tav torino lione

LA TELT DOMANI DARÀ IL VIA LIBERA ALLA TAV: SARÀ NECESSARIO PER NON PERDERE 300 MILIONI DI FINANZIAMENTI EUROPEI - IL DIRITTO FRANCESE PREVEDE CHE NEI PRIMI SEI MESI DALLA PUBBLICAZIONE DEI BANDI CI SIA UN'INDAGINE DI MERCATO PER INFORMARE LE AZIENDE - ALLA FINE DEI SEI MESI SI PROCEDE CON I CAPITOLATI D'APPALTO, A MENO CHE NON SI UTILIZZI LA “CLAUSOLA DI DISSOLVENZA”: IN QUEL CASO I BANDI DECADONO, SENZA ONERI PER NESSUNO - LO SCENARIO E COSA PUO’ ACCADERE

1 - UN ESCAMOTAGE LINGUISTICO E SI VA AVANTI PER I FONDI UE

Alessandro Trocino per il “Corriere della Sera”

 

TAV TORINO LIONE

La Telt domani darà il via libera alla Tav. E l' utilizzo della terminologia giuridica francese - «avis de marchés», cioè «inviti a presentare candidatura» - consente ai 5 Stelle, con un escamotage linguistico, di dire che si tratta di semplice «manifestazione di interesse» e non di bandi. Ma il via libera sarà necessario per non perdere 300 milioni di finanziamenti europei. Il diritto francese prevede che nei primi sei mesi dalla pubblicazione dei bandi ci sia un' indagine di mercato per informare le aziende.

CANTIERE TAV TORINO LIONE

 

Alla fine dei sei mesi si procede con i capitolati d' appalto, a meno che non si utilizzi la «clausola di dissolvenza»: in quel caso i bandi decadono, senza oneri per nessuno. Di norma, il recesso unilaterale è possibile per motivi di «interesse nazionale», in questo caso c' è anche la clausola del «preventivo avallo» dei governi, allo scadere dei sei mesi, formula concessa diverse settimane fa dal direttore generale di Telt Mario Virano. Dire che con questa procedura «non si vincoleranno i denari degli italiani» non è corretto.

Perché lo sono già da ora.

 

Secondo i calcoli tratti dalle due stesse relazioni sulla Tav (quella economica di Ponti e quella giuridica di Pucciarello) si dovrebbero pagare quasi quattro miliardi in caso di recesso unilaterale. Con la decisione della Telt, partono dunque i bandi per i primi tre lotti, in territorio francese, per scavare 45 chilometri di tunnel. Non avviare i lavori è quasi impossibile: ci sono sette trattati e due leggi nazionali che obbligano ad andare avanti. A meno che l' Italia non riesca a trattare con Francia e Ue la rimodulazione complessiva del trattato .

 

CANTIERE TAV TORINO LIONE

2 - LA PARTITA FINALE RIMANDATA A SETTEMBRE QUANDO ANDRÀ SCIOLTO IL NODO DEGLI APPALTI

Umberto Mancini per “il Messaggero”

 

Apparentemente hanno vinto tutti o quasi. Il governo giallo verde perché guadagna tempo, evita di bloccare i lavori ma, contestualmente, non si impegna dal punto di vista finanziario. Parigi che mantiene il punto, tiene in vita il progetto e non vede andare in fumo le risorse stanziate dall' Europa. Infine la Telt, società che gestisce l' opera, che si limiterà a spostare in avanti gli appalti per la costruzione della Torino-Lione.

 

mario virano direttore generale telt 1

In fondo, grazie ad un escamotage giuridico, la partita finale sul futuro della Tav viene tecnicamente rinviata a settembre con la messa a punto dei capitolati d' appalto veri e propri. E - se le condizioni politiche lo consentiranno - il completamento dell' infrastruttura o il suo stravolgimento.

 

LE TAPPE Domani, Telt, come scritto nelle lettera di risposta al governo italiano, darà il via libera solo alla pubblicazione delle manifestazioni d' interesse. Agli inviti cioè alle imprese interessate a presentare le candidature per i prossimi lavori che riguardano i lotti francesi del tunnel di base.

