A SCOLA DI POLITICA - L’ARCIVESCOVO DI MILANO ANGELO SCOLA “CRITICA” IL VOTO DI PROTESTA ALLA LEGA E SALVINI S’INCAZZA: “SAREBBE GRAVE OFFENDERE LA LIBERA SCELTA DI MILIONI DI ITALIANI. SIAMO CRISTIANI, NON FESSI”

Sabrina Cottone per “il Giornale”

 

Cardinale ScolaCardinale Scola

«Spero che le parole del cardinale siano state fraintese. Altrimenti sarebbe grave che un pastore di anime offendesse la libera scelta di milioni di italiani, buoni cristiani ma non fessi». Così il leader della Lega, Matteo Salvini, spara a palle incatenate contro l'arcivescovo di Milano, Angelo Scola, il giorno dopo il commento arrivato da Scola su astensionismo e voto di protesta. E i suoi lamentano anche che l'arcivescovo non abbia ancora trovato tempo per incontrare i leghisti.

Benedetto XVI con il cardinale Angelo Scolaarticle Benedetto XVI con il cardinale Angelo Scolaarticle

 

«Non voglio rubare il mestiere dei politici, io faccio il vescovo di mestiere» l'esordio di Scola. A seguire, un'analisi del risultato elettorale: «Si può solo dire che alla fine ciò che tiene in politica, come in ogni altra cosa, è la capacità di parlare agli uomini, a tutti gli uomini e a tutto l'uomo. Se qualcosa ha un orizzonte più ristretto, io penso che magari può anche sul momento avere impatto, ma poi uno deve curarsi del futuro, deve progettare un futuro».

 

Queste le parole pronunciate dall'arcivescovo di Milano: certo non un apprezzamento verso posizioni estreme di Salvini, impensabile da parte di un uomo di Chiesa, ma nemmeno una scomunica in toto della Lega. La Curia ha pubblicato sul sito il video integrale dell'incontro con i giornalisti di Scola, che in quel momento rispondeva a una domanda della cronista di Repubblica sul voto di protesta e su Salvini che parla contro i rom e fa incetta di voti.

 

salvini DIMARTEDI CON maglietta legasalvini DIMARTEDI CON maglietta lega

Soprattutto la sintesi, «Per la Lega un voto di protesta che non ha futuro», è finita nel mirino di Salvini, che ha riportato su Facebook la vicenda con un manifesto: «Titolo di Repubblica di oggi». Insomma, sembrano tornati i tempi degli attacchi leghisti al cardinale Dionigi Tettamanzi.

 

L'arcivescovo ha commentato con preoccupazione l'astensionismo: «Penso che la cosa sia legata a un fenomeno di transizione, cioè i partiti politici devono trovare forme rinnovate di partecipazione. Per fare questo devono essere credibili nelle proposte e nelle persone».

 

SALVINI MAGLIETTA RUSPESALVINI MAGLIETTA RUSPE

E ha poi soprattutto sottolineato come i cattolici siano assenti dalla scena politica. Frasi destinate a far riflettere tutti, a destra, sinistra e al centro, dal momento che Scola ha salvato solo un gruppetto di giovani appassionati di temi sociali: «La voce dei cattolici in politica è quasi sparita, almeno dal punto di vista dell'organizzazione di un cattolicesimo politico».

 

Nella polemica è intervenuto il presidente della Lombardia, Roberto Maroni, che ha rivendicato «collaborazione» della Lega con la Curia. Il tutto durante una conferenza stampa in cui, con il neo presidente della Liguria, Giovanni Toti, ha però confermato la tolleranza zero verso i migranti, non propriamente in linea con gli interventi dell'arcivescovo che continuamente invita all'integrazione.

 

ROBERTO MARONI CON LA SCOPA PADANA ROBERTO MARONI CON LA SCOPA PADANA

Maroni ha parlato della circolare inviata dal ministro dell'Interno, Angelino Alfano, ai prefetti, con cui il Viminale chiede 7.500 nuovi posti per i migranti, spingendo su Veneto e Lombardia. «Circolare illegittima sul piano giuridico. Viola la legge» l'attacco di Maroni, secondo il quale non si tratterebbe di profughi ma di clandestini. Maroni ha poi invitato i sindaci lombardi a dire no ad Alfano. In sintonia Giovanni Toti: «Ci allineiamo a Lombardia, Veneto e Valle d'Aosta: il governo scarica clandestini e tasse sugli enti locali». Porte chiuse ai migranti anche in Liguria.

