DALLO SCHERMO ALLO SCORNO - SALVINI È SU TUTTI CANALI, MA ORMAI PER STRADA NON PARLA PIÙ: DOVUNQUE VADA, È ACCOLTO DA UNA PIOGGIA DI UOVA, POMODORI E BOTTIGLIE - FACCI: "QUESTI BALORDI NON LO FANNO PARLARE, E POI LO ACCUSANO DI INTOLLERANZA"

Ieri è successo ad Ancona, Porto Recanati e Macerata. Ma la moda è nata a Bologna, quando la sua auto fu presa a sassate mentre andava al campo rom. Da allora la scena si è ripetuta a Livorno, Torino, Palermo, Napoli. Facci: "Al Sud ci sta pure, anche se era gente che inneggiava a Genny 'a carogna"...

Condividi questo articolo


Filippo Facci per “Libero Quotidiano

 

salvini con agenti antisommossa ad ancona salvini con agenti antisommossa ad ancona

Come vogliamo chiamarlo, paradosso? L’uomo che parla sempre in televisione - Salvini - ormai può parlare solo in televisione, nel senso: non può più parlare per strada o in piazza. L’uomo che si è fatto un nome proprio lì - per strada o in piazza - ora non può più andarci.

 

Più in generale: ne abbiamo fatto un’icona mediatica - noi giornalisti sempre a caccia di uomini del destino - e gli effetti sono anche questi. Ancora: in questo Paese, ormai, stiamo considerando normale che il segretario di un partito non possa presentarsi a un comizio normale e autorizzato (durante una campagna elettorale) senza che agenti in assetto antisommossa siano costretti a fronteggiare dei balordi che, peraltro, accusano Salvini di questo: di intolleranza.

proteste contro salvini ad ancona proteste contro salvini ad ancona

 

Questa la sintesi. Poi ci sarebbero i fatti, a cominciare da quelli di ieri. Matteo Salvini che arriva ad Ancona e viene accolto da una pioggia di uova e pomodori e bottiglie lanciati dai soliti manifestanti «dei centri sociali» (sarebbe anche ora di cambiargli nome) i quali accendono pure un fumogeno e poi urlano i soliti «fascista, vattene» e naturalmente «vergogna».

 

proteste contro salvini a livorno proteste contro salvini a livorno

Poi Salvini che va a Porto Recanati, secondo programma, e però un gruppo di immigrati fa muro e gli impedisce di entrare in un hotel cosiddetto multietnico. Proprio lì sotto, intanto, c’era una contro-manifestazione anti Lega con in testa un sindaco e un senatore Pd più vari sindacalisti. A quel punto Salvini rinuncia e se ne parte per Macerata, sempre secondo programma: ma a Macerata si ricomincia, e allora uova, oggetti vari, scontri, un paio di feriti, carica degli agenti e un centinaio di manifestanti che tenta di sfondare il cordone di polizia. Una bella giornata.

 

proteste contro salvini a palermo proteste contro salvini a palermo

Il 22 aprile era successo a Livorno: ordinario comizio e ordinarie uova - i venditori faranno affari d’oro - e i contestatori che si posizionano di fronte al banchetto allestito dalla Lega. E qui almeno c’è una novità: lanciano pure pomodori. Non ci sono incidenti per il semplice fatto che la polizia si mette in mezzo. Il giorno prima, il 21, Salvini era stato in comuni minori come Cecina e Follonica, ma c’è stato casino anche qui: striscioni, fischi, cartelli di sberleffo, bandiere rosse e consueti «buffone, buffone» col cartello «Maremma desalvinizzata».

proteste contro salvini ad ancona proteste contro salvini ad ancona

 

Dopodiché, ora, segnaliamo solo altri casi tra i più clamorosi, perché la contestazione sistematica a Salvini - per impedirgli espressamente di parlare - per il resto è un trend consolidato. A Torino, dove fanno sempre le cose bene, è arrivato Salvini e allora ci sono stati cortei e bombe carta e lacrimogeni a cura dei «network antagonisti e antirazzisti» tra i quali spiccano i dementi del centro sociale Askatasuna. Ovviamente ci sono stati feriti e contusi.

proteste contro salvini a palermo proteste contro salvini a palermo

 

Ovviamente i contestatori hanno provato a sfondare i blocchi, composti da centinaia di agenti e carabinieri con blindati. Ovviamente il centro di Torino è stato avvolto da nuvola di fumo. Salvini ha dovuto parlare protetto da grate di ferro. Torino è la medesima cordiale città in cui tre giorni fa hanno fatto trovare tre manichini a testa in giù, come a ricordare Piazzale Loreto: uno per Piero Fassino, uno per Matteo Renzi e naturalmente uno per Salvini: «Lega uguale fascismo, a piazzale Loreto c’è sempre posto».

