UCCI UCCI, SENTO ODOR DI FRATELLUCCI – LORENZA BONACCORSI, LA PIDDINA CHE NON VUOLE PIÙ VEDERE BISIGNANI SULLA RAI, HA UN FRATELLO MOLTO BEN RACCONTATO NEL LIBRO “I POTENTI AL TEMPO DI RENZI” – E BISI SVELA CHE LA SUA INTERVISTA A “BALLARÒ”, CHE NESSUN PIDDINO HA CONTESTATO, HA SUBITO RICCHI TAGLI

1 - MAIL DI LUIGI BISIGNANI A DAGOSPIA

 

luigi bisignaniluigi bisignani

A Renzi devono essere saltati i nervi se due fedelissime (Lorenza Bonaccorsi e Laura Cantini) chiedono l’intervento della commissione di vigilanza RAI per la mia presenza ieri sera alla trasmissione ‘Virus’ su Rai 2 in occasione dell’uscita del libro ‘I potenti al tempo di Renzi’ scritto con Paolo Madron e che in pochi giorni è diventato un best sellers.

 

La cosa non mi meraviglia affatto visto che nel libro ci soffermiamo sulla macchina di potere del premier e sulle gesta della famiglia Bonaccorsi ben impiantata nei vari cerchi che ormai circondano Matteo Renzi. L’anno scorso ero stato già censurato dai catto-comunisti del Salone del libro di Torino che non mi permisero di presentare il mio romanzo il Direttore.

 

La verità è che alla sinistra, trasmissioni libere come Virus non piacciono proprio tanto che in consiglio di amministrazione Benedetta Tobagi non fa che contestarla.

Certamente il PD preferisce di più i talk show come Ballarò che ha ospitato una mia intervista la settimana scorsa. Sarebbe bello chiedere ai responsabili della trasmissione perché hanno tagliato alcune parti politicamente significative.

 

Luigi Bisignani

 

luigi bisignani enrico cisnettoluigi bisignani enrico cisnetto

2 - Moretti, le poltrone Frau e le schede carburanti

Brano dal libro “I potenti al tempo di Renzi” di Luigi Bisignani e Paolo Madron

 

Torniamo al gioco di potere, che per molti, oltre che una bella supercazzola, è stato un bel cetriolo. Oltre a quelli di Eni, Enel e Poste, Renzi ha cambiato i vertici di altre due aziende strategiche: Finmeccanica e Ferrovie dello Stato. È così che Mauro Moretti, comunista pentito e ora amministratore delegato di Finmeccanica, approda alla sua corte dopo aver duramente polemizzato con lui quando disse che i manager pubblici guadagnavano troppo.

 

filippo bonaccorsifilippo bonaccorsi

Moretti, sindacalista della Cgil, gran sodale dell’ex tesoriere dei Ds Ugo Sposetti, sponsorizzato alle Ferrovie da Lorenzo Necci per ingraziarsi il Pci, è un uomo per tutte le stagioni. Non ricordo un manager pubblico più ossequioso di lui nei confronti di Gianni Letta. Con Renzi il patto l’ha siglato addirittura con la benedizione dell’arcivescovo di Firenze Giuseppe Betori.

 

Tutti e tre insieme andarono, nel 2012, a inaugurare un centro per le persone bisognose, nella stazione di Santa Maria Novella, sponsorizzato anche da Enel Cuore, di cui allora era consigliere delegato Gianluca Comin, uno dei manager che prima di tutti ha creduto in Renzi.

 

renzi filippo bonaccorsirenzi filippo bonaccorsi

Quella cerimonia potrebbe essere considerata il sugello di un’immaginaria polizza assicurativa firmata da Moretti per una gara di cui hanno molto parlato i giornali locali e che ha permesso a un consorzio guidato dalle Ferrovie dello Stato di acquistare l’ Ataf.

 

Non mi risulta che l’Ataf si occupi di treni.