 

TAV TORINO LIONE

Quest' ultime avranno tempo fino al 31 marzo per farsi avanti, mentre la scelta definitiva verrà fatta tra 6 mesi, a settembre appunto. La pubblicazione degli avis de marchès se da un lato può apparire come una vittoria della Lega, che spinge per andare avanti, dall' altro è qualcosa di ben diverso rispetto ai bandi di gara che definiscono nei dettagli, con capitolati specifici, la natura degli interventi da realizzare, i costi, le tecnicalità operative. Al momento tutto resta nel limbo, sospeso. O meglio rinviato a quando la stazione appaltante, la Telt, dovrà condividere con le aziende interessate - ce ne sono tante - i capitolati e quindi la strada da compiere.

mario virano direttore generale telt

 

Ma se su questo punto la Francia non ha nessun dubbio - il rinvio di 6 mesi è considerato propedeutico ad un sì - dall' altro resta un rebus quale sarà l' atteggiamento dell' Italia. Perché il presidente del Consiglio mier Giuseppe Conte ha spuntato in extremis il massimo possibile. Non c' è infatti lo stop all' opera - che avrebbe comportato subito un danno erariale di 300 milioni a carico di Telt e conseguenze ben più pesanti in termini politici - ma la sua «rivalutazione».

 

Con l' invito del premier, giuridicamente non rilevante ma politicamente forte, rivolto a Telt a «soprassedere dalla comunicazione dei capitolati di gara, al fine di evitare che soggetti terzi», cioè le imprese, possano «formulare offerte per la realizzazione dell' opera, condizionando le libere, definitive determinazioni del governo» italiano. E senza offerte, senza capitolati, senza ripartizione dei lavori, il governo si mette al riparo «dall' assunzione di impegni di spesa». Insomma, non è costretto a bloccare dei soldi, a subire dei vincoli. Almeno nell' immediato.

MAPPA TAV EUROPA

 

FONDI UE

Non solo. La pubblicazione dei semplici inviti a partecipare consente di non perdere gli stanziamenti dell' Unione Europea. Tutto resta quindi aperto, reversibile, come prevede del resto la clausola di dissolvenza del diritto francese. Norma che ha salvato gli equilibri all' interno dell' esecutivo e rinviato lo scontro con l' Europa. Restano quindi congelati 2,3 miliardi di appalti.

 

CANTIERE TORINO LIONE TAV VAL DI SUSA

Anche se, ed è un dato che la Lega considera positivo, la procedura di selezione delle aziende viene comunque avviata. A settembre arriveranno anche i capitolati per la presentazione delle offerte definitive che - spiegano alla Telt - dovranno avere l' avallo dei governi francese e italiano. Il primo è pressoché scontato, visto che Parigi non ha nessuna intenzione di fare marcia indietro, il secondo dipenderà dal quadro politico che emergerà dopo le consultazioni europee a le trattative con Bruxelles. Sempre che qualcuno, dentro il governo, non decida di forzare la mano, facendo saltare il fragile equilibrio raggiunto. L' analisi costi benefici realizzata dal Mit viene sostanzialmente considerata carta straccia dagli uomini di Matteo Salvini, dalla Commissione Ue, da Parigi e dal fronte delle imprese. Una resa dei conti solo rimandata.

Ultimi Dagoreport

elly schlein giuseppe conte goffredo bettini gaetano manfredi piero vincenzo de luca roberto gualtieri silvi salis vincenzo decaro michele emiliano

