luca lotti renzi

TANTO FALLIMENTO PER NULLA - LUCA LOTTI ANCORA INTIGNA: “RIVENDICO TUTTO CIO’ CHE ABBIAMO FATTO ANCHE ‘IL GIGLIO MAGICO’. NON SIAMO STATI CHIUSI NEL PALAZZO. AVREMMO DOVUTO PORTARE DI PIÙ IL PD NEI LUOGHI DEL DISAGIO - RENZI? UN GIORNO SI GIOCHERÀ LE SUE CARTE PER TORNARE A PALAZZO CHIGI - È STATO UN ERRORE DEMONIZZARE "IL MOSTRO VERDINI". CON LUI ABBIAMO CONDIVISO POLITICHE DI CENTROSINISTRA. L’INCHIESTA CONSIP? FORSE CI HA PENALIZZATO. A ME HA FATTO MALE”

MATTEO RENZI LUCA LOTTI

Goffredo De Marchis per “la Repubblica”

 

«Non salgo sul carro di Zingaretti. Lo spingerò. Come facevo prima». In realtà prima Luca Lotti, 36 anni, è stato il braccio destro di Matteo Renzi, il suo fratello minore e, da Palazzo Chigi, uno degli uomini più potenti d' Italia. «Adesso tutti, renziani o non renziani, dobbiamo cercare di cogliere il segnale di unità che arriva dalle Primarie. Ma io rivendico con orgoglio tutto quello che abbiamo fatto quando nel Pd guidavamo noi».

 

Rivendica anche la sconfitta del 4 marzo? Zingaretti ha detto che bisogna cambiare tutto, che voi guardavate l'Italia dalla montagna, lontani dai problemi reali.

mattarella malago luca lotti

«Alle elezioni del 4 marzo non siamo stati bravi a spiegare cosa volevamo fare, a raccontare quello che avevamo fatto, a ricordare il segno più che abbiamo riportato in tutti i settori dell'economia. Hanno vinto quelli che dicevano palesi bugie, come si vede adesso. Ora abbiamo il governo del falso cambiamento, il governo dello scotch, che si tiene insieme solo con scambi al ribasso».

 

Sì, ma la montagna?

«Non mi piace questa metafora. Non siamo stati chiusi nel Palazzo. Probabilmente avremmo dovuto portare di più il Pd nei luoghi del disagio, del malessere, dei problemi della gente».

 

GIANNI LETTA LUCA LOTTI1

Il Giglio magico era un circolo troppo chiuso per capire tutto questo?

«Il Giglio magico era semplicemente un gruppo di persone che ha lavorato insieme e bene. È stato un periodo bellissimo. Non c'è una sola organizzazione in cui un capo, un leader non si circonda di persone preparate e di fiducia. Di Maio avrà le "5Stelle magiche" e Zingaretti la "Lupa magica", come è naturale. Il Giglio ci ha fatto perdere le elezioni? Ma dai, non esageriamo. Dieci persone non hanno questo potere. E anche la storia della conventicola dei toscani non regge. C'erano Delrio, Padoan, Guerini; tutti hanno contribuito alla formazione del governo Renzi e alle sue azioni».

 

lotti in senato per la mozione di sfiducia

Come starà Renzi nel nuovo Pd? Spingerà il carro anche lui?

«Renzi è un leader e lo sarà ancora. Penso che un giorno si giocherà le sue carte per tornare a Palazzo Chigi. La grande scommessa di Zingaretti è capire che il Pd ha bisogno di tante leadership. Ha più frecce e le deve usare tutte. Per non ripetere il tragico errore del vecchio centrosinistra soffocato dai personalismi. Anche per questo noi siamo e resteremo nel Pd».

 

A proposito di personalismi, Renzi ha tenuto il partito fermo un anno prima di fare il congresso. Come ha fatto notare anche Gentiloni.

LUCA LOTTI

«Su questo non sono d'accordo con Paolo. Rivendichiamo il mancato accordo con i 5Stelle e l'opposizione condotta in Parlamento. Se avessimo celebrato il congresso nel momento di massima espansione del governo gialloverde non avremmo avuto quella partecipazione ai gazebo e non saremmo stati pronti a rappresentare un'alternativa. Una parte di quelli che sono venuti alle primarie, ora che il bluff è svelato, lo ho fatto per mandare a casa questo governo».

