UNA SCALA PER L’EXPO – LA DIREZIONE DELLA SCALA NON SA ANCORA SE RIUSCIRÀ A METTERE IN SCENA LA “TURANDOT” PER L’INAUGURAZIONE DELL’EXPO: CADE DI PRIMO MAGGIO E I SINDACATI SONO DIVISI

Giovanna Mancini per “Il Sole 24 Ore

 

 Riccardo Chailly Riccardo Chailly

Ancora nessuna certezza sulla prima di «Turandot» diretta da Riccardo Chailly alla Scala il prossimo primo maggio, in concomitanza con l’inaugurazione di Expo. Sabato è scaduto il termine per dare la disponibilità a lavorare nella giornata festiva, richiesta dalla direzione con una lettera inviata a tutti i dipendenti. Le lettere di risposta sono arrivate, ma non è dato sapere se le adesioni sono sufficienti a mettere in scena la prima dell’opera. La dirigenza del teatro non ha voluto rilasciare dichiarazioni al riguardo perché, a ieri, non era ancora iniziata la conta e la valutazione delle adesioni. In ogni caso, si apprende da fonti sindacali, potrebbero servire una decina di giorni prima di conoscere la decisione della sovrintendenza.

 

LA SCALA DI MILANO LA SCALA DI MILANO

Non si tratta infatti solo di contare le disponibilità (la grande maggioranza dei dipendenti è sicuramente favorevole a lavorare il primo maggio), quanto di capire se saranno presenti tutte le professionalità necessarie a mettere in scena lo spettacolo. Decisione che, in ultima, spetta alla produzione.

 

albero expo 2015  albero expo 2015

L’ago della bilancia sono i tecnici di palcoscenico, visto che la maggior parte di loro è iscritta alla Slc Cgil, unica sigla sindacale che – da sempre contraria all’ipotesi di lavorare il giorno della festa dei lavoratori – ha dichiarato ufficialmente che i suoi delegati sindacali non avrebbero dato la disponibilità, invitando gli altri dipendenti a fare altrettanto. Sicura sarebbe invece l’adesione degli impiegati del teatro e dei dipendenti Ansaldo. Sulle maestranze artistiche (coro, orchestra, tecnici di palcoscenico) non ci sono ancora certezze: sembra sicura la risposta positiva dell’orchestra (con tre o quattro eccezioni), mentre qualche dubbio in più riguarda il coro.

 

EXPO DI MILANO - PADIGLIONE ITALIA  EXPO DI MILANO - PADIGLIONE ITALIA

Le alternative se dovessero mancare i numeri? Pare tramontare l’ipotesi di andare in scena in forma di concerto, così come è escluso posticipare la rappresentazione al 2 maggio, essendo quella data già “occupata” dai Berliner Philarmoniker diretti da Simon Rattle. Difficile anche l’opzione di sostituire con esterni i ruoli eventualmente mancanti: sebbene autorizzati a farlo (non trattandosi di sciopero), i vertici del Piermarini non vogliono ricorrere a una misura che potrebbe essere letta come un’alzata di scudi, in contrasto con la linea dialogante scelta dal sovrintendente Alexander Pereira, anche in vista del “contratto Scala” che dovrà essere redatto e approvato entro un anno.

 

pereira e franceschinipereira e franceschini

 Proprio il contratto, lasciano intendere alcuni lavoratori, potrebbe essere la vera posta in gioco della posizione assunta dai delegati Cgil, da sempre contrari all’ipotesi di un contratto autonomo che ora, però, l’autonomia gestionale ottenuta dalla Scala rende obbligatorio. La partita, insomma, è ancora aperta (del resto, i biglietti per «Turandot» saranno in vendita solo a partire dal 19 febbraio). Se i numeri non fossero sufficienti, ci sono ancora margini per trattare: lo stesso sovrintendente si è sempre detto aperto al dialogo e il sindaco Giuliano Pisapia ha rinnovato pochi giorni fa l’appello al confronto.

RENZI MARCEGAGLIA SQUINZI RENZI MARCEGAGLIA SQUINZI

 

Il 16 febbraio è intanto atteso anche il cda con la nomina dei nuovi membri: il ministero ha già scelto i suoi (Francesco Micheli e Margherita Zambon). Poche le novità, tra cui Emma Marcegaglia, presidente Eni, al posto dell’ex ad Paolo Scaroni. Ancora in forse la conferma, per la Regione, di Fiorenzo Tagliabue.

 

Ultimi Dagoreport

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

trump zelensky meloni putin

DAGOREPORT - DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI, OLTRE LA CRIMEA, A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA?