beppe grillo salvini

SALVINI E GRILLO PREPARANO L’ALLEANZA PER FREGARE RENZI AI BALLOTTAGGI - SE LA LEGA HA GIA’ DICHIARATO DI APPOGGIARE VIRGINIA RAGGI A ROMA E CHIARA APPENDINO A TORINO, IL M5S SOSTERRÀ STEFANO PARISI A MILANO E LUCIA BORGONZONI A BOLOGNA - LA COLLABORAZIONE DEI DUE GRUPPI E' NEI FATTI

1 - ECCO IL PATTO LEGA-M5S PER I BALLOTTAGGI "ORA COLPIAMO RENZI"

Annalisa Cuzzocrea per “la Repubblica”

 

SALVINI RENZISALVINI RENZI

È la storia di un lungo corteggiamento, quella tra Lega e Movimento 5 Stelle. Una storia fatta di appelli non raccolti (Matteo Salvini chiede da tempo un incontro a Beppe Grillo) ma nemmeno smentiti. Di piccole intese a livello locale, di un lavoro di opposizione comune in Parlamento e di una sintonia che identifica, sopra ogni cosa, lo stesso nemico: il Pd di Matteo Renzi.

 

«Sulle riforme costituzionali abbiamo lavorato benissimo con la Lega e con Roberto Calderoli», racconta un senatore 5 stelle. In regione Veneto, il capogruppo Jacopo Berti ha appoggiato più volte le risoluzioni del Carroccio, a partire da quelle per l' abrogazione della legge a tutela di rom e sinti. Proprio sui rom, la candidata M5S Virginia Raggi ha parlato con durezza: «I campi vanno superati, serve un censimento economico e sociale di chi ci abita».

 

DI MAIO RENZI GRILLO SALVINI DI MAIO RENZI GRILLO SALVINI

A Bologna, dove il candidato del Movimento Massimo Bugani era stretto tra il pd Virginio Merola e la leghista Lucia Borgonzoni, Luigi Di Maio è andato a dire: «Il fenomeno migratorio è una cosa enorme, per questo noi vogliamo il reddito di cittadinanza per gli italiani. Dobbiamo prima pensare a mettere in sicurezza il nostro Paese».

 

Poi c'è la Lombardia, dove il governatore leghista Roberto Maroni è riuscito a far passare la risoluzione per indire un referendum sull'autonomia grazie ai voti dei 5 stelle (appoggiando la loro proposta) e dove i due gruppi votano spesso insieme. E c'è la dichiarazione ufficiale del candidato uscito sconfitto a Milano, Gianluca Corrado: «Credo che alcuni dei nostri voteranno Stefano Parisi, vedo la tentazione di punire Renzi».

virginia raggi beppe grillo a porta a portavirginia raggi beppe grillo a porta a porta

 

Nel Movimento, il tam tam in favore dello sfidante di Giuseppe Sala è partito da giorni. Mentre a Cattolica, in Romagna, sono i leghisti a voler appoggiare il candidato grillino contro lo sfidante pd. Matteo Salvini ha fatto il suo endorsement ufficiale per Virginia Raggi e Chiara Appendino. E anche se Roberto Fico dice da tempo: «Non faremo accordi con la Lega», il suo collega Luigi Di Maio non ha mai usato toni tanto netti: «Chi ci vuole votare ci potrà votare». Sul treno che lo riportava a Roma dai funerali di Gianroberto Casaleggio, Alessandro Di Battista raccontava: «Mi sono sentito dare un pugno sulla spalla e sai chi era? Umberto Bossi. Certo che è proprio un vecchio leone» .

 

GRILLO CASALEGGIOGRILLO CASALEGGIO

2 - ANTIPOLITICI E CONTRO IL GOVERNO NASCE IL CARROCCIO A 5 STELLE

Ilvo Diamanti per “la Repubblica”

 

In vista dei ballottaggi che si svolgeranno nelle principali città, si delinea una convergenza fra i principali soggetti politici anti-renziani. Questa, almeno, sembra la principale logica che ispira le scelte della Lega e del M5S. Remare contro i candidati del PdR. Votare per l' avversario del Capo e del partito di governo, chiunque esso sia. Di qualunque partito. In questo modo, ha osservato Ezio Mauro, nei giorni scorsi, M5S e Lega, gli antagonisti più determinati di Renzi, si apprestano a celebrare le "nozze del caos".

