SUSANNA ZERO PANNA – LA CAMUSSO VA ALLA MANIFESTAZIONE DI LANDINI RIGIDA COME UNA SPRANGA – “MANIFESTAZIONE DI METALMECCANICI”, PROVA A SMINUIRE – LUI LA BACIA E LEI OFFRE UNA GUANCIA DI GESSO – MA ALLA RICHIESTA DI SELFIE SI OPPONE FIERAMENTE

- Landini sta piantando il seme di un nuovo partito? Tutti i sospetti sono legittimi, in politica. Ma sotto il palco di piazza del Popolo diventa invece forte la sensazione che Landini abbia piuttosto cominciato la scalata alla Cgil e alla poltrona della Camusso, che scade nel 2018… -

Condividi questo articolo


di Fabrizio Roncone per “Il Corriere della Sera

 

«Quando parla il selvaggio?», chiede con aria disgustata e complice Carla Cantone, responsabile dello Spi-Cgil, il sindacato dei pensionati.

Susanna Camusso si volta, si china leggermente, dagli occhi sprigiona un guizzo azzurrino di sorpresa, come se le avessero chiesto dove andrà in vacanza quest’estate: «Boh. Non ho idea...».

BACIO LANDINI CAMUSSO BACIO LANDINI CAMUSSO

Maurizio Landini non sente. Si infila la felpa della Fiom, fa ciao alla folla, ride, si pulisce gli occhiali. Molti compagni metalmeccanici alzano il pugno chiuso, molte compagne mandano baci con la mano. Grida di evviva, applausi, fischi di eccitazione, ogni tanto certi attaccano a cantare «Bella ciao».

 

Piazza del Popolo, bandiere rosse nel vento del pomeriggio, Stefano Rodotà sta concludendo il suo intervento.

 

Da un’ora e 35 minuti tutti però osserviamo Susanna Camusso che è lì, ferma sul penultimo gradino della scaletta di accesso al palco. Ferma, quasi immobile. Mentre il corteo veniva giù dalle rampe del Pincio, avanti lo striscione della Fincantieri, lei - direttamente da Reggio Calabria - è arrivata, è scesa dalla macchina, il servizio di sicurezza della Cgil l’ha tenuta dentro un cordone di braccia e subito l’hanno accompagnata fino a quella scaletta.

E lì è rimasta.

 

A un gradino dal palco.

Presente, ma plasticamente distante.

BACIO LANDINI CAMUSSO BACIO LANDINI CAMUSSO

E muta.

Anziani cronisti sindacali dicono che mai s’era visto il segretario generale della Cgil non dire mezza parola a una manifestazione della Fiom.

 

Allora il suo portavoce, il burbero Massimo Gibelli, sbuffando, scuotendo la testa perché certe cose non si dovrebbero pensare e tantomeno chiedere, organizza una bizzarra conferenza stampa: lei, la Camusso, in via del tutto eccezionale, si sporgerà dal suo penultimo gradino e farà una breve dichiarazione.

MANIFESTAZIONE LANDINI MANIFESTAZIONE LANDINI

«Però le domande sono vietate!».

No, scusa, Gibelli: che conferenza stampa è senza domande?

«O senza domande, o niente!».

Irrituale, va.

 

«Anzi, facciamo così: i microfoni, per sicurezza, li consegnate a me!», ordina Gibelli.

Camusso (senza celare un senso di puro fastidio non per Gibelli, ma per noi che vorremmo sentire cosa pensa): «In questa piazza ci sono i lavoratori metalmeccanici iscritti alla Cgil che, giustamente, sono in lotta perché la legge delega riduce i loro diritti».

Venti secondi. Punto. Fine.

