TRAGEDIA GRECA/2 ¬ IL DIABOLICO CONTAGOCCE DI SUPERMARIO – LA BCE NON STRANGOLA LA GRECIA, MA LE DÀ LIQUIDITÀ CON IL MISURINO: UNO STRUMENTO DI PRESSIONE POLITICA FORTISSIMO IN VISTA DEL REFERENDUM

Tonia Mastrobuoni per “la Stampa

 

mario draghi e janet yellenmario draghi e janet yellen

La Bce ha preso una decisione pilatesca, ma gravida di conseguenze. Ha mantenuto l’asticella dei fondi emergenziali Ela che la banca centrale greca può concedere agli istituti di credito, allo stesso livello del 26 giugno, a 89 miliardi. In una nota, Francoforte sostiene di essere «pronta a riconsiderare la propria decisione» ed è decisa a «usare ogni strumento disponibile» per proteggere l’eurozona. Mario Draghi ha fatto sapere che il consiglio lavora a stretto contatto con la banca centrale greca e il governatore, Yannis Stournaras, ha aggiunto che «garantiremo la stabilità finanziaria per i cittadini greci, in queste circostanze difficili».

 

MARIO DRAGHI IN AUDIZIONE ALLA CAMERAMARIO DRAGHI IN AUDIZIONE ALLA CAMERA

La decisione della Bce tenta di mediare tra le anime in conflitto della banca centrale. Se avesse tagliato l’Ela, come chiedono soprattutto i Paesi del Nordeuropa, oggi avrebbe causato un bagno di sangue sui mercati accelerando la corsa di Atene verso il default. Se avesse aumentato il limite, avrebbe alimentato le obiezioni di chi accusa Mario Draghi di esporsi troppo.

 

La Bce, secondo i falchi, starebbe finanziando la fuga dei capitali in corso. 

 

Mantenendo l’Ela a 89 miliardi, la Bce ha spinto però inevitabilmente il governo Tsipras a prendere una decisione che secondo molti avrebbe dovuto essere presa già settimane fa. In serata, il governo ha comunicato che le banche rimarranno chiuse e che avvierà il controllo dei capitali. 

draghi tsiprasdraghi tsipras

 

I fondi emergenziali della Bce sono già stati un formidabile strumento di pressione, durante la Grande crisi. Nel 2011 e nel 2013, minacciando di tagliarli rispettivamente all’Irlanda e a Cipro, Francoforte indusse i due Paesi ad accettare i piani di salvataggio europei - riforme e aggiustamento dei bilanci in cambio di soldi. Ma la Grecia ha resistito finora al controllo dei capitali - che anche Cipro introdusse - perché non vuole alimentare un clima emergenziale che possa alimentare la paura. E, in prospettiva, i «sì» al referendum di domenica prossima sull’accordo europeo.

 

tsipras renzi e merkeltsipras renzi e merkel

Peraltro, Il presidente della Commissione, Juncker, ha pubblicato una versione aggiornata del documento in discussione con i greci, con qualche piccola concessione su due nodi difficili, le pensioni e l’Iva (quella sugli alberghi resta al 13%). Uno zuccherino per convincere i greci a non bocciare l’intesa. E girano voci che Bruxelles potrebbe concedere un finanziamento-ponte fino al referendum.

 

E Angela Merkel? Tace. Di fronte a quello che si sta profilando come il suo maggiore fallimento, non ha detto ancora una parola. Settimane fa aveva ripreso in mano la trattativa sulla Grecia dopo mesi di stallo: troppo tardi. Al cospetto di un clima irrimediabilmente avvelenato, un calo di popolarità nei sondaggi, il rischio di una fronda nel partito e un grande gelo con il suo ministro più potente, Wolfgang Schaeuble, ha gettato la spugna. 

Alexis Tsipras e Yanis Varoufakis   Alexis Tsipras e Yanis Varoufakis

 

Negli ultimi, cruciali giorni di negoziato a Bruxelles, ha lasciato campo libero ai falchi, dell’una e dell’altra parte. Il risultato è sotto gli occhi di tutti. La trattativa è scoppiata, la Grecia rischia il default e l’uscita dall’euro. E i banchieri centrali della Bce sono finiti nello scomodissimo ruolo delle parche della mitologia greca. Spetterà a loro decidere se recidere il filo che mantiene ancora in vita il Paese dell’Egeo. La cancelliera, invece, parlerà oggi ai leader dei partiti tedeschi.

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