 

 

migrantimigranti

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ursula von der leyen donald trump dazi matteo salvini

DAGOREPORT – LA LETTERINA DELL’AL CAFONE DELLA CASA BIANCA È UNA PISTOLA PUNTATA ALLA TEMPIA DEI LEADER EUROPEI, CUI È RIMASTA UNA SOLA VIA DI USCITA, QUELLA COSIDDETTA “OMEOPATICA”: RISPONDERE AL MALE CON IL MALE. LINEA DURA, DURISSIMA, ALTRIMENTI, ALLE LEGNATE DI TRUMP, DOMANI, ALL’APERTURA DELLE BORSE, SI AGGIUNGERANNO I CALCI IN CULO DEI MERCATI. LA CINA HA DIMOSTRATO CHE, QUANDO RISPONDI CON LA FORZA, TRUMP FA MARCIA INDIETRO - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” ORMAI È RIMASTA L’UNICA A IMPLORARE, SCODINZOLANTE, “IL DIALOGO” COL DAZISTA IN CHIEF, NEMMENO LE CIFRE CATASTROFICHE SULLE RIPERCUSSIONI DELLE TARIFFE USA SULLE  AZIENDE ITALIANE, TANTO CARE ALLA LEGA, HA FERMATO I DEMENZIALI APPLAUSI ALLA LETTERA-RAPINA DA PARTE DI MATTEO SALVINI – ASCOLTATE JOSEPH STIGLITZ, PREMIO NOBEL PER L’ECONOMIA: “TRUMP NON AGISCE SECONDO ALCUN PRINCIPIO ECONOMICO, NON CONOSCE LO STATO DI DIRITTO, È SEMPLICEMENTE UN BULLO CHE USA IL POTERE ECONOMICO COME UNICA LEVA. SE POTESSE, USEREBBE QUELLO MILITARE’’

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...

diletta leotta ilary blasi stefano sala pier silvio berlusconi

FLASH – IL BRUTALE AFFONDO DI PIER SILVIO BERLUSCONI SU ILARY BLASI E DILETTA LEOTTA (“I LORO REALITY TRA I PIÙ BRUTTI MAI VISTI”), COSÌ COME IL SILURAMENTO DI MYRTA MERLINO, NASCE DAI DATI HORROR SULLA PUBBLICITÀ MOSTRATI A “PIER DUDI” DA STEFANO SALA, AD DI PUBLITALIA (LA CONCESSIONARIA DI MEDIASET): UNA DISAMINA SPIETATA CHE HA PORTATO ALLA “DISBOSCATA” DI TRASMISSIONI DEBOLI. UN METODO DA TAGLIATORE DI TESTE BEN DIVERSO DA QUELLO DI BABBO SILVIO, PIÙ INDULGENTE VERSO I SUOI DIPENDENTI – A DARE UNA MANO A MEDIASET NON È LA SCURE DI BERLUSCONI JR, MA LA RAI: NON SI ERA MAI VISTA UNA CONTROPROGRAMMAZIONE PIÙ SCARSA DI QUELLA CHE VIALE MAZZINI, IN VERSIONE TELE-MELONI, HA OFFERTO IN QUESTI TRE ANNI…

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

NULLA SARÀ COME PRIMA: PIER SILVIO BERLUSCONI, VESTITO DI NUOVO, CASSA IL SUO PASSATO DI RAMPOLLO BALBETTANTE E LANCIA IL SUO PREDELLINO – IN UN COLPO SOLO, CON IL COMIZIO DURANTE LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI, HA DEMOLITO LA TIMIDA SORELLA MARINA, E MANDATO IN TILT GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI, MINACCIANDO LA DISCESA IN CAMPO. SE SCENDE IN CAMPO LUI, ALTRO CHE 8%: FORZA ITALIA POTREBBE RISALIRE (E MOLTO) NEI SONDAGGI (IL BRAND BERLUSCONI TIRA SEMPRE) – NELLA MILANO CHE CONTA IN MOLTI ORA SCOMMETTONO SUL PASSO INDIETRO DI MARINA DALLA GESTIONE “IN REMOTO” DI FORZA ITALIA: D'ALTRONDE, LA PRIMOGENITA SI È MOSTRATA SEMPRE PIÙ SPESSO INDECISA SULLE DECISIONI DA PRENDERE: DA QUANTO TEMPO STA COGITANDO SUL NOME DI UN SOSTITUTO DI TAJANI?