APPENDINOAPPENDINO

 

Che stabiliscono un rapporto stretto fra gli opposti populismi. A Roma e a Torino, in particolare, l' indicazione di Salvini a sostegno di Virginia Raggi e Chiara Appendino è netta. Ed esplicita. Così come a Milano Lega e M5S si sono espressi, entrambi, per Parisi e, soprattutto, contro Sala. Il candidato di Renzi.

 

Cioè: il comune nemico. Il "tripolarismo imperfetto", di cui avevo parlato nei giorni scorsi, commentando i risultati del primo turno, in questa occasione, si ricompone e si bipolarizza. Spinto, in questa direzione, dalle regole del gioco elettorale. Ma anche dai reali orientamenti degli elettorati. Infatti, se guardiamo le indagini condotte da Demos (ma non solo) negli scorsi mesi, le affinità elettive fra gli elettori di questi partiti, peraltro molto diversi, appaiono evidenti. Palesi. In particolare, quasi 3 elettori della Lega su 10 si dicono (molto o abbastanza) vicini al M5S.

BORGONZONIBORGONZONI

 

Un legame, dunque, più stretto che con ogni altro partito. In particolare, rispetto al Pd (16%). Si tratta, peraltro, di una relazione reciproca, visto che fra gli elettori del M5S viene espressa una preferenza particolarmente intensa per la Lega, oltre che per i FdI. Vale la pena di osservare che questa attrazione Lega-stellata era già emersa in passato. In occasione delle elezioni politiche del 2013. Allora, nei comuni a forte radicamento leghista, si erano verificati rilevanti flussi elettorali a favore del M5S. "Restituiti", in gran parte, l' anno seguente, in occasione delle elezioni europee.

 

SELFIE CON VIRGINIA RAGGISELFIE CON VIRGINIA RAGGI

Cosa spinge gli elettori dei due partiti gli uni verso gli altri, appassionatamente? Anzitutto, la comune insofferenza verso le istituzioni dello Stato e verso i partiti. In quanto tali. Si tratta, cioè, di attori politici dell' antipolitica. Poi, i comuni bersagli polemici. Per prima, l' immigrazione. Quindi, l' Unione Europea. In altri termini, le due facce della globalizzazione. La perdita di sovranità politica ed economica a favore di entità sovranazionali, perlopiù controllate da burocrati.

 

E condizionate dagli interessi dei mercati e dell' economia globale. In secondo luogo, le migrazioni che provengono dal Sud del mondo. E aumentano il nostro senso di vulnerabilità. E di spaesamento. Lega e M5S, per quanto abbiano una sociologia e una geografia diverse, condividono questi sentimenti. E ciò spiega le tendenze al reciproco soccorso, in occasione dei prossimi ballottaggi.

 

SALVINI-1SALVINI-1

Dalle indagini condotte nelle scorse settimane da Demos, in particolare, a Roma oltre metà degli elettori di Giorgia Meloni, sostenuta dalla Lega di Salvini, sembra orientata a favore di Virginia Raggi. Mentre un altro terzo potrebbe astenersi. Pressoché identici i movimenti possibili - e probabili - a Torino. Dove, nel ballottaggio, oltre metà della base elettorale del "leghista" Morano sembra intenzionata a votare per la candidata dei 5 Stelle. Un terzo ad astenersi.

 

GRILLO SCONFITTO DALLA PESTE ROSSA RENZI GRILLO SCONFITTO DALLA PESTE ROSSA RENZI

A Bologna, dove, a sfidare il sindaco in carica, Merola, del PD, sarà la leghista Lucia Borgonzoni, invece, queste tendenze appaiono meno marcate, ma, comunque, coerenti. Circa il 40% degli elettori di Bugani, del M5S, propendono, infatti, per la candidata della Lega. Gli altri si dividono, in egual misura, fra Merola e l' astensione.

 

Così, nelle città al voto, sta prendendo forma un' opposizione lega-stellata, che, in alcune zone, si allarga ad altri soggetti politici, di destra più estrema. Questa sorta di "terra di mezzo" canalizza e coagula sentimenti inquieti e risentimenti anti-istituzionali. Antieuropei, antigovernativi. Che riflettono e amplificano l' insicurezza. Si tratta di alleanze e intese ispirate e dettate dagli specifici contesti e confronti in cui avvengono.

