merkel grexit grecia tsipras cavallo troika

LA TROIKA È VIVA E LOTTA CONTRO DI NOI - I BUROCRATI DI UE, BCE E FMI TORNANO AD ATENE PER CONTROLLARE I CONTI GRECI IN VISTA DEL TERZO PIANO DI SALVATAGGIO - IL PARLAMENTO GRECO APPROVA LA SECONDA TRANCHE DI RIFORME E SYRIZA TIENE

TSIPRAS TSIPRAS

1 - E AD ATENE TORNA LA TROIKA, COLPO PER IL PREMIER

E.L. per “la Repubblica”

 

A volte ritornano. Il 25 gennaio, sembra un secolo fa, Alexis Tsipras aveva recitato il de profundis. «Il popolo greco ha fatto la storia – aveva annunciato da palco dei Propilei nel comizio dopo il trionfo elettorale - . La Troika appartiene al passato». Si sbagliava. La Troika è viva e lotta insieme a lui. E dopo un semestre di confino a Bruxelles sotto falso nome (“le istituzioni” il più gettonato) Ue, Bce e Fmi hanno fatto ieri un ritorno trionfale ad Atene.

 

TSIPRAS KONSTANTOPOLOU 1TSIPRAS KONSTANTOPOLOU 1

Il mondo, nel frattempo, è cambiato. Fino a un mese fa, nell’era di Yanis Varoufakis, i tecnici del trio di cani da guardia dell’austerity erano relegati nelle stanze di un albergo, in attesa perenne di documenti dai ministeri che spesso arrivavano sul loro tavolo in gravissimo ritardo e rigorosamente in greco. Oggi Rasmus Ruffer (Bce), Declan Costello (l’ambasciatore Ue che qualche mese fa cercò di bloccare le leggi umanitarie di Tspras) e la new entry Delia Velculescu ( Fmi ha sostituito Rishi Goyal) hanno carta bianca e porte spalancate.

 

varoufakis in parlamento contro l accordo firmato da tsiprasvaroufakis in parlamento contro l accordo firmato da tsipras

Stamattina dovrebbero avere un primo incontro all’Ufficio bilancio di Atene per verificare i danni collaterali causati dai controlli sui capitali. Ed entro pochi giorni dovrebbero produrre un primo bilancio del disastro economico dell’ultimo mese, che servirà da base dei negoziati per il terzo piano di salvataggio. La ricomparsa sotto il Partenone delle istituzioni è uno dei bocconi più amari da mandare giù per Syriza.

 

I primi mesi di mandato di Tsipras se ne sono andati proprio in estenuanti discussioni per rimuovere il “vulnus” di un paese guidato in sostanza da un gruppo di tecnocrati non eletti in grado di fare il bello e il cattivo tempo nei ministeri nazionali. La sostanza, in realtà, non è mai cambiata. Più semplicemente la regia degli interventi è stata spostata fuori dai confini ellenici e il nome troika è stato abolito, per rispettare la suscettibilità ellenica, da tutti i documenti ufficiali della Ue.

 

tsipras junckertsipras juncker

Ora però il tempo stringe e il controllo a distanza dell’economia di Atene non è più possibile. L’ha capito anche Tsipras, costretto a dare il semaforo verde – con buona pace delle promesse elettorali – all’arrivo degli inviati di Ue, Bce e Fmi nella capitale. Probabile, vista la situazione, che i tecnici del terzetto tengano questa volta un profilo molto basso. Anzi, è possibile che a loro sia affidata pure la regia degli interventi “umanitari” necessari nelle prossime settimane per bilanciare la nuova cura lacrime e sangue imposta alla Grecia.

 

2 - GRECIA, NUOVO SÌ DEL PARLAMENTO AL PIANO TSIPRAS, SYRIZA TIENE

Da www.ansa.it

 

Il Parlamento greco ha approvato in tarda notte il secondo pacchetto di riforme concordato da Tsipras con l'Ue. Vota sì anche Varoufakis. Il premier guadagna consensi in Syriza. "Abbiamo lottato e sono sicuro che vinceremo", aveva detto in serata. La Bce aumenta intanto la liquidità di emergenza alle banche greche di altri 900 milioni. Bene i mercati

merkel tsiprasmerkel tsipras

 

Il governo Tsipras supera anche la seconda boa sulla strada che porta al nuovo programma di aiuti europeo e riduce, seppur lievemente, la 'ribellione' all'interno di Syriza, portando dalla sua parte persino l'irriducibile Varoufakis, paladino della lotta all'austerità targata Bruxelles.