DAGOREPORT - IL PD GUIDATO DA ELLY SCHLEIN? E' COME "'A PAZZIELLA 'MMAN 'E CRIATURE". IL GIOCATTOLO STA IN MANO AI BAMBINI. E LORO CHE FANNO? CI GIOCANO, SO' BAMBINI. E LO FANNO A PEZZI - CONFONDENDO LA LEADERSHIP CON L'AMBIZIONE, LA SEGRETARIA DEL PD SI E’ RINTANATA IN UN BUNKER: DIFFIDA DI TUTTI E SI CIRCONDA SOLO DEI SUOI “PASDARAN”: BONAFONI, ALIVERNINI E TARUFFI - NON SOPPORTA L’ASSE TRA CONTE E BETTINI; VIVE CON LA PAURA CHE BONACCINI VOGLIA SOSTITUIRLA AL PRIMO PASSO FALSO E CHE SILVIA SALIS LE FREGHI LA SEGRETERIA – SOSPETTI VERSO IL SINDACO DI NAPOLI GAETANO MANFREDI, POSSIBILE “PAPA STRANIERO” DEL “CAMPO LARGO” – ELLY DIFFIDA (EUFEMISMO) DI PRODI, CHE NON LA VEDE CANDIDATA PREMIER, E DI FRANCESCHINI, CHE LA PENSA ALLO STESSO MODO MA NON LO DICE - IL FASTIDIO VERSO MISIANI, GUALTIERI, MANCINI E ONORATO - VOLEVA ELIMINARE I ''CACICCHI'' MA HA RINCULATO CON DE LUCA E SOFFRE LE SMANIE DI EMILIANO IN PUGLIA - QUALCHE ANIMA PIA SPIEGHI ALLA GRUPPETTARA DI BOLOGNA CHE NON SIAMO ALL’OCCUPAZIONE DEL LICEO, NÉ TANTOMENO SUL CARRO DEL PRIDE DOVE SI È ESIBITA IN MODALITÀ “CUBISTA” SULLE NOTE DI “MARACAIBO” (VIDEO)

beppe grillo marco travaglio giuseppe conte elly schlein eugenio giani

DAGOREPORT: IL CONTE TRAVAGLIATO - DI BOTTO, SIAMO RITORNATI AI TEMPI DI BEPPE GRILLO: SULL’OK ALLA CANDIDATURA IN TOSCANA DEL DEM EUGENIO GIANI, CONTE NON TROVA IL CORAGGIO DI METTERCI LA FACCIA E RICICCIA IL ''REFERENDUM'' ONLINE TRA GLI ISCRITTI, L’UNO VALE UNO, LA “BASE” DA ASCOLTARE - MA L'EX "AVVOCATO DEL POPOLO" NON DOVEVA ESSERE IL LEADER CHE I 5STELLE NON HANNO MAI AVUTO, QUELLO CHE SI IMPONE E TRACCIA LA VIA AL SUO PARTITO? - DATO CHE GIANI, PER VINCERE, PUO' FARE A MENO DEI VOTI 5STELLE, NEL PD S'INCAZZANO CON LA SUBALTERNITÀ A CONTE DI ELLY SCHLEIN CHE HA ACCETTATO E PROMOSSO LA CANDIDATURA DEL 5STELLE ROBERTO FICO IN CAMPANIA: "QUESTI INGRATI È MEGLIO LASCIARLI CHE PRENDERLI" - MA TRA ELLY E PEPPINIELLO, C’È DI MEZZO LA COLONNA DI PIOMBO DI MARCO TRAVAGLIO, CHE DETTA OGNI MATTINA I DIECI COMANDAMENTI DELL'IDEOLOGIA M5S, CONVINTO COM'È CHE IL "CAMPOLARGO" PD-M5S SIA UNA DISGRAZIA PEGGIORE DELL''ARMATA BRANCA-MELONI...

netflix disney plus streaming

DAGOREPORT - “TOPOLINO” HA FAME - DISNEY SCUCE 3 MILIARDI DI DOLLARI PER COMPRARSI LE ATTIVITÀ MEDIA DELLA NFL, LA LEGA DEL FOOTBALL AMERICANO. QUALE SARÀ IL PROSSIMO PASSO? UN CONSOLIDAMENTO NELLO STREAMING È INEVITABILE (IL MERCATO È SATURO DI SERVIZI E CONTENUTI) E C’È CHI SI SPINGE A UN’ACQUISIZIONE DI PESO, COME NETFLIX - LA PIATTAFORMA CAPITALIZZA IL DOPPIO MA FATTURA UN TERZO DELLA DISNEY  – RUMORS ANCHE SU UN INTERESSE DI AMAZON PER SPOTIFY: LÌ I SOLDI NON SAREBBERO UN PROBLEMA (IL SERVIZIO DI E-COMMERCE DI BEZOS CAPITALIZZA 2MILA MILIARDI CONTRO I 130 DELLO STREAMING MUSICALE)...

matteo piantedosi giorgia meloni carlo nordio giusi bartolozzi alfredo mantovano almasri

DAGOREPORT - GIORGIA MELONI RISCHIA DI BRUTTO SUL CASO ALMASRI: PRENDERSI LA RESPONSABILITÀ DELLA SCARCERAZIONE E DEL RIMPATRIO (CON VOLO DI STATO) DEL TORTURATORE LIBICO EQUIVALE A UNA PUBBLICA SCONFESSIONE DEI MINISTRI NORDIO E PIANTEDOSI, CHE IN AULA HANNO MINIMIZZATO CON BUGIE LA QUESTIONE ATTACCANDO I GIUDICI – IL TRIBUNALE DEI MINISTRI, SCAGIONANDO LA STATISTA DELLA GARBATELLA E RINVIANDO A GIUDIZIO I DUE MINISTRI E IL SOTTOSEGRETARIO ADDETTO AI SERVIZI SEGRETI, HA APERTO UNA BOTOLA DOVE, DALL'ALTO DEL SUO DILENTATTISMO, MELONI È CLAMOROSAMENTE CADUTA - LO "SCUDO" PER SALVARE GIUSI BARTOLOZZI NON ESISTE: NON ESSENDO STATA RINVIATA A GIUDIZIO, IL GOVERNO NON PUÒ  ESTENDERE "IL CONCORSO" NEL REATO COL MINISTRO NORDIO. COSI', IL PARLAMENTO PUO' NEGARE L'AUTORIZZAZIONE A PROCEDERE CONTRO PIANTEDOSI, NORDIO E MANTOVANO, MA LA PROCURA DI ROMA NON AVRÀ ALCUNO OSTACOLO A RINVIARE A GIUDIZIO LA BARTOLOZZI, CON CONSEGUENTI ''RICADUTE POLITICHE'' SU MELONI - PERCHE' NON HANNO MESSO IL SEGRETO DI STATO...

donald trump volodymyr zelensky steve witkoff vladimir putin

DAGOREPORT - È FINALMENTE LA VOLTA BUONA PER LA PACE TRA RUSSIA E UCRAINA? – L’INVIATO SPECIALE DI TRUMP A MOSCA, STEVE WITKOFF, DOPO TRE ORE DI FACCIA A FACCIA, HA CONVINTO PUTIN A INCONTRARE IL TYCOON, CONSIGLIANDOGLI DI PRESENTARSI CON UN “REGALINO” DI BUONA VOLONTA': COME LA FINE DEGLI ATTACCHI DI DRONI E AEREI – IL FACCIA A FACCIA, CHE SI TERRÀ DOPO FERRAGOSTO NELLA TURCHIA DI ERDOGAN, HA OTTENUTO IL VIA LIBERA DA ZELENSKY, MERZ, STARMER E RUTTE (NON COINVOLTI IL GALLETTO MACRON E LA "PONTIERA SENZA PONTE'' MELONI) - MA PER FARLA FINITA, PUTIN DEVE PORTARE A MOSCA IL BOTTINO DEL VINCITORE: NON VUOLE E NON PUO' PERDERE LA FACCIA DOPO TRE ANNI DI GUERRA - TRUMP HA RASSICURATO ZELENSKY CHE L'UCRAINA NON VERRA' UMILIATA DALLA RUSSIA - IN VISTA DEL VOTO DI MID-TERM 2026, PER IL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA LA PACE VALE COME UN GOL IN ROVESCIATA...