ospedale pieno

QUOTA 100 PRENDE QUOTA E LO STATO VA IN PICCHIATA - STATALI IN FUGA, RESTERANNO SCOPERTI FINO A CENTOMILA POSTI VISTO CHE LE ASSUNZIONI SONO FERME - ALLARME DEI MEDICI: FINO A 52MILA ANDRANNO IN PENSIONE NEI PROSSIMI 5 ANNI, CAOS PER PEDIATRIA E ANESTESIA

 

1. STATALI IN FUGA, SCOPERTI FINO A CENTOMILA POSTI ASSUNZIONI FERME AL PALO

Luca Cifoni per “il Messaggero

 

INPS QUOTA 100

Al momento dell' approvazione di Quota 100, il governo aveva stimato che entro fine 2019 circa 290 mila italiani avrebbero approfittato della possibilità di lasciare il lavoro in anticipo grazie al nuovo canale. Di queste uscite aggiuntive circa un terzo, 100 mila, si riferivano a dipendenti pubblici.

 

Una cifra che si aggiunge a quella dei pensionamenti che scattano comunque con le regole previdenziali già in vigore. Questo vuol dire che a fine anno ci potrebbero essere decine di migliaia di posti potenzialmente scoperti in vari settori della pubblica amministrazione, inclusi quelli che sono a diretto contatto con i cittadini. Nel corso di un' audizione sul decretone (il provvedimento che contiene le novità previdenziali e quelle relative al reddito di cittadinanza), Cgil, Cisl e Uil hanno parlato del rischio che sia compromessa «la garanzia di servizi essenziali».

 

Anche se in questa fase è difficile dare numeri precisi, l' allarme esiste ed è ben noto, non solo ai sindacati. Lo stesso governo nelle fasi preparatorie del provvedimento aveva inserito una norma specifica, il preavviso di sei mesi che i dipendenti pubblici devono dare (a differenza dei privati) se vogliono sfruttare il canale di Quota 100.

 

Un lasso di tempo che dovrebbe servire allo Stato proprio per organizzare la sostituzione di chi ha lasciato il servizio, ed evitare di trovarsi in situazione di scopertura. L' esecutivo inoltre ha confermato - sul piano finanziario - il ripristino del turn over pieno, ovvero della possibilità riconosciuta a partire dal 2019 di rimpiazzare il 100 per cento dei lavoratori in uscita (dopo che per anni la percentuale era stata tagliata per garantire risparmi al bilancio dello Stato).

 

giulia bongiorno claudio durigon matteo salvini massimo caravaglia conferenza stampa quota 100

Sulla carta, questo meccanismo dovrebbe garantire una gestione non traumatica della situazione; nella realtà però ci sono alcuni fattori importanti di cui tener conto. Il primo è il principio generale - inserito nella Costituzione - per cui nella pubblica amministrazione si entra per concorso; e i concorsi hanno bisogno di tempo per essere organizzati e portati a termine. Il secondo è l' inevitabile sfasamento temporale con cui si potrà procedere al rimpiazzo: il turn over totale di quest' anno si riferisce alle uscite del 2018, che naturalmente non comprendevano

 

Quota 100. Infine, tra le norme concordate lo scorso dicembre con l' Unione europea c' è anche il rinvio al 15 novembre di tutte le assunzioni previste per quest' anno nello Stato centrale, cosa che garantisce allo Stato un risparmio quantificato in circa 200 milioni.

 

I PRECARI

matteo salvini conferenza stampa quota 100

Così durante l' esame del decretone in Senato il governo ha provato a correre ai ripari, facendo approvare sotto forma di emendamenti una serie di deroghe e corsie preferenziali. La prima riguarda la scuola: viene stabilito che nel prossimo concorso utile siano valorizzati i periodi di servizio già svolti negli istituti scolastici, che varranno il 50 per cento del punteggio attribuito ai titoli. Un modo per favorire chi già insegna. Nel settore della giustizia sono accelerate le procedure di reclutamento - anche in questo caso con un occhio di riguardo per i precari - ed è inoltre prevista la possibilità di assumere 1.300 persone già al 15 luglio (in anticipo quindi rispetto alla scadenza di novembre).

 

Per Regioni ed enti locali la possibilità di sostituzione dei dipendenti in uscita diventa più concreta, perché le amministrazioni interessate avranno la facoltà di includere nei propri fabbisogni anche chi lascia il servizio quest' anno e non solo i pensionati del 2018.