 

Sì, certo: dovremmo fare finta che sia solo una semplice manifestazione sindacale. Ma è dura. Perché Landini era stato chiaro da subito. Contro il Jobs act, a Roma, sfilerà una coalizione sociale. Lo slogan è «Unions», richiamo alle origini del movimento sindacale, e però anche numerose sigle non sindacali sono venute in marcia con la Fiom o solo a suo sostegno: Libera, Arci, Articolo 21, Libertà e Giustizia. E poi Rifondazione e L’altra Europa con Tsipras, lo stato maggiore di Sel e pezzi di Pd.

MANIFESTAZIONE LANDINI MANIFESTAZIONE LANDINI

 

Per giorni, sui quotidiani e alla tivù, il sospetto: Landini sta piantando il seme di un nuovo partito? Tutti i sospetti sono legittimi, in politica. Ma qui, sotto questo palco, diventa invece forte la sensazione che Landini abbia piuttosto cominciato la scalata alla Cgil.

 

La Camusso, del resto, se ne sta lì immobile ma, ogni tanto, le viene spontaneo alzare lo sguardo e farlo scorrere sui ranghi dei manifestanti. Chi sono? Metalmeccanici, certo, però non solo. Colpisce la presenza dei giovani (premiati nell’attesa dall’esibizione del gruppo musicale romano «Il muro del canto»). Ci sono i bancari, i precari della scuola, i movimenti di chi lotta per la casa. Tante le bandiere del vecchio Pci (sotto una di queste, per un tratto, ha camminato anche l’anziano Aldo Tortorella). Ne hanno alzata una del Pd e il manifestante è stato insultato. Del Pd comunque ci sono, come detto, schegge di minoranza parlamentare: c’è Stefano Fassina, c’è Barbara Pollastrini, c’è Vincenzo Vita. Qualcuno sostiene di aver avvistato anche Rosy Bindi.

 

Matteo Renzi davanti ad una foto di Maurizio Landini, Matteo Renzi davanti ad una foto di Maurizio Landini,

I cronisti fanno la conta dei presenti e poi buttano un’occhiata sulla scaletta: sì, la Camusso è ancora lì. Immobile. Chicchissima con il suo completo blu, pantaloni di velluto a coste piccole e maglione dello stesso tono; la bottiglietta d’acqua in tasca, il cellulare con cui telefonare, di tanto in tanto.

Accanto - uno scalino più in basso - Serena Sorrentino. Chi è questa Sorrentino? La sua presenza, spiegano osservatori esperti, non è casuale. Segretaria confederale dal 2010, 37 anni, napoletana, responsabile delle politiche del lavoro: seria, rigorosa, preparata. Ti raccontano che alla Camusso non dispiacerebbe metterla in corsa per la sua successione, quando sarà (nel 2018).

 

Intanto, però, ecco che risale la scaletta lui.

Maurizio Landini.

Ora voi dovete sapere che Landini è un tipo distratto. Molto distratto. Uno di quei tipi che ti passano accanto e non si accorgono di te.

Landini fa così proprio con lei, con la Camusso.

felpa fiom camusso landini felpa fiom camusso landini

Così prontamente lo placcano, gli mollano una pacca sulla spalla, oh, Maurizio, guarda che c’è Susanna...

Lui allora si ferma, torna indietro. E l’abbraccia: «Dai! Diamoci pure un bacio!».

Lei, gelida, porge la guancia sinistra.

Bacio.

A questo punto, Gibelli decide che, per rompere il ghiaccio, non c’è niente di meglio che scattare un bel selfie collettivo.

