SE IL VATICANO TI CHIEDE UNA MANO - DAVANTI AGLI ISPETTORI DELL’ANTIRICICLAGGIO, IL MINISTERO DELL’ECONOMIA IMBAVAGLIA L’AUTORITÀ DI TRASPARENZA BANCARIA CHE AVREBBE DOVUTO PARLARE DELLE TANTE OPACITÀ DELLO IOR E DINTORNI - IL CAPO DELL’UIF, PER PROTESTA, HA RITIRATO I SUOI UOMINI DA STRASBURGO - ALLA FINE LA SANTA SEDE NE È USCITA CON UNA MEZZA PROMOZIONE - INDULGENZE PER TUTTA LA BANDA DEL LODEN?...

Marco Lillo per "il Fatto quotidiano"

Il governo italiano ha imbavagliato la delegazione della propria Autorità antiriciclaggio in Europa per aiutare il Vaticano. E il capo dell'UIF, per protesta contro il Governo, ha ordinato il ritiro dei suoi uomini da Strasburgo. Ieri la Santa Sede è stata sottoposta all'esame finale dagli ispettori di Moneyval, l'organismo antiriciclaggio del Consiglio d'Europa riunito in seduta plenaria a Strasburgo. Ma il Governo italiano ha scelto di non parlare alla sessione plenaria in cui si discuteva il caso.

Anche grazie a questo assordante silenzio italiano sulle tante inadempienze delle autorità della Santa Sede, il Vaticano è riuscito a ottenere una mezza promozione insperata alla vigilia. La partita vinta dalla Santa Sede con l'aiuto del governo italiano era fondamentale per lo Ior e le istituzioni finanziarie d'Oltretevere.

Moneyval è il fratello minore della principale organizzazione internazionale antiriciclaggio, il GAFI, e si occupa di dare le pagelle agli Stati membri del Consiglio d'Europa o agli esterni (come è accaduto prima della Santa Sede con Israele) che chiedono di essere valutati. Lo scopo di chi si assoggetta alle forche caudine di Moneyval è quello di essere inseriti nella lista dei Paesi affidabili per accedere poi alle procedure semplificate delle operazioni bancarie.

LA PROMOZIONE INSPERATA
La sessione plenaria dell'organismo europeo è iniziata il 2 luglio e si concluderà domani. Ieri però è stato il giorno del Vaticano. Il Fatto aveva già pubblicato i contenuti della bozza della valutazione sulla Santa Sede stilata dagli ispettori di Moneyval e spedita ai Paesi membri (tra cui l'Italia) nella quale il Vaticano aveva ottenuto un voto insufficiente: solo 8 delle 16 raccomandazioni fondamentali del GAFI erano rispettate.

Grazie anche all'atteggiamento dell'esecutivo italiano, ieri si è passato da un 5 in pagella (8 su 16) a un 6 risicato: 9 promozioni e 7 bocciature. In polemica con questa scelta del governo Monti, il direttore dell'UIF, cioè l'Unità di Informazione Finanziaria della Banca d'Italia, Giovanni Castaldi ha ritirato i suoi due dirigenti dalla delegazione che rappresentava il nostro Paese a Strasburgo per non essere complice di una posizione sbagliata.

GRILLI: "NON C'ENTRO"
Di tacere davanti al Consiglio di Europa sulle inadempienze di Oltretevere in materia bancaria - secondo quanto riferito da alcuni membri autorevoli della delegazione ministeriale a Strasburgo - sarebbe stata sponsorizzata dal viceministro dell'Economia Vittorio Grilli. Una circostanza molto grave, se confermata, perché il ministro dell'Economia (Monti che delega Grilli) è la prima autorità dello Stato in materia di antiriciclaggio secondo il decreto 231 del 2007.

Grilli ha negato al Fatto ieri tramite il suo portavoce di avere fatto pressioni sulla delegazione, ma il risultato di cui l'esecutivo si dovrà assumere la responsabilità è che lo Stato italiano non ha tutelato gli interessi dei cittadini alla trasparenza bancaria, ma quelli del Vaticano e dello Ior all'opacità dei conti dei suoi correntisti incappati in indagini come Luigi Bisignani o Angelo Balducci.

