SILVIO, IL MIRACOLOSO – CON 76 PRIMAVERE SULLE SPALLE BERLUSCONI TORNA DAL BUNGA-BUNGA DI MALINDI DIMAGRITO E SMALTATO COME UNA VASCA DA BAGNO, SEMPRE CON LE STESSE CIANCE ACCHIAPPA-FARLOCCHI: “ABBASSEREMO LE TASSE, VIA L’IMU” - ERA IL 1994 QUANDO PROMISE “UN NUOVO MIRACOLO ITALIANO, UN MILIONE DI POSTI, MENO TASSE PER TUTTI” E ANCORA NION CAMBIA DISCO…

Filippo Ceccarelli per Repubblica

Eccolo di nuovo. Senza occhiaie, liscio in volto come un bambino. È tornato sulla nave. Ha parlato, come se nulla fosse accaduto. Tutto chiaro, tutto facile. L´Europa sbaglia, giù le tasse, via l´Imu, la riforma della Costituzione, Sarkò, Renzi, Grillo. Stavolta non solo è difficile, ma anche faticoso e forse anche vano prendere sul serio Berlusconi, e non solo perché sta per compiere 76 anni. In compenso, per due volte gli è fiorita in bocca una parola, la più abusata e avvelenata della sua storia: "miracolo".

Più esattamente: il suo ultimo governo ha fatto "miracoli" in politica estera. Quali non ha detto. E poi se Renzi vince, avremo il "miracolo" di un Pd socialdemocratico. Figurarsi cosa gliene importa. Ma non è questo il punto.

Il caso interessante, e per certi versi fatale, è che a suon di miracoli evocati e rivendicati si chiude idealmente un ciclo ventennale di potere ingannevole e mirabolante. Chi non ricorda come finiva la tele-cassetta della discesa in campo? «Dobbiamo costruire insieme un nuovo miracolo italiano».

Era il 1994. Per la verità già allora Giulio Tremonti aveva espresso le sue riserve sul «miracolismo finanziario berlusconiano», pure aggiungendo in modo più prosaico: "Panzane". Ma il fatto che di lì a poco proprio lui, Tremonti, avrebbe condiviso ai massimi gradi, con le peggiori responsabilità e fino alla fine l´avventura berlusconiana, è una terribile conferma dell´efficacia, per non dire della potenza persuasiva di questo miracolismo.

Ieri, in fondo, Berlusconi s´è anche tenuto. Del resto nel 2000, dando inizio alla crociera elettorale di "Azzurra", era salito a bordo dicendo: «Sono qui per miracolo». Infatti i «signori del malocchio» gli avevano fatto venire l´influenza. Ma lui era più forte. Con la consueta confezione umoristica a sfondo magico, il messaggio dello stregone-clown attingeva a un dimensione molto più profonda di quando osservatori, oppositori e cultori dell´ideologia pubblicitaria riuscivano allora a cogliere.

Due anni dopo, per via del cancro debellato, disse: «Io sono un miracolo vivente». E nel 2007 comunicò che le donne incinte gli chiedevano di mettere loro la mano sulla pancia; e alcuni miopi sugli occhi; e l´anno dopo lui stesso porse questa specialissima mano ad alcuni imprenditori del Lazio: «Toccatela - l´incoraggiava - perché ha fatto il grano».
Chissà oggi come se la passano. E seppure il prodigio appare al confronto assai meno rilevante nel 2009 il Giornale scrisse che un signore di Latina aveva risolto il problema dei piccioni che gli sporcavano il balcone ponendovi la gigantografia del premier.

Tutto è sempre stato un miracolo per Berlusconi: la nascita di Forza Italia, la salvezza del paese dal comunismo, la tenuta della maggioranza, le Grandi Opere che prendevano corpo, il fatto che il governo non metteva le mani nelle tasche dei cittadini, il semestre di presidenza italiana, i risultati del G8, l´accordo Nato-Russia, perfino la riforma del credito venne annunciata con la formula: «San Silvio da Arcore ha fatto il miracolo».

È strano come un popolo che si crede talmente furbo da imprimere perfino sulle mattonelle da muro il motto «Qui nessuno è fesso» abbia abboccato per tanti anni, tacitando ogni residua memoria, oscurando ogni relazione tra causa ed effetto. E cadono un po´ le braccia, sale un filo di nausea nel consultare vecchi giornali e banche dati elettroniche. E il "miracolo" dell´Alitalia, il "miracolo" dell´immondizia tolta da Napoli in 58 giorni (su quanto realmente avvenuto vale ricordare "La bolgia" di Conchita Sannino, Saggiatore 2010 e il saggio di Ciro Tarantino "Scrofole e re", Rubbettino 2011), e il "miracolo" dopo il terremoto, naturalmente, «nessuno ha fatto un miracolo come noi».

E adesso ancora promesse, ancora miracoli? Ancora nel maggio del 2011, con la crisi ormai esplosa: «Abbiamo fatto un miracolo - sosteneva Berlusconi - nel tenere in ordine i conti dello Stato e contemporaneamente sostenere il mondo del lavoro e delle imprese». E ancora nel giugno, ormai correndo verso la catastrofe: «È stato miracoloso mantenere il bilancio in ordine senza colpire i cittadini». Con tragicomica postilla: «Crediamo di meritare quasi un monumento perché rispetto ai governi europei non abbiamo adottato nessuna misura punitiva verso i cittadini». E già.

Eccolo di nuovo. Dimagrito. Sulla nave. A promettere questo o quello, a raschiare la stiva del miracolismo. E non ci sono più le parole, ma ieri c´era un fantastico video semi-amatoriale (Agf) su Repubblica.it: lui che sta per imbarcarsi, inquadrato in una specie di cornice d´acciaio bianca, gli dicono "Presidente, è in gran forma!", ma sullo schermo, più simboliche non si potrebbero, si vedono ragnatele svolazzanti, un muto senso di vecchiume e di perduta realtà.

 

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