Infatti è l’azienda fiorentina del trasporto pubblico. E quell’acquisto scatenò polemiche molto accese sui giornali locali. I francesi del colosso Ratp ancora oggi si chiedono come mai siano stati esclusi dalla gara all’ultimo momento: la busta con la loro offerta non è stata neppure aperta.

 

filippo bonaccorsi  filippo bonaccorsi

 Renzi all’epoca si sperticò in elogi per l’operazione, il cui stratega però fu l’ex presidente dell’Ataf Filippo Bonaccorsi. Il quale è stato premiato, visto che ora sta gestendo per conto di Matteo il colossale piano di modernizzazione e interventi sulle strutture scolastiche italiane. E pensare che Bonaccorsi gli fu presentato involontariamente da Enrico Letta.

 

Fiorentino, avvocato, di un paio d’anni più vecchio del premier, con Matteo si sono incontrati grazie alla sorella Lorenza, deputata del Pd, a una convention di Vedrò, il pensatoio di Letta, da cui poi Renzi ha attinto a piene mani. E dev’essergli piaciuto visto che se l’è portato alla Provincia di Firenze a occuparsi di trasporti.

 

[…]

 

La delega se l’è avocata Palazzo Chigi.

lorenza bonaccorsilorenza bonaccorsi

Naturalmente, con Italiasicura, la nuova struttura di missione contro il dissesto idrogeologico e lo sviluppo delle infrastrutture idriche. L’altra unità di missione è per l’edilizia scolastica. Nelle intenzioni i due organismi si occuperanno di sbloccare i fondi, che non sono pochi: si parla rispettivamente di 250 milioni per gli anni 2014 e 2015.

LORENZA BONACCORSI LORENZA BONACCORSI

 

Chi sono i capi?

Vecchie conoscenze del «giglio magico»: Filippo Bonaccorsi per l’edilizia scolastica ed Erasmo D’Angelis per le infrastrutture idriche.

 

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

NULLA SARÀ COME PRIMA: PIER SILVIO BERLUSCONI, VESTITO DI NUOVO, CASSA IL SUO PASSATO DI RAMPOLLO BALBETTANTE E LANCIA IL SUO PREDELLINO – IN UN COLPO SOLO, CON IL COMIZIO DURANTE LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI, HA DEMOLITO LA TIMIDA SORELLA MARINA, E MANDATO IN TILT GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI, MINACCIANDO LA DISCESA IN CAMPO. SE SCENDE IN CAMPO LUI, ALTRO CHE 8%: FORZA ITALIA POTREBBE RISALIRE (E MOLTO) NEI SONDAGGI (IL BRAND BERLUSCONI TIRA SEMPRE) – NELLA MILANO CHE CONTA IN MOLTI ORA SCOMMETTONO SUL PASSO INDIETRO DI MARINA DALLA GESTIONE “IN REMOTO” DI FORZA ITALIA: D'ALTRONDE, LA PRIMOGENITA SI È MOSTRATA SEMPRE PIÙ SPESSO INDECISA SULLE DECISIONI DA PRENDERE: DA QUANTO TEMPO STA COGITANDO SUL NOME DI UN SOSTITUTO DI TAJANI?

matteo piantedosi khalifa haftar giovanni caravelli

FOLLOW THE MONEY! - DIETRO AL RESPINGIMENTO DI PIANTEDOSI IN LIBIA, PROBABILMENTE, CI SAREBBE IL VIL DENARO! SADDAM HAFTAR, FIGLIO DEL GENERALISSIMO KHALIFA E GOVERNANTE DI FATTO DELLA CIRENAICA, AVREBBE CHIESTO ALL'ITALIA UN SOSTEGNO ECONOMICO PER "GESTIRE" I MIGRANTI (TENERLI IN GABBIA SENZA FARLI PARTIRE), COME QUELLO CHE ROMA CONCEDE AL GOVERNO DI TRIPOLI - L'AISE DI CARAVELLI, CHE HA OTTIMI RAPPORTI CON HAFTAR JR, TANTO DA AVERLO PORTATO IN ITALIA PER UN TOUR DEI MINISTERI (UN MESE FA HA INCONTRATO PIANTEDOSI, CROSETTO E TAJANI), HA CONTATTATO GLI 007 DI GRECIA E MALTA, PER CHIEDERE DI CONDIVIDERE L'ESBORSO. QUELLI HANNO RISPOSTO "NO, GRAZIE" - E COSÌ, È PARTITA LA "RITORSIONE" DEGLI HAFTAR, CHE HANNO ORGANIZZATO LA TRAPPOLA PER LA DELEGAZIONE EUROPEA (COMPOSTA OLTRE A PIANTEDOSI DAI MINISTRI DI GRECIA E MALTA)