I rappresentati dell'UIF di Bankitalia, cioè i principali testimoni "a carico" del Vaticano e a favore della trasparenza del sistema bancario nel piccolo processo allo Ior, al Vaticano e alle sue prassi opache che si teneva a Strasburgo, ieri erano assenti. Non c'era dall'inizio della sessione di Moneyval il rappresentante del ministero della Giustizia, che avrebbe potuto raccontare le rogatorie mai arrivate alla Procura di Roma da Oltretevere nelle indagini sui misteri della morte di Roberto Calvi. Ma non c'erano nemmeno i dirigenti dell'UIF che all'inizio erano partiti convinti di poter dire la loro e che invece si sono sentiti imporre un bavaglio dal ministero.

Il 3 luglio, infatti, alla vigilia dell'esame decisivo, la dirigente del ministero dell'Economia che guidava la delegazione del governo italiano ha comunicato al rappresentante UIF che non avrebbe parlato nessuno perché così era stato deciso a Roma. A quel punto Castaldi, informato dai suoi due dirigenti dell'accaduto, ha ordinato loro di rientrare a Roma.

A nome dell'UIF, Castaldi aveva inviato a fine giugno una lettera al ministero dell'Economia nella quale specificava la sua posizione sulla bozza di rapporto trasmesso da Moneyval come base della discussione che si sarebbe tenuta a Strasburgo di lì a poco. In quella bozza, svelata dal Fatto, il Vaticano riceveva 8 bocciature e 8 promozioni sulle 16 raccomandazioni del GAFI in materia di antiriciclaggio.

L'UIF riteneva quella pagella troppo benevola ed elencava le ripetute inadempienze del Vaticano: le mancate risposte alle rogatorie, l'involuzione della nuova normativa voluta dal segretario di Stato Tarcisio Bertone nel gennaio del 2012 rispetto alla legge del dicembre 2010 che rappresentava un passo avanti e istituiva l'AIF, l'autorità antiriciclaggio del Vaticano e via elencando inadempienze su inadempienze della Santa Sede.

BERTONE E COSÌ SIA
Dopo avere letto quella lettera il governo italiano ha deciso di impedire all'UIF di commentare pubblicamente il rapporto ieri davanti agli ispettori Moneyval. Così a rappresentare l'Italia in questo dibattito sono rimasti solo gli uomini della quinta direzione del ministero dell'Economia preposta alla lotta contro il riciclaggio, guidata da Giuseppe Maresca che però ha inviato l'avvocato Francesca Picardi, la dirigente del ministero che, in qualità di capo della delegazione, ha trasmesso il diktat di Roma.

Castaldi, per evitare l'effetto silenzio-assenso, ha ordinato ai suoi due uomini di rientrare a Roma immediatamente. Una scelta accolta con sollievo dalla delegazione vaticana guidata dal braccio destro del segretario di Stato Tarcisio Bertone, monsignor Ettore Balestrero. L'obiettivo del Vaticano era quello di ottenere almeno una valutazione migliore di quella di partenza che permettesse l'inserimento della Santa Sede nella cosiddetta grey list, la lista grigia dei Paesi ancora inadempienti secondo i parametri Moneyval che però stanno migliorando il loro sistema al fine di aderire alle raccomandazioni del GAFI.

L'ostacolo principale per il Vaticano sulla strada verso la lista grigia era proprio l'UIF, l'autorità aveva segnalato infatti il peggioramento del sistema antiriciclaggio nel 2012 grazie alla nuova normativa voluta da Bertone. E così l'obiettivo del Vaticano è stato raggiunto.

 

gotti-tedeschiLOGO MONEYVALVITTORIO GRILLI LUIGI BISIGNANI Angelo Balducci TARCISIO BERTONE CON LE CUFFIE BERTONE - PAPAPAPA BENEDETTO XVI E TARCISIO BERTONE

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....