VIENI AVANTI, SEVERINO! - LA CALTAMINISTRA DELLA GIUSTIZIA SPUNTA NELLE INTERCETTAZIONI SUL CASO MUSSARI-AMPUGNANO - L’EX PRESIDENTE DI MPS E ABI RISCHIA IL RINVIO A GIUDIZIO ANCHE SULL’“AFFAIRE” DELL’AMPLIAMENTO DELL’AEROPORTO SENESE - INTERCETTATO, SMUOVE MARI E MONTI E CHIAMA IN CAUSA LA SEVERINO, LEGALE DI CALTAGIRONE, VICE PRESIDENTE MPS - I COLLOQUI TRA LA MINISTRA E IL LEGALE DI MUSSARI LUISA TORCHIA, INDAGATA, CHE FU IN LIZZA PER ENTRARE A FAR PARTE DEL GOVERNO MONTI…

Gian Marco Chiocci per "il Giornale"

Un guaio tira l'altro, come le ciliegie. Non a caso è giudiziariamente alla frutta l'ex presidente del Monte dei Paschi di Siena e poi dell'Abi, Giuseppe Mussari, protagonista dell'incredibile operazione a perdere di Antonveneta e in second'ordine sui «derivati», proprio oggi a rischio di rinvio a giudizio per un'altra brutta storia: quella dell'ampliamento dell'aeroporto senese di Ampugnano che lo vende indagato per concorso morale per i reati di falso e turbativa d'asta.

In mattinata è prevista udienza davanti al gup e a meno di un nuovo rinvio presto sapremo se Mussari andrà alla sbarra insieme ad altre 14 persone per la vicenda Galaxy, dal nome del fondo di investimenti francese (nell'orbita della Cassa depositi e prestiti) che stando all'accusa avrebbe usufruito di una corsia preferenziale per vincere la gara d'appalto del settembre 2010, annus horribilis del crac per l'acquisizione da parte di Mps della banca del nord est.

REGISTA OCCULTO NELL'OPERAZIONE
Per i pm di Siena, Mussari avrebbe ricoperto un ruolo di primo piano nell'operazione anche se la questione «non avrebbe dovuto riguardarlo - scrivono i carabinieri - a meno che l'ipotesi investigativa, cioè che la privatizzazione dell'aeroporto di Siena sia avvenuta a seguito di accordi maturati in seno agli istituti bancari senesi e la Cassa deposito e prestiti, non sia corretta». Che Mussari possa essere stato una sorta di regista occulto, è la Gdf a sottolinearlo: «Alcune intercettazioni attestano la preoccupazione degli indagati e soprattutto il ruolo verticistico di Giuseppe Mussari che segue con attenzione la vicenda e cerca di rassicurare gli altri protagonisti dell'operazione».

Si preoccupa per gli altri, e per se stesso anche se non poteva/doveva sapere delle indagini sul suo conto, e nemmeno immaginare che era intercettato con persone a lui riconducibili. Ma nell'ottica di rassicurare tutti, spulciando fra migliaia di atti dell'inchiesta del pm Nastasi, spunta questo passaggio sul suo sospetto iperattivismo che nelle carte finisce per incrociare il nome dell'attuale ministro della Giustizia, Paola Severino:

«Particolarmente significativa è poi l'intercettazione tra Mussari e l'avvocato De Martino, difensore di fiducia dell'avvocato Rizzi Raffaele Giovanni; non si comprende davvero lo spirito del Mussari, che non sapendo di essere indagato dispone direttamente dei difensori degli altri indagati impartendo dei veri e propri ordini; si deve far presente per comprendere il senso della conversazione sottostante che il presidente della banca ha personalmente e direttamente incaricato l'avvocato Paola Severino di seguire la vicenda e di coordinarsi con gli altri difensori Fabio Pisillo e Enrico De Martino in una sorta di vero e proprio muro contro muro con la Procura della Repubblica, cercando di ingaggiare una vera e propria partita».

LA GUERRA AI PM E IL RUOLO DELLA SEVERINO
Voleva la guerra ai magistrati, Mussari. Al telefono sbotta: «Sono il braccio armato del comitato (l'associazione contro l'aeroporto, ndr) e questo merita una reazione (...). Possono fare quello che vogliono, intercettare, guardare nei conti correnti, quello che vogliono ma devono rispettare le regole e noi per difendere noi stessi dobbiamo chiedere il rispetto delle regole. Serve una reazione (...). Nel pomeriggio arriverà la collega da Roma (Paola Severino)» per fare il punto e coordinarsi.

Per la sua strategia, a detta della Gdf, Mussari punta sull'avvocato Severino, formalmente incaricata di difendere (oggi non più) un coindagato di Mussari, Raffaele Rizzi, responsabile dell'ufficio legale di Mps nonché componente della Commissione di Valutazione della procedura di evidenza per la privatizzazione dell'aeroporto. L'attuale ministro viene intercettato mentre parla con un altro avvocato, Luisa Torchia (indagata anch'essa) persona di assoluta fiducia di Mussari, «consulente legale di Mps, della Fondazione Mps, di Aeroporto Spa nel procedimento di privatizzazione, consigliere Cassa deposito e prestiti», e soprattutto predestinata a occupare la poltrona di ministro della Funzione pubblica col governo Monti.

TORCHIA, LA PROF CHE MONTI VOLEVA FARE MINISTRO
L'incarico è andato poi a farsi benedire per l'insorgere e il deflgarare di questi strascichi giudiziari. La Torchia entra in fibrillazione subito dopo l'invito a presentarsi in caserma. È agitatissima. Telefona a tutti, freneticamente. A cominciare da Mussari («Volevo che tu lo sapessi...») e successivamente alla Severino («mi hanno chiamato i carabinieri...») che prova a calmarla: «Ricordati che come avvocato e consulente della società sei tenuta al segreto professionale».

Le due colleghe entrano nel «tecnico» della vicenda di Ampugnano, discutono di pareri e memorie, di banche e società, dello svolgimento della gara. «Luisa Torchia - si legge in un'informativa - richiama l'avvocato Paola Severino che l'aveva cercata in precedenza perché è stata incaricata dal Mps di fare una istanza di riesame quindi le chiede se può farle una memoria e darle copia dei documenti relativi alla gara».

Poi la Severino rassicura la spaventata collega per le domande fatte dai carabinieri sulla sua consulenza. «La Severino dice di essere sconvolta che il maresciallo non sappia che la Torchia è così conosciuta per la sua competenza di amministrativista (...). Commenta ironicamente di portare un proprio curriculum a questi signori che forse non sanno con chi hanno a che fare...».

 

Paola SeverinoFRANCESCO GAETANO CALTAGIRONE PAOLA SEVERINOGiuseppe Mussari GIUSEPPE MUSSARI AEROPORTO SIENAAEROPORTO SIENA AMPUGNANOLUISA TORCHIAPAOLA SEVERINO E MARIO MONTI

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni elly schlein

DAGOREPORT - COME DESTABILIZZARE IL NEMICO PIÙ INTIMO? SEGUITE IL METODO MELONI: AD OGNI INTRALCIO CHE SI INVENTA QUEL GUASTAFESTE DI SALVINI, LA MINACCIA DELLA DUCETTA È SEMPRE LA STESSA: ANDIAMO AL VOTO ANTICIPATO E VEDIAMO QUANTO VALE NELLE URNE ‘STO CARROCCIO - QUESTO RITORNELLO MELONIANO DI ANTICIPARE DI UN ANNO LE POLITICHE 2027, PERCHÉ NON LO FA SUO ANCHE ELLY SCHLEIN? ANZICHÉ STAR LÌ A PIAGNUCOLARE DI “SALARIO MINIMO”, DI “POLITICA INDUSTRIALE CHE NON C’È” E DI “CETO MEDIO IMPOVERITO”, SE L’ITALIA VA A PUTTANE, METTA L'ARMATA BRANCA-MELONI IN DIFFICOLTÀ: SI TOLGA L’ESKIMO DA GRUPPETTARA E LANCI LEI A GRAN VOCE UNA BELLA CAMPAGNA FATTA DI SLOGAN E FRASI AD EFFETTO PER CHIEDERE LO SFRATTO DEL GOVERNO, LANCEREBBE COSI' UN GUANTO DI SFIDA ALL’ARROGANZA DELLA DUCETTA, METTENDOLA IN DIFFICOLTÀ E NELLO STESSO TEMPO RIUSCIREBBE A TRASMETTERE AL POPOLO DISUNITO DELL’OPPOSIZIONE UN SENTIMENTO FORTE, AFFINCHE' IL SOGNO DI MANDARE A CASA GIORGIA MELONI POSSA DIVENTARE REALTÀ - SE OGGI, LA STORIA DEI NUOVI MOSTRI POLITICI SI FONDA SULL’IMMAGINARIO, COSA ASPETTA ELLY SCHLEIN A CAMBIARE MUSICA?

orazio schillaci marcello gemmato paolo bellavite ed eugenio serravalle

DAGOREPORT – I DUE NO-VAX NOMINATI NEL COMITATO TECNICO SUI VACCINI SPACCANO FRATELLI D'ITALIA: MONTA IL PRESSING PER FAR DIMETTERE EUGENIO SERRAVALLE E PAOLO BELLAVITE DALL’ORGANISMO – IN MOLTI RITENGONO CHE IL RESPONSABILE POLITICO DELL’IMPROVVIDA DECISIONE SIA MARCELLO GEMMATO, FARMACISTA E POTENTE SOTTOSEGRETARIO ALLA SALUTE MELONIANO – IL MINISTRO ORAZIO SCHILLACI È FRUSTRATO DAI CONTINUI BLITZ POLITICI CHE LO PONGONO DI FRONTE A DECISIONI GIÀ PRESE: NON CONTA NULLA E TUTTI PRENDONO DECISIONI SULLA SUA TESTA. ORA SAREBBE INTENZIONATO A REVOCARE L’INTERO GRUPPO DI LAVORO SE I NO-VAX NON SLOGGIANO. ENTRO 48 ORE…

trump zelensky putin donald volodymyr vladimir

DAGOREPORT – ARMATI DI RIGHELLO, GLI SHERPA DI PUTIN E TRUMP SONO AL LAVORO PER TROVARE L’ACCORDO SULLA SPARTIZIONE DELL’UCRAINA: IL 15 AGOSTO IN ALASKA L’OBIETTIVO DEL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA È CONVINCERE PUTIN AD “ACCONTENTARSI”, OLTRE DELLA CRIMEA, DEL DONBASS, RITIRANDOSI PERO' DALLE REGIONI UCRAINE OCCUPATE DALL'ESERCITO RUSSO: KHERSON E ZAPORIZHZHIA (CON LA SUA CENTRALE NUCLEARE) - TRUMP POTREBBE AGGIUNGERE LO STOP ALLE SANZIONI E CHISSÀ CHE ALTRO – PRIMA DI UN INCONTRO PUTIN- ZELENSKY, TRUMP PORTERA' I TERMINI DELLA PACE ALL'ATTENZIONE DEGLI ALLEATI EUROPEI DI KIEV - PER GARANTIRE L'EX COMICO CHE MOSCA NON SGARRERA', MACRON, MERZ E COMPAGNI PROPORRANNO L'INGRESSO DELL'UCRAINA NELL'UNIONE EUROPEA (CHE FA SEMPRE PARTE DELLA NATO) - PER L’ADESIONE UE SERVE L’OK DEI FILO-PUTINIANI ORBAN E FICO (CI PENSERÀ LO ZAR A CONVINCERLI) - UNA VOLTA FIRMATA, DOPO 6 MESI DEVONO ESSERE APERTE LE URNE IN UCRAINA - LA GAFFE: "VENERDI' VEDRO' PUTIN IN RUSSIA...": TRUMP SULLA VIA SENILE DI BIDEN? OPPURE....

antonio decaro michele emiliano roberto fico giuseppe conte elly schlein vincenzo de luca

DAGOREPORT - SCHLEIN E CONTE FANNO CAMPOLARGO (MA SOLO PER LE REGIONALI, PER ORA): DOPO GIANI IN TOSCANA E RICCI NELLE MARCHE, E' FATTA ANCHE PER I 5STELLE ROBERTO FICO IN CAMPANIA E PASQUALE TRIDICO IN CALABRIA (DOVE NON CI SONO CHANCE DI VITTORIA) - L'ULTIMO OSTACOLO RESTA VINCENZO DE LUCA, CHE CHIEDE DI NOMINARE IL FIGLIO, PIERO, SEGRETARIO DEL PD REGIONALE. MA ELLY NON VUOLE FARE LA FIGURA DA PERACOTTARA: FU LEI A COMMISSARIARE IL PARTITO, COME ATTO OSTILE NEI CONFRONTI DEL "CACICCO" DE LUCA, E A FAR FUORI SUO FIGLIO DA VICECAPOGRUPPO ALLA CAMERA - IN PUGLIA, QUEL CROSTONE DI EMILIANO È INDIGESTO A ANTONIO DECARO PER LA VECCHIA STORIELLA DELL'INCONTRO CON LA SORELLA DEL BOSS CAPRIATI, "PADRINO" DI BARI VECCHIA, RACCONTATA DAL GOVERNATORE URBI ET ORBI - VIDEO!

matteo salvini luca zaia alberto stefani luca de carlo

DAGOREPORT - VIA COL VENETO: LISTA ZAIA? E GIORGIA MELONI S'INCAZZA! - SE IMPORRA' IL SUO CANDIDATO, IL FRATELLONE D'ITALIA LUCA DE CARLO, SI RITROVERÀ UN LISTONE "DOGE" CHE PORTEREBBE VIA UN FIUME DI VOTI (E AVREBBE LA MAGGIORANZA DEI SEGGI, COMMISSARIANDO DI FATTO IL GOVERNATORE MELONIANO) - MATTEO SALVINI SPINGE FORTE SUL GIOVANE ALBERTO STEFANI, MA LA DUCETTA NON MOLLA L'OSSO DI CONQUISTARE LA RICCA REGIONE VENETA - IN BARBA AL SUO GROSSO BOTTINO DI CONSENSI, LA FIAMMA NON HA IN TASCA ALCUNA REGIONE DEL NORD (IN LOMBARDIA NON TOCCA PALLA: E' ROBA DI LA RUSSA...)