gozi macron

SANDRO GOZI SI CANDIDA ALLE EUROPEE CON MACRON IN FRANCIA E ''LA VERITÀ'' ORGASMA CON DUE PAGINE CARICHE DI SBERLEFFI SUL PRODIANO CHE PREFERISCE QUELLI CHE SPUTANO SULL'ITALIA, PROFETA DEL PAREGGIO DI BILANCIO E DEL BAIL-IN, IL TIFOSO DELLE PREPOTENZE GALLICHE, AMANTE DEI PARADISI FISCALI MALTA E S.MARINO, DA BARROSO A VENDOLA, DA BERSANI A RENZI - INQUIETANTE IL VIDEO DELLA LISTA ''RENAISSANCE'', CON SALVINI, BANNON E LE PEN COME SPAURACCHI INSIEME A FRANE E INONDAZIONI (CAVALLETTE NO?)

 

 

VIDEO - LA CLIP DEL PARTITO FRANCESE ''RINASCIMENTO'', CON LA VOCE DI MACRON CHE INNEGGIA AL FUTURO: ''NON ASPETTATE UN'EUROPA MIGLIORE, CAMBIATELA IL 26 MAGGIO'', E I VOLTI DI SALVINI, BANNON, LE PEN A FARE GLI SPAURACCHI INSIEME A FRANE E INONDAZIONI (CAVALLETTE NO?)

 

 

 

 

 

  1. GOZI CANDIDATO IN FRANCIA: LA QUINTA COLONNA PARIGINA ORA È USCITA ALLO SCOPERTO

Francesco Bonazzi per ''la Verità''

 

L' identità sessuale è fluida. La società è fluida.

E ora, anche la cittadinanza è fluida grazie a Sandro Gozi, romagnolo di nascita, sammarinese d' elezione, italiano come curriculum politico e da oggi finalmente francese come prossimo europarlamentare dell' amico Emmanuel Macron.

MACRON RENZI GOZI

 

 

Perché ha avuto il sapore e il senso di liberazione di un coming out l' intervista di ieri a Repubblica, con la quale l' ex pupillo di Romano Prodi a Bruxelles ha confermato la candidatura in Francia sotto le insegne di En marche, per le prossime elezioni europee del 26 maggio. Gozi al servizio solo della Repubblica italiana, come da regolare giuramento di governo? Ma su, chi ci hai mai creduto? Paradisi fiscali, euroausterity, migranti, Libia, Fincantieri-Stx, banche, scontro Salvini-Macron.

 

Sui temi che contano, l' ex giovane diplomatico di Sogliano al Rubicone, 51 anni appena compiuti, non ha mai avuto dubbi su quale fronte stare.

SANDRO GOZI EMMANUEL MACRON

 

E tuttavia, per inquadrare il tipo di prodiano piuttosto atipico (il Professore di Bologna si professa da sempre «cattolico adulto»), poi renziano ma anche gentiloniano, conviene partire dal tema dei diritti civili. Nell' apposito capitoletto del suo sito in italiano e in francese, già pronto per sedurre l' elettore d' Oltralpe, Gozi scrive: «Il trattato di Lisbona con la Carta dei diritti fondamentali dell' Ue ha posto la centralità e l' importanza di riconoscere una serie di diritti personali e civili. È con orgoglio che rivendico i risultati degli ultimi anni e mesi: l' Italia ha approvato una legge sulle unioni civili, e sono allo studio del parlamento misure sullo ius soli e sul fine vita». E vabbè, ma poi ecco che il bell' uomo si eleva così: «È la contaminazione delle diversità in seno alla società che rappresenta la spinta vitale per un Paese di matrice laica, ma soprattutto libero e democratico».

 

Fatti i conti con il Gozi da liceo sperimentale, ovvero a indirizzo sociopsicopedagogico, ecco quello che gli archivi di Palazzo Chigi conservano. E cioè, che è stato sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri con delega alle politiche europee con Matteo Renzi e Paolo Gentiloni.

 

steve bannon nel video del partito renaissance di macron

Ai tempi del Bullo fiorentino, Gozi era noto per la passione per i viaggi di Stato, che svolgeva sempre con ricco staff. Ma già nel 2014 aveva capito che il suo futuro non era nel Pd e infatti si era fatto la tessera dei radicali. E visto che ha studiato e insegnato a Sciences Po, la medesima università parigina che ha dato riparo a Enrico Letta, il politico ha portato a casa ben due onorificenze francesi: Cavaliere delle Palme accademiche (2007) e la Legion d' Onore (2014).

 

Però, per completezza, va detto che può vantare anche l' Ordine nazionale al merito di Malta. E visto che siamo in tema di Paesi a fiscalità privilegiata, come non ricordare che è stato per anni l' uomo di fiducia di Prodi nei rapporti con San Marino, ha perorato prima la causa del Titano con l' Italia quando è partito il giro di vite fiscale e poi con l' Ue per ottenere un trattato.

 

Intervistato dal Sole 24 Ore nel 2019, alla domanda «Lei è massone?» rispose così: «Non sono massone e non ho mai fatto affari a San Marino. Ma anche se fossi massone, e non lo sono, e avessi fatto affari a San Marino, e non li ho fatti, le chiedo, qual è il reato?». No, nessun reato, per carità. Ma ad aprile scorso, dopo la trombatura alle elezioni politiche con il Pd nella sua Romagna, il nome di Gozi è circolato sulla stampa sammarinese come possibile nuovo governatore della banca centrale. Quella loro.

sandro gozi con i candidati di renaissance

 

In ogni caso, ha fatto bene a volare non solo tanto, ma anche alto, perché alla lunga paga sempre. Alle prossime elezioni sarà catapultato a Strasburgo in quota Eliseo, e un privilegio del genere non si conquista in due mesi. Sul tema dei migranti, per esempio, ha sempre espresso posizioni di massima tolleranza. Ma quando Salvini ha osato attaccare Macron sulla condotta della polizia francese, che a Mentone si era comportata come quella ungherese e aveva scorrazzato a caccia di africani per Bardonecchia come fossero a Calais, Gozi ha prontamente impugnato il tricolore. Quello con il blu, però.

 

matteo salvini nel video del partito renaissance di macron

Dopo l' ultima crisi di febbraio, quando il presidente francese ha incontrato Sergio Mattarella, Gozi ha dichiarato: «Il governo italiano dovrebbe veramente andare oltre i suoi errori, ripensare le sue alleanze, uscire dall' isolamento e rilanciare dialogo e cooperazione con la Francia». E del resto, parlando di Libia, mai Gozi disse alcunché potesse dispiacere a Parigi o alle sue compagnie petrolifere. Come sull' Europa e i suoi flagelli, va ricordato che nel 2012 Gozi non solo votò a favore del pareggio di bilancio in Costituzione, ma fu uno dei suoi zelanti profeti per conto di Bruxelles. E naturalmente non fece una piega, anzi, di fronte allo scandalo della sperimentazione del bail in proprio sui clienti delle banche italiane.

marine le pen nel video del partito renaissance di macron

 

Non male anche il patriottismo dimostrato nell' intricata vicenda Fincentieri-Stx, quando il colosso di Stato italiano osò comprare dal tribunale fallimentare coreano la maggioranza dei cantieri di Saint Nazaire. I francesi risposero con una nazionalizzazione immediata e Gozi, naturalmente, lavorò per una pace con Parigi che però avrebbe avuto il piccolo effetto di mettere in ginocchio Leonardo di fronte a Naval Group. Non male per un uomo che nei suoi 12 anni da parlamentare ha guadagnato dalla Repubblica italiana oltre 1,6 milioni di euro lordi, ai quali vanno aggiunti anche i circa 513.000 euro dell' indennità di governo. Se non altro, se se lo votano i francesi, noi risparmiamo qualche soldo.

 

 

matteo salvini nel video del partito renaissance di macron

  1. IL PRODIANO DI FERRO SCENDE IN CAMPO CON QUELLI CHE SPUTANO SULL' ITALIA

Mario Giordano per ''la Verità''

 

Non c' è solo la fuga dei cervelli. Per fortuna dall' Italia se ne va anche Sandro Gozi. L' ex sottosegretario agli Affari europei nei governi di Matteo Renzi e di Paolo Gentiloni, esponente quotato e soprattutto azzimato del Pd, noto per aver accresciuto la popolarità del partito con le sue competenze specifiche in fatto di smoking e squash, ha deciso di scendere in campo alle dipendenze di Emmanuel Macron: sarà candidato alle prossime europee, infatti, nella lista En marche del presidente francese, al fianco di coloro che solo poche settimane fa hanno definito l' Italia come «vomitevole».

sandro gozi

 

Dice Gozi che l' ha fatto perché crede «nella politica transnazionale». Perfetto, no? Peccato soltanto che Sandrino da Sogliano al Rubicone non creda pure nella politica transoceanica, altrimenti si sarebbe potuto candidare anche in Papua Nuova Guinea. Così sarebbe stato meglio per tutti.

A parte, ovviamente, la medesima Papua Nuova Guinea.

 

roberto giachetti saluta sandro gozi

Nell' intervista a Repubblica con cui l' ex rappresentante del governo italiano ha deciso di mettersi al servizio dei francesi (sempre ammesso che non lo fosse già prima), Gozi cita per due volte il leader radicale Marco Pannella, abusando del fatto che quest' ultimo non può prenderlo a calci nel sedere; poi specifica che la sua «non è una candidatura con scopi elettorali» (sarà con scopi ludici? Ricreativi? Digestivi? Esoterici?); rassicura che non è un atto ostile nei confronti del neosegretario Nicola Zingaretti (e qui gli si può credere: immaginiamo le feste, alla notizia, nella sede del Pd); e infine tributa un ossequioso omaggio a Macron, «uno dei pochi leader in Europa», che l' eAsule renziano assicura di seguire «fin dall' inizio della sua avventura politica». Il che, fra l' altro, spiega anche perché l' avventura politica di Macron rischi di essere tanto breve.

 

MARIO BENOTTI - ROMANO PRODI - SANDRO GOZI

Sandrino nostro, infatti, ha questa particolare attitudine funeraria: accompagna i leader al mesto trapasso (politico). Proprio così: appena lui si avvicina, comincia il de profundis. È una specie di becchino transnazionale: quando lo vedono arrivare, con le sue mani cosparse di gel per i capelli, capiscono che è per l' estrema unzione. E si rendono conto di essere spacciati.

 

Lo rivela, impietosa, la biografia del nostro uomo: fu assistente di Romano Prodi, nella fase finale della sua commissione; poi accompagnò José Manuel Barroso alla pensione dorata (in Goldman Sachs, per altro); fu consigliere di Nichi Vendola e sappiamo com' è andata a finire; quindi si riciclò con Pier Luigi Bersani e quello finì fuori gioco; è passato con Renzi e in un niente quello se n' è andato a gambe all' aria; allora Gozi si è accanito sul povero Gentiloni, che ovviamente è durato meno di un sussurro. Ora lo spediamo contro Macron, e se quello poco poco si accorge dell' atto ostile nei suoi confronti, altro che ritirare l' ambasciatore: è capace che ci bombarda il Colosseo come se fosse un quartiere di Tripoli.

sandro gozi saluta marco pannella

 

Per fortuna Macron non ha ancora capito che spedirgli in Francia Gozi è come spedirgli il reggimento incursori del Col Moschin. E noi speriamo, ovviamente, che non se ne accorga. Perciò facciamo il tifo perché il nostro campione romagnolo possa conquistare gli elettori francesi, tanto quanto ha conquistato quelli italiani, che non a caso lo scorso 4 marzo l' hanno trombato.

 

Un piccolo incidente di percorso, si capisce, in una carriera che per il resto è andata di gran carriera, tra un master a Bruxelles e una Legion d' honneur a Parigi, sempre mantenendo un certo aplomb, il taglio dell' abito giusto, la cravatta intonata e, all' occasione, il frac, che pare porti divinamente, come lo smoking e il completino da squash, altra sua grande passione. Che ci volete fare? Per essere in sintonia con il popolo che si rappresenta bisogna pure far qualche sacrificio, no?

 

sandro gozi e luca parmitano

Ora noi siamo sicuri che i francesi, pur risultandoci lievemente incazzati nei confronti di Macron, sapranno apprezzare un uomo così vicino alla gente, come Gozi. Lo dimostra anche l' intervista con cui quest' ultimo annuncia la sua discesa in campo nella squadra francese: non perde infatti la ghiotta occasione di tessere l' elogio dei tecnocrati di Bruxelles. Uno di loro (anzi una), infatti, guiderà la sua lista.

 

Stretta di mano Gozi Le Roy

Ah, i tecnocrati europei: che cosa c' è di meglio? Memorabile anche l' eredità che Sandrino lascia negli archivi del nostro Parlamento, dove giacciono alcune sue indimenticate proposte come quelle per la valorizzazione della «sfoglia emilianoromagnola», quelle per la libera coltivazione della cannabis e quella per favorire l' inserimento dei lavoratori in agricoltura. Quest' ultima, per altro, sospetta di conflitto d' interessi, considerandole le sue braccia come ingiustamente sottratte all' aratura.

Sandro Gozi Romano Prodi

 

Comunque, ora se lo godranno in Francia dove saprà sicuramente fare, se non proprio una bella figura, il solito bel figurino. «Mi metto a servizio di una nuova avventura», proclama lui, abusando come sempre delle parole. In effetti: davvero si tratta di una «nuova» avventura? O a servizio della Francia ci era già da un pezzo? Quando si occupava della Libia, per esempio: era già a servizio della Francia?

 

E quando andava alla frontiera (caldissima) di Ventimiglia? E quando al Quirinale ispirava il trattato italo-francese? Di chi stava facendo gli interessi? Del Paese che diceva di governare o di quello che ora lo accoglie a braccia aperte? Del Paese che lo aveva eletto o di quello che lo aveva insignito della Legione d' onore? E perché quando i francesi hanno attaccato pesantemente l' Italia non è sceso in campo per difenderla? Perché quando Pierre Moscovici ci ha insultato, Gozi non si è schierato con il suo Paese?

Sandro Gozi ringrazia l Ambasciatore di Francia e gli invitati

 

Forse perché stava già, mentalmente, nelle liste elettorali di Parigi? Ed è per lo stesso motivo che i suoi compagni del Pd, nei mesi scorsi, si sono affrettati a sventolare, ad ogni occasione le bandierine francesi? L' impressione è che la candidatura di Gozi faccia cadere all' improvviso la maschera dell' ipocrisia: ci sono italiani che difendono l' Italia e ci sono italiani, invece, che fanno il tifo per gli stranieri a tal punto da candidarsi con loro. Nelle loro liste. En marche, Gozi. E senza dietrofront, mi raccomando. Perché, tutto considerato, il problema non è tanto che tu vai all' estero. Il problema, Dio non voglia, è se per sbaglio quelli se ne accorgono e ti rispediscono indietro.

Sandro Gozi Corrado Passera Ambasciatore Francese Le Roy consegna l Onorificenza a Sandro Gozi sandro gozi Benotti Prodi Passera e Gozi Mario D Urso Sandro Gozi e Lorenzo Tersi Sandro Gozi Corrado Passera Romano Prodi

 

Ultimi Dagoreport

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)

giancarlo giorgetti luigi lovaglio milleri francesco gaetano caltagirone

SUL CASO MPS-MEDIOBANCA, L'ARTICOLO-BOMBA DEL GIORNO È SUL "CORRIERE", DA CUI SI EVINCE CHE LE DICHIARAZIONI RILASCIATE ALLA CONSOB DA CALTAGIRONE E DAL MINISTRO GIORGETTI SONO IN APERTO CONTRASTO - E’ LO STESSO IMPRENDITORE ROMANO AD AMMETTERE CHE IL MINISTRO LEGHISTA SONDÒ ALCUNI POTENZIALI INVESTITORI NELLE SETTIMANE PRECEDENTI ALLA OSCURA “GARA” CHE FECE INTASCARE IL 15% DI MPS, IN MANO AL TESORO, AL QUARTETTO DELFIN-CALTAGIRONE-ANIMA-BPM - UNA VERSIONE IN APERTO CONFLITTO CON QUELLA DI GIORGETTI, CHE IL 29 LUGLIO 2025 ALLA CONSOB DISSE: “NON C’È STATA ALCUNA INTERLOCUZIONE, CONTATTO O SCAMBIO” - A QUESTO PUNTO, CHI RISCHIA DI FINIRE NEI GUAI CON LA PROCURA DI MILANO NON SONO SOLO I “FURBETTI DEL CONCERTINO”, MA LA STESSA CONSOB GUIDATA DA PAOLO SAVONA CHE, COME AUTORITÀ DI VIGILANZA DEL MERCATO FINANZIARIO, NON HA RILEVATO NEL SUO DOCUMENTO DI “ASSOLUZIONE” SULLA PRESUNTA CONCERTAZIONE DEI CALTA-MELONI, NESSUNA DISCORDANZA TRA LE DICHIARAZIONI DI CALTAGIRONE E DI GIORGETTI…