URKA, SENTO PUZZA DI TROIKA! NON È RENZI A COLPIRE MERKEL, È IL CONTRARIO: IL GOVERNO TEDESCO VUOLE IMPORRE DUE STRADE ALL'ITALIA: O IL COMMISSARIAMENTO ''SOFT'' (TIPO SPAGNA) PER SALVARE LE BANCHE, O UN PIENO BAIL-IN, PER ADDOSSARE IL MACIGNO DEI CREDITI MARCI SUI CITTADINI ITALIANI E NON SU QUELLI EUROPEI (OVVERO TEDESCHI) - COME A MADRID, RIFORME DETTATE DALLA TROIKA, CONTI PUBBLICI SOTTO CONTROLLO

Ecco perché Pittibimbo frigna da giorni contro i cattivi dell'austerità: teme di fare la fine di Rajoy. Dopo il crac delle 4 banche, molte altre restano piene di crediti marce, e Bruxelles si oppone alla bad bank. Perché? Perché la Germania vuole usare il fondo salva-Stati, che impone un commissariamento di fatto del Paese. O un bail-in che colpisca i risparmiatori/azionisti...

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1. PER SALVARE LE BANCHE ORA L' ITALIA RISCHIA L' ARRIVO DELLA TROIKA

Antonio Signorini per “il Giornale

 

RENZI MERKEL RENZI MERKEL

È lo spettro «tedesco» che si materializza nel cuore delle istituzioni europee e incombe su Roma. Proprio mentre Matteo Renzi ingaggia un duello mediatico con Angela Merkel, nelle stanze della Commissione europea qualcuno inizia a pensare a una cura da cavallo, per risolvere una volta per tutte la crisi delle banche italiane. Drastica e senza alternative, ispirata più a Wolfgang Schaeuble che alla cancelliera. Detta brutalmente, un piano di salvataggio per l' Italia. L' Esm, il fondo europeo di salvataggio che è stato attivato per Spagna, Grecia, Irlanda e Portogallo, con tutto quello che comporta.

 

Riforme dettate dalla Troika, conti pubblici sotto controllo.

foto di renzi dal profilo di filippo sensi 1 foto di renzi dal profilo di filippo sensi 1

Salvataggio delle banche sotto la stretta sorveglianza dell' Ue.

Il precedente che calza, quello che sta tentando parte della Commissione Europea, è quello della Spagna. Nel 2012 chiese aiuto all' Europa per risolvere la crisi delle banche, alle prese con 100 miliardi di crediti incagliati. Erano coinvolti i principali istituti del Paese, a partire da Bankia.

 

Alle fine Madrid ne utilizzò solo 41, ma il piano scattò, con tutto quello che comporta.

Le risorse, per non umiliare il governo, passavano dal fondo europeo a un analogo contenitore spagnolo. Un modo per concedere un minimo di autonomia a un importante Stato membro. Il piano di salvataggio europeo prevede, di fatto, il commissariamento dei Paesi per tutte le scelte di politica economica. La versione spagnola fu più blanda di quella imposta alla Grecia.

 

angela merkel a firenze con renzi 6 angela merkel a firenze con renzi 6

Ma fino a un certo punto.

Un pezzo di Europa, in prima fila lo stesso ministro delle finanze tedesco Schaeuble, fece in modo che tutto il piano di ristrutturazione delle banche avvenisse sotto il controllo della troika, quindi Bce, Commissione e Fmi.

 

Cosa c' entra l' Italia? Più di quanto si pensi. Proprio quando, nel 2012, scattò il piano per la Spagna in molti pensarono che di lì a poco sarebbe toccato al Belpaese. L' Italia rifiutò sostenendo che il sistema bancario era solido. Ora, con la vicenda delle quattro banche del Centro Italia, Roma conferma di volere fare da sola. Ma potrebbe non bastare. Di crediti in sofferenza nel sistema ce ne sono. I prestiti deteriorati ammontano ancora a 360 miliardi di euro, pari al 18 per cento degli impieghi totali. Nel 2008 l' incidenza era appena al 6%.

 

Per potere continuare a prestare soldi a famiglie e imprese, le banche devono liberarsi dei crediti inesigibli, attraverso la bad bank. Ma sono esclusi aiuti di Stato.

angela merkel a firenze con renzi 5 angela merkel a firenze con renzi 5

La situazione italiana - questo il ragionamento che si fa a Bruxelles - è particolarmente preoccupante, perché sono coinvolti obbligazionisti e anche perché ci sono molte piccole banche, che non sono sottoposte al controllo della Bce e che d' ora in poi potrebbero avere problemi a vendere titoli a clienti, giustamente, preoccupati. Anche in questo caso, la bad bank potrebbe servire a ridare fiducia. Ma, ancora una volta, senza fondi dello Stato, non potrebbe nemmeno dare una garanzia.

 

Uniche risorse pubbliche che si possono usare sono appunto quelle dell' Europa. Ma sono attivabili solo con un piano di salvataggio.

