voli di stato

STRANO MA VERO - GENTILONI ED ALFANO DIRETTI A BRUXELLES, STESSO GIORNO, STESSA ORA, PRENDONO DUE VOLI DI STATO DIVERSI - PRIMA DECOLLA IL PREMIER, POI IL MINISTRO DEGLI ESTERI - IN UN GIORNO HANNO SPESO QUANTO 4 PENSIONATI PRENDONO IN UN ANNO

 

Mario Giordano per “la Verità”

GENTILONI CHIEDE LA FIDUCIA ALLA CAMERAGENTILONI CHIEDE LA FIDUCIA ALLA CAMERA

 

Non sappiamo se prenderà mai il volo, ma intanto il governo prende il volo di Stato. Anzi già che c’è ne prende subito due. Ma sì: perché lesinare quando ci sono da spendere i soldi degli italiani? Il fatto piuttosto singolare è che i due voli di Stato sono partiti proprio dallo stesso posto. Proprio alla stessa ora.

 

E diretti proprio alla stessa meta. Aeroporto di Ciampino, giovedì 15 dicembre, cioè ieri, ore 7.30: prima decolla l' aereo blu del presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni. Destinazione: Bruxelles. Subito dopo decolla l' aereo blu del ministro degli Esteri, Angelino Alfano. Destinazione? Ovviamente Bruxelles. Due voli di Stato per due mezzi statisti.

 

GENTILONI CHIEDE LA FIDUCIA  ALLA CAMERA  GENTILONI CHIEDE LA FIDUCIA ALLA CAMERA

A qualcuno forse viene il sospetto: ma non potevano mettersi d' accordo e, per lo meno, andare insieme? Già risulta difficile capire perché occorra un volo di Stato per andare a Bruxelles, dal mo mento che a tutt' oggi non risultano aboliti i voli di linea. Ma due voli di Stato, uno dopo l' altro, dallo stesso aeroporto e per la stessa meta, sono davvero un insulto al buon senso. Unica cosa su cui, in effetti, a Palazzo Chigi si riesce sempre a risparmiare.

 

gentiloni e renzigentiloni e renzi

Risulta fra l' altro che l' Airbus 319 su cui è partito lo statista a metà, il conte Fotocopia Gentiloni, abbia all' incirca una quarantina di posti. Possibile che, in quei 40 posti, non ce ne fosse uno per l' altro statista a metà, il dottor Senzaquid Alfano?

 

Possibile che quest' ultimo abbia dovuto prendere un Falcon 50 da 9 posti su misura tutto per sé? Perché non ha chiesto un passaggio al suo capo di governo? Temeva che alle 7.30 del mattino lo interrogasse in inglese? Ha le ascelle che puzzano?  L' alito pesante? Temeva di far brutta figura? O temeva il «uaind» in quota?

 

Ha forse voluto un pilota tutto per sé per chiedergli di volare più basso, adeguandosi così anche alle sue capacità politiche? Oppure i due (Alfano e Gentiloni) non si sono messi d' accordo perché volevano tutti e due il posto A1 vicino al finestrino? Volevano evitare di litigare sulla temperatura a bordo? O per la hostess? Non si sopportano già più?

 

Oppure semplicemente se ne fottono allegramente all' insegna del motto: l' aereo blu è mio e me lo gestisco io (tanto chi paga siete voi)? Che poi, a dirla tutta, è anche difficile capire che cosa diavolo serva il continuo turismo istituzionale a Bruxelles. Riunioni su riunioni, per decidere che? Certo, il Consiglio europeo.

paolo gentilonipaolo gentiloni

 

I rapporti con la Russia. I migranti. Ma poi finisce con il solito giro di valzer e il nulla impanato in salsa belga. Cocktail, cene e alla fine cavoletti (amari) per tutti. Soprattutto per noi, che ce la dobbiamo cavare da soli con i nostri clandestini. Per carità: Gentiloni ci teneva, era al suo esordio europeo come presidente del Consiglio. E Alfano pure: era al suo esordio come ministro degli Esteri e non vedeva l' ora di sfoggiare il suo inglese, già molto rinomato oltralpe.