 

Pisapia, che sarà capolista nel Nord Ovest alle Europee, dice che il Pd di Renzi si era chiuso a riccio. Coltivavate il mito dell' uomo solo al comando.

LUCA LOTTI E TIZIANO RENZI

«Sull' apertura ad altri mondi forse non ci abbiamo capito molto. Ma dopo Pisapia a Milano abbiamo sostenuto Sala che non era il mondo chiuso. La disintermediazione è stato un problema, ma anche un metodo di governo per andare avanti. Quando con la Buona Scuola abbiamo stabilizzato 100 mila insegnanti una parte del sindacato ci chiese di condividere la scelta del metodo delle assunzioni altrimenti ci avrebbe fatto la guerra. Non accettammo quel diktat e lo abbiamo pagato caro, ma in quel momento ci sembrò la scelta giusta da fare».

 

Adesso aprire il Pd sembra una necessità, dopo il 18 per cento delle Politiche.

«Spero che Zingaretti lo faccia così come ha detto in Assemblea. Aprirsi al mondo esterno, che non vuol dire portare la sede nazionale in periferia. Significa dialogare con le associazioni, con i comitati, con tutto quello che è fuori dal Pd. Noi vorremmo lavorare a un' area di pensiero che dovrà essere in tutta Italia, con un gruppo dirigente che si impegnerà sull' idea riformista che abbiamo portato avanti in questi anni».

LUCA LOTTI

 

Ma non dovevano sparire le correnti?

«Non ho paura né dei leader né delle correnti».

 

Come avete fatto a dividervi da Martina in un batter d' occhio?

«Che nella mozione Martina ci fossero storie diverse era evidente a tutti e non è un problema di divisione».

 

L'unica apertura dell' era renziana fu quella verso Verdini. Quanto danno vi ha fatto?

«Con lui abbiamo condiviso politiche di centrosinistra. Ed è stato un errore demonizzare "il mostro Verdini". Ha votato le unioni civili, il Jobs act, gli 80 euro, ha votato il reddito di inclusione, il più grosso strumento di lotta alla povertà mai messo in campo.

Verdini lo ha votato e la De Petris no. La scommessa non era su Verdini ma sull'allargamento dell' area moderata per tentare di frenare la deriva di destra e populista che stava arrivando. Detto questo però mettiamo un punto: il voto di Verdini non è mai stato determinante. Se così fosse stato sarebbe caduto l' esecutivo. E poi ci criticavano quelli che avevano fatto il governo con Berlusconi…».

luca lotti maria elena boschi al quirinale

 

Ma che sinistra era quella che voleva fare il partito della Nazione con Forza Italia?

«Il partito della Nazione non era l'accordo tra Renzi, Berlusconi e Verdini. Doveva essere semmai quello che ha preso il 40 per cento al referendum costituzionale. Era il partito delle riforme. Undici milioni di voti in cui c'era tanta sinistra e tanto astensionismo cronico; ma questa è un'altra storia. Ora abbiamo Salvini e Casaleggio».

 

L'inchiesta Consip in cui lei è indagato quanti consenso vi ha tolto?

«Forse ci ha penalizzato. A me ha fatto male. Mi ha ferito che le richieste di un passo indietro venissero più da casa mia che da fuori. Ma la verità con il tempo verrà fuori tutta. Non ho commesso quello di cui sono accusato».

renzi e luca lotti

 

Torneranno quelli che hanno lasciato il Pd? In quel caso che farete?

«Dobbiamo parlare con tutti gli interlocutori a sinistra e al centro. Ma la comunità si rispetta e se si esce, brindando per la sconfitta al referendum, non si rientra. Lo ha escluso il segretario. Mi fido».

