VERDINI CONDANNATO PER 32 BANCAROTTE – IN 700 PAGINE DI MOTIVAZIONI, IL TRIBUNALE DI FIRENZE ACCUSA DENIS DI AVER GESTITO IL CREDITO COOPERATIVO FIORENTINO “IN SPREGIO DELLE REGOLE”. CONDANNATO A 9 ANNI DI RCLUSIONE – IL 52% DEL CREDITO AL SETTORE EDILIZIO E CONCESSO AD IMPRENDITORI CHE OPERAVANO “SUL FILO DEL RASOIO”

-

Condividi questo articolo


 

Franca Selvatici per la Repubblica

 

Simonetta Fossombroni Denis Verdini Simonetta Fossombroni Denis Verdini

Il Credito Cooperativo Fiorentino di Campi Bisenzio era un piccolo gioiello di cui il senatore Denis Verdini, ex Forza Italia, ora Ala, era straordinariamente orgoglioso. Era una banca minuscola, che Verdini ha guidato dal 1990 al 2010. «L' ho fatta crescere sostenendo lo sviluppo di un territorio che prima era una prateria e ora è tutto costruito», dichiarò in aula.

 

Ma per il tribunale di Firenze l' ha anche distrutta, con una gestione «ambiziosa quanto imprudente », con una politica creditizia spericolata e «in spregio delle regole », finanziando imprudentemente il settore edile (oltre il 52% del credito) e soprattutto le società del gruppo Btp degli imprenditori Riccardo Fusi e Roberto Bartolomei, che operavano «sul filo del rasoio», «sul bordo di un burrone » e con i quali il senatore aveva rapporti «forti e intensi».

credito cooperativo fiorentino credito cooperativo fiorentino

 

Lo spiegano in 700 pagine di motivazioni i giudici fiorentini che il 2 marzo hanno condannato Denis Verdini a 9 anni di reclusione per 32 bancarotte e per truffa ai danni dello Stato per i contributi pubblici percepiti (indebitamente, secondo la sentenza) dalle sue società editoriali. Il Credito Cooperativo è stato commissariato nel 2010, poi dichiarato insolvente e assorbito da ChiantiBanca.

Riccardo Fusi Riccardo Fusi

 

Scomparso il Giornale della Toscana. Scomparso Metropoli Day. Un piccolo impero polverizzato. Con il senatore sono stati condannati altri 19 imputati, fra cui Fusi e Bartolomei, il direttore, tutti i consiglieri e i sindaci della banca, i collaboratori nelle società editoriali, fra i quali l' onorevole Massimo Parisi. «Il Tribunale - hanno scritto i giudici - non apprezza i toni polemici e si asterrà quindi dall' esprimere giudizi di valori ».

 

Però la sentenza è netta su alcuni punti: «la gravità enorme del fatto », «la patologia dei finanziamenti concessi», «l' indifferenza verso la Vigilanza » di Bankitalia, i rilevanti guadagni del senatore per consulenze "verbali" di cui non è stata trovata traccia. E deplora «le velenose allusioni» contro i commissari e gli ispettori di Banca d' Italia. Pur riconoscendo i «destini incrociati» e gli «interessi comuni» del senatore e degli imprenditori Fusi e Bartolomei, li ha assolti dall' accusa di associazione a delinquere.

VERDINI VERDINI

 

Non c' era da parte di nessuno di loro la volontà di spoliazione della banca, secondo il tribunale. C' era solo una sconfinata volontà di espansione. «L' ambizione - scrivono i giudici - è un valore ma deve essere legata al realismo. E il realismo a un certo punto è mancato nella gestione del rapporto, che è quindi sfuggito di mano».

 

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT L’INTELLIGENCE DI USA E IRAN HANNO UN PROBLEMA: NETANYAHU - L'OPERAZIONE “TERRORISTICA” CON CUI IL MOSSAD HA ELIMINATO IL GENERALE DELLE GUARDIE RIVOLUZIONARIE IRANIANE NELL'AMBASCIATA IRANIANA A DAMASCO E LA SUCCESSIVA TENSIONE CON TEHERAN NON È SPUNTATA PER CASO: È SERVITA AL PREMIER ISRAELIANO A "OSCURARE" TEMPORANEAMENTE LA MATTANZA NELLA STRISCIA DI GAZA, CHE TANTO HA DANNEGGIATO L'IMMAGINE DI ISRAELE IN MEZZO MONDO - NETANYAHU HA UN FUTURO POLITICO (ED EVITA LA GALERA) SOLO FINCHÉ LA GUERRA E LO STATO D'ALLARME PROSEGUONO...

DAGOREPORT – BIDEN HA DATO ORDINE ALL'INTELLIGENCE DELLA CIA CHE LA GUERRA IN UCRAINA DEVE FINIRE ENTRO AGOSTO, DI SICURO PRIMA DEL 5 NOVEMBRE, DATA DEL VOTO PRESIDENZIALE AMERICANO - LO SCENARIO E' QUESTO: L’ARMATA RUSSA AVANZERÀ ULTERIORMENTE IN TERRITORIO UCRAINO, IL CONGRESSO USA APPROVERÀ GLI AIUTI MILITARI A KIEV, QUINDI PUTIN IMPORRÀ DI FARE UN PASSO INDIETRO. APPARECCHIATA LA TREGUA, FUORI ZELENSKY CON NUOVE ELEZIONI (PUTIN NON LO VUOLE AL TAVOLO DELLA PACE), RESTERA' DA SCIOGLIERE IL NODO DELL'UCRAINA NELLA NATO, INACCETTABILE PER MOSCA – NON SOLO 55 MILA MORTI E CRISI ECONOMICA: PUTIN VUOLE CHIUDERE PRESTO IL CONFLITTO, PER NON DIVENTARE UN VASSALLO DI XI JINPING... 

FLASH! - FACILE FARE I PATRIOTI CON LE CHIAPPE ALTRUI – INDOVINATE CHE AUTO GUIDA ADOLFO URSO, IL MINISTRO CHE PER DIFENDERE L'ITALIANITÀ HA “COSTRETTO” ALFA ROMEO A CAMBIARE NOME DA “MILANO” A “JUNIOR”? UN PRODOTTO DELL’INDUSTRIA MADE IN ITALY? MACCHÉ: NELLA SUA DICHIARAZIONE PATRIMONIALE, SPUNTANO UNA VOLKSWAGEN T-CROSS E UNA MENO RECENTE (MA SOSTENIBILE) TOYOTA DI INIZIO MILLENNIO. VEDIAMO IL LATO POSITIVO: ALMENO NON SONO DEL MARCHIO CINESE DONFGENG, A CUI VUOLE SPALANCARE LE PORTE...

DAGOREPORT – ANCHE I DRAGHI, OGNI TANTO, COMMETTONO UN ERRORE. SBAGLIÒ NEL 2022 CON LA CIECA CORSA AL COLLE, E SBAGLIA OGGI A DARE FIN TROPPO ADITO, CON LE USCITE PUBBLICHE, ALLE CONTINUE VOCI CHE LO DANNO IN CORSA PER LA PRESIDENZA DELLA COMMISSIONE EUROPEA - CHIAMATO DA URSULA PER REALIZZARE UN DOSSIER SULLA COMPETITIVITÀ DELL’UNIONE EUROPEA, IL COMPITO DI ILLUSTRARLO TOCCAVA A LEI. “MARIOPIO” INVECE NON HA RESISTITO ALLE SIRENE DEI MEDIA, CHE TANTO LO INCENSANO, ED È SALITO IN CATTEDRA SQUADERNANDO I DIFETTI DELL’UNIONE E LE NECESSARIE RIFORME, OFFRENDOSI COME L'UOMO SALVA-EUROPA - UN GRAVE ERRORE DI OPPORTUNITÀ POLITICA (LO STESSO MACRON NON L’HA PRESA BENE) - IL DESTINO DI DRAGHI È NELLE MANI DI MACRON, SCHOLZ E TUSK. SE DOPO IL 9 GIUGNO...