 

Per altro il premier si è fermato fino a tarda sera: è tornato a Ciampino alle 23.55, Ange lino invece è atterrato in Italia molto prima (alle 15.20). Ma un diverso orario di rientro può giustificare il lascia e raddoppia sull' aereo blu? E se, per dire, fosse andato anche il ministro degli Interni che facevano? Un terzo volo? E se c' era quello della Difesa un quarto? E se, per dire, un giorno si sposta l' intero governo, che fanno? Un aereo per ogni ministro? Tutti che decollano insieme?

 

RENZI BERLUSCONI VOLI DI STATORENZI BERLUSCONI VOLI DI STATO

Ognuno con il suo staff e la sua colazione su misura? Ma sì, avanti, vroom vroom vroom: decolla la squadriglia delle Fecce tricolori. Lo scialo del Paese che si alza in cielo. Soldo più, soldo meno. Soprattutto meno, direi. Secondo i calcoli degli esperti, infatti, il volo dell' Airbus 319 del premier Gentiloni è costato 50.000 euro. Quello del Falcon 50 di Alfano altri 20.000 euro.

 

Non è male: 70.000 euro in un giorno (quello che prendono in un anno 4 pensionati al minimo), solo per organizzare la navetta deluxe, ponte aereo prestige, per i due esponenti del governo Camomillo che sono andati a Bruxelles a presentarsi. I convenevoli più cari della storia della Repubblica.

 

airbus a340 nuovo aereo blu di renzi  4airbus a340 nuovo aereo blu di renzi 4

Una passerella costosa e un po' imbarazzante, soprat tutto per chi si appresta a chiedere altri sacrifici agli italiani. Se a questo, poi, si aggiungono i costi dell' altro celebre aereo blu, il A340 voluto da Renzi, 40 mila euro al giorno, per star fermo, beh, direi che il quadro dello spreco si completa perfettamente. Così non stupitevi se, mentre i due mezzi statisti toccano il cielo con un dito volando a Bruxelles, noi vorremmo farli volare per un' altra destinazione che non è bello dire. Senza aereo blu. E possibilmente con biglietto di sola andata.

Ultimi Dagoreport

spionaggio paragon spyware giorgia meloni fazzolari mantovano giorgetti orcel francesco gaetano caltagirone flavio cattaneo

DAGOREPORT - E TRE! DALLO SPIONAGGIO DI ATTIVISTI E DI GIORNALISTI, SIAMO PASSATI A TRE PROTAGONISTI DEL MONDO DEGLI AFFARI E DELLA FINANZA: CALTAGIRONE, ORCEL, CATTANEO - SE “STAMPA” E “REPUBBLICA” NON LI FANNO SMETTERE, VEDRETE CHE OGNI MATTINA SBUCHERÀ UN NUOVO E CLAMOROSO NOME AVVISATO DI AVERE UN BEL SPYWARE NEL TELEFONINO - COME NEL CASO DEGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA PROCURA ANTIMAFIA (FINITI IN CHISSÀ QUALCHE SCANTINATO), I MANDANTI DELLO SPIONAGGIO NON POSSONO ESSERE TROPPO LONTANI DALL’AREA DEL SISTEMA DEL POTERE, IN QUANTO PARAGON FORNISCE I SUOI SERVIZI DI SPYWARE SOLO AD AUTORITÀ ISTITUZIONALI - A QUESTO PUNTO, IL CASO È CORNUTO: O SI SONO TUTTI SPIATI DA SOLI OPPURE IL GOVERNO MELONI DEVE CHIARIRE IN PARLAMENTO SE CI SONO APPARATI “FUORILEGGE”. PERCHÉ QUANDO IL POTERE ENTRA NEI CELLULARI DEI CITTADINI, NON C’È PIÙ DEMOCRAZIA…

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...