Ultimi Dagoreport

2025mellone

CAFONAL! - DIMENTICATE I GRANDI MATTATORI, ANGELO MELLONE È CAPACE DI SPETALARE FIORELLO IN 15 SECONDI - ATTORE, CANTANTE, SCRITTORE, POETA, SHOWMAN MA SOPRATTUTTO GRAN CAPO DELL'INTRATTENIMENTO DAYTIME DELLA RAI, IL BEL TENEBROSO DI TELE-MELONI, IN ATTESA DI VOLARE A SAN VITO LO CAPO (TRAPANI), PRESIDENTE DI GIURIA DELL'IRRINUNCIABILE CAMPIONATO DEL MONDO DI COUS COUS, ANZICHÉ SBATTERSI COME UN MOULINEX PER METTER SU TRASMISSIONI DECENTI PER RICONQUISTARE LA SUPREMAZIA DELLA RAI SU MEDIASET, LO RITROVIAMO COL SUO OUTFIT DA CHANSONNIER MAUDIT, ESIBIRE IL SUO STRAZIANTE RECITAR CANTANDO AL “JAZZ&IMAGE LIVE COLOSSEO FESTIVAL 2025” AL PARCO DEL CELIO, ACCOLTO DA UN FOLTO PARTERRE DI INVITATI CON L’APPLAUSO INCORPORATO (MATANO, CERNO, DESARIO, RONCONE, STRABIOLI, GINO CASTALDO, DARIO SALVATORI E TANTE RAI-GIRLS CAPITANATE DALLE PANTERONE-MILF, ANNA FALCHI ED ELEONORA DANIELE) - DEL RESTO, DITEMI VOI COME SI FA A FREGARSENE DELL’INVITO DEL DIRIGENTE RESPONSABILE DI UNA PLETORA DI PROGRAMMI, RISPONDENDO AL TARANTOLATO TARANTINO: “GRAZIE, MA NEMMENO SOTTO ANESTESIA”? - VIDEO

gaza giorgia meloni donald trumpm benjamin netanyahu

QUANTO A LUNGO PUÒ ANDARE AVANTI IL TRASFORMISMO CHIAGNE E FOTTI DI GIORGIA MELONI DECLINATO IN SALSA ISRAELO-PALESTINESE? - L’ITALIA HA DATO IL SUO VOTO FAVOREVOLE AL RICONOSCIMENTO DI "DUE POPOLI, DUE STATI" ALL'ASSEMBLEA DELL'ONU DEL 22 SETTEMBRE - MA, FRA UNA SETTIMANA, SU INIZIATIVA DI FRANCIA E ARABIA SAUDITA, IL CONSIGLIO DELL'ONU E' CHIAMATO A VOTARE IL RICONOSCIMENTO DELLO STATO PALESTINESE: CHE FARA' LA "GIORGIA DEI DUE MONDI"? - FRANCIA, AUSTRALIA, BELGIO, CANADA, FINLANDIA, MALTA, PORTOGALLO E REGNO UNITO ENTRERANNO A FAR PARTE DEI 147 STATI DEI 193 MEMBRI DELL’ONU CHE RICONOSCONO LA PALESTINA - DIMENTICANDO PER UN MOMENTO LE STRAGI DI GAZA, LA PREMIER VOTERA' CONTRO O SI ASTERRA' PER COMPIACERE TRUMP E L’AMICO NETANYAHU? TROVERA' IL CORAGGIO DI UNIRSI AL RESTO DEL MONDO, VATICANO COMPRESO? AH, SAPERLO...

giorgia meloni vox ursula von der leyen santiago abascal

DAGOREPORT - SE I MEDIA DI CASA NOSTRA, DEL VIDEO-MESSAGGIO DI GIORGIA MELONI ALL'EVENTO MADRILENO DI VOX, HANNO RIPRESO SOLO LA PARTE DEL DISCORSO RIGUARDANTE L’ASSASSINIO DI CHARLIE KIRK, SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO COME MARTIRE DELL’ODIO E DELLA VIOLENZA DELLA SINISTRA, I CAPOCCIONI DI BRUXELLES HANNO SBARRATO GLI OCCHI PER UN ALTRO MOTIVO - CHE CI FACEVA LA MELONI, EX PRESIDENTE DEL GRUPPO DEI CONSERVATORI EUROPEI ALL’EVENTO “EUROPA VIVA 2025” DI VOX, IL PARTITO DI ESTREMA DESTRA SPAGNOLO CHE DAL 2023 È STATO ARRUOLATO DA “PATRIOTI PER L’EUROPA”, L’EUROGRUPPO ANTI-UE CREATO DAL DUCETTO UNGHERESE E FILO-PUTINIANO, VIKTOR ORBAN, DI CUI FA PARTE ANCHE LA LEGA DI SALVINI? - ALLA FACCIA DEL CAMALEONTISMO DELLA “GIORGIA DEI DUE MONDI”, BASCULANTE TRA UN VIAGGETTO E UN ABBRACCIO CON I DEMOCRISTIANI TEDESCHI URSULA VON DER LEYEN E FEDRICH MERZ, A CATALIZZARE L’IRRITAZIONE DEI VERTICI DELL’UNIONE È STATO IL TEMA DELL'EVENTO DI VOX CHE, TRA DIBATTITI SU IMMIGRAZIONE ILLEGALE, LAVORO, CASA E SICUREZZA, SPUTAVA IN FACCIA AI POTERI FORTI DI BRUXELLES - LA MANIFESTAZIONE DI VOX HA DIMOSTRATO, PER L’ENNESIMA VOLTA, L’ISTRIONICA PERSONALITÀ DI COMUNICATRICE DELLA PREMIER ALLA FIAMMA. TALENTO LATITANTE TRA I NUMEROSI GALLI DEL  CENTROSINISTRA... - VIDEO

FLASH! – MENTRE SVANISCE LA MILANO DEI ‘’POTERI FORTI’’ E DEI “SALOTTI BUONI”, FINITI SOTTO IL TALLONE DEI “BARBARI ROMANI”, SI ALZA LA VOCE DEL 92ENNE GIOVANNI BAZOLI - IL GRANDE VECCHIO, CHE INSIEME A GUZZETTI HA RIDISEGNATO IL SISTEMA BANCARIO, HA CONSEGNATO ALLA FELTRINELLI LA SUA AUTOBIOGRAFIA (LA FIGLIA CHIARA, NONCHÉ COMPAGNA DEL SINDACO DI MILANO BEPPE SALA, LAVORA ALLA FONDAZIONE FELTRINELLI) – IL LIBRO PARTE DALLA GUERRA AI NAZIFASCISMO E LA PASSIONE PER ALESSANDRO MANZONI, CONTINUA CON LA CELEBRAZIONE DI NINO ANDREATTA, LE VICENDE DEL BANCO AMBROSIANO, FINO ALLA CREAZIONE DI INTESA SANPAOLO…

giorgia meloni kirk renzi salvini tajani

DAGOREPORT - LA STRATEGIA DELLA DISTRAZIONE DI GIORGIA MELONI: PER LA DESTRA DE’ NOANTRI, IL DELITTO KIRK NON È UNA STORIA AMERICANA DEFLAGRATA ALL’INTERNO DEL MONDO DEI “MAGA” TRUMPIANI. NO, È ROBA DA BRIGATE ROSSE IN VIAGGIO PREMIO NEGLI USA - ECCO: IL CADAVERE DI UN ATTIVISTA DI UN PAESE DOVE LE ARMI LE COMPRI DAL TABACCAIO È GIUNTO AL MOMENTO GIUSTO PER ESSERE SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO AD ARTE DALLA PROPAGANDA DI PALAZZO CHIGI, COPRENDO CON DICHIARAZIONI FUORI DI SENNO LE PROPRIE DIFFICOLTÀ - CHE LA DESTRA DI GOVERNO SIA IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE, INQUIETA (EUFEMISMO) PER L’ESITO DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, IL CUI VOTO SARÀ DIRIMENTE IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, ALLE PRESE CON UN PAESE CHE SENZA LA FORTUNA DEI 200 MILIARDI DEL PNRR SAREBBE IN RECESSIONE COME LA FRANCIA E LA GERMANIA, NE È CONSAPEVOLE LO STESSO ESECUTIVO, IN PIENO AFFANNO PER TROVARE LE RISORSE NECESSARIE ALLA FINANZIARIA DI FINE D’ANNO - RENZI: “LA PREMIER SEMINA ZIZZANIA E CREA TENSIONE PER EVITARE DI PARLARE DI STIPENDI E SICUREZZA. MA SOPRATTUTTO PER EVITARE CHE NASCA UN VERO MOVIMENTO A DESTRA. OCCHIO: SE VANNACCI FA COME FARAGE, LA MELONI VA A CASA. LA POLITICA È PIÙ SEMPLICE DI QUELLO CHE SI CREDA. GIORGIA MELONI ALIMENTA LA PAURA PERCHÉ LEI HA PAURA…” - VIDEO