SE C’E’ ZAIA, C’E’ GIOIA! - BERLUSCONI PROVA A PROPORRE LUCA ZAIA COME PRESIDENTE DEL CONSIGLIO PER AVERE UN APPOGGIO ESTERNO AL GOVERNO DA PARTE DEL PD - NELLA TESTA DEL CAV QUESTA IPOTESI ANDREBBE BENE ALLA LEGA CHE, DA PRIMO PARTITO DELLA COALIZIONE, AVREBBE UNO DEI SUOI A PALAZZO CHIGI. MA SALVINI CHE PENSA?

-

Condividi questo articolo


Salvatore Dama per “Libero Quotidiano”

 

ZAIA TRA I MAIALI ZAIA TRA I MAIALI

La trattativa sarà lunga. E non è scontato che dia frutti. Ma Silvio Berlusconi ci vuole provare. Le elezioni del 4 marzo hanno messi i «volenterosi» dei due schieramenti nella posizione peggiore. Il ridimensionamento del Pd, fagocitato al Sud dal Movimento 5 Stelle, è il primo dei problemi. Il secondo è che la destra sovranista ha prevalso numericamente sul centro popolare. E dunque, in ragione del patto tra i leader di Forza Italia, Lega e Fratelli d' Italia, ora è Matteo Salvini che dà le carte per il centrodestra.

 

ZAIA MARONI ZAIA MARONI

Il segretario del Carroccio ha annunciato che incontrerà gli altri partiti. Non per proporre un «inciucio», ma per sottoporre loro il suo programma di governo e chiedere il sostegno in Parlamento o, in subordine, l'astensione. Tra Camera e Senato a Salvini mancano circa 80 voti. Sta messo peggio di lui Luigi Di Maio. Però, malgrado la carenza di numeri, anche il trentunenne di Pomigliano d' Arco vuole avviare un percorso parallelo a quello di Salvini.

Dice: io sono il premier e questo è il mio programma, chi condivide mi segua. Entrambi puntano ai voti del Pd.

 

BERLUSCONI ED IL SUDORE DI SALVINI BERLUSCONI ED IL SUDORE DI SALVINI

Ma Matteo Renzi, segretario dimissionario, ha già detto di non voler sostenere nessuno dei due. I dem rispetteranno il suo volere? Il neo senatore ci spera. L'altra ipotesi in campo è quella di un patto tra «populisti», Cinquestelle più Lega. Il limite di questa soluzione è che nessuno dei due leader cederebbe volentieri il passo all' altro. E un governo con due presidenti del Consiglio non si è mai visto in Italia. Almeno finora.

 

TRE SCENARI

Come uscire da questo imbuto? Andando per tentativi. Con la speranza che possa essere il terzo quello buono. Quel poco che trapela dal Colle lascia intendere che Sergio Mattarella affiderà anzitutto un mandato esplorativo a Di Maio.

 

berlusconi salvini meloni berlusconi salvini meloni

Il leader grillino avrà del tempo a disposizione per cercare una maggioranza in Parlamento. Se dovesse fallire, il secondo giro di consultazioni spetterà a Salvini, in quanto leader della coalizione di centrodestra. Dopo Giggino, anche Matteo dovrà bussare alla porta dei dem.

 

I quali hanno già detto che non intendono collaborare con i populisti. Se fallisce anche il tentativo salviniano, si arriverà verosimilmente a un terzo tempo, fase in cui Berlusconi spera di tornare protagonista. Il suo «piano B» è un governo di minoranza guidato da Luca Zaia con l' astensione del Pd. Nella testa del Cav questa ipotesi andrebbe bene alla Lega che, da primo partito della coalizione, avrebbe uno dei suoi a Palazzo Chigi. E non sarebbe indigesta per i dem, specie se il Colle dovesse esercitare una moral suasion su di loro.

 

BERLUSCONI SALVINI BERLUSCONI SALVINI

FORZISTI INDECISI

Un primo snodo per capire la fattibilità del «piano B» sarà l' elezione dei presidenti di Camera e Senato. Un accordo tra centrodestra e Pd, che affidi agli uni Palazzo Madama e agli altri Montecitorio, è già in stato avanzato di trattativa. Sempre che Salvini non faccia saltare l' abboccamento promettendo lo scranno della Boldrini a un pentastellato.

Già, perché i punti deboli di questa operazione sono il rapporto tra Salvini e Berlusconi e la lealtà di Forza Italia verso il capo.

 

giovanni toti giovanni toti

La domanda è: dopo la sconfitta di domenica gli azzurri saranno ancora tutti fedeli al Cavaliere o inizieranno a cedere alle lusinghe del nuovo leader della coalizione? Ieri Salvini era a pranzo a Portofino con Giovanni Toti, il governatore della Liguria è uno degli azzurri più vicini al capo del Carroccio. E dopo il 4 marzo non sono pochi i forzisti che credono sia arrivato il momento di rilanciare il tema della leadership anche in Fi. Ma Silvio non molla. A partire da oggi, essendo trascorsi tre anni dall' estinzione della pena, potrà chiedere la riabilitazione. Un passo per tornare protagonista in vista delle Europee 2019.

