USA DA PAZZI - LA STRAGE DEI CIVILI AFGHANI NON È STATO UN INCIDENTE: UN SOLDATO AMERICANO SU 5 SOFFRE DI GRAVI PROBLEMI MENTALI - I SUICIDI SONO ALL’ORDINE DEL GIORNO, IN MOLTI VENGONO RIMANDATI A CASA SENZA ESSERE STATI CURATI E FINISCONO A FARE I BARBONI - CI SONO 400 PSICHIATRI PER 400 MILA MILITARI PSICOLABILI - OGNI GIORNO NEGLI STATI UNITI 18 VETERANI SI UCCIDONO. IN UN MESE MILLE TENTANO DI FARLO, SUPERANDO DI GRAN LUNGA I MORTI SUL CAMPO…

Michele Farina per il "Corriere della Sera"

A chi assomiglia l'assassino? Come sarà il suo processo? Potrebbe avere l'aria tranquilla del soldato Steven Green, condannato all'ergastolo un paio di anni fa per aver violentato una quattordicenne irachena e bruciato la sua famiglia nel 2006. Ha il grado di sergente, lo stesso di Frank Wuterich, l'unico militare americano finito a processo per il massacro di Haditha nel 2005, forse il più famigerato di tutta la guerra in Iraq: 24 civili uccisi nelle loro case, alla luce del giorno, una rappresaglia in seguito alla morte «fresca» di un commilitone saltato su una bomba.

Wuterich è stato condannato un mese fa (altri indagati e superiori hanno evitato il processo). Pena: un taglio in busta paga. Giustizia lieve, non è una novità: per le 320 stragi di civili commesse durante la guerra in Vietnam da soldati Usa (e riconosciute dal Pentagono) 203 soldati sono stati indagati, 57 processati, 23 condannati.

«Sono un veterano del Vietnam e so per esperienza che queste cose succedono - scrive Jim da Austin, commentando l'articolo del New York Times sull'ultima strage in Afghanistan - Questo soldato ha bisogno di sostegno psicologico non di prigione». Forse ne avrebbe avuto bisogno prima. Oltre che di trombettisti che suonino il silenzio per le cerimonie funebri, l'esercito Usa manca anche di psichiatri: ce ne sono solo 400, a fronte di 400 mila militari che soffrono di problemi psicologici.

Più o meno uno su cinque: gli americani che si sono fatti almeno un «turno» in Iraq o in Afghanistan superano i 2 milioni. Veterani, soldati in servizio, professionisti, riservisti, membri della Guardia Nazionale (i cosiddetti «soldati del weekend»). Un esercito in ordine sparso bisognoso di cure: nei giorni più duri dell'Iraq, non sapendo più chi chiamare in soccorso, gli alti comandi avevano spedito al fronte cani da compagnia, mascotte, simpatici labrador per allietare i militari stressati. In Afghanistan pochi possono godere di questa «pet therapy». I cani sono tutti impegnati a sniffare le bombe dei talebani.

E anche quando poi i G.I se Dio vuole ritornano a casa, in licenza o per fine missione, gli incubi restano nello zaino. Dal 2000 al 2006 i veterani che soffrono di Ptsd (disordine da stress post-traumatico) sono raddoppiati fino a raggiungere la cifra record di 260 mila. Tra i malati, i veterani nuovi si sono aggiunti ai reduci del Vietnam (che ancora nel 2006 costituivano il 70% di quelli in cura per Ptsd).

Gente come Michael Kern, carrista della Quarta Divisione di Fanteria, che da Bagdad si è portato negli Stati Uniti - alla base di Fort Hood in Texas - il ricordo tormentato dei «sette iracheni che ho ucciso», tra cui un bambino di sei anni «che correva verso casa dopo un'esplosione». Dal 2003 al 2009 almeno 90 militari della sua base si sono suicidati. Nella vicina cittadina di Killeen, dove vivono molte famiglie di soldati, dal 2001 il tasso di violenza domestica è aumentato del 75%. Il 25% degli homeless negli Usa (secondo un rapporto del 2007) è composto da veterani. Abbandonati a loro stessi.

Michael Kern, che soffre di insonnia e incubi notturni, ha raccontato a le Monde di aver chiesto aiuto al centro specializzato di Fort Hood, il Resiliency Center. Ma ottenere ascolto e riconoscimento per il proprio malessere è diventato (paradossalmente) più difficile oggi rispetto a qualche anno fa: sarà la crisi economica, sarà il numero dei veterani, o la stanchezza un po' infastidita con cui l'America guarda ai reduci di questo decennio di conflitti lontani.

Sta di fatto che la «consegna» non scritta per gli ufficiali medici è quella di ridurre il numero di soldati a cui è riconosciuta la sindrome da stress. Il bonus finanziario per ognuno è di circa 1,5 milioni di dollari, spalmati nell'arco di una vita (mentre il costo di un soldato «attivo» per ogni anno di guerra è di circa un milione). Così anche si spiega il numero di militari costretti a lasciare la divisa con la diagnosi di «disordini della personalità» (che diversamente dalla diagnosi Ptsd non costano nulla): almeno 31 mila dal 2001 a oggi. In questa lista, purtroppo, non c'era il sergente che ha ammazzato 19 civili domenica notte.

2-
Barbara Schiavulli per il Messaggero

A volte ci si dimentica che anche i protagonisti di una guerra hanno delle emozioni. Che una persona cambia quando vede un compagno morire e quando ne vede un altro e un altro ancora perdere la vita, e vive 365 giorni all'anno pensando che quello potrebbe essere il suo ultimo giorno.

Quasi due milioni di giovani americani, donne e uomini, sono stati mandati in Afghanistan e in Iraq negli ultimi 10 anni, tra questi ci sono stati 7.000 morti, 300 mila feriti, più di 300 mila con danni celebrali di varia entità e a 250 mila a cui è stato diagnosticato un disordine da stress post-traumatico (Ptsd): da incubi a insonnia, da iperventilazione a tachicardia, dalla depressione a tendenze suicide o assassine.

Oggi in guerra si muore meno, solo un soldato su sedici che vengono feriti non riesce a salvarsi. Ma chi sopravvive non tornerà a casa com'era prima di partire. Che abbia perso braccia, gambe, occhi o trascorra ogni notte soffocato dagli incubi. O chi anche continua a vedere i propri compagni morire.

Questo vale soprattutto per chi fa turni lunghi e in zone particolarmente turbolente, dove non c'è contatto sereno con la popolazione. In pratica riguarda i militari americani. Al contrario dei colleghi italiani che passano periodi di sei mesi in Afghanistan, gli americani trascorrono almeno un anno in teatro di guerra.

Un tempo infinito per ragazzi molto più giovani rispetto alla media degli alleati Nato. E i turni sono ripetibili. Molti si sono arruolati per finire di pagare l'università, altri sono immigrati che cercano di ottenere la residenza, circa il 15% ha ottenuto una deroga di tipo giudiziario, per reati in genere minori ma anche gravi. Molti non sono neanche soldati professionisti, ma riservisti o della guardia nazionale, convinti di finire in Afghanistan dietro a una scrivania e invece sono costretti a combattere fino all'ultimo proiettile.

Non era il caso del sergente delle Sotof (le forze speciali della Nato) che ha ucciso 17 civili afgani. Ma non è un caso insolito. C'è chi torna e uccide la moglie perché si sente braccato, c'è chi guida come se fosse nel deserto afgano e si schianta, c'è chi prende una pistola e si spara perché non riesce più ad adattarsi alla vita normale.

Ogni giorno negli Stati Uniti 18 veterani si uccidono. In un mese mille tentano di farlo, superando di gran lunga i morti sul campo. Circa il 12% dei militari che sono rientrati a casa in buone condizioni fisiche non trovano lavoro.

 

 

SOLDATI AMERICANI CON LA BARA DI UN COMMILITONE MORTO IN AFGHANISTAN AFGHANI CONTRO I SOLDATI AMERICANI Soldati americani ammazzano civili afghani per giocoSoldati americani ammazzano civili afghani per giocosoldatiiraq g AFGHANISTAN LE CASE DOVE SONO STATI UCCISI I CIVILI AFGHANISTAN I PARENTI PORTANO LE VITTIME DELLA STRAGE DAVANTI ALLA BASE ISAF PROTESTE IN AFGHANISTAN CONTRO GLI USA soldati in afghanistan Kabul AFGHANISTANmarine morente in afghanistan

Ultimi Dagoreport

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...

matteo salvini luca zaia giorgia meloni orazio schillaci

FLASH! – L’”HUFFPOST” RIPORTA CHE SALVINI VUOL CONVINCERE LUCA ZAIA A PORTARE IL SUO 40% DI VOTI IN VENETO MA SENZA CHE IL SUO NOME BRILLI SUL SIMBOLO – PER ACCETTARE IL CANDIDATO LEGHISTA STEFANI, LA MELONA INSAZIABILE, PAUROSA CHE L’EX GOVERNATORE VENETO PORTI VIA TROPPI VOTI A FDI, L’HA POSTO COME CONDIZIONE A SALVINI – PER FAR INGOIARE IL ROSPONE, OCCORRE PERÒ CHE ZAIA OTTENGA UN INCARICO DI PESO NEL GOVERNO. IL MAGGIORE INDIZIATO A LASCIARGLI LA POLTRONA SAREBBE ORAZIO SCHILLACI, MINISTRO TECNICO IN QUOTA FDI, ENTRATO IN COLLISIONE CON I TANTI NO-VAX DELLA FIAMMA - AVVISATE QUEI GENI DI PALAZZO CHIGI CHE ZAIA SUI VACCINI LA PENSA ESATTAMENTE COME SCHILLACI…

monique veaute

NO-CAFONAL! – ARCO DI TRIONFO PER MONIQUE VEAUTE, QUELLA VISPA RAGAZZA FRANCESE CHE NEL 1984 GIUNSE A ROMA PER LAVORARE ALL’ACCADEMIA DI FRANCIA DI VILLA MEDICI - DA ABILISSIMA CATALIZZATRICE DI GENIALI E VISIONARIE REALTÀ ARTISTICHE INTERNAZIONALI, DETTE VITA A UN FESTIVAL CHE SCOSSE LO STATO DI INERZIA E DI AFASIA CULTURALE IN CUI ERA PIOMBATA ROMA DOPO L’ERA DI RENATO NICOLINI – L'ONORIFICENZA DI ''COMMANDEUR DE L'ORDRE DES ARTS ET DES LETTRES'' NON POTEVA NON ESSERE CONSEGNATA DALL’AMBASCIATORE FRANCESE SE NON A VILLA MEDICI, DOVE 40 ANNI FA TUTTO È NATO….

de luca manfredi schlein tafazzi conte landini silvia salis

DAGOREPORT - LA MINORANZA DEL PD SCALDA I MOTORI PER LA RESA DEI CONTI FINALE CON ELLY SCHLEIN. L’ASSALTO ALLA GRUPPETTARA (“NON HA CARISMA, CON LEI SI PERDE DI SICURO”), CHE HA TRASFORMATO IL PD DA PARTITO RIFORMISTA IN UN INCROCIO TRA UN CENTRO SOCIALE E UN MEETUP GRILLINO – NONOSTANTE LA SONORA SCONFITTA SUBITA NELLE MARCHE E IL FLOP CLAMOROSO IN CALABRIA, LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA RESISTE: TRINCERATA AL NAZARENO CON I SUOI FEDELISSIMI QUATTRO GATTI, NEL CASO CHE VADA IN PORTO LA RIFORMA ELETTORALE DELLA DUCETTA, AVREBBE SIGLATO UN ACCORDO CON LA CGIL DI “MASANIELLO” LANDINI, PER MOBILITARE I PENSIONATI DEL SINDACATO PER LE PRIMARIE – IL SILENZIO DEI ELLY ALLE SPARATE DI FRANCESCA ALBANESE - I NOMI DEL DOPO-SCHLEIN SONO SEMPRE I SOLITI, GAETANO MANFREDI E SILVIA SALIS. ENTRAMBI INADEGUATI A NEUTRALIZZARE L’ABILITÀ COMUNICATIVA DI GIORGIA MELONI – ALLARME ROSSO IN CAMPANIA: SE DE LUCA NON OTTIENE I NOMI DEI SUOI FEDELISSIMI IN LISTA, FICO RISCHIA DI ANDARE A SBATTERE…

emmanuel macron

DAGOREPORT – MACRON, DOMANI CHE DECIDERAI: SCIOGLI IL PARLAMENTO O RASSEGNI LE DIMISSIONI DALL'ELISEO? - A DUE ANNI DALLA SCADENZA DEL SUO MANDATO PRESIDENZIALE, IL GALLETTO  È SOLO DI FRONTE A UN BIVIO: SE SCIOGLIE IL PARLAMENTO, RISCHIA DI RITROVARSI LA STESSA INGOVERNABILE MAGGIORANZA ALL’ASSEMBLEA NAZIONALE – PER FORMARE IL GOVERNO, LECORNU SI È SPACCATO LE CORNA ANDANDO DIETRO AI GOLLISTI, E ORA FARÀ UN ULTIMO, DISPERATO, TENTATIVO A SINISTRA CON I SOCIALISTI DI OLIVIER FAURE (MA MACRON DOVRA' METTERE IN SOFFITTA LA RISANATRICE RIFORMA DELLE PENSIONI, DETESTATA DAL 60% DEI FRANCESI) – L’ALTERNATIVA E' SECCA: DIMETTERSI. COSÌ MACRON DISINNESCHEREBBE MARINE LE PEN, INELEGGIBILE DOPO LA CONDANNA - MA È UN SACRIFICIO ARDUO: SE DA TECNOCRATE EGOLATRICO, CHE SI SENTIVA NAPOLEONE E ORA È DI FRONTE A UNA WATERLOO, SAREBBE PORTATO A DIMETTERSI, TALE SCELTA SAREBBE UNA CATASTROFE PER L'EUROPA DISUNITA ALLE PRESE CON LA GUERRA RUSSO-UCRAINA E UN TRUMP CHE SE NE FOTTE DEL VECCHIO CONTINENTE (LA FRANCIA E' L'UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E UN POSTO NEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU), COL PERICOLO CONCRETO DI RITROVARSI ALL'ELISEO BARDELLA, IL GALLETTO COCCODE' DI LE PEN, CHE NEL 2014 AMMISE A "LE MONDE" DI AVER RICEVUTO UN FINANZIAMENTO DI 9 MILIONI DA UNA BANCA RUSSA CONTROLLATA DA PUTIN...