 

E c' è anche una norma specifica sull' utilizzo delle graduatorie concorsuali per l' accesso al pubblico impiego: relativamente ai concorsi banditi a partire da quest' anno, le graduatorie potranno essere usate non solo per la copertura dei posti messi a concorso ma anche per quelli che si rendono disponibili perché i vincitori non si presentano o cessano successivamente il rapporto di lavoro.

medico

 

I CORRETTIVI

Sono meccanismi correttivi che potranno dare una mano, ma a detta degli stessi sindacati non saranno sufficienti a scongiurare una paralisi delle assunzioni.

La situazione si farà un po' più chiara verso l' estate: è fissata ad agosto la prima finestra di uscita per i dipendenti pubblici, quelli che avevano già maturato i requisiti al momento dell' entrata in vigore del decretone.

 

 

2. SANITÀ IN CODICE ROSSO: UN MEDICO SU DUE È PRONTO AD ANDARSENE

Nino Materi per "il Giornale"

 

Questa storia che «tra pochi anni rimarremo senza medici», ricorda l' allarme sul buco dell' ozono e il riscaldamento globale: un po' di verità c' è, ma da qui al catastrofismo ce ne passa. Ciclicamente lo spauracchio «dottori in fuga» viene sbandierata dai sindacati di categoria per tirare un po' di acqua al proprio mulino.

Ma ridurre il caso della progressiva riduzione dei camici bianchi a una mera questione di bottega non sarebbe giusto.

 

Le proiezioni parlano chiaro: «Tra il 2019 e il 2022 andranno in pensione tra i 6 e i 7mila dottori ospedalieri ogni anno, entro il 2025 usciranno dal Servizio sanitario nazionale 52.000 medici (vale a dire il 50% degli specialisti)».

 

medico fiscale

La sigla di categoria della dirigenza medica e sanitaria, Anaao Assomed, parla addirittura di «esodo»: «Ingressi insufficienti nel pubblico e disfunzioni nel settore privato provocheranno nel giro di sette anni una carenza di 16.500 specialisti», spiega lo studio condotto dal sindacato; prospettando un orizzonte nerissimo: «Una vera emergenza nazionale, a cui vanno posti correttivi rapidi per evitare il collasso del sistema stesso». Già, i «correttivi», ma finché al ministero della Sanità si alterneranno figure inadeguate e gran parte della classe medica rimarrà arroccata in difesa dei privilegi, c' è ben poco da sperare.

 

Ma cosa rende ora (rispetto al passato) l' sos dei medici più credibile? «La fuoriuscita legata al pensionamento di personale medico dalle strutture del Ssn - sottolinea Anaao Assomed - si prospetta in netto peggioramento nei prossimi anni per il superamento dello scalone previdenziale introdotto dalla riforma Fornero e rischia di subire un' ulteriore brusca accelerazione per la cosiddetta quota 100». I settori più colpiti? «Medicina d' emergenza (4.180 medici), pediatria (3.323), medicina interna (1.828) e anestesia (1.395)».

 

Idem per gli infermieri: con l' attuazione di quota 100, per il pensionamento 2019 si rischia di portare i buchi d' organico dagli attuali 53mila a oltre 90mila.

 

bambino pediatra

«A questo va aggiunto - spiega il sindacato - che si laureeranno circa 10 mila medici ogni anno, ma il numero di contratti di formazione post-laurea, che solo nel 2018 è arrivato a 7 mila, è da tempo insufficiente a coprire la richiesta di specialisti e di percorsi formativi rispetto al numero di laureati».

 

Il Contratto di governo include il «dossier specializzandi», ma il via libera alle nuove assunzioni che poteva essere incluso nel «Dl Semplificazioni» è saltato. Alla faccia della «semplificazione».

 

In mancanza di personale sono sempre di più i medici chiamati a gettone: si tratta o di neolaureati senza esperienza oppure medici di lungo corso richiamati in servizio anche se in pensione. Secondo i dati forniti dall' Enpam (l' ente della previdenza per i medici)sono almeno 35mila i precari retribuiti a chiamata: almeno 10mila di questi sono esterni alle strutture e pagati anche 90 euro all' ora, mentre gli altri sono già dipendenti degli ospedali e retribuiti (oltre lo stipendio) 60 euro all' ora per il «servizio extra».

 

«Servono risposte rapide - denuncia Il Sole 24 Ore -: Regioni come il Veneto denunciano solo per i medici un gap di 1.300 unità. L' assurdità dell'«imbuto formativo» è che i concorsi vanno deserti, tanto che si pensa anche a importare professionisti da altri Paesi europei. Una beffa, per una realtà come l' Italia, che per formare un medico spende 150-200mila euro».

È l' ennesimo paradosso del pianeta malasanità. Dove entrare in ospedale, e uscirne vivi, non sempre è un percorso garantito.

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