimanere al massimo fino ad aprile prossimo.

 

diego della valle diego della valle

Il problema è che le cose stanno cambiando, a Milano. I grandi soci di Rcs, ovvero la Fiat di John Elkann e Diego Della Valle, non riescono a trovare un accordo sul nome del nuovo direttore. E la parte lombarda dell’azionariato, quella che fa capo alla Mediobanca di Nego Nagel, alla Pirelli di Marco Tronchetti Provera e all’Intesa Sanpaolo di Giovanni Bazoli, ne sta approfittando per portare a casa la conferma di De Bortoli. La partita ovviamente è apertissima, ma già il fatto che l’attuale direttore sia tornato in pista è una notizia.

 

GIOVANNI BAZOLI SI RIPOSA FOTO LAPRESSE GIOVANNI BAZOLI SI RIPOSA FOTO LAPRESSE

Del resto la parte milanese dell’ex patto di sindacato che governa il Corriere detesta cordialmente tanto i fiorentini arroganti (leggi Della Valle) quanto i torinesi falsi e cortesi. A gente come Bazoli e Tronchetti non piace proprio l’idea di regalare il giornale al “ragazzino Elkann” e tantomeno a quel Della Valle che non sa tenere a freno la lingua e a sessant’anni suonati parla ancora di “arzilli vecchietti” da rottamare.

 

Alberto Nagel article Alberto Nagel article

E a proposito di rottamazione e rottamatori, l’attacco arrivato oggi da “Repubblica” permette di cogliere meglio la nuova fase di Matteo Renzi, un leader che sta perdendo il buon umore, il tocco magico e che si ritrova ogni giorno più solo.

 

Probabile che la virata improvvisa del giornale diretto da Ezio Mauro, che finora ha appoggiato in tutti i modi Pittibimbo, sia dovuta alla necessità di fronteggiare un certo calo di copie in edicola smarcandosi un po’ da Palazzo Chigi. Ma sicuramente c’è dietro anche un buon grado di disillusione di Carletto De Benedetti, che forse da Renzie si aspettava di più.

 

TRONCHETTI PROVERA TRONCHETTI PROVERA MATTEO RENZI E CARLO DE BENEDETTI A LA REPUBBLICA DELLE IDEE A firenze MATTEO RENZI E CARLO DE BENEDETTI A LA REPUBBLICA DELLE IDEE A firenze

Di sicuro c’è che Renzie non è stato invitato né ai novant’anni di Eugenio Scalfari, lo scorso aprile, ne agli ottanta di De Benedetti, sabato scorso. Insomma, guardando anche alle sue difficoltà nel rapporto con il “Corriere”, si può dire che il premier non ha né i salotti romani né i salotti milanesi ad appoggiarlo. Ha solo un “giglio magico” toscano che gli procura parecchie critiche. E tra i grandi soci del Corriere, che di lui non si fidano, non a caso si fa strada l’idea di tenersi “l’anti-Renzi” De Bortoli. 

Ezio Mauro Ezio Mauro

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT - BUM! QUANDO LA PITONESSA STRIZZAVA I CERVELLI! - SU UN ANTICO NUMERO DEL RINOMATO MENSILE DI ARREDAMENTO "AD", SPICCA UN SERVIZIO NEL QUALE SI LEGGE: "DANIELA E PAOLO SANTANCHÈ […] LEI È UNA PSICHIATRA CHE LAVORA NELLA COMUNICAZIONE, LUI È UN CHIRURGO DELLE DIVE" - PARE CHE PER UN CERTO PERIODO, VANTANDO UN’INESISTENTE LAUREA IN PSICOLOGIA, DANIELONA ABBIA RICEVUTO, NELLO STESSO STUDIO MILANESE DELL’ALLORA ANCORA MARITO PAOLO SANTANCHE’, PAZIENTI CHE NON ACCETTAVANO IL PROPRIO ASPETTO - SAREBBE ANCHE L’UNICO PERIODO IN CUI LA PITONESSA AVREBBE USATO IL PROPRIO COGNOME CON TANTO DI TARGA SULLA PORTA, ''DOTTORESSA GARNERO, PSICOLOGA''...

DAGOREPORT – JOE BIDEN VUOLE CHE GIORGIA MELONI METTA ALL’ORDINE DEL GIORNO DEL G7 L’USO DEI BENI RUSSI CONGELATI. PER CONVINCERE LA DUCETTA HA SPEDITO A ROMA LA SUA FEDELISSIMA, GINA RAIMONDO, SEGRETARIO AL COMMERCIO – GLI AMERICANI PRETENDONO DALL’EUROPA UN'ASSUNZIONE DI RESPONSABILITÀ DOPO TUTTI I MILIARDI CHE WASHINGTON HA POMPATO A ZELENSKY. MA METTERE MANO AI BENI RUSSI È UN ENORME RISCHIO PER L’UNIONE EUROPEA: POTREBBE SPINGERE ALTRI PAESI (CINA E INDIA SU TUTTI) A RIPENSARE AI LORO INVESTIMENTI NEL VECCHIO CONTINENTE…