marcella raiola

SCUOLA BASTARDA/2 – UN’INSEGNANTE DI LATINO E GRECO DELLA PROVINCIA DI NAPOLI: “CI DEPORTANO E CI INSULTANO ANCHE, MA COME SI FA AD ANDARE AL NORD CON MILLE EURO AL MESE?” – “COME MAI TUTTI I POSTI SONO AL NORD, QUANDO SERVIREBBERO INSEGNANTI AL SUD?”

Lettera di Marcella Raiola a “La Repubblica

 

CATTEDRE CATTEDRE

Caro direttore, ho 44 anni e da 13 faccio con passione l' insegnante pendolare. Insegno Latino, Greco e materie letterarie nei licei classici della provincia di Napoli, e poche volte ho lavorato a meno di 25 km da casa. Sono laureata e abilitata con il massimo dei voti e ho conseguito un dottorato di ricerca in Filologia. Sono iscritta in graduatorie che per legge sono provinciali, non nazionali e ho pieno titolo all' assunzione. Da 13 anni accumulo punteggio lavorando da "ultima arrivata", con studenti, colleghi, dirigenti sempre diversi, e con meno diritti.

 

A differenza di tanti altri, poche volte mi è capitato di lavorare su uno spezzone orario, cioè a stipendio ridotto, oppure su due o tre scuole. Non ho, come tantissimi miei colleghi di età compresa tra i 40 e i 55 anni figli piccoli, disabili, genitori anziani o casa appena comprata con mutuo, ma ugualmente non ho prodotto la famigerata domanda di deportazione.

 

"Deportare" è una parola forte, è vero, ma è affiorata spontaneamente alle labbra di lavoratori precari da dieci o addirittura venti anni, con alle spalle peregrinazioni in varie regioni e grandi sacrifici, sia per l' aggiornamento (a carico nostro) che per la maturazione di un punteggio che ora viene azzerato e vanificato.

 

voto riforma della scuola in senato  2voto riforma della scuola in senato 2

A quelli che puntano il dito contro di noi, in questi giorni, denigrandoci e accusandoci di "sputare in faccia al posto" per difendere il privilegio di lavorare "sotto casa", voglio spiegare le mie ragioni e perché ci viene chiesto un vero e proprio salto nel buio. Quale lavoratore, dopo 15/20 anni di precariato, accetterebbe che un computer stabilisse dove deve andare a sopravvivere con mille euro al mese, andando a svolgere, per di più, mansioni ad oggi non definite e sicuramente diverse da quelle per cui ha studiato e lavorato?

 

La "fase" in cui la maggior parte dei precari rientra, infatti, me compresa, è quella in cui si viene assunti non da docenti, ma da "personale-jolly" e tuttofare, che il dirigente onnipotente utilizza a piacimento. Non solo. L' incarico che viene offerto ai precari dura solo tre anni e comporta l' obbligo di fare ulteriore domanda di trasferimento presso scuole del nuovo comprensorio in cui ci si verrà a trovare, con tanti saluti alla continuità. E dopo? È questa la grande " stabilizzazione"?

 

I nostri detrattori dicono pure che i lavoratori devono spostarsi dove sono i posti, ma non si chiedono come mai i posti siano tutti al Nord, mentre è al Sud che occorrerebbero più insegnanti, dato l' alto tasso di abbandono e di dispersione scolastica.

voto riforma della scuola in senato  1voto riforma della scuola in senato 1

 

Il piano di assunzioni del governo è solo un altro gigantesco taglio mascherato: il Pd aveva promesso il ritiro dei tagli Gelmini, 88.000 dei quali sono stati dichiarati illegittimi dal Consiglio di Stato, ma non ha mantenuto la promessa e si è invece inventato l' organico "funzionale", con la conseguenza che una parte dei precari verrà assunta per fare chissà cosa chissà dove (probabilmente il "tappabuchi" fino alla fine della carriera).

SCUOLA AGNESE LANDINISCUOLA AGNESE LANDINI

 

Un' altra cospicua parte, quella impossibilitata o indisponibile a cedere al ricatto della migrazione coatta e della dequalificazione professionale, resterà nelle graduatorie. Questo confligge con la sentenza della Corte europea del 26 novembre scorso, che condanna l' Italia per abuso di contratti a tempo determinato e impone l' assunzione di tutti i precari che hanno maturato 36 mesi di servizio.

 

scuola media brin a terniscuola media brin a terni

Ci hanno chiesto di buttare a mare una vita di studio e sacrifici, di partecipare a una lotteria calpestando chi non può "concorrere", nello spirito del "si salvi chi può". Perché? Perché non posso insegnare le mie materie nelle scuole in cui lavoro da 13 anni e in cui ci sono classi da 34 alunni (una l' ho avuta proprio io, nel 2009-2010). Smembrate, potrebbero essere meglio gestite da un maggior numero di docenti? Perché chi ha punteggi altissimi deve finire a Pordenone mentre chi è in fondo alle graduatorie potrà coprire le cattedre su cui i deportandi lavorano continuativamente da anni?

 

scuola renziscuola renzi

Qual è la ratio sottesa a questo sistema caotico e lambiccato? Il governo sembra voler punire una categoria che ha protestato vigorosamente, negli ultimi mesi, contro una riforma che non piace a nessuno e i cui primi danni già si iniziano a vedere e, inoltre, penalizza le donne, che sono il welfare dello svantaggiato Sud. Faccio un appello a tutti i lavoratori: invece di dilaniarci, facciamo in modo che il lavoro non sia percepito o elargito come un favore, perché è un diritto costituzionale. Difendiamo la dignità del lavoro e la Scuola pubblica, che è di tutti e per tutti.

SCIOPERO SCUOLA SCIOPERO SCUOLA

 

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