RENZI ATTACK! PRONTA LA SOLUZIONE FINALE PER BONIFICARE IL PD DALLA MINORANZA EX COMUNISTA: VIA LE POLTRONE AI BERSANIANI CAMPANA (QUELLA DELL’SMS A BUZZI) E DE MARIA, A RISCHIO LE CANDIDATURE DEGLI EX GOVERNATORI ROSSI E MESSA ONLINE DELLE SPESE DI BERSANI E EPIFANI

Francesco Bei per “La Repubblica

 

IL SALUTO TRA RENZI E BERSANI IL SALUTO TRA RENZI E BERSANI

Due partiti ormai convivono sotto lo stesso tetto democratico. E ogni pretesto è buono per darsele di santa ragione. Dopo “l’incidente” di mercoledì alla Camera, quando la minoranza dem ha votato con le opposizioni in commissione affari costituzionali, mandando a gambe all’aria il governo, ieri i toni sono saliti alle soglie della rottura. Persino un moderato come il sottosegretario Graziano Delrio, incrociando un cronista dell’ Agi, si è lasciato andare a uno sfogo pesante: «Se la minoranza del Pd vuole andare a votare lo dica. Gli incidenti parlamentari possono anche capitare, ma quello che è successo ieri non esiste. Basta segnali di vecchia politica».

VIGNETTA VINCINO DAL FOGLIO RENZI BERSANI ABUSI SUI MINORI VIGNETTA VINCINO DAL FOGLIO RENZI BERSANI ABUSI SUI MINORI

 

Un colpo al quale ha subito risposto per le rime Massimo D’Alema: «È stupefacente che una persona ragionevole come il sottosegretario Delrio non trovi di meglio che minacciare i parlamentari». E così via, Boccia contro Renzi, D’Attorre contro Delrio, Chiti contro Giachetti, in un crescendo di minacce e ripicche.

 

Quanti ai «segnali politici» che la minoranza ha inteso dare sulle riforme costituzionali, da Ankara il premier risponde sibillino: «Ne parliamo domenica all’assemblea del Pd. Per me comunque la legislatura finisce a febbraio 2018». Un rinvio a domenica per la resa dei conti interna, in quello che si preannuncia come un vero mini-congresso democratico. Un appuntamento che il segretario concepisce come una sorta di tribunale interno per isolare e colpire definitivamente l’opposizione interna.

 

Micaela Campana  Micaela Campana

L’umore che dalla Turchia corre sul filo delle telefonate fatte da Renzi ai suoi è nero. «Sono stufo di queste critiche sprezzanti dei vari Bindi e D’Alema», ripete in privato il capo del governo. «Rieccoli, la premiata ditta Bindi-D’Alema di nuovo in azione», chiosa Debora Serracchiani. La minaccia del segretario sa di arma finale. «Volevano mandare un segnale? Lo manderò anch’io. Per esempio mettendo online i bilanci del Pd durante le segreterie di Epifani e Bersani».

 

L’assemblea, il suo esito, sarà dunque «vincolante » per tutti. Renzi presenterà un documento («vergato di mio pugno») sulle riforme e, come accaduto in Direzione, lo metterà ai voti. A quel punto nessuno potrà far finta di non aver capito. I renziani sono anche più neri del capo. Il tam-tam tra i fedelissimi suona come una campana a morto per la segreteria unitaria, dove siedono Micaela Campana (bersaniana) e Andrea De Maria (cuperliano). «Le loro poltrone traballano», riferiscono dal giglio magico.

 

Le possibili ritorsioni, i «segnali» come li chiama il premier, non si contano. Al punto che, «per il bene del partito» s’intende, il segretario potrebbe sospendere le primarie in Toscana. E colpire così il governatore Enrico Rossi, facendo magari balenare l’ipotesi di un cambio di cavallo. «La verità - spiega Michele Anzaldi in un corridoio della Camera - è che con “loro” Renzi è stato fin troppo generoso. Hanno le presidenze di commissione, hanno posti in segreteria, fanno quello che vogliono, mentre il presidente del Consiglio ha solo due ministri “renziani”, la Boschi e Gentiloni».

GRAZIANO DELRIOGRAZIANO DELRIO

 

A bruciare più di tutto è quel voto che ha cancellato i senatori a vita. Non tanto per il merito, ovviamente, quanto per il colpo inferto all’immagine del premier. «Il governo ha fatto una forzatura - ricostruisce Alfredo D’Attorre - non c’era nessun accordo e la Boschi è voluta andare al voto comunque. Renzi è irritato? Noi più che lavorare di notte nei weekend che possiamo fare?».

 

Roberta Agostini, un’altra della minoranza, insiste che «non è interesse di nessuno sabotare le riforme, ma quello che si può migliorare va migliorato». Una lettura minimale che non è condivisa da chi regge oggi le sorti del Pd. A partire dal presidente Orfini: «Hanno mandato sotto il governo. A che gioco giochiamo?». Tanto che si riparla di una sostituzione dei “ribelli” in prima commissione, un atto che sarebbe una vera dichiarazione di guerra.

