LO SCARPONE TEDESCO VA A ROTELLE – PERCHE’ LA VITTORIA DEL “NO” AL REFERENDUM SAREBBE UNA VITTORIA DI PIRRO PER TSIPRAS (COMUNQUE NEI SONDAGGI È AVANTI IL “SÌ”) - ALTRO CHE MERKEL. IL VERO LEADER DELL’EURO-GERMANIA NELLA PARTITA CONTRO ATENE È WOLFGANG SCHAEUBLE (SUO UNICO AVVERSARIO, DRAGHI)

Schaeuble parla alla pancia della Germania, contraria a fare sconti ad Atene, e in questo momento è più forte della Merkel che è costretta ad appoggiarlo. E il suo derby con Mario Draghi è serrato, dalla parità euro-dollaro alla costruzione degli Stati Uniti d’Europa

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DAGOREPORT

 

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In questo film dell’orrore che sta diventando la crisi greca, l’uomo incaricato di recitare la parte del cattivo è quello sulla sedia a rotelle e si chiama Wolfagang. Wolfgang Schaeuble. Formalmente è “solo” il ministro delle Finanze della Germania, ma in realtà è il vero manovratore dell’Europa. E per Alexis Tsipras e per il suo prestigiatore di fiducia Varoufakis si tratta di un grosso problema.

 

A Bruxelles sono tutti convinti che se il leader di Syruza vincesse il referendum di domenica sarebbe una classica vittoria di Pirro. Il capo del pericolante governo greco, per riaprire le banche, dovrebbe nuovamente cercare l’accordo con i suoi creditori e questo accordo sarebbe assai simile a quello rifiutato nei giorni scorsi. L’Europa e il Fondo si sposterebbero giusto di un centimetro, solo perché non ci si può ripresentare con il vecchio testo tale e quale.

 

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Quella dell’accordo con varianti dello “zero virgola” è proprio la linea di Schaeuble, che non è solo un uomo di numeri, ma un leader politico capace di parlare alla pancia della Germania e, in questo momento, più forte di Angela Merkel, che ha anche perso la stampella dei liberali. La cancelliera lo sa e lascia volentieri Tsipras tra le fauci del suo ministro, mentre come “poliziotto buono” utilizza Mario Draghi e la sua “liquidità condizionata”. Liquidità che qualcuno chiama “droga monetaria” e, per inciso, nella versione “Quantitative easing” non piace assolutamente a Herr Wolfgang.

 

Schaeuble, per continuare il quadretto, è anche fieramente contrario alla parità euro-dollaro perseguita dalla Bce perché l’industria tedesca esportava bene già prima e perché la svalutazione della moneta fa rima con inflazione e si sa che l’aumento dei prezzi è il tabù della Germania profonda fin dai tempi di Weimar.

 

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Non solo, ma al ministro tedesco viene un attacco di orticaria ogni volta che sente Draghi parlare di “cessioni di sovranità” da parte dei singoli Stati, un progetto che in Italia emoziona Eugenio Scalfari che ne scrive quasi ogni domenica inneggiando agli “Stati Uniti d’Europa”. Schaeuble è convinto che, moneta a parte, ci sia poco da integrare, perché in Europa c’è una diversità culturale ineliminabile tra i paesi del Nord e i paesi latini. E’ una questione quasi razziale e ci sarebbe poco da fare.  

 

Il falco Schaeuble, non esattamente un uomo incline al sorriso, comunque al momento è ottimista perché ha per le mani sondaggi che darebbero il sì al 58-60%. E quindi già si gusta la scena del governo greco che torna a Bruxelles in ginocchio.

 

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Chi invece tifa apertamente per Tsipras sono gli economisti à la page di Oltreoceano, come Joseph Stiglitz e Paul Krugman. Perché? Oltre che per nobili ragioni ideali c’è anche una motivazione politica concreta: come il loro presidente Obama, sono contrari all’austerità incarnata dalla Merkel e, soprattutto, da Wolfgang il cattivo a rotelle.

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