Difficile che il premier Matteo Renzi accetti una scelta del genere, che verrebbe interpretata dagli italiani e dai partner europei come un commissariamento. Fino ad oggi sono solo voci di corridoio nei palazzi del governo europeo. Alcuni danno per scontata questa soluzione, un bailout con Esm. Ad esempio Lars Feld, consulente di Merkel. Non a caso, economista molto vicino a Schaeuble.

 

 

2. LA GERMANIA HA DICHIARATO GUERRA ALL’ITALIA - IL GOVERNO TEDESCO DICE CHE LE NOSTRE BANCHE ANDRANNO PRESTO IN PIENO BAIL-IN. E CHE NON CONSENTIRÀ A NESSUNO DI EVITARLO. TUTTO CHIARO?

angela merkel a firenze con renzi 2 angela merkel a firenze con renzi 2

Da www.ilfoglio.it

 

Sabato scorso, sul Corriere della Sera, è uscita un’intervista che vale una dichiarazione di guerra della Germania all’Italia. L’ha fatta Federico Fubini a Lars Feld, 49 anni, uno dei “cinque saggi” che consigliano il governo tedesco e probabilmente il più vicino al ministro delle Finanze Wolfgang Schäuble. Prima di leggere gli estratti bisogna ripassare bene il significato della parola che pronuncia più spesso: «bail-in». Significa azzerare o tagliare il valore delle azioni, di tutte le obbligazioni e dei saldi di conto corrente per la parte sopra i 100mila euro, fino a ridurre del 12% le passività di qualunque banca che riceva un aiuto di Stato. È la nuova legislazione europea, voluta dalla Germania, che entra in vigore tra dieci giorni.

Federico Fubini, Corriere della Sera 19/12;

schaeuble merkel nel 1999 schaeuble merkel nel 1999

 

Fubini (sempre sia lodato) domanda: «Lei prevede che in Italia ci sarà bail-in dei conti correnti, quindi contagio e poi una richiesta di aiuto al fondo salvataggi, con l’arrivo della Troika?». Feld risponde: «Prevedo un pieno bail-in. I tagli alle obbligazioni e ai conti correnti sopra i 100mila euro dovranno aiutare a ristrutturare le banche, perché la Commissione Ue impedirà salvataggi da parte del governo o sussidi nascosti agli istituti. Non saranno permessi. Ma non credo che l’attuale situazione porterà necessariamente a una richiesta di aiuto al fondo salvataggi Esm. Non prevedo un contagio. In ogni caso, staremo a vedere» (dice «staremo a vedere» e poi si mette a ridere).

Federico Fubini, Corriere della Sera 19/12;

 

schauble MERKEL schauble MERKEL

Altra domanda: «Non crede dunque che colpire obbligazionisti e correntisti delle banche possa creare contagio finanziario e instabilità, anziché stabilizzare la situazione?» Risposta: «Il bail-in può sempre essere seguito da instabilità. C’è sempre rischio di contagio quando si interviene su una banca, ma sarebbero colpiti solo i depositi sopra ai 100mila euro, non quelli piccoli e medi. Dunque non sono rischi pesanti».

Federico Fubini, Corriere della Sera 19/12;

 

Altra domanda: «La Germania ha offerto circa 250 miliardi di aiuti di Stato alle proprie banche. Se il bail-in è un’idea così giusta, perché non l’ha mai applicato?». Risposta: «All’epoca non aveva senso colpire i risparmiatori, perché il contagio finanziario era già realtà. C’era una crisi finanziaria, come forse ricorda. Questa volta è diverso. Non sappiamo se ci sarà contagio oppure no, dunque non c’è ragione di rinviare la ristrutturazione e il bail-in. Il punto è: a un certo momento devi decidere. Se hai paura del contagio, ma non hai le prove che ci sarà, non c’è ragione di ricapitalizzare le banche con denaro pubblico. Il mio consiglio è: fatelo e vediamo cosa succede».

Federico Fubini, Corriere della Sera 19/12;

merkel schaeuble germania merkel schaeuble germania

 

Dunque in Germania si pensa e si dice che l’Italia andrà presto in pieno bail-in, e non c’è ragione che l’Europa consenta al governo Renzi di evitarlo perché non sarebbero colpiti i conti correnti sotto i 100mila euro (che, tanto per ricordare, assommano a 596 miliardi contro i 1.122 miliardi aggredibili dal bail-in).

 

Nel frattempo Margrethe Vestager, il commissario europeo alla Concorrenza, 47 anni, ex vicepremier danese della sinistra liberale, che da un anno ha in mano il dossier sul futuro delle banche nella terza economia dell’area euro, non parla. Non si ricorda una sola frase dedicata a spiegare la sua posizione sul sistema degli istituti di credito in Italia. L’unica cosa che si ricorda è l’attitudine dei suoi funzionari a bloccare di fatto la riforma di cui l’Italia ha bisogno nel modo più pressante: una «bad bank».

Federico Fubini, Corriere della Sera 18/12;

MARIANO RAJOY E ANGELA MERKEL MARIANO RAJOY E ANGELA MERKEL

 

Una «bad bank» è un’azienda, spesso forte di garanzia da parte dello Stato, costituita per comprare crediti in default delle banche e liberare così il sistema dal rischio di altri dissesti simili a quelli di banche come Etruria e Marche, o delle casse di risparmio di Ferrara e Chieti. In Italia i prestiti ad alto rischio di almeno parziale insolvenza – le «sofferenze» – sfiorano i duecento miliardi di euro (qualcosa come circa sette leggi di Stabilità).

 

IL QUARTETTO SPREAD - RAJOY MONTI HOLLANDE MERKEL IL QUARTETTO SPREAD - RAJOY MONTI HOLLANDE MERKEL

E il denaro accantonato dalle banche per farvi fronte è poco più di metà. Il sistema nel complesso resta in media ancora sottocapitalizzato e avrà bisogno comunque di rafforzarsi. Ma senza una rapida ripulitura dei bilanci grazie a una «bad bank», non solo non potranno tornare i prestiti e gli investimenti necessari alla ripresa: più pericolosa ancora è la prospettiva che alcune banche continuino a dissanguarsi sui crediti deteriorati, fino ad aver bisogno di nuovi salvataggi. E dal 2016, secondo l’ormai nota legge europea, qualunque intervento pubblico implica sforbiciate alle obbligazioni degli investitori e ai conti della clientela.

Federico Fubini, Corriere della Sera 18/12;

 

Questa iniziativa è contestata dagli zelanti funzionari del Commissario Vestager perché l’Italia così rischierebbe di concedere aiuti di Stato ai suoi istituti. La garanzia sulle eventuali perdite della «bad bank» potrebbe infatti incoraggiare quest’azienda a comprare i crediti dalle banche a prezzi più alti di quelli di mercato. E l’unica affermazione ufficiale dei portavoce della Commissione Ue è che quelle cessioni devono invece avvenire ai prezzi che accetterebbe un investitore privato. Per il complesso degli istituti italiani questo significherebbe aprire un buco di capitale da circa 40 miliardi, visto che le stime sul valore delle «sofferenze» a bilancio (accettate dalla Banca centrale europea) sono molto superiori ai prezzi di mercato. Con l’implicazione di colpire azioni, obbligazioni e conti correnti su tutto il sistema: potenzialmente, milioni di persone.

MARGRETHE VESTAGER MARGRETHE VESTAGER

Federico Fubini, Corriere della Sera 18/12;

 

Questa posizione, ed è un punto tecnico ma centrale, contraddice la logica finanziaria, la pratica internazionale e il confronto con la normativa europea. Tutti i regolatori accettano che i crediti deteriorati nei bilanci delle banche abbiano un valore economico realizzabile negli anni ben superiore al prezzo a cui possono essere liquidati in un giorno. Le regole contabili globali li stimano così. La Bce li stima così. L’amministrazione americana li ha trattati così quando ha fatto l’esame agli istituti di Wall Street nel 2009. Soprattutto, anche la normativa europea li tratta così.

Federico Fubini, Corriere della Sera 18/12;

 

Fubini: «La comunicazione della Commissione su questo tema del 25 febbraio 2009 riconosce (punto 5.5-40) che il “valore economico sottostante di lungo periodo (il ‘vero valore economico’)” delle sofferenze bancarie può essere “un criterio accettabile” quando si valuta se ci sia o meno un aiuto di Stato. Può esserlo in casi frequenti oggi in Italia: prezzi di mercato “distanti dai prezzi di bilancio” o “inesistenti per l’assenza di un mercato”.

 

lars feld lars feld

Questa regola della Commissione è ignorata dai funzionari di Vestager. Più sorprendente ancora: vengono ignorate anche le norme sulle deroghe all’obbligo di colpire i risparmiatori. Queste esenzioni sono specificate all’articolo 27 della direttiva del 2014 sulle ristrutturazioni bancarie e all’articolo 45 della comunicazione del 2013 sull’aiuto di Stato alle banche. In quest’ultima si legge: “È possibile derogare (alla sforbiciata sul risparmio, ndr) se tale misura metterebbe in pericolo la stabilità finanziaria o determinerebbe risultati sproporzionati”».

Federico Fubini, Corriere della Sera 18/12;

 

Non resta che chiedersi perché la Commissione possa sbandare tanto. La risposta è forse in un documento fatto circolare dal ministero delle Finanze tedesco, che ci riporta alle dichiarazioni, apparentemente sfrontate, di Lars Feld . Il documento recita: «È di fondamentale importanza minimizzare i rischi a carico dei contribuenti. Occorre assicurare un credibile bail-in, invece di mettere in comune i rischi bancari». Dunque Berlino teme di pagare per salvare le banche italiane e dà mandato alla Commissione di essere inflessibile.

Federico Fubini, Corriere della Sera 18/12;

 

lars feld lars feld

Renzi sta attaccando la Merkel da diversi giorni su tre punti: banche, migranti e politica energetica. Le tensioni sono venute allo scoperto al vertice dei capi di stato e di governo della settimana scorsa e le bordate di Renzi sono culminate nella frase: «Non potete raccontarci che state donando il sangue all’Europa, cara Angela».

Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 19/12;

 

 

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