PER STRONCARE I FURBETTI DEL WELFARE, CHE PRENDONO L’ASSEGNO DI DISOCCUPAZIONE MA NON CERCANO LAVORO, LONDRA VUOLE CREARE UN PROGRAMMA DI FORMAZIONE OBBLIGATORIA - CHI NON PARTECIPA AI CORSI DI 71 ORE, PERDE I SUSSIDI

Fabio Cavalera per “Corriere della Sera”

 

«Il nostro obiettivo è stroncare la welfare-dipendenza e impedire che si trasmetta da una generazione all' altra». Il conservatore Matthew Hancock siede nella compagine di governo col ruolo di ragioniere generale dello Stato, è il cassiere che ogni mese stacca gli assegni per i sussidi sociali. E ha il compito non semplice di sfoltire quella giungla di contributi pubblici che si è trasformata nel rifugio inviolabile dei «furbetti».

Matthew HancockMatthew Hancock

 

Lui e il vice ministro delle attività produttive Nick Boles, pure conservatore, hanno deciso di prendere di petto il «tabù welfare» e hanno annunciato che dall' aprile 2017 sarà operativa una nuova regolamentazione sugli assegni di disoccupazione. La cui filosofia è: «Severità e niente scuse». Fine dell' assistenzialismo in versione britannica.

 

E' un capitolo delicato, visti i tempi che corrono. Comunque, il sasso è stato lanciato nello stagno. E giornali britannici sintetizzano il giro di vite coniando lo slogan «work boot camp», ovvero i campi di addestramento obbligatori al lavoro, il che evoca brutte immagini ma non infastidisce i firmatari del piano e tanto meno il governo Cameron.

Nick Boles Nick Boles

 

La nuova disciplina si spiega in modo semplice: tutti i giovani dai 16 ai 21 anni che chiedono l' assegno di disoccupazione avranno l' obbligo di frequentare nei centri di collocamento corsi di 71 ore allo scopo di imparare a compilare un curriculum vitae e a sostenere i colloqui per le assunzioni, oltre a tutti quei piccoli accorgimenti utili per entrare nel mondo del lavoro. Nessuna eccezione, tranne che per gli invalidi accertati. Altrimenti addio per sempre al sussidio (il «job seeker allowance»). E addio pure al contributo per l' affitto di casa (l'«housing benefit»).

 

«Dovranno mettersi sotto e di buona lena», proclama il ragioniere capo dello Stato. La spesa pubblica, che viaggia sui 735 miliardi di sterline all' anno (più di mille miliardi di euro) va riformata e il capitolo «sicurezza sociale», 210 miliardi di sterline (300 miliardi di euro) è nel mirino per essere completamente ridisegnato. La quota degli assegni di disoccupazione è relativamente piccola, 5 miliardi di sterline (7 miliardi di euro) ai quali vanno aggiunti altri 5 miliardi di «housing benefit», ma ciò che conta è il messaggio che la prossima disciplina contiene.

job seeker allowancejob seeker allowance

 

La welfare-dipendenza è un virus subdolo che si insinua nella vasta platea degli onesti aventi diritto all' aiuto pubblico, 1 milione e 860 mila disoccupati, il 5,6% della forza lavoro (dati di luglio), 738 mila i giovani dai 16 ai 24 anni, il 16 per cento. Gli assegni mensili ricevuti dallo Stato possono essere generosi, fino a 500 sterline (700 euro) alla settimana, ragion per cui c' è chi, e non si tratta di casi isolati, preferisce «accontentarsi» del soccorso statale ed evitare ogni possibile occupazione, specie se poco gradita. «Le nuove generazioni devono uscire per il loro bene da questa logica», dichiarano convinti il ragioniere capo dello Stato e il viceministro delle attività produttive.

 

job seeker allowance job seeker allowance

I centri di collocamento saranno trasformati in «centri di addestramento», classi e frequenza obbligatori. Una provocazione? I due ispiratori del piano, conservatori, non ci stanno e sfidano i laburisti: «Prima delle elezioni erano d' accordo sulla opportunità di stroncare la welfare-dipendenza».

 

Matthew Hancock e Nick Boles hanno preso carta e penna e hanno scritto ai quattro candidati leader laburisti. «Dichiaratevi d' accordo». In tre hanno risposto negativamente ma senza chiudere (Andy Burnham, Yvette Cooper e Liz Kendall). Il quarto, il favorito, il «rosso» Jeremy Corbyn ha stracciato la lettera.

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