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT L’INTELLIGENCE DI USA E IRAN HANNO UN PROBLEMA: NETANYAHU - L'OPERAZIONE “TERRORISTICA” CON CUI IL MOSSAD HA ELIMINATO IL GENERALE DELLE GUARDIE RIVOLUZIONARIE IRANIANE NELL'AMBASCIATA IRANIANA A DAMASCO E LA SUCCESSIVA TENSIONE CON TEHERAN NON È SPUNTATA PER CASO: È SERVITA AL PREMIER ISRAELIANO A "OSCURARE" TEMPORANEAMENTE LA MATTANZA NELLA STRISCIA DI GAZA, CHE TANTO HA DANNEGGIATO L'IMMAGINE DI ISRAELE IN MEZZO MONDO - NETANYAHU HA UN FUTURO POLITICO (ED EVITA LA GALERA) SOLO FINCHÉ LA GUERRA E LO STATO D'ALLARME PROSEGUONO...

DAGOREPORT – BIDEN HA DATO ORDINE ALL'INTELLIGENCE DELLA CIA CHE LA GUERRA IN UCRAINA DEVE FINIRE ENTRO AGOSTO, DI SICURO PRIMA DEL 5 NOVEMBRE, DATA DEL VOTO PRESIDENZIALE AMERICANO - LO SCENARIO E' QUESTO: L’ARMATA RUSSA AVANZERÀ ULTERIORMENTE IN TERRITORIO UCRAINO, IL CONGRESSO USA APPROVERÀ GLI AIUTI MILITARI A KIEV, QUINDI PUTIN IMPORRÀ DI FARE UN PASSO INDIETRO. APPARECCHIATA LA TREGUA, FUORI ZELENSKY CON NUOVE ELEZIONI (PUTIN NON LO VUOLE AL TAVOLO DELLA PACE), RESTERA' DA SCIOGLIERE IL NODO DELL'UCRAINA NELLA NATO, INACCETTABILE PER MOSCA – NON SOLO 55 MILA MORTI E CRISI ECONOMICA: PUTIN VUOLE CHIUDERE PRESTO IL CONFLITTO, PER NON DIVENTARE UN VASSALLO DI XI JINPING... 

FLASH! - FACILE FARE I PATRIOTI CON LE CHIAPPE ALTRUI – INDOVINATE CHE AUTO GUIDA ADOLFO URSO, IL MINISTRO CHE PER DIFENDERE L'ITALIANITÀ HA “COSTRETTO” ALFA ROMEO A CAMBIARE NOME DA “MILANO” A “JUNIOR”? UN PRODOTTO DELL’INDUSTRIA MADE IN ITALY? MACCHÉ: NELLA SUA DICHIARAZIONE PATRIMONIALE, SPUNTANO UNA VOLKSWAGEN T-CROSS E UNA MENO RECENTE (MA SOSTENIBILE) TOYOTA DI INIZIO MILLENNIO. VEDIAMO IL LATO POSITIVO: ALMENO NON SONO DEL MARCHIO CINESE DONFGENG, A CUI VUOLE SPALANCARE LE PORTE...

DAGOREPORT – ANCHE I DRAGHI, OGNI TANTO, COMMETTONO UN ERRORE. SBAGLIÒ NEL 2022 CON LA CIECA CORSA AL COLLE, E SBAGLIA OGGI A DARE FIN TROPPO ADITO, CON LE USCITE PUBBLICHE, ALLE CONTINUE VOCI CHE LO DANNO IN CORSA PER LA PRESIDENZA DELLA COMMISSIONE EUROPEA - CHIAMATO DA URSULA PER REALIZZARE UN DOSSIER SULLA COMPETITIVITÀ DELL’UNIONE EUROPEA, IL COMPITO DI ILLUSTRARLO TOCCAVA A LEI. “MARIOPIO” INVECE NON HA RESISTITO ALLE SIRENE DEI MEDIA, CHE TANTO LO INCENSANO, ED È SALITO IN CATTEDRA SQUADERNANDO I DIFETTI DELL’UNIONE E LE NECESSARIE RIFORME, OFFRENDOSI COME L'UOMO SALVA-EUROPA - UN GRAVE ERRORE DI OPPORTUNITÀ POLITICA (LO STESSO MACRON NON L’HA PRESA BENE) - IL DESTINO DI DRAGHI È NELLE MANI DI MACRON, SCHOLZ E TUSK. SE DOPO IL 9 GIUGNO...