 

scritta per salvini a torino piazzale loreto ancora posto scritta per salvini a torino piazzale loreto ancora posto

Continuiamo? Si passerebbe anche da Palermo l’8 febbraio scorso, ma lì è diverso: che un leghista sia contestato in Sicilia - da un centinaio di manifestanti del movimento «Orgoglio terrone» - ci sta anche. È chiaro che al Sud, oltre alle luci, non siano mancate ombre: l’anno scorso Salvini fu fischiato a Lamezia Terme e soprattutto a Napoli, dove un gruppo di agitati lo costrinse a deviare il percorso.

 

Ma stiamo parlando di gente che inneggiava a «Genny ’a carogna», il capo degli ultras partenopei: la società civile è quella lì. A Taranto, almeno, i contestatori erano travestiti da «Comitato cittadini e lavoratori liberi e pensanti», insomma gente con un parente che lavorava all’Ilva. Ma furono scaramucce che non fecero primavera.

 

a napoli contro salvini a napoli contro salvini

La madre di tutte le contestazioni, il big bang anti-Salvini, resta quello di Bologna del novembre scorso: Salvini al campo rom e la sua auto assaltata da un gruppo di deficienti, ma democratici. La moda era lanciata.

 

 

la visita al campo rom di matteo salvini 2 la visita al campo rom di matteo salvini 2 la visita al campo rom di matteo salvini 13 la visita al campo rom di matteo salvini 13

 

 

Condividi questo articolo

FOTOGALLERY

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT - PERCHE' LE PROSSIME ELEZIONI EUROPEE SARANNO LE PIU' IMPORTANTI DEGLI ULTIMI TRENT'ANNI? PERCHE' DIVENTERANNO UN REFERENDUM DEI 27 PAESI PRO O CONTRO LA RUSSIA - CON L'INCOGNITA DEL VOTO USA (SE VINCE TRUMP, L'EUROPA RESTA ABBANDONATA A SE STESSA), PER I LEADER DI BRUXELLES LA GEOPOLITICA SCALZERA' IL DUELLO DESTRA-SINISTRA - NON SOLO GRANDEUR FRANCESE, LE PAROLE DI MACRON SULL’INVIO DI SOLDATI IN UCRAINA SONO ANCHE UN TENTATIVO DI RISALIRE NEI SONDAGGI (15%) CONTRO MARINE LE PEN AL 30% 

- L'IMPRUDENZA DELLA MELONA ("MAI CON I SOCIALISTI'') COSTA CARA: SCHOLZ E COMPAGNI FIRMANO UN DOCUMENTO CHE IMPEGNA URSULA A NON ALLEARSI COI CONSERVATORI DI GIORGIA - MA PER LA DUCETTA C’È ANCORA UNA SPERANZA: PUÒ RIENTRARE IN PARTITA SE DOPO IL VOTO DEL 9 GIUGNO CI SARÀ LA CHIAMATA “ALLE ARMI” DI TUTTI I PARTITI ATLANTISTI DELL'UNIONE EUROPEA

ARCHEO-POMPINO - ANITA EKBERG IN AUTO CON FELLINI - VALENTINA CORTESE: “FEDERICO SI PORTÒ IN MACCHINA UNA DI QUELLE ATTRICIONE, CHE PIACEVANO A LUI: PROSPEROSE, ABBONDANTI, VISTOSE. INSOMMA, MENTRE ANDAVANO A OSTIA, LEI PARLAVA DELLA SUA VOCAZIONE ARTISTICA, NEANCHE FOSSE LA BERGMAN. A UN CERTO PUNTO FEDERICO COMINCIÒ AD ACCAREZZARLE I CAPELLI E POI CON LA MANO SULLA NUCA A SPINGERLA VERSO IL BASSO. FINALMENTE LA POVERETTA CAPÌ COSA STAVA ACCADENDO E, CON TUTTO IL FIATO IN GOLA, DISSE: "FEDDERICCO, IO ARTISTA, IO NO POMPETTO"

DAGOREPORT - BIDEN È MESSO MALISSIMO: IL 48% DEGLI ELETTORI DEMOCRATICI SI RICONOSCE NELLE RAGIONI DEI PALESTINESI DI GAZA (TRA I REPUBBLICANI SOLO IL 25%), E ACCUSA LA CASA BIANCA DI ECCESSIVA DEBOLEZZA NEI CONFRONTI DI NETANYAHU IN MODALITÀ “DOTTOR STRANAMORE” – HAMAS SI SPACCA: A DOHA, IL CAPO POLITICO HANIYEH VUOLE TROVARE UN ACCORDO; A GAZA, IL CAPO MILITARE YAYA SINWAR E’ CONTRARIO - NETANYAHU SI DICE FAVOREVOLE A UNA TRATTATIVA PER IL RILASCIO DEGLI OSTAGGI, MA ALLO STESSO TEMPO VUOLE SPIANARE RAFAH, L’ULTIMO FORTINO DI HAMAS, DOVE SI SONO RIFUGIATI 1 MILIONE E MEZZO DI SFOLLATI DAL NORD