SCARICABARILE SULL’ESCLUSIONE DI MILANO – COMMISSIONE UE: LE REGOLE PER L’AGENZIA DEL FARMACO DECISE DAI PREMIER – L’IMBARAZZO DELLA SPAGNA: RICONOSCE UN NEGOZIATO CON L’ITALIA, CHIUSO PERO’ SENZA UN ACCORDO – LE CRITICHE DI RENZI (ANCHE A GENTILONI)

-

Condividi questo articolo


 

Ivo Caizzi per “il Corriere della Sera”

 

AGENZIA FARMACO AGENZIA FARMACO

La Commissione europea, che propone e controlla le regole Ue, ha replicato alle polemiche sull' assegnazione con sorteggio delle nuove sedi dell' Agenzia europea delle medicine (Ema) e dell' Autorità bancaria europea (Eba), destinate a lasciare Londra per la Brexit, invitando a rivolgersi «dall' altra parte della strada». Lì, a Bruxelles, ha sede il Consiglio dei governi, principale organo decisionale dell' Ue, dove lunedì scorso sono avvenuti i voti segreto sulle candidature. E dove il 22 giugno 2017 tutti i capi di Stato e di governo avevano approvato il complicato e discutibile metodo di selezione.

il palazzo della commissione europea a bruxelles il palazzo della commissione europea a bruxelles

 

«Il sistema è stato deciso da 27 Stati membri e dal segretariato del Consiglio (l' apparato di euroburocrati, ndr )», ha fatto precisare dal portavoce il presidente della Commissione, il lussemburghese Jean-Claude Juncker, che aveva proposto il nuovo metodo per le agenzie insieme al numero uno del Consiglio, il polacco Donald Tusk: verosimilmente per allontanare le polemiche dai capi di governo, che in passato decidevano le sedi delle agenzie Ue.

 

JUNCKER TUSK JUNCKER TUSK

In Italia la vittoria di Amsterdam su Milano per l' Ema, dopo il sorteggio seguito al 13 a 13 nelle alleanze di Paesi concluse con i soliti mercanteggiamenti, è diventata un caso politico con accuse da varie aree politiche. «Con il mio governo abbiamo avuto il presidente della Bce, l' agenzia della sicurezza alimentare a Parma e a Milano l' Expo», ha criticato l' ex premier Silvio Berlusconi. «Le regole probabilmente potevano essere scritte meglio o (si poteva) prendere un Paese in più», ha ammesso il segretario del Pd Matteo Renzi.

 

consiglio europeo bruxelles consiglio europeo bruxelles

Il presidente leghista della Regione Lombardia, Roberto Maroni, ha definito una «follia un' Europa che non decide perché ha paura di decidere» e il non aver schierato «il ministro degli Esteri» nei voti al Consiglio Affari generali, in aggiunta al sottosegretario Sandro Gozi. Gli eurodeputati del Pd hanno difeso il governo Gentiloni sostenendo che «le decisioni che riguardano i cittadini europei e le istituzioni Ue devono essere prese in modo pubblico» e che «i mercanteggiamenti a porte chiuse tra governi e i sorteggi non possono essere accettabili».

mariano rajoy mariano rajoy

 

Il sindaco di Milano, Giuseppe Sala del Pd, ha lamentato il non essere «riusciti a portare a casa l' appoggio di un blocco del Mediterraneo». La Farnesina ha però smentito le voci di irritazione con la Spagna. E da Madrid il ministro Alfonso Dastis rivela: «Abbiamo parlato con l' Italia di un accordo possibile, ma senza concluderlo». Le polemiche tra Copenaghen e Stoccolma hanno fatto intuire che la Svezia ha votato per Milano, sconfitta soprattutto dall' abilità della piccola Olanda nel contare a Bruxelles.

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT - BUM! QUANDO LA PITONESSA STRIZZAVA I CERVELLI! - SU UN ANTICO NUMERO DEL RINOMATO MENSILE DI ARREDAMENTO "AD", SPICCA UN SERVIZIO NEL QUALE SI LEGGE: "DANIELA E PAOLO SANTANCHÈ […] LEI È UNA PSICHIATRA CHE LAVORA NELLA COMUNICAZIONE, LUI È UN CHIRURGO DELLE DIVE" - PARE CHE PER UN CERTO PERIODO, VANTANDO UN’INESISTENTE LAUREA IN PSICOLOGIA, DANIELONA ABBIA RICEVUTO, NELLO STESSO STUDIO MILANESE DELL’ALLORA ANCORA MARITO PAOLO SANTANCHE’, PAZIENTI CHE NON ACCETTAVANO IL PROPRIO ASPETTO - SAREBBE ANCHE L’UNICO PERIODO IN CUI LA PITONESSA AVREBBE USATO IL PROPRIO COGNOME CON TANTO DI TARGA SULLA PORTA, ''DOTTORESSA GARNERO, PSICOLOGA''...

DAGOREPORT – JOE BIDEN VUOLE CHE GIORGIA MELONI METTA ALL’ORDINE DEL GIORNO DEL G7 L’USO DEI BENI RUSSI CONGELATI. PER CONVINCERE LA DUCETTA HA SPEDITO A ROMA LA SUA FEDELISSIMA, GINA RAIMONDO, SEGRETARIO AL COMMERCIO – GLI AMERICANI PRETENDONO DALL’EUROPA UN'ASSUNZIONE DI RESPONSABILITÀ DOPO TUTTI I MILIARDI CHE WASHINGTON HA POMPATO A ZELENSKY. MA METTERE MANO AI BENI RUSSI È UN ENORME RISCHIO PER L’UNIONE EUROPEA: POTREBBE SPINGERE ALTRI PAESI (CINA E INDIA SU TUTTI) A RIPENSARE AI LORO INVESTIMENTI NEL VECCHIO CONTINENTE…