 

Il Parlamento di Atene dice sì al secondo pacchetto di riforme richieste dai creditori internazionali per riavviare i negoziati sul piano di salvataggio da oltre 80 miliardi. Al termine di un dibattito protrattosi fino a tarda notte, l'esito del voto certifica 230 sì, 63 no, 5 astenuti. Tsipras incassa questo nuovo successo e soprattutto scongiura l'ulteriore indebolimento del suo partito, Syriza, che aveva già registrato l'uscita dell'ala più radicale dopo il voto sulle prime riforme, la settimana scorsa.

 

parlamento grecoparlamento greco

Votano no soltanto in 36, rispetto ai 39 che si erano opposti la prima volta. Tra i sì, a sorpresa, anche l'ex ministro delle Finanze, anche se si tratta di un appoggio solo per fare guadagnare tempo al governo nella trattativa con i creditori, precisa lui stesso. Sul tavolo, in Parlamento, c'erano le modifiche al codice di procedura civile e l'adozione delle regole europee sulla risoluzione delle banche in fallimento.

 

Il sì a queste riforme consentirà di avviare il negoziato con la ex Troika (Ue, Bce e Fmi) e chiudere un accordo sul piano di salvataggio entro la scadenza del 20 agosto, quando Atene dovrà restituire 3,2 miliardi alla Banca Centrale Europea. Tsipras, prima del voto, ha ribadito che il compromesso accettato a Bruxelles è stato difficile, ma l'alternativa sarebbe stata la Grexit o il default. Comunque, ha rilevato, il piano garantirà aiuti che copriranno totalmente le esigenze greche per i prossimi tre anni, inoltre darà il via alla discussione sulla ristrutturazione del debito.

VAROUFAKIS AL PARLAMENTO GRECOVAROUFAKIS AL PARLAMENTO GRECO

 

"Abbiamo lottato e seminato, e vinceremo", ha assicurato il premier. Alla vigilia del voto è tornata a farsi sentire la piazza: il maggiore sindacato del settore pubblico, l'Adedy, è sceso in strada radunandosi in piazza Syntagma "contro il nuovo piano di salvataggio e per ribaltare l'austerità e difendere la sovranità popolare". Alcuni manifestanti a volto coperto hanno lanciato bombe carta contro la polizia schierata a difesa del Parlamento, ma non ci sono stati contatti. In ogni caso, la rottura con i creditori e le prospettive di fallimento sono al momento scongiurati.

 

DRAGHI MERKELDRAGHI MERKEL

E Tsipras continuerà a vivere in un insolito paradosso: eletto a furor di popolo contro la Troika e la ferrea disciplina di bilancio imposta da Bruxelles, adesso il giovane capo di governo di sinistra si ritrova come tifosi - seppur interessati - proprio i vertici europei. Tanto che, in segno di fiducia nei suoi confronti, la Bce ha aumentato la liquidità d'emergenza fornita alla Grecia di altri 900 milioni, come la scorsa settimana. Dall'altra parte della barricata, invece, tutti coloro che gli rimproverano di aver abdicato all'austerità. Come il suo ex braccio destro, Varoufakis. Che tuttavia, al termine di questa lunga notte, gli ha concesso un altro po' di tempo.

Ultimi Dagoreport

nando pagnoncelli elly schlein giorgia meloni

DAGOREPORT - SE GIORGIA MELONI  HA UN GRADIMENTO COSÌ STABILE, DOPO TRE ANNI DI GOVERNO, NONOSTANTE L'INFLAZIONE E LE MOLTE PROMESSE NON MANTENUTE, È TUTTO MERITO DELLO SCARSISSIMO APPEAL DI ELLY SCHLEIN - IL SONDAGGIONE DI PAGNONCELLI CERTIFICA: MENTRE FRATELLI D'ITALIA TIENE, IL PD, PRINCIPALE PARTITO DI OPPOSIZIONE, CALA AL 21,3% - CON I SUOI BALLI SUL CARRO DEL GAYPRIDE E GLI SCIOPERI A TRAINO DELLA CGIL PER LA PALESTINA, LA MIRACOLATA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA FA SCAPPARE L'ELETTORATO MODERATO (IL 28,4% DI ITALIANI CHE VOTA FRATELLI D'ITALIA NON È FATTO SOLO DI NOSTALGICI DELLA FIAMMA COME LA RUSSA) - IN UN MONDO DOMINATO DALLA COMUNICAZIONE, "IO SO' GIORGIA", CHE CITA IL MERCANTE IN FIERA E INDOSSA MAGLIONI SIMPATICI PER NATALE, SEMBRA UNA "DER POPOLO", MENTRE ELLY RISULTA INDIGESTA COME UNA PEPERONATA - A PROPOSITO DI POPOLO: IL 41,8% DI CITTADINI CHE NON VA A VOTARE, COME SI COMPORTEREBBE CON UN LEADER DIVERSO ALL'OPPOSIZIONE?

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...