Vannini Chiti Vannini Chiti

 

Se a Montecitorio si gioca duramente, a palazzo Madama le cose non vanno meglio. Il cammino dell’Italicum infatti è a rischio, sommerso com’è da una valanga di 12 mila emendamenti e migliaia di sub-emendamenti, in gran parte escogitati da Roberto Calderoli. Oltre millecinquecento arrivano anche dai frondisti e fittiani di Forza Italia e Gal. «L'intento è ostruzionistico », ammette Augusto Minzolini.

 

Anche la minoranza dem non resta con le mani in mano con una ventina di emendamenti. Miguel Gotor, in particolare, insiste affinché i capilista non siano bloccati «perché deve essere restituito ai cittadini il diritto di scegliere i parlamentari soprattutto in vista del fatto che avremo solo una Camera politica».

 

ALFREDO D'ATTORREALFREDO D'ATTORRE

Insomma, l’obiettivo di Renzi di spedire in aula il testo prima di Natale a questo punto sembra sfumato, a meno che gli emendamenti non vengano ritirati. Calderoli è disposto a farlo solo in cambio di «una legge elettorale equilibrata». Nico Stumpo, bersaniano, di fronte al campo di battaglia in cui si è trasformato il Pd, riscopre un antico proverbio di Sezze: «Quando due ciechi si prendono a sassate si fanno male tutti». Un invito ad abbassare i toni, altrimenti a rimetterci sarà tutto il partito.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni vacanza vacanze

DAGOREPORT - ALLEGRIA! DOPO TRE ANNI DI MELONI, GLI ITALIANI SONO SENZA SOLDI PER ANDARE IN VACANZA! - L'OMBRELLONE DELL’ESTATE 2025 SI È CAPOVOLTO E DEI VOLTEGGI INTERNAZIONALI DELLA “GIORGIA DEI DUE MONDI”, LA “GGENTE” SI INTERESSA QUANTO UN GATTO ALLA MATEMATICA: NIENTE. SI INCAZZA ED INIZIA A PENSARE AL PROSSIMO PARTITO DA VOTARE SOLO QUANDO APRE IL PORTAFOGLIO E LO TROVA VUOTO: DOVE E' FINITO IL “DIRITTO” AL RISTORANTE “ON THE BEACH” E ALL’ALBERGO “ON THE ROCKS”? - A DARE NOTIZIA CHE LE TASCHE DEGLI ITALIANI VERDEGGIANO È “IL TEMPO”, UNO DEI PORTABANDIERA DI CARTA DEL GOVERNO MELONI: ‘’CAUSA CRISI, PREZZI ALLE STELLE, NEANCHE UN ITALIANO SU DUE ANDRÀ IN VACANZA E DI QUESTI, OLTRE IL 50%, OPTERÀ PER UN SOGGIORNO RIDOTTO DI 3-5 GIORNI, CERCANDO MAGARI OSPITALITÀ PRESSO AMICI E PARENTI...” - MA PER L'ARMATA BRANCA-MELONI, IL PEGGIO DEVE ARRIVARE. UN PRIMO SEGNALE È STATO IL PING-PONG SULL’AUMENTO, RIENTRATO, DEI PEDAGGI, MENTRE INTANTO STANNO BUSSANDO ALLA PORTA I DAZI TRUMPIANI. NEL 2026 INFINE FINIRA' LA PACCHIA MILIARDARIA DEL PNRR - UN PRIMO E IMPORTANTISSIMO TEST PER RENDERSI CONTO DELL’UMORE NERO DEGLI ITALIANI SARÀ LA CHIAMATA ALLE URNE PER LE REGIONALI D’AUTUNNO. SE LA MELONI SI BECCA UNA SBERLA SU 4 REGIONI SU 5, TUTTI I CAZZI VERRANNO AL PETTINE...

giorgia meloni merz zelensky starmer ursula von der leyen macron

FLASH – ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE DELL’UCRAINA, PREVISTA A ROMA L’11 LUGLIO, IL PRIMO MINISTRO BRITANNICO, KEIR STARMER, E IL PRESIDENTE FRANCESE, EMMANUEL MACRON, NON CI SARANNO. I DUE HANNO FATTO IN MODO DI FAR COINCIDERE UNA RIUNIONE DEI "VOLENTEROSI" PRO-KIEV LO STESSO GIORNO – ALL’EVENTO PARTECIPERANNO INVECE IL CANCELLIERE TEDESCO, FRIEDRICH MERZ, E URSULA VON DER LEYEN. A CONFERMA DEL RIPOSIZIONAMENTO CENTRISTA DI GIORGIA MELONI CON GRADUALE AVVICINAMENTO DI GIORGIA MELONI AL PPE...

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

trump zelensky meloni putin

DAGOREPORT - DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI, OLTRE LA CRIMEA, A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?