1. 'UNO SCIAME SUL REFERENDUM': L'IPOTESI DI UN RINVIO È SEMPRE PIÙ CONCRETA: LE PAROLE DI CASTAGNETTI, GRANDE AMICO DI MATTARELLA, SEGNALANO IL VIA LIBERA DEL QUIRINALE
2. OGGI STEFANO FOLLI LO RIBADISCE SULLA PRIMA PAGINA DI 'REPUBBLICA': LE ISTITUZIONI SONDANO IL TERRENO PER LO SPOSTAMENTO, SOPRATTUTTO CON L'OPPOSIZIONE. SE GRILLO E BRUNETTA SI DIMOSTRANO CONCILIANTI, ADDIO 4 DICEMBRE, SE NE RIPARLA IN PRIMAVERA
3. SE NON È IL SISMA, SARÀ IL RICORSO DEL PROFESSOR ONIDA. L'EX PRESIDENTE DELLA CONSULTA NON E' MICA IL PRIMO GRILLINO CHE PASSA: HA IMPUGNATO PER INCOSTITUZIONALITÀ NON IL QUESITO RENZIANO, MA PROPRIO LA LEGGE DEL 1970 CHE ISTITUISCE I REFERENDUM
4. PER ONIDA, QUANDO SI DECIDE SU TEMI MOLTO DIVERSI TRA LORO, LA NORMA DEVE PREVEDERE LA POSSIBILITÀ DI PIÙ QUESITI. IL TRIBUNALE DI MILANO STA PER PRONUNCIARSI

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1. UNO SCIAME SUL REFERENDUM

Stefano Folli per ''la Repubblica''

renzi a piazza del popolo manifestazione pd referendum renzi a piazza del popolo manifestazione pd referendum

 

Sullo sfondo della tragedia che ha colpito le popolazioni dell' Appennino, si sono infittite per almeno 24 ore le voci che ipotizzano un rinvio del referendum: dal 4 dicembre alla fine dell' inverno, verso quella primavera che in Italia è da sempre la stagione propizia per votare.

 

Questo consentirebbe alle pubbliche autorità di concentrarsi sull' emergenza in atto - e che nessuno è in grado di prevedere quando finirà - , mettendo tra parentesi la grande distrazione collettiva rappresentata da una scadenza peraltro imposta dalla Costituzione. Scadenza che dalla metà di maggio sta monopolizzando il dibattito pubblico fin quasi a paralizzarlo, soprattutto a causa dell' instancabile protagonismo del presidente del Consiglio.

 

maria elena boschi gianni cuperlo selfie maria elena boschi gianni cuperlo selfie

Ieri sera il premier ha tagliato corto, smentendo l' ipotesi in modo netto. E ha fatto bene perché si stava creando quella tipica zona grigia in cui il verosimile tende a diventare vero. Peraltro l' operazione era tutt' altro che campata in aria. Lo dimostrano due indizi ben precisi. Il primo è il richiamo dello stesso Renzi alla responsabilità nazionale dopo il nuovo terremoto. Richiamo rivolto alle opposizioni, è ovvio, affinché abbassino il tono delle polemiche quotidiane e s' impegnino a creare un clima di maggiore collaborazione in Parlamento e nel paese.

 

Sono parole abbastanza inusuali sulla bocca del premier, uomo che d' istinto tende a dividere più che a unire, ma non sono cadute nel vuoto. Se si tratta di intervenire per agevolare le misure di soccorso e predisporre la ricostruzione, persino Grillo ha dichiarato un certo grado di disponibilità. Lo stesso hanno fatto gli esponenti di Forza Italia, da Brunetta a Gasparri. Ma è solo questo che interessa a Renzi? Ridurre le polemiche per semplificare gli aiuti agli sfollati?

maria elena boschi referendum costituzionale maria elena boschi referendum costituzionale

 

Molti, magari a torto e con una punta di malizia, vedono nell' uscita del premier un tentativo legittimo di servirsi del clima di unità per disinnescare le tensioni referendarie a tutto vantaggio del "Sì". È noto, del resto, che le calamità naturali tendono a riunire il paese dietro chi governa, purché questi dimostri efficienza e serietà nell' azione di soccorso.

 

E stavolta, a differenza del 1980 in Irpinia, il vertice istituzionale ha dato pieno sostegno all' esecutivo. Mattarella ha insistito sulla coesione nazionale in perfetta sintonia con Renzi: l' opposto esatto di quanto avvenne 36 anni fa, quando la veemenza di Pertini di fronte alla devastazione si risolse in una delegittimazione del governo di allora, guidato da Forlani.

 

È a questo punto che si inseriscono le voci a favore del rinvio del referendum. Con una logica facile da interpretare: se l' atmosfera di solidarietà attenua i contrasti e svelenisce la campagna elettorale, è possibile fare un passo in più e rimandare la consultazione a tempi migliori.

REFERENDUM REFERENDUM

 

Ciò aiuterebbe la fase dell' emergenza e allontanerebbe anche il rischio di una vittoria del "No" in dicembre, vittoria che oggi la maggior parte dei sondaggi lascia intravedere. E il "No", pur senza i drammi che vengono evocati, comporterebbe un certo numero di conseguenze politiche e istituzionali. Non è strano che a Roma tale prospettiva produca dubbi e interrogativi. Il fatto che a sollevare la questione del rinvio sia stato Castagnetti, figura autorevole ed equilibrata della sinistra cattolica oggi nel Pd, è significativo.

