VI SERVONO VOTI? ARRUFFIANATEVI I “MODERATI”, OVVERO L’ELETTORATO CATTO-BORGHESE CHE AMA SEMPRE “STARE IN MAGGIORANZA” - È IL POZZO A CUI OGGI ATTINGE RENZI, CHE IERI ERA DEL BANANA E A CUI PUNTANO PASSERA E DELLA VALLE

Pietrangelo Buttafuoco per il “Fatto Quotidiano”

 

MATTEO RENZI E VINCENZO DE LUCA MATTEO RENZI E VINCENZO DE LUCA

La sinistra si rottama e la destra è un bel rottame. Uno spericolato selfie attende Matteo Renzi in Campania. Il leader del Pd trova l’approdo moderato in Ciriaco De Mita, fresco sostenitore di Vincenzo De Luca e la destra, senza il Nume di Nusco, va a rompersi. Stefano Caldoro, infatti, perdendo il pezzo si destina alla sconfitta, mentre la sinistra, auto rottamandosi si squaglia nel lago grande del moderatismo.

 

Per ogni Corrado Passera che s’imbavaglia c’è subito pronto un Diego Della Valle. Il primo, con gesti lenti, avendo in orrore la gesticolazione meridionale, si prenota al ruolo di leader dei moderati. Il secondo strizza l’occhio all’Italia del fare. L’immaginifico patron delle Tod’s lancia una sua Fondazione – “Noi Italiani” – e così reitera lo spericolato “noi” del suddetto Passera: “Io siamo noi”.

Matteo Renzi e Ciriaco De MitaMatteo Renzi e Ciriaco De Mita

 

Della Valle – in un appello a “chi vuol fare il bene del Paese” – attende di inseguire la ripresa economica e lo svolgimento dell’Expo. Dice che ci sono i “professionisti dello stop & go”. È pur sempre un dandy smarrito nella bohème, lui. E però lancia “un incitamento ad amici e colleghi”.

 

Insomma, diocenescampi: i moderati. Tutti incitati. Ed è un tutto indistinto l’enigma del moderatismo in Italia. Matteo Renzi ha già inghiottito la pappa a cui ha attinto Silvio Berlusconi, la stessa che fu della Dc e di tutte le variabili di Prima, Seconda e Terza Repubblica e la capacità di segno del moderatismo – se mai fosse un blocco sociale ben individuabile –è sempre nella neutre nullità. Parla per tutti la meteora di Mario Monti.

CORRADO PASSERA IMBAVAGLIATOCORRADO PASSERA IMBAVAGLIATO

 

Tutto gli va bene, al moderato. Pencola da una sponda all’altra avendo chiara una sola mira: farsi maggioranza, “stare sempre in maggioranza” per dirla con Toni Bisaglia. E tutte le maschere, siano quella di Dino Boffo – ex direttore di Avvenire , resosi effervescente adesso nel ruolo di candidato nella Lista di Flavio Tosi alle regionali in Veneto – o quella di Denis Verdini, lucido costruttore del realismo machiavellico, ben s’incastrano nel puzzle di ciò che fu la “maggioranza silenziosa”.

 

DELLA VALLE VIAREGGIODELLA VALLE VIAREGGIO

Roberto Speranza, in un’intervista a La Repubblica , dice di aver letto “che Verdini ragiona di un gruppo di senatori che vanno verso il Pd”. Verdini che porta il cavallo di Troia del berlusconismo dentro le mura del partito di Renzi, obbedisce a un istinto tutto arcitaliano. È quello di tanti moderati che, nell’attraversare la secca cercano la piena della libido dominandi e piegano gli interessi a un unico interesse sociale: restare maggioranza. In politica il successo sana tutto. Perfino il vuoto. Anche la minoranza della minoranza del Pd non ha votato la fiducia all’art 1 dell’Italicum.

 

roberto speranza roberto speranza

Fa testo il principio di Bisaglia di cui sopra: stare in maggioranza. E il moderato, che è la maggioranza da sempre attesa nell’eufemismo del centro, assolve a un ruolo: edulcorare il tanto di destra e di sinistra al punto di mistificare le identità per una sosta di rigenerante populismo, oppure smoderarsi.

 

La visione di1992 , la serie televisiva su Tangentopoli, ha svegliato la memoria a tanti berlusconiani di ieri, già dipietristi dell’altrieri, in un filo di continuità che è corto-circuito. La sinistra è più che rottamata, la destra è tutta rotta. Il punto di nullità del moderatismo è avvolto nel nocciolo di un destino doroteo dove la politica – ancor prima che strategia del reale – è intrigo, menzogna, inganno, tanto è vero che la parola stessa, “politica”, si svela nel disprezzo e nella diffidenza. Ma anche nella commedia.

MATTEO RENZI E DENIS VERDINI MATTEO RENZI E DENIS VERDINI

 

Non c’è necessità di politologia, in Italia. Urge la farsa. Rosa Criscuolo, la “dama bionda” di Claudio Scajola è candidata. La bella Rosa, già supporter di Nicola Cosentino, per andare contro Francesca Pascale e Luigi Cesaro, ovvero Giggino ‘a Purpetta, corre oggi alle regionali in Campania per costruire l’area dei moderati al fianco di Vincenzo De Luca. La Criscuolo si proclama radicale, come Passera che s’imbavaglia manco fosse Pannella. Ma tra professionisti dello stop & go, per dirla con Della Valle, ci s’intende. E ci si incita. Moderatamente.

Ultimi Dagoreport

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

trump zelensky meloni putin

DAGOREPORT - DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI, OLTRE LA CRIMEA, A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA?