wall street recessione

"LA RECESSIONE E’ PEGGIO DEL PREVISTO, SARA’ DIFFICILE ANCHE AVERE UN PIL ALLO 0,5%" - GUIDO TABELLINI, EX RETTORE DELLA BOCCONI, RANDELLA LA MANOVRA DEL GOVERNO: “HA TAPPATO IL BUCO DEL 2019 CON UN INIZIO RALLENTATO DEI NUOVI PROVVEDIMENTI, MA HA APERTO UN PROBLEMA MOLTO SERIO SUL 2020-2021 - È UN DATO DI FATTO CHE SENZA GLI AUMENTI DELL'IVA E CON IL RALLENTAMENTO CHE VEDIAMO IL DISAVANZO DEL 2020 SARÀ SUPERIORE A TRE PUNTI DI PIL”

Paolo Baroni per “la Stampa”

 

GUIDO TABELLINI

L' Eurozona ha frenato più del previsto e di conseguenza anche il nostro export ne ha risentito. Il resto lo ha fatto l' incertezza politica, in pratica «siamo riusciti a farci del male da soli». Il risultato è che la nostra economia si è confermata in rallentamento ancor più del previsto, spiega l' ex rettore della Bocconi Guido Tabellini, che per primo a fine novembre dalle colonne de La Stampa aveva messo in guardia dal rischio-recessione.

 

Sono passati 50 giorni e tutti gli indicatori ci dicono che la situazione continua a peggiorare. «È quasi certo che anche nell' ultimo trimestre del 2018 il Pil sarà negativo - spiega l' economista - e quindi saremo ufficialmente in recessione ed è probabile che questo prosegua anche nel primo trimestre di quest' anno. Per questo nel 2019 la crescita sarà vicina alle previsioni che avevamo visto a fine novembre o forse anche più bassa».

conte tria moavero 1

 

Più bassa dello 0,5%?

«Mezzo punto rischia di essere una stima ottimistica. È abbastanza probabile che andremo sotto questa soglia».

 

Ma rispetto a fine novembre cosa è successo di nuovo?

«C'è stato un peggioramento più forte del previsto nell' Eurozona. La Francia coi suoi disordini ha certamente inciso, e poi c' è il rallentamento della Germania che sta andando peggio del previsto a causa della Cina e della caduta nella domanda e nella produzione di auto diesel. Il rallentamento delle importazioni cinesi colpisce soprattutto la Germania ma a catena anche l' Italia. E poi si è visto che gli investimenti italiani si sono fermati».

 

Per quale ragione?

«Per l' incertezza politica e le ripercussioni dell' aumento dello spread sul costo del credito».

 

luigi di maio giuseppe conte matteo salvini giovanni tria

Non è bastato rivedere la manovra con Bruxelles?

«La definizione della manovra con l' Europa ha tappato il buco del 2019 con un inizio rallentato dei nuovi provvedimenti, ma ha aperto un problema molto serio sul 2020-2021».

 

Se è così, l'incertezza è destinata a protrarsi a lungo...

«Di sicuro aumenta l'incertezza degli investitori: non lo vediamo ancora sullo spread, ma credo che lo vedremo tra la primavera e l'estate. Quello estivo, in particolare, sarà un passaggio molto delicato per l'Europa perché a fine maggio avremo le elezioni europee e la nuova Commissione si insedierà solo a fine ottobre. Avremo mesi di vuoto politico in Europa proprio nel momento clou in cui l'Italia potrebbe registrare particolare incertezza politica e dovrà definire la nuova manovra. Sarà il momento più difficile. E siccome i mercati tendono ad anticipare, può anche darsi che i problemi li avremo prima».

 

conte di maio salvini

La correzione delle stime di crescita e poi della manovra non sono bastate a dissipare i dubbi sull' Italia?

«No, perché hanno solo spostato in avanti i problemi, ad avere qualche mese in più di tempo. Per adesso i mercati hanno poca visibilità e sono in attesa di capire quale sarà l' evoluzione politica in Italia e in Europa, ma è un dato di fatto che senza gli aumenti dell' Iva e con il rallentamento che vediamo il disavanzo del 2020 sarà superiore a tre punti di Pil».

 

Per Confindustria il rischio recessione si può battere con le grandi opere. È così?

«Il rischio recessione si batte mettendo sotto controllo la spesa. Con l' ultima manovra il governo ha assunto nuovi impegni di spesa, per lo più corrente, che nel 2020 e '21 superano l'1% del Pil. Anche per effetto della recessione, di fatto nel 2020 rischiamo di azzerare il nostro avanzo primario.

 

VERTICE DEL GOVERNO SUL DEF

Questo significa che il debito pubblico tornerà sicuramente a crescere. Durante il governo Gentiloni l'avanzo primario tendenziale era attorno all' 1,5% annuo. In pratica abbiamo dissipato quel margine che avevamo ottenuto anche con le difficili manovre del governo Monti.

 

Per stabilizzare il debito pubblico a ottobre dovremo rifare una manovra di circa 1,5% di Pil, e per riportare il debito su un sentiero stabile di discesa circa il doppio. Fino a quando resterà questa incertezza politica, sul nostro debito pubblico e sugli scenari futuri, non penso che l' economia italiana possa riprendere a crescere in maniera sana e sostenibile».

 

Allora quota 100 e reddito di cittadinanza non andavano fatti?

«Sicuramente quota 100 no, è uno spreco di risorse. La lotta alla povertà è una priorità importante, ma è fatta in maniera davvero troppo affrettata e il costo a regime probabilmente è sottovalutato».

 

Ultimi Dagoreport

fabio pinelli soldi csm

DAGOREPORT – ALTRO CHE SPENDING REVIEW AL CSM TARGATO FABIO PINELLI – IL VICEPRESIDENTE DI NOMINA LEGHISTA SEMBRA MOLTO MENO ATTENTO DEL PREDECESSORE NELLA GESTIONE DELLE SUE SPESE DI RAPPRESENTANZA – SE NEL 2022, QUANDO ERA IN CARICA DAVID ERMINI, ERANO STATE SBORSATI APPENA 4.182 EURO SU UN BUDGET TOTALE DI 30 MILA, CON L’ARRIVO DI PINELLI NEL 2023 LE SPESE DI RAPPRESENTANZA PER TRASFERTE E CONVIVI SONO LIEVITATE A 19.972 EURO. E NEL 2024 IL PLAFOND DISPONIBILE È STATO INNALZATO A 50 MILA EURO. E PER LEGGE IL VICEPRESIDENTE DEL CSM NON DEVE DETTAGLIARE LE PROPRIE NOTE SPESE DI RAPPRESENTANZA...

giorgia meloni giampaolo rossi antonino monteleone laura tecce antonio preziosi monica giandotti pierluigi diaco

PRIMA O POI, AFFONDE-RAI! - MENTRE IN CDA SI TRASTULLANO SUGLI ASCOLTI DECLINANTI DI “TG2 POST”, SI CHIUDONO GLI OCCHI SULLO STATO ALLA DERIVA DI RAI2 E DI RAI3 - UN DISASTRO CHE NON VIENE DAL CIELO. LA TRASFORMAZIONE DELLA PRODUZIONE DEI PROGRAMMI DALLE TRE RETI A DIECI DIREZIONI IN BASE AL "GENERE" (INTRATTENIMENTO, INFORMAZIONE, FICTION, ECC.), AVVIATA DA FUORTES NEL 2021 MA IMPLEMENTATA DALL’AD GIAMPAOLO ROSSI (CON LA NOMINA DELLA DIREZIONE DEL "COORDINAMENTO GENERI" AFFIDATA A STEFANO COLETTA) , HA PORTATO ALLA PERDITA DI IDENTITÀ DI RAI2 E DI RAI3 MA ANCHE AL TRACOLLO DEGLI ASCOLTI (E EDLLE PUBBLICITÀ) - LO SCIAGURATO SPACCHETTAMENTO HA PORTATO A UNA CENTRALIZZAZIONE DECISIONALE NELLE MANI DI ROSSI E A UN DOVIZIOSO AUMENTO DI POLTRONE E DI VICE-POLTRONE, CHE HA FATTO LA GIOIA DEI NUOVI ARRIVATI AL POTERE DI PALAZZO CHIGI - PURTROPPO IL SERVILISMO DI UNA RAI SOTTO IL TALLONE DELL'ARMATA BRANCA-MELONI NON PAGA. LE TRASMISSIONI CHE DOPO UNA MANCIATA DI PUNTATE FINISCONO NEL CESTINO, ORMAI NON SI CONTANO PIÙ. TANTO CHE I DUE CANALI SONO STATI RIBATTEZZATI ‘’RAI2%’’ E ‘’RAI3%’’...