 

Castagnetti ha senza dubbio agito di propria iniziativa e non è quindi appropriato ricordare in questa circostanza i rapporti di amicizia che lo legano a Mattarella. Tuttavia la sua mossa è servita a saggiare il terreno e non a caso è stata poi rilanciata dal centrista Sacconi. Troppo poco per creare una massa critica, abbastanza per alimentare qualche speculazione. Renzi, come si è detto, in apparenza ha chiuso la porta. E si capisce.

castelluccio di norcia castelluccio di norcia

 

Se davvero il governo scegliesse la strada del rinvio, avrebbe il consenso della sua maggioranza, ma scatenerebbe una brutale reazione dei vari segmenti dell' opposizione. E c' è da credere che per lo stesso Berlusconi sarebbe impossibile spezzare una lancia in favore di Renzi, dovendo fronteggiare la ribellione di leghisti e Fratelli d' Italia.

 

 

2. REFERENDUM, RENZI ESCLUDE L' IPOTESI RINVIO

Barbara Fiammeri per ''Il Sole 24 Ore''

 

Il rinvio della data del referendum costituzionale, a seguito del terremoto che ha coinvolto le regioni dell' Italia centrale, «è una cosa che per quello che mi riguarda non esiste. Il referendum si terrà il 4 dicembre come abbiamo fissato, nessuno ci ha chiesto peraltro di fare il contrario», sentenzia Matteo Renzi che bolla come una «boutade giornalistica» l' ipotesi di uno slittamento della data del voto.

amatrice terremoto scossa 30 ottobre amatrice terremoto scossa 30 ottobre

 

 La perentorietà del premier serve a chiudere sul nascere le iniziative (a lanciare la proposta era stato Pier Luigi Castagnetti) e le polemiche (Renato Brunetta ha accusato Renzi di voler rinviare il voto «per paura» di perdere) sul possibile rinvio dopo la violenta scossa di domenica.

 

L' ipotesi dello slittamento resta però in piedi e non per il terremoto ma per il ricorso di Valerio Onida discusso dal tribunale di Milano che a giorni dovrebbe rendere nota la sua decisione. Se, infatti, dovesse accogliere la richiesta dell' ex presidente della Corte costituzionale di sollevare davanti alla Consulta l' eccezione di legittimità della legge 352 del 1970 istitutiva del referendum, laddove non prevede l' obbligo di scissione del quesito quando la riforma - come in questo caso - riguarda più temi, il rinvio sarebbe inevitabile.

La cattedrale di Norcia crollata (da Twitter) La cattedrale di Norcia crollata (da Twitter)

 

Ma il sisma è comunque destinato a incidere anche sulla campagna referendaria. Tant' è che ieri si continuava anche a vociferare di un possibile rinvio o annullamento dell' appuntamento alla Leopolda, l' evento renziano per eccellenza in programma il prossimo weekend, che nelle intenzioni iniziali avrebbe dovuto lanciare il rush dell' ultimo mese prima del voto. Al momento la manifestazione è confermata, ma il programma iniziale sarà radicalmente rivisto. Si punterà soprattutto sui temi della sicurezza e della prevenzione anche perché quest' anno ricorre il cinquantesimo anniversario dell' alluvione che sconvolse Firenze il 4 novembre del 1966.

 

Una sorta di gemellaggio tra gli angeli del fango che allora salvarono una parte rilevante dei tesori fiorentini e quanti oggi sono, a partire dalla Protezione civile, accanto alle popolazioni colpite dal sisma. Non è un caso che l' impegno ribadito ossessivamente dal premier oggi come il 24 agosto sia: «Ricostruiremo tutto». Insomma almeno per questa settimana il «sì» cederà il passo all' emergenza.

 

Norcia - Terremoto in Italia centrale Norcia - Terremoto in Italia centrale

In questo clima drammatico, è inevitabile che restino sullo sfondo le polemiche interne al Pd sulle possibili modifiche all' Italicum. Domani o più probabilmente giovedì, tornerà a riunirsi la commissione chiamata a mettere nero su bianco la proposta dem sulla legge elettorale. Si punta a un documento, una sorta di "memorandum" che dovrebbe comunque lasciare campo aperto a ogni ipotesi sul tema del ballottaggio, inserendo solo la necessità di garantire un premio di governabilità.

 

RENZI MATTARELLA RENZI MATTARELLA

A Gianni Cuperlo, esponente della minoranza Pd all' interno della commissione, l' intervento di Renzi sabato a Piazza del Popolo non è piaciuto. Ma prima di prendere una decisione definitiva attende di capire se ci siano margini per arrivare comunque a un' intesa che gli consenta di virare sul sì.

 

Prospettiva che ormai non interessa più i bersaniani convinti di votare «no» al referendum e che il premier punti solo a dividere la minoranza. «Sta prendendo forma il piano del premier: puntare su una nuova sinistra, con Zedda, Merola, Pisapia e Cuperlo» diceva ieri un esponente vicino all' ex segretario.

 

Castagnetti e Del Rio Castagnetti e Del Rio

Intanto ieri è arrivato anche l' appello del presidente della Cei, il cardinale Angelo Bagnasco, che invita a votare «senza affidarsi a slogan ma esprimendo la propria volontà in modo sensato e ragionato».

 

 

 

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