 

Elezioni amministrative, che presentano confini locali e territoriali definiti. Eppure è difficile non immaginare - e prevedere - che si tratti di esperienze e di esperimenti che potrebbero riprodursi e proiettarsi altrove. Su scala più ampia. Soprattutto, in ambito nazionale. Dove l' opposizione populista lega-stellata minaccia di divenire la principale opposizione a Renzi e al suo PdR.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni nicola fratoianni giuseppe conte elly schlein matteo ricci

DAGOREPORT – BUONE NOTIZIE! IL PRIMO SONDAGGIO SULLO STATO DI SALUTE DEI PARTITI, EFFETTUATO DOPO LA SETTIMANA DI FERRAGOSTO, REGISTRA UN CALO DI 6 PUNTI PER FRATELLI D'ITALIA RISPETTO ALLE EUROPEE 2024 (IL PARTITO DELLA MELONI, DAL 29% PASSEREBBE AL 23) - A PESARE È LA SITUAZIONE ECONOMICA DEL PAESE, DALLA PRODUTTIVITÀ CALANTE DELLE IMPRESE A UN POTERE D’ACQUISTO AZZERATO DAI SALARI DA FAME - IL TEST DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, CHE CHIAMA ALLE URNE 17 MILIONI DI CITTADINI,   POTREBBE DIVENTARE UN SEGNALE D'ALLARME, SE NON LA PRIMA SCONFITTA DELL’ARMATA BRANCAMELONI - A PARTIRE DALLE PERDITA DELLE MARCHE: IL GOVERNATORE RICANDIDATO DI FDI, FRANCESCO ACQUAROLI, È SOTTO DI DUE PUNTI RISPETTO AL CANDIDATO DEL CAMPOLARGO, IL PIDDINO MATTEO RICCI - LA POSSIBILITÀ DI UN 4-1 PER IL CENTROSINISTRA ALLE REGIONALI, MESSO INSIEME ALLA PERDITA DI CONSENSI ALL'INTERNO DELL'ELETTORATO DI FDI, MANDEREBBE IN ORBITA GLI OTOLITI DELLA DUCETTA. NEL CONTEMPO, DAREBBE UN GROSSO SUSSULTO AI PARTITI DI OPPOSIZIONE, SPINGENDOLI AD ALLEARSI PER LE POLITICHE 2027. E MAGARI FRA DUE ANNI LA "GIORGIA DEI DUE MONDI" SARÀ RICORDATA SOLO COME UN INCUBO...

meloni giorgetti fazzolari caltagirone nagel donnet orcel castagna

DAGOREPORT - GENERALI, MEDIOBANCA, MPS, BPM: NESSUN GOVERNO HA MAI AVUTO UN POTERE SIMILE SUL SISTEMA FINANZIARIO ITALIANO - MA LA VITTORIA DI OGGI DEI CALTA-MELONI PUÒ DIVENTARE LA SCONFITTA DI DOMANI: “SENZA UN AZIONARIATO DI CONTROLLO STABILE IN GENERALI, NON BASTERÀ LA SBILENCA CONQUISTA DI MEDIOBANCA PER METTERE AL SICURO LA GESTIONE DEL RICCO RISPARMIO ITALIANO (800 MLD) CHE TUTTI VORREBBERO RAZZIARE” - L’ULTIMA, DISPERATA, SPERANZA DI NAGEL GIACE TRA I FALDONI DELLA PROCURA DI MILANO PER L'INCHIESTA SULLA TORBIDA VENDITA DEL 15% DI MPS DA PARTE DEL MEF A CALTA-MILLERI-BPM – UNA SGRADITA SORPRESA POTREBBE ARRIVARE DAGLI 8 EREDI DEL VECCHIO - PIAZZA AFFARI? SI È FATTA GLI AFFARI SUOI: METTERSI CONTRO PALAZZO CHIGI PUÒ NUOCERE ALLA SALUTE DI UNICREDIT, BENETTON, MEDIOLANUM, FERRERO, LUCCHINI, UNIPOL, ENTI PREVIDENZIALI, ETC. – L’ERRORE DI NAGEL E GLI ''ORRORI'' DI DONNET: DA NATIXIS AL NO ALLO SCAMBIO DELLA QUOTA MEDIOBANCA CON BANCA GENERALI…

donald trump vladimir putin giorgia meloni

DAGOREPORT - IL VERTICE DELLA CASA BIANCA È STATO IL PIÙ  SURREALE E “MALATO” DELLA STORIA POLITICA INTERNAZIONALE, CON I LEADER EUROPEI E ZELENSKY IN GINOCCHIO DA TRUMP PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L’UCRAINA – LA REGIA TRUMPIANA: MELONI ALLA SINISTRA DEL "PADRINO", NEL RUOLO DI “PON-PON GIRL”, E MACRON, NEMICO NUMERO UNO, A DESTRA. MERZ, STARMER E URSULA, SBATTUTI AI MARGINI – IL COLMO?QUANDO TRUMP È SCOMPARSO PER 40-MINUTI-40 PER “AGGIORNARE” PUTIN ED È TORNATO RIMANGIANDOSI IL CESSATE IL FUOCO (MEJO LA TRATTATIVA PER LA PACE, COSÌ I RUSSI CONTINUANO A BOMBARDARE E AVANZARE) – QUANDO MERZ HA PROVATO A INSISTERE SULLA TREGUA, CI HA PENSATO LA TRUMPISTA DELLA GARBATELLA A “COMMENTARE” CON OCCHI SPACCANTI E ROTEANTI: MA COME SI PERMETTE ST'IMBECILLE DI CONTRADDIRE "THE GREAT DONALD"? - CILIEGINA SULLA TORTA MARCIA DELLA CASA BIANCA: È STATA PROPRIO LA TRUMPETTA, CHE SE NE FOTTE DELLE REGOLE DEMOCRATICHE, A SUGGERIRE ALL'IDIOTA IN CHIEF DI EVITARE LE DOMANDE DEI GIORNALISTI... - VIDEO

francesco milleri gaetano caltagrino christine lagarde alberto nagel mediobanca

TRA FRANCO E FRANCO(FORTE), C'E' DI MEZZO MPS - SECONDO "LA STAMPA", SULLE AMBIZIONI DI CALTAGIRONE E MILLERI DI CONTROLLARE BANCHE E ASSICURAZIONI PESA L’INCOGNITA DELLA BANCA CENTRALE EUROPEA - CERTO, PUR AVENDO IL 30% DI MEDIOBANCA, I DUE IMPRENDITORI NON POSSONO DECIDERE LA GOVERNANCE PERCHÉ NON HANNO REQUISITI DETTATI DALLA BCE (UNO FA OCCHIALI, L'ALTRO CEMENTO) - "LA STAMPA"  DIMENTICA, AHINOI!, LA PRESENZA DELLA BANCA SENESE, CHE I REQUISITI BCE LI HA TUTTI (E IL CEO DI MPS, LOVAGLIO, E' NELLE MANI DELLA COMPAGNIA CALTA-MELONI) - COSA SUCCEDERÀ IN CASO DI CONQUISTA DI MEDIOBANCA E DI GENERALI? LOR SIGNORI INDICHERANNO A LOVAGLIO DI NOMINARE SUBITO IL SOSTITUTO DI NAGEL (FABRIZIO PALERMO?), MENTRE TERRANNO DONNET FINO ALL'ASSEMBLEA DI GENERALI...

donald trump grandi della terra differenza mandati

FLASH! - FA MALE AMMETTERLO, MA HA VINTO DONALD TRUMP: NEL 2018, AL G7 IN CANADA, IL TYCOON FU FOTOGRAFATO SEDUTO, COME UNO SCOLARO CIUCCIO, MENTRE VENIVA REDARGUITO DALLA MAESTRINA ANGELA MERKEL E DAGLI ALTRI LEADER DEL G7. IERI, A WASHINGTON, ERA LUI A DOMINARE LA SCENA, SEDUTO COME DON VITO CORLEONE ALLA CASA BIANCA. I CAPI DI STATO E DI GOVERNO EUROPEI, ACCORSI A BACIARGLI LA PANTOFOLA PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L'UCRAINA, NON HANNO MAI OSATO CONTRADDIRLO, E GLI HANNO LECCATO VERGOGNOSAMENTE IL CULO, RIEMPIENDOLO DI LODI E SALAMELECCHI...

pietrangelo buttafuoco alessandro giuli beatrice venezi

DAGOREPORT – PIÙ CHE DELL’EGEMONIA CULTURALE DELLA SINISTRA, GIULI E CAMERATI DOVREBBERO PARLARCI DELLA SEMPLICE E PERENNE EGEMONIA DELL’AMICHETTISMO E DELLA BUROCRAZIA – PIAZZATI I FEDELISSIMI E GLI AMICHETTISSIMI (LA PROSSIMA SARÀ LA DIRETTRICE DEL LATO B VENEZI, CHE VOCI INSISTENTI DANNO IN ARRIVO ALLA FENICE), LA DESTRA MELONIANA NON È RIUSCITA A INTACCARE NÉ LO STRAPOTERE BARONALE DELLE UNIVERSITÀ NÉ LE NOMINE DIRIGENZIALI DEL MIC. E I GIORNALI NON NE PARLANO PERCHÉ VA BENE SIA ALLA DESTRA (CHE NON SA CERCARE I MERITEVOLI) CHE ALLA SINISTRA (I BUROCRATI SONO PER LO PIÙ SUOI)