Camusso: «No. Il selfie, grazie, no». 

felpa fiom landini felpa fiom landini

 

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT - SULLA SCENA POLITICA, FITTA DI SCAPPATI DI CASA, MANCAVANO SOLO LORO: FASCINA E GALLIANI - L’ANTICO “CONDOR” DEL CAVALIERE È DIVENTATO LO CHAPERON POLITICO DELLA “VEDOVA INCONSOLABILE”, CON IL CONTORNO DEI SECOLARI AMICI DELLA BUONANIMA DI SILVIO, CONFALONIERI E DELL’UTRI - IN OGNI USCITA PUBBLICA, I DUE SONO INSEPARABILI. DEL RESTO, SI CONOSCONO, E BENE. LA SCALATA DELLA “MARIA GODETTI” CALABRO-NAPOLETANA ALL’INTERNO DELL’INNER CIRCLE BERLUSCONIANO AVVENNE GRAZIE A GALLIANI, ALL’EPOCA BOSS DEL MILAN - ORA È CHIARO CHE A TAJANI HA SEMPRE FREGATO POCO DI COSA COMBINA IL DUPLEX FASCINA-GALLIANI. FINO ALLO SCORSA SETTIMANA ALLORCHÉ È ESPLOSA FORZA ITALIA AL COMUNE DI MILANO, DIETRO LA QUALE CI SAREBBERO LE UNGHIE DELLA FASCINA, CHE HA MANTENUTO UN OTTIMO RAPPORTO CON MARINA, VEDI IL DUELLO CONTINUO CON IL FRATELLO PIER SILVIO CHE VUOLE FAR SLOGGIARE LA “VEDOVA INCONSOLABILE” DALLA COSTOSISSIMA MAGIONE DI ARCORE - VIDEO

FLASH! - A TORINO, PER IL DOPO PALENZONA ALLA PRESIDENZA DI CRT, SI STANNO SONDANDO LE ISTITUZIONI SUL NOME DI MICHELE VIETTI, MAGISTRATO EX-CSM, OGGI DISOCCUPATO. UN NOME CHE È GRADITO AL SINDACO DI TORINO, STEFANO LORUSSO, CHE NON HA MAI SOPPORTATO LA PRESENZA E SOPRATTUTTO LA DISUBBIDIENZA DI PALENZONA - A DAR VOCE ALLA CANDIDATURA DI VIETTI C'È LA DI LUI CONSORTE, CATERINA BIMA, CHE RICOPRE IL RUOLO DI VICE PRESIDENTE DI CRT ED È STATA TRA GLI OPPOSITORI DELLA GESTIONE PALENZONA...

DAGOREPORT - CONTINUA L’IMBROGLIO-SCHLEIN: ELLY RINCULA SUL NOME NEL SIMBOLO DANDO LA COLPA A BONACCINI (SIC!) E SI RIMANGIA ''CAPOLISTA OVUNQUE": LO SARA' SOLO AL CENTRO E NELLE ISOLE - ALLA DIREZIONE NAZIONALE DEL PD DI IERI LA SVALVOLATA MULTIGENDER HA PERSO LA MAGGIORANZA DEL PARTITO. I VENTI DI RIVOLTA INVESTONO TUTTE LE VARIE ANIME DEL PD - ELLY SI È RIMBOCCATA LA LAPIDE QUANDO HA DETTO: O IL MIO NOME NEL SIMBOLO O MI METTETE CAPOLISTA IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. DI TALE PROPOSTA, LA ZARINA DEL PD NE AVEVA PARLATO SOLO CON BONACCINI. IL PRESIDENTE DEL PD HA ACCONSENTITO IN CAMBIO DELLA CANDIDATURA NEL SUD DEL RAS DELLE PREFERENZE, RAFFAELE “LELLO” TOPO, FIGLIO DELL’AUTISTA DI GAVA, CHE OVVIAMENTE FA PARTE DELLA SUA CORRENTE (AH! I CACICCHI…) - ALLA FINE VICINO A SCHLEIN RESTANO SOLO IN DUE, IL MULTI-TRASFORMISTA ZINGAR-ELLY E FRANCESCO BOCCIA, IL VERO ARTEFICE DEL SISTEMA PUGLIA, GARANTE DI DECARO ED EMILIANO - ANCHE SE ALLE EUROPEE IL PD GALLEGGERA' AL 20%, SINESTR-ELLY DOVRA' FARE LE VALIGIE...