matteo salvini luca zaia giorgia meloni orazio schillaci

FLASH! – L’”HUFFPOST” RIPORTA CHE SALVINI VUOL CONVINCERE LUCA ZAIA A PORTARE IL SUO 40% DI VOTI IN VENETO MA SENZA CHE IL SUO NOME BRILLI SUL SIMBOLO – PER ACCETTARE IL CANDIDATO LEGHISTA STEFANI, LA MELONA INSAZIABILE, PAUROSA CHE L’EX GOVERNATORE VENETO PORTI VIA TROPPI VOTI A FDI, L’HA POSTO COME CONDIZIONE A SALVINI – PER FAR INGOIARE IL ROSPONE, OCCORRE PERÒ CHE ZAIA OTTENGA UN INCARICO DI PESO NEL GOVERNO. IL MAGGIORE INDIZIATO A LASCIARGLI LA POLTRONA SAREBBE ORAZIO SCHILLACI, MINISTRO TECNICO IN QUOTA FDI, ENTRATO IN COLLISIONE CON I TANTI NO-VAX DELLA FIAMMA - AVVISATE QUEI GENI DI PALAZZO CHIGI CHE ZAIA SUI VACCINI LA PENSA ESATTAMENTE COME SCHILLACI…

monique veaute

NO-CAFONAL! – ARCO DI TRIONFO PER MONIQUE VEAUTE, QUELLA VISPA RAGAZZA FRANCESE CHE NEL 1984 GIUNSE A ROMA PER LAVORARE ALL’ACCADEMIA DI FRANCIA DI VILLA MEDICI - DA ABILISSIMA CATALIZZATRICE DI GENIALI E VISIONARIE REALTÀ ARTISTICHE INTERNAZIONALI, DETTE VITA A UN FESTIVAL CHE SCOSSE LO STATO DI INERZIA E DI AFASIA CULTURALE IN CUI ERA PIOMBATA ROMA DOPO L’ERA DI RENATO NICOLINI – L'ONORIFICENZA DI ''COMMANDEUR DE L'ORDRE DES ARTS ET DES LETTRES'' NON POTEVA NON ESSERE CONSEGNATA DALL’AMBASCIATORE FRANCESE SE NON A VILLA MEDICI, DOVE 40 ANNI FA TUTTO È NATO….

de luca manfredi schlein tafazzi conte landini silvia salis

DAGOREPORT - LA MINORANZA DEL PD SCALDA I MOTORI PER LA RESA DEI CONTI FINALE CON ELLY SCHLEIN. L’ASSALTO ALLA GRUPPETTARA (“NON HA CARISMA, CON LEI SI PERDE DI SICURO”), CHE HA TRASFORMATO IL PD DA PARTITO RIFORMISTA IN UN INCROCIO TRA UN CENTRO SOCIALE E UN MEETUP GRILLINO – NONOSTANTE LA SONORA SCONFITTA SUBITA NELLE MARCHE E IL FLOP CLAMOROSO IN CALABRIA, LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA RESISTE: TRINCERATA AL NAZARENO CON I SUOI FEDELISSIMI QUATTRO GATTI, NEL CASO CHE VADA IN PORTO LA RIFORMA ELETTORALE DELLA DUCETTA, AVREBBE SIGLATO UN ACCORDO CON LA CGIL DI “MASANIELLO” LANDINI, PER MOBILITARE I PENSIONATI DEL SINDACATO PER LE PRIMARIE – IL SILENZIO DEI ELLY ALLE SPARATE DI FRANCESCA ALBANESE - I NOMI DEL DOPO-SCHLEIN SONO SEMPRE I SOLITI, GAETANO MANFREDI E SILVIA SALIS. ENTRAMBI INADEGUATI A NEUTRALIZZARE L’ABILITÀ COMUNICATIVA DI GIORGIA MELONI – ALLARME ROSSO IN CAMPANIA: SE DE LUCA NON OTTIENE I NOMI DEI SUOI FEDELISSIMI IN LISTA, FICO RISCHIA DI ANDARE A SBATTERE…