RONALD REAGAN, UN PRESIDENTE “INFILTRATO” - DA CAPO DEL SINDACATO ATTORI DENUNCIO’ 54 ATTORI “POSSIBILI SOVVERSIVI” - IL RAPPORTO CON L’FBI DI HOOVER MOLTO PIU’ STRETTO DI QUANTO SI PENSASSE - NEL 1965 HOOVER BLOCCÒ I FEDERALI CHE VOLEVANO INTERROGARE REAGAN SUGLI STRETTI RAPPORTI DEL FIGLIO MICHAEL CON IL FIGLIO DEL BOSS MAFIOSO JOSEPH “JOE BANANAS” BONANNO - QUELLA VICENDA AVREBBE POTUTO STRONCARE LA SUA CARRIERA…

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Maurizio Molinari per La Stampa

La guerra segreta dell'Fbi al movimento studentesco di Berkeley negli anni Sessanta si intreccia con i legami fra l'allora governatore della California Ronald Reagan e gli agenti federali nelle pagine di «Subversives», il libro del reporter investigativo del «San Francisco Examiner» Seth Rosenfeld.

Lavorando su oltre 300 mila documenti declassificati dall'Fbi in risposta a cinque sue richieste formulate attraverso il «Freedom of Information Act», Rosenfeld ricostruisce cosa avvenne nell'Università californiana di Berkeley a partire dal 1964, quando iniziò il movimento di protesta contro la proibizione di svolgere attività politiche da parte degli studenti.

RONALD REAGAN E PIPER LAURIERONALD REAGAN E PIPER LAURIE

Il capo dell'Fbi, Edgard Hoover, temeva che dietro la battaglia per la «libertà di espressione» vi fosse un «complotto comunista» per infiltrarsi nei campus universitari e diffondere la ribellione in America. Ordinò agli agenti federalI di verificare e quando tornarono da lui assicurandogli che non v'era traccia di «complotto comunista» Hoover non solo chiese di continuare le indagini ma affidò ad alcune squadre fidate il compito di adoperare «sporchi trucchi per indebolire il dissenso nei campus».

Fu così che iniziò un'offensiva di false idee e dichiarazioni attribuite agli studenti - a cominciare dal loro leader Mario Savio - attraverso reporter fittizi come anche grazie a bugie credibili sussurrate a veri giornalisti dei più importanti quotidiani. Fu una vera e propria «sporca guerra» che Hoover condusse con il sostegno del neoeletto governatore della California, Ronald Reagan, con cui aveva in comune l'ostilità per il rettore di Berkeley, Clark Kerr, che fu obbligato alle dimissioni dopo essere stato bersagliato proprio da tali «falsi scoop».

J EDGAR HOOVERJ EDGAR HOOVER

Si trattò, afferma l'autore, di «un'operazione in grande stile intentata dall'Fbi durante la Guerra Fredda per modificare il corso della Storia interferendo segretamente con il corso degli eventi, manipolando l'opinione pubblica e assumendo posizioni politiche di parte» soprattutto a favore di Reagan, per via del fatto che era una vecchia conoscenza dell'Fbi avendo lavorato come informatore nei suoi ranghi dagli anni Quaranta.

reganregan

«Sin da quando mise piede a Hollywood Ronald Reagan sviluppò un particolare legame con l'Fbi, ne divenne un informatore facendo avere informazioni sugli attori che sosteneva fossero dei sovversivi e in seguito - ricostruisce Rosenfeld - quando diventò presidente della "Screen Actor Guild" denunciò 54 attori come possibili sovversivi» con una meticolosità che «lo fa apparire da questi documenti come assai più attivo e volenteroso di quanto finora si pensava nel collaborare con l'Fbi».

Furono tali precedenti a creare il retroterra che portò Hoover a identificare in Reagan un alleato nella battaglia contro Kerr, considerato a Berkeley troppo debole davanti alla sfida portata dagli studenti, così come a «fargli alcuni favori personali». Il riferimento è in particolare ad un episodio avvenuto nel 1965 quando Hoover bloccò l'Fbi che voleva interrogare Reagan sugli stretti rapporti del figlio Michael con il figlio del boss mafioso Joseph «Joe Bananas» Bonanno.

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Anziché convocarlo, con il danno politico che ciò avrebbe causato nel bel mezzo della campagna per l'elezione a governatore, l'Fbi decise di «informare confidenzialmente» Reagan sulle «pericolose amicizie» del figlio con il risultato di «aumentare la graditudine» nei confronti di Hoover.

Un alto funzionario dell'Fbi, in uno dei documenti declassificati, osserva che «Reagan si rese conto che i comportamenti del figlio avrebbero potuto pregiudicare ogni tipo di sua futura carriera politica» arrivando così a ringraziare Hoover per avergli consentito di superare l'ostacolo e continuare una strada che nel 1980 lo avrebbe portato ad arrivare alla Casa Bianca.

 

 

 

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