UN DINOSAURO FORTUNATO (VINCENZO) - È IL CAPO DI GABINETTO MINISTERIALE PIÙ LONGEVO E PIÙ PAGATO DELLA STORIA REPUBBLICANA: MEZZO MILIONE L’ANNO PER DIECI ANNI, DA TREMONTI A DI PIETRO, DA SINISCALCO A MONTI - SOPRAVVISSUTO AI CONTRASTI CON MILANESE, HA OTTIMI RAPPORTI CON LETTA, E CONTROLLA IL TESORO - TRA GLI HIGHLANDER DEL NUOVO GOVERNO ANCHE MONTICELLI, PROCACCINI, NASTASI, STRANO - AMORALE DELLA FAVA: I MINISTRI NON CONTANO UN CAZZO, IL VERO POTERE CE L’HANNO I CAPI DEI DICASTERI…

Sergio Rizzo per il "Corriere della Sera"

Nella smobilitazione generale del governo di Silvio Berlusconi si sono materializzate, per i nutriti staff ministeriali, scialuppe di salvataggio di ogni genere. Com'è accaduto per l'ex portavoce dell'ex ministro dello Sviluppo economico Paolo Romani, Francesca Esposito, sbarcata a Invitalia per collaborare con il presidente Giancarlo Innocenzi: ex sottosegretario berlusconiano transitato all'authority per le comunicazioni e poi, in seguito a imprevisto professionale-politico (l'inutile suggestione del governo dell'epoca di cancellare dal palinsesto Rai la trasmissione Annozero di Michele Santoro con il sostegno dell'Agcom), catapultato alla ex Sviluppo Italia.

Con tanto di auto blu marca Audi e lampeggiante blu sul tetto, come un qualsiasi ministro. Per non parlare dell'Inail, dove ha trovato rifugio buona parte dello staff dell'ex ministro dell'Interno Roberto Maroni, lui passato addirittura all'opposizione assieme a tutto il Carroccio.

Nessun problema, invece, per i veri padroni dei ministeri: capi di gabinetti, esperti legislativi, consiglieri. Loro non corrono rischi. Male che vada, i pochi che non verranno confermati, torneranno a fare i magistrati del Tar o del Consiglio di Stato, oppure della Corte dei conti. Certi di un futuro ripescaggio: tanto sono preziosi. Certo, ci si potrebbe domandare se in questo meccanismo tutto italiano per cui ogni governo di turno si consegna sempre allo stesso gruppo di potere non ci sia qualcosa di gattopardesco: «Tutto cambi affinché nulla cambi».

Ma tant'è. Unica differenza fra il prima e il dopo è l'invito dell'ex presidente dell'Antitrust Antonio Catricalà, rientrato con le mostrine da sottosegretario alla presidenza a Palazzo Chigi, dov'era già stato con Berlusconi capo dell'amministrazione, a darsi una regolata con il numero dei collaboratori.

Ecco quindi che Vincenzo Fortunato potrà incrementare il suo secondo record. Qual è il primo? Quello di capo di gabinetto più pagato della storia repubblicana, a giudicare dai numeri apparsi sulla stampa, che anni fa indicavano in circa mezzo milione l'anno la sua retribuzione: prima, s'intende, della stretta sugli altissimi stipendi pubblici. Ebbene, a quel primato ora potrà sommare quello della maggiore durata consecutiva a capo di un ministero.

Fortunato è capo di gabinetto ininterrottamente dal 2001, con quattro ministri e tre maggioranze diverse: dal 2001 al 2006 all'Economia con Giulio Tremonti prima e Domenico Siniscalco poi; dal 2006 al 2008 alle Infrastrutture con il governo di Romano Prodi e Antonio Di Pietro ministro; dal 2008 a oggi di nuovo all'Economia con Tremonti (sopravvissuto anche ai contrasti con l'ex consigliere Marco Milanese) e, ora, con Mario Monti.

Quanto abbiano pesato nella sua recentissima conferma i suoi ottimi rapporti con Gianni Letta piuttosto che quelli, altrettanto buoni, con il leader dell'Italia dei valori, difficile dire. La realtà è che Fortunato continua a essere da un decennio uno degli uomini più potenti dell'esecutivo.

Scampato a ogni epurazione al pari di Salvatore Nastasi, da molti considerato il vero padrone del ministero dei Beni culturali. Capo di gabinetto già con Sandro Bondi, quindi con Giancarlo Galan (nonostante il successore dell'ex coordinatore del Pdl avesse inizialmente fatto professione di discontinuità) e adesso con Lorenzo Ornaghi, rettore della Cattolica di Milano.

L'ex collega di Nastasi Mario Torsello, che fino al luglio del 2010 aveva retto l'ufficio legislativo di Bondi e poi aveva lasciato per fare il segretario generale del Consiglio di Stato, è rimasto invece lontano dalla stanza dei bottoni poco più di un annetto: ora è il capo di gabinetto del superministero di Corrado Passera, nel quale sono riunificati addirittura sei ex dicasteri (Industria, Commercio estero, Comunicazioni, Lavori pubblici, Marina mercantile e Trasporti).

Nessun problema nemmeno per Lucrezio Caro Monticelli. L'ex capo di gabinetto del Welfare, dove Elsa Fornero ha richiamato il più stretto collaboratore di Rosy Bindi, Francesco Tomasone, ha traslocato al ministero dell'Ambiente. Passando così da Maurizio Sacconi a Corrado Clini, entrambi legati da un filo che riconduce all'Associazione Marco Biagi (che un tempo si chiamava Associazione amici di Mario Rossi ed era stata fondata dall'ex ministro).

Come al suo posto è rimasto Giuseppe Procaccini, già capo di gabinetto di Maroni, confermato anche da Anna Maria Cancellieri. Idem per il segretario generale di Palazzo Chigi, Manlio Strano. Mentre buone possibilità di ricollocarsi con Piero Gnudi avrebbe l'ex capo di gabinetto di Raffaele Fitto, Riccardo Carpino: sempre che l'ex presidente dell'Enel non gli preferisca Alberto Stancanelli, già braccio destro di Antonio Bassolino alla Regione Campania.

L'unico marziano (ammesso che si possa definire tale) rischia perciò di essere il prefetto Mario Morcone, ex capo dell'Agenzia per i beni confiscati alla mafia e candidato sindaco di Napoli per il centrosinistra. Per ora fa il capo di gabinetto del ministro Andrea Riccardi. Per ora significa almeno fino a martedì, quando saranno nominati i sottosegretari. Nella lista dei papabili, a quanto pare, c'è anche il suo nome.

 

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