giusi bartolozzi almasri giorgia meloni carlo nordio

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA TRA LE MANI IL CAPRO ESPIATORIO PERFETTO PER LA FIGURACCIA SU ALMASRI: GIUSI BARTOLOZZI, CAPO DI GABINETTO DEL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, NORDIO. DEL RESTO, È UNA MAIL DELLA “ZARINA” A DIMOSTRARE CHE A VIA ARENULA SAPESSERO DELL’ARRESTO DEL TORTURATORE LIBICO GIÀ DOMENICA 19 GIUGNO, E NON LUNEDÌ 20, COME SEMPRE SOSTENUTO DA NORDIO – DI FRONTE ALL’IPOTETICA CACCIATA DELLA BIONDISSIMA GIUSI, PERÒ, NORDIO S’È SUBITO OPPOSTO: GIAMMAI! D'ALTRONDE LA DECISIONE, SECONDO IL MINISTRO, È STATA PRESA DIRETTAMENTE A PALAZZO CHIGI…

mantovano belloni almasri ursula von der leyen bjoern seibert gianni caravelli

BELLONI, UN ERRORE DOPO L’ALTRO. QUANDO SBATTÈ LA PORTA DEL DIS, ESSENDO ENTRATA IN CONFLITTO CON IL CAPO DELL’AISE, GIANNI CARAVELLI, COLPEVOLE DI NON FARE RIFERIMENTO A LEI MA AL SOTTOSEGRETARIO ALFREDO MANTOVANO, SCELSE IL MOMENTO MENO OPPORTUNO: L’ESPLOSIONE DEL CASO ALMASRI - DOPO LO SCHIAFFO A MANTOVANO, ORA HA MOLLATO UNA SBERLA A URSULA, DECIDENDO DI FARE LE VALIGIE ANZITEMPO NEL MOMENTO DI DEBOLEZZA MASSIMA DI VON DER LEYEN: LA QUESTIONE DEI DAZI E LA MOZIONE DI SFIDUCIA DEGLI EUROPARLAMENTARI DI ULTRA-DESTRA - E OGGI BELLONI SI RITROVA, COME DICONO IN CERTI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ‘’SENZA I CRISMI’’ DI AFFIDABILITÀ PER ASPIRARE A UNA PRESIDENZA IN QUALCHE PARTECIPATA DI STATO, DOVE URGE UNA PRESENZA FEMMINILE, COME L’ENI...

giorgia meloni ursula von der leyen elly schlein

FLASH! - AVVISATE MELONI: IL VOTO DI FRATELLI D'ITALIA NON DOVREBBE SERVIRE NEL VOTO DI SFIDUCIA PRESENTATA DA 76 EURODEPUTATI DI ESTREMA DESTRA NEI CONFRONTI DELLA COMMISSIONE E DI URSULA VON DER LEYEN - LA TAFAZZIANA MINACCIA DI ASTENSIONE DEL GRUPPO PSE DEI SOCIALISTI EUROPEI (PD COMPRESO) SAREBBE RIENTRATA: IL LORO VOTO A FAVORE DELLA SFIDUCIA A URSULA SAREBBE STATO COPERTO DALLA CAMALEONTE MELONI, IN MANOVRA PER "DEMOCRISTIANIZZARSI" COL PPE, SPOSTANDO COSI' A DESTRA LA MAGGIORANZA DELLA COMMISSIONE...