“VIPERETTA” MORDE MARINO! IL COMUNE DI ROMA VUOLE DARE IL CINEMA TROISI, CHIUSO DA ANNI, AGLI EX OCCUPANTI DEL CINEMA AMERICA - MA FERRERO SBOTTA: “QUEL CINEMA E’ MIO, L’HO COMPRATO DAL TRIBUNALE” - IL CAMPIDOGLIO: “NO, E’ DEL COMUNE” - SARÀ BATTAGLIA LEGALE

In Campidoglio fanno sapere di essere in possesso di “un atto di trascrizione dell’immobile che ne certifica la piena proprietà del Comune di Roma” - Ferrero sostiene il contrario: “Ho acquistato il cinema Troisi circa sei anni fa dal tribunale con le altre sale ex Cecchi Gori dopo il fallimento”…

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massimo Ferrero massimo Ferrero

Marco Gorra per “Libero quotidiano”

 

Panem et circenses, si diceva una volta. E il romano si consolava sapendo che, per quanto poco performante potesse rivelarsi chi lo governava, almeno quel minimo sindacale gli sarebbe stato garantito. Al giorno d’oggi, invece, non c’è più certezza nemmeno di questo.