giovambattista giovanbattista fazzolari vitti

FLASH – ROMA VINCE SEMPRE: IL SOTTOSEGRETARIO FAZZOLARI, DA SEMPRE RISERVATISSIMO E RESTÌO A FREQUENTARE I SALOTTI, ORA VIENE PIZZICATO DA DAGOSPIA NEL “SALOTTO” DI PIAZZA SAN LORENZO IN LUCINA, SPAPARANZATO AI TAVOLI DI “VITTI”, DOVE POLITICI, GIORNALISTI E POTENTONI AMANO ATTOVAGLIARSI (DENIS VERDINI FACEVA LE RIUNIONI LI' E CLAUDIO LOTITO AMA GOZZOVIGLIARE DA QUELLE PARTI, SPILUCCANDO NEI PIATTI ALTRUI) – ANCHE “FAZZO” È ENTRATO NELLA ROMANELLA POLITICA DE “FAMOSE DU’ SPAGHI”: L’EX DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA DELLA REGIONE LAZIO CHIACCHIERA CON UN CANUTO SIGNORE DI CUI VORREMMO TANTO CONOSCERE L’IDENTITÀ. I DAGO-LETTORI POSSONO SBIZZARIRSI: HANNO QUALCHE SUGGERIMENTO PER NOI?

giampaolo rossi rai report sigfrido ranucci giovanbattista fazzolari francesco lollobrigida filini

DAGOREPORT – RAI DELLE MIE BRAME: CHIAMATO A RAPPORTO L'AD GIAMPAOLO ROSSI ALLA CAMERA DEI DEPUTATI DOVE SI E' TROVATO DAVANTI, COL DITO ACCUSATORIO, I PLENIPOTENZIARI RAI DEI TRE PARTITI DI MAGGIORANZA: GASPARRI (FI), MORELLI (LEGA) E FILINI (FDI) CHE, IN CORO, GLI HANNO COMANDATO DI TELE-RAFFORZARE LA LINEA DEL GOVERNO - IL PIÙ DURO È STATO IL SOTTOPANZA DI FAZZOLARI. FILINI SPRIZZAVA FIELE PER L’INCHIESTA DI “REPORT” SUI FINANZIAMENTI DI LOLLOBRIGIDA ALLA SAGRA DEL FUNGO PORCINO - ROSSI, DELLE LORO LAMENTELE, SE NE FOTTE: QUANDO VUOLE, IL FILOSOFO CHE SPIEGAVA TOLKIEN A GIORGIA NELLE GROTTE DI COLLE OPPIO, PRENDE IL TELEFONINO E PARLA DIRETTAMENTE CON LA PREMIER MELONI... - VIDEO

giorgia meloni daria perrotta giancarlo giorgetti

FLASH – GIORGIA MELONI HA DETTO A BRUTTO MUSO AL RAGIONERE GENERALE DELLO STATO, DARIA PERROTTA: “QUESTO È UN ESECUTIVO POLITICO E NON TECNICO”. IL CENTRODESTRA HA GIÀ SILURATO IL DG DEL TESORO, ALESSANDRO RIVERA, HA LIQUIDATO L’EX RAGIONIERE BIAGIO MAZZOTTA E HA ACCOMPAGNATO ALL’USCITA IL DIRETTORE DELLE PARTECIPATE, MARCELLO SALA. ORA SE LA PRENDE ANCHE CON LA FEDELISSIMA DI GIANCARLO GIORGETTI, CHE NON È CERTO UNA PERICOLOSA COMUNISTA, NÉ UNA OSTILE “MANDARINA” IN QUOTA “DEEP STATE”. A DESTRA COSA PRETENDONO DA MEF E RAGIONERIA? CHE SIANO USI A OBBEDIR TACENDO? DAVANTI AI TRISTI NUMERI, NON CI SONO IDEOLOGIE O OPINIONI…

donald trump volodymyr zelensky donald trump nobel pace

DAGOREPORT – DONALD TRUMP È OSSESSIONATO DAL NOBEL PER LA PACE: LE BOMBE DI NETANYAHU SU GAZA E I MISSILI DI PUTIN SULL’UCRAINA SONO GLI UNICI OSTACOLI CHE HA DI FRONTE – CON “BIBI” È STATO CHIARO: LA PAZIENZA STA FINENDO, LA TREGUA NON SI PUÒ ROMPERE E NON CI SONO PIANI B, COME HA RICORDATO AL PREMIER ISRAELIANO MARCO RUBIO (IN GRANDE ASCESA ALLA CASA BIANCA A DANNO DI VANCE) – DOMANI L’ACCORDO CON XI JINPING SU DAZI, TIKTOK, SOIA E NVIDIA (E STI CAZZI DI TAIWAN). IL PRESIDENTE CINESE SI CONVINCERÀ ANCHE A FARE PRESSIONE SUL SUO BURATTINO PUTIN? SE NON LO FARÀ LUI, CI PENSERÀ L’ECONOMIA RUSSA AL COLLASSO…