virginia raggi thomas miao huawei

I VELENI DI FERRONI – SECONDO VOI LE PROSSIME DIVISE DELL’ATAC SARANNO REALIZZATE IN ITALIA? MACCHÉ, VERRANNO DA CINA, BANGLADESH E TUNISIA! – IL BAR PREFERITO DA STEFANO PATUANELLI PER LE SOSTE PRIMA DELLE TURBOLENTE RIUNIONI A PALAZZO CHIGI – IL MANAGER SOMMELIER DI PROFUMO – FERRANDO SPIEGA IL RECOVERY FUND

VIRGINIA RAGGI ATAC

Gianfranco Ferroni per “il Tempo”

 

Le divise Atac fornite da Cina, Bangladesh e Tunisia

 

“Paese di origine del prodotto o del servizio: origine extracomunitaria: Cina, Bangladesh, Tunisia”. E sì, le prossime divise destinate all’Atac non verranno mica realizzate in Italia, nonostante l’esigenza di far produrre alle aziende nostrane beni e servizi per non veder crollare il numero dei lavoratori occupati.

 

Il mega appalto che è stato ideato dall’Azienda per la mobilità del Comune di Roma per il “servizio di fornitura e consegna del vestiario uniforme del personale aziendale” è stato vinto da un raggruppamento di operatori economici della Lombardia, per un valore totale di 11,8 milioni di euro, secondo il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, e alla fine le offerte pervenute sono state solamente quattro.

 

ATAC ROMA

E così su ferrovie urbane, tram, filobus o bus, circoleranno divise extracomunitarie, indossate da lavoratori italiani. Non bastavano i monopattini cinesi. Che ne dice il sindaco di Roma Virginia Raggi? Un simpatico e colto autista capitolino, dopo aver saputo l’esito dell’appalto, ha detto che vuole scrivere un libro alla maniera di Susanna Agnelli, ma con il titolo “Vestivamo alla cinese”. Possiamo dargli torto?

 

***

 

Patuanelli ama fare una sosta al bar

 

stefano patuanelli

“Ma chi è quello, mi sembra di averlo già visto”: è una frase che si sente nella romana via in Lucina, al Caffè Olimpia. Il locale è scelto dal ministro per lo sviluppo economico Stefano Patuanelli.

 

Da grillino doc, evita i bar affollati, e ama sostare in questo caffè prima di accedere a palazzo Chigi. Con l’immancabile zaino sulla spalla, che tutti immaginano pieno di documenti. “Ma provenendo da Trieste, non dovrebbe andare da Illy?”, sibila un cliente. Forse in mezzo c’è la politica: anche quando si beve un caffè.

 

***

alessandro profumo

 

Da Profumo c’è un manager sommelier

 

Da Alessandro Profumo c’è un manager esperto di vini. Massimo Claudio Comparini è un sommelier e scrittore con decine di anni di esperienza nel mondo del vino. Ha un master in ingegneria elettrica e aerospaziale ed è laureato in studi strategici alla Gsb Stanford University.

 

Massimo Claudio Comparini

E’ stato il co-manager per tanti anni di International Wine Academy di Roma, conosce vini italiani, francesi, del nuovo continente e naturalmente del marketing del vino, insegna tecnologie, management dell’innovazione e wine business in varie sedi universitarie italiane e straniere, autore di una storica guida con Ian D’Agata.

 

Non solo: è amministratore delegato di Thales Alenia Space Italia, azienda partecipata da Leonardo, cara all’ex banchiere Profumo. Comparini vanta straordinari rapporti con gli Stati Uniti, e Thales partecipa con Esa alla costruzione del modulo di servizio dell’astronave Orion della Nasa.

Massimo Claudio Comparini

 

Inoltre è entrata nel gruppo delle tre società selezionate dalla Nasa per lo sbarco umano sulla luna, facendo parte del team che ha per capofila Dynetics. La costruzione dei moduli di abitazione è stata assegnata proprio a Thales. Cin cin.

 

***

 

Il Senato pensa alla breccia di Porta Pia

 

MARIA ELISABETTA ALBERTI CASELLATI

Il Senato guidato da Maria Elisabetta Alberti Casellati pensa alla breccia di Porta Pia del prossimo 20 settembre, in occasione dell’anniversario numero 150. Una data che per la politica italiana quest’anno rappresenta anche il primo giorno dell’appuntamento referendario, oltre che delle elezioni regionali e comunali.

 

PORTA PIA 1

Nella newsletter della biblioteca intitolata allo scomparso Giovanni Spadolini, ecco apparire i discorsi di Cavour alla Camera, un disegno di legge accompagnato dall'Indirizzo al Santo Padre di Bettino Ricasoli, la relazione del senatore Imbriani al disegno di legge presentato da La Marmora per il trasferimento della capitale a Firenze a seguito della Convenzione di settembre del 1864.

 

BRECCIA PORTA PIA

Nel nuovo, numero ecco uno sguardo sulle reazioni politiche suscitate da un momento controverso del percorso verso il completamento dell'unificazione nazionale: la battaglia svoltasi presso Mentana nel 1867. Perché il passato è sempre attuale.

 

***

Ferrando spiega il Recovery Fund

 

conte ursula

Che fine ha fatto Marco Ferrando? Il leader del Partito comunista dei lavoratori non sta mai fermo: è appena uscito il nuovo numero di “Marxismo rivoluzionario”, dove ai lettori propone la sua visione dello scenario italiano dopo il Covid-19.

 

MARCO FERRANDO 1

E Ferrando spiega anche il Recovery Fund, con queste parole, sul sito internet del partito: “Il significato politico dell'accordo è chiaro: il capitalismo tedesco ha accettato quella soluzione di parziale mutualizzazione del debito (futuro) che aveva rigorosamente respinto come impossibile per decenni.

 

Lo ha fatto per timore che il crollo di Italia e Spagna potesse trascinare in rovina l'economia tedesca, profondamente integrata con quella italiana a partire dal settore centrale dell'automotive, e precipitare così la disgregazione del mercato europeo. Inoltre ha sicuramente giocato un ruolo centrale l'asse della Germania con la Francia, di cui Berlino non può privarsi”.

 

MARCO FERRANDO

Ma Ferrando vuole ben altro: “L'abolizione del debito pubblico verso il capitale finanziario, la nazionalizzazione delle banche, vanno posti all'ordine del giorno nei programmi di mobilitazione della classe lavoratrice, in ogni paese e su scala continentale, legandoli alle battaglie per la ripartizione del lavoro (30 ore pagate 40), di riorganizzazione ecologica della produzione, di un investimento massiccio nel sistema sanitario e nell'istruzione, pagata dai grandi patrimoni, rendite, profitti”. Amen.

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - LA CAPITALE DEGLI AFFARI A MISURA DUOMO, A CUI IL GOVERNO MELONI HA LANCIATO L’ANATEMA “BASTA CON I BANCHIERI DEL PD”, È IN TREPIDA ATTESA DI COSA DELIBERERÀ UNICREDIT DOMENICA PROSSIMA, A MERCATI CHIUSI - SI RINCORRONO VOCI SULLA POSSIBILITÀ CHE ANDREA ORCEL ANNUNCI L’ADDIO NON SOLO ALL’OPS SU BPM MA ANCHE ALLA SCALATA DI COMMERZBANK, PER PUNTARE TUTTA LA POTENZA DI FUOCO DI UNICREDIT LANCIANDO UN’OPS SU GENERALI - DOPO LE GOLDEN MANGANELLATE PRESE SU BPM, ORCEL AVRÀ DI CERTO COMPRESO CHE SENZA IL SEMAFORO VERDE DI PALAZZO CHIGI UN’OPERAZIONE DI TALE PORTATA NON VA DA NESSUNA PARTE, E UN’ALLEANZA CON I FILO-GOVERNATIVI ALL’INTERNO DI GENERALI COME MILLERI (10%) E CALTAGIRONE (7%) È A DIR POCO FONDAMENTALE PER AVVOLGERLA DI “ITALIANITÀ” - CHISSÀ CHE COSA ARCHITETTERÀ IL CEO DI BANCA INTESA-SANPAOLO, CARLO MESSINA, QUANDO DOMENICA IL SUO COMPETITOR ORCEL ANNUNCERÀ IL SUO RISIKO DI RIVINCITA…

parolin prevost

PAROLIN È ENTRATO PAPA ED È USCITO CARDINALE - IN MOLTI SI SONO SBILANCIATI DANDO PER CERTO CHE IL SEGRETARIO DI STATO DI BERGOGLIO SAREBBE STATO ELETTO AL POSTO DI PAPA FRANCESCO – GLI “AUGURI DOPPI” DI GIOVANNI BATTISTA RE, IL TITOLO FLASH DEL “SOLE 24 ORE” (“PAROLIN IN ARRIVO”) E LE ANALISI PREDITTIVE DI ALCUNI SITI - PERCHÉ I CARDINALI HANNO IMPALLINATO PAROLIN? UN SUO EVENTUALE PAPATO NON SAREBBE STATO TROPPO IN CONTINUITÀ CON BERGOGLIO, VISTO IL PROFILO PIU' MODERATO - HA PESATO IL SUO “SBILANCIAMENTO” VERSO LA CINA? È STATO IL FAUTORE DELL’ACCORDO CON PECHINO SUI VESCOVI...

matteo renzi sergio mattarella elly schlein maurizio landini

DAGOREPORT – IL REFERENDUM ANTI JOBS-ACT PROMOSSO DALLA CGIL DI LANDINI, OLTRE A NON ENTUSIASMARE MATTARELLA, STA SPACCANDO IL PD DI ELLY SCHLEIN - NEL CASO CHE UNA DECINA DI MILIONI DI ITALIANI SI ESPRIMESSERO A FAVORE DELL’ABOLIZIONE DEL JOBS-ACT, PUR NON RIUSCENDO A RAGGIUNGERE IL QUORUM, LANDINI ASSUMEREBBE INEVITABILMENTE UN'INVESTITURA POLITICA DA LEADER DELL'OPPOSIZIONE ANTI-MELONI, EMARGINANDO SIA SCHLEIN CHE CONTE - E COME POTRANNO I RIFORMISTI DEM, I RENZIANI E AZIONE DI CALENDA VALUTARE ANCORA UN PATTO ELETTORALE CON UN PD "LANDINIZZATO", ALLEATO DEL POPULISMO 5STELLE DI CONTE E DE SINISTRISMO AVS DI BONELLI E FRATOIANNI? - A MILANO LA SCISSIONE DEL PD È GIÀ REALTÀ: I RIFORMISTI DEM HANNO APERTO UN CIRCOLO IN CITTÀ INSIEME A ITALIA VIVA E AZIONE. MA BONACCINI DIFENDE ELLY SCHLEIN

sergio mattarella giorgia meloni

DAGOREPORT - L'ARDUO COMPITO DI MATTARELLA: FARE DA ARBITRO ALLA POLITICA ITALIANA IN ASSENZA DI UN’OPPOSIZIONE - IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NON VUOLE SOSTITUIRSI A QUEGLI SCAPPATI DI CASA DI SCHLEIN E CONTE, NÉ INTENDE SCONTRARSI CON GIORGIA MELONI. ANZI, IL SUO OBIETTIVO È TENERE IL GOVERNO ITALIANO DALLA PARTE GIUSTA DELLA STORIA: SALDO IN EUROPA E CONTRO LE AUTOCRAZIE – IL PIANO DI SERGIONE PER SPINGERE LA PREMIER VERSO UNA DESTRA POPOLARE E LIBERALE, AGGANCIATA UN'EUROPA GUIDATA DA FRANCIA, GERMANIA E POLONIA E LONTANA DAL TRUMPISMO - LE APERTURE DI ''IO SONO GIORGIA" SUL 25 APRILE E AFD. MA IL SUO PERCORSO VERSO IL CENTRO E' TURBATO DALLL'ESTREMISMO DI SALVINI E DALLO ZOCCOLO DURO DI FDI GUIDATO DA FAZZOLARI...

francesco micheli

DAGOREPORT - IN UNA MILANO ASSEDIATA DAI BARBARI DI ROMA, SI CELEBRA LA FAVOLOSA CAPITALE DEGLI AFFARI CHE FU: IL CAPITALISMO CON IL CUORE A SINISTRA E IL PORTAFOGLIO GONFIO A DESTRA - A 87 ANNI, FRANCESCO MICHELI APRE, SIA PURE CON MANO VELLUTATA E SENZA LASCIARE IMPRONTE VISTOSE, IL CASSETTO DEI RICORDI: “IL CAPITALISTA RILUTTANTE” È IL DIARIO DI BORDO DELL’EX BUCANIERE DELLA FINANZA CHE, SALITO SULL’ALBERO PIÙ ALTO DEL VASCELLO, HA OSSERVATO I FONDALI OSCURI INCONTRATI NEL MARE MAGNUM INSIDIOSO DELL’ECONOMIA, SOMMERSA E SPESSO AFFONDATA - “IO E LEI APPARTENIAMO A ZOO DIVERSI”, FU IL VATICINIO DI CUCCIA – LUI, UNICO TESTIMOME A RACCOGLIERE LO SFOGO DI EUGENIO CEFIS SU QUEL “MATTO” DI CUCCIA CHE NEL GIORNO DELLE SUE CLAMOROSE DIMISSIONI DA MONTEDISON L’AVEVA ACCOLTO CON UN BEFFARDO: “DOTTORE, PENSAVO VOLESSE FARE UN COLPO DI STATO…”