SALVINI NON SI SALVA DA SOLO - IL NUMERO UNO DELLA ISOARDI: “LINEE DIVERSE: AD OGGI NESSUN ACCORDO CON FI” - TOTI: “LEGA A RISCHIO EMARGINAZIONE” - MA IL DIALOGO RESTA APERTO

Francesco Maesano per “la Stampa”

BERLUSCONI  SALVINIBERLUSCONI SALVINI

 

Il tavolo tra lui e Berlusconi è tutt’altro che chiuso. E le differenze, Matteo Salvini ci tiene che si sappia, contano e pesano più delle vicinanze. Dalle valli toscane di Barberino del Mugello, il leader leghista alza ancora l’asticella nel confronto con Forza Italia e prepara la discesa di domani a Roma; test di piazza insidioso e sentitissimo dai vertici del Carroccio che sperano di superare le cinquantamila presenze.
 

«Ad oggi con Berlusconi non c’è un accordo sul piano politico nazionale - taglia corto Salvini - perchè a Bruxelles sediamo su banchi diversi, lui difende l’euro che per noi è moneta sbagliata, lui è insieme alla Merkel, noi alla Le Pen. Abbiamo una visione di Italia e di Europa molto diversa».
 

La reazione di Forza Italia all’ennesimo stop&go nei rapporti con la leadership leghista è spazientita. «Se uno cerca in politica solamente un’affermazione di narcisismo individuale o di narcisismo di partito finisce per condannarsi da solo all’emarginazione», ha dichiarato ieri a caldo Giovanni Toti. 
 

Paolo Romani Renato Brunetta Matteo Salvini Giovanni Toti foto Lapresse Paolo Romani Renato Brunetta Matteo Salvini Giovanni Toti foto Lapresse

E il punto politico non si esaurisce nel rapporto, stringente a livello locale, tra Berlusconi e Alfano. «Se ad Arcore volessero, manderebbero Renzi a elezioni in tre mesi», ragionano i vertici del Carroccio. «Non si può vincere per governare a prescindere, altrimenti è inutile vincere. E poi bisogna semplificare il panorama. Chi davvero non vuole Renzi venga con noi, altrimenti entri nel governo».
 

Due passi indietro cui fa seguito uno in avanti, buono per tenere aperta una porta che non è pensabile chiudere definitivamente. Ma buono anche per creare un po’ di scompiglio in casa azzurra: «In Forza Italia - ha concesso ieri Salvini - c’è un dibattito. Chi vivrà vedrà. Sicuramente le porte sono chiuse per chi è al governo con Renzi, penso ad Alfano e alla sua immigrazione clandestina. Fi vedremo cosa vorrà fare in futuro».
 

SALVINI E LA FELPA ARCORESALVINI E LA FELPA ARCORE

Un futuro che non potrà essere molto remoto. La partita per le regionali va risolta in tempi brevissimi, senza però dare l’impressione che un accordo sui territori tolga intensità al confronto con Berlusconi per le prossime politiche. «Se ci fossero domani, andremmo da soli», dice il Salvini formato nazionale. Altra cosa il Salvini locale, molto più disposto a battere sui tasti della pragmaticità: «Nelle regioni stiamo governando assieme a Forza Italia, in tante realtà. Un conto è la scelta locale, un conto è la scelta europea».
 

D’altra parte al segretario federale arrivano appelli dai suoi a chiudere in fretta le mani di gioco per i candidati governatori. A cominciare da quella tutta interna nel Veneto. «La questione che pone Tosi - argomentava ieri Maroni - è che per il Veneto decide il Consiglio nazionale Veneto: Salvini è d’accordo, io sono d’accordo e quindi deciderà il Veneto, dovranno mettersi d’accordo Tosi e Zaia. Un accordo va fatto entro sabato, prima della manifestazione di Roma, e non lunedi’ al Consiglio federale».
 

Lui, Salvini, tira dritto. E ieri ha ribadito: «Chiunque metta in difficoltà Zaia fa un favore alla sinistra e fa un dispiacere ai veneti. E quindi si accomoda fuori. Luca è uno dei governatori più apprezzati d’Italia, il Veneto è una delle regioni più efficienti d’Europa. Quindi non si discute».
@unodelosBuendia

matteo salvini 5matteo salvini 5

 

Ultimi Dagoreport

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

trump zelensky meloni putin

DAGOREPORT - DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI, OLTRE LA CRIMEA, A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA?