RENZI RAI-INCARTATO – IL POVERINO CERCA UN NUOVO GARIMBERTI, CHE FU ELETTO ALL’UNANIMITÀ, E LO CERCA DONNA – I DUBBI DEL PREMIER SU ANTONELLA MANSI, TROPPO VICINA AL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA SQUINZI - IL NO DELLA PALOMBELLI

Il toto-presidente comprende ancora diversi maschi. Le quotazioni di Franco Bernabè sono date in ribasso mentre sembra sempre forte la candidatura di Marcello Sorgi. E spuntano nomi nuovi, come quello di Stefano Folli e di Enzo Iacopino, presidente dell’ordine dei giornalisti…

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Lorenzo Salvia per il “Corriere della Sera

 

matteo renzi al g7 matteo renzi al g7

I numeri del voto di ieri per i consiglieri d’amministrazione confermano che per trovare il nuovo numero uno della Rai l’accordo sarà tra Pd e Forza Italia, con l’inevitabile sostegno della galassia centrista. Per seguire il filo di quest’ultima puntata del toto presidente, dunque, conviene partire proprio da lì, da Silvio Berlusconi. L’ex Cavaliere ha messo sul tavolo una lista con tre nomi: Barbara Palombelli, Piero Ostellino e Antonio Catricalà.

 

A metà pomeriggio Palombelli — adesso in Mediaset dopo una lunga carriera giornalistica, moglie di Francesco Rutelli — sembrava il nome possibile per la grande convergenza. Ma ha declinato, allungando così quella lista del gran rifiuto, con nomi anche eccellenti, che fino a qualche anno fa sarebbe stata impensabile per una carica di questo peso. 

antonio catricala antonio catricala


Ostellino è stato direttore del Corriere della Sera a metà degli anni 80, da pochi mesi scrive per il Giornale . Catricalà è stato ministro nel governo Monti e anche presidente dell’Antitrust, l’Autorità garante per la concorrenza. Ma sono due nomi che non sembrano convincere il Pd, tanto meno il presidente del Consiglio. E poi, nella complicata formula matematico-politica che deve portare al nome del presidente, da ieri è tornata una variabile che negli ultimi giorni era stata archiviata. Matteo Renzi vuole un presidente donna.

 

Per bilanciare non solo il direttore generale Antonio Campo Dall’Orto che, salvo clamorose sorprese, sembra destinato a un percorso senza scossoni e comunque senza voto in commissione di Vigilanza. Ma soprattutto per riequilibrare un consiglio d’amministrazione che, con una sola donna su sette componenti eletti, di rosa ha davvero molto poco. Da giorni circola il nome di Antonella Mansi, ex presidente della Fondazione Monte Paschi di Siena, e vice presidente di Confindustria. Silvio Berlusconi avrebbe dato il suo ok, superando anche le resistenze del suo partito, con Maurizio Gasparri che ieri l’ha bollata così: «Mi sembra faccia il banchiere e che abbia lavorato al Monte dei Paschi...».

Campo dallOrto Campo dallOrto

 

Ma, dopo aver seriamente considerato l’ipotesi, Renzi avrebbe fatto marcia indietro. Forse perché la Mansi è molto vicina a Giorgio Squinzi, il presidente di Confindustria, con il quale i rapporti non sono mai stati facili. Resta il problema di trovare un candidato donna, dunque. Ma anche la necessità di trovare un nome che trovi un appoggio politico largo. O, meglio, che non abbia troppi nemici. 


Per questo i contatti sono in corso anche con gli altri gruppi che siedono in commissione di Vigilanza, dove il nuovo presidente dovrà contare su 27 voti. Ufficialmente il Movimento 5 Stelle spara a zero su una possibile intesa, con il presidente della commissione Roberto Fico che dà a Renzi «dell’emerito buffone» sui nomi scelti ieri per il cda. Ma dal Partito democratico hanno sondato pure loro, per vedere che effetto fanno altri nomi, che potrebbero trovare l’appoggio anche del centrodestra.

MATTEO RENZI E ANTONELLA MANSI MATTEO RENZI E ANTONELLA MANSI

 

Sono in ribasso le quotazioni di Franco Bernabè, l’ex amministratore delegato di Telecom. Mentre resta in piedi e anzi si rafforza la candidatura di Marcello Sorgi, ex direttore della Stampa e del Tg1 . Sono spuntati anche due nomi nuovi, come quello di Stefano Folli, notista politico della Repubblica ed ex direttore del Corriere della Sera , e anche di Enzo Iacopino, attuale presidente dell’Ordine nazionale dei giornalisti.

 

Nomi meno schierati, che potrebbero venire incontro alla richiesta arrivata dal centrodestra di trovare un «Garimberti moderato», ricordando il caso di Paolo Garimberti, eletto presidente nel 2009 all’unanimità durante l’ultimo governo Berlusconi. E che potrebbero trovare, se non il voto favorevole, almeno non le barricate da parte del Movimento 5 Stelle. 

enzo bettiza marcello sorgi enzo bettiza marcello sorgi


Nella stessa categoria rientra un altro nome, quello di Paolo Ruffini, ex direttore di Raitre, adesso alla guida di Tv2000, la televisione della Cei, la Conferenza episcopale italiana. Ieri mattina ha rifiutato la candidatura come semplice consigliere. Ma non è escluso che si possa tornare alla carica per la poltrona di presidente.

 

Tutti questi nomi, però, non risolverebbero il problema del riequilibrio di genere all’interno della Rai. Renzi ha sempre rivendicato di aver seguito, nelle nomine delle aziende a controllo pubblico, la regola della parità fra uomo e donna. Dopo il consiglio d’amministrazione (quasi) tutto maschile eletto ieri questa sembra la priorità. Serve un Garimberti moderato. Ma soprattutto un Garimberti donna. 
@lorenzosalvia

PAOLO GARIMBERTI e PAOLO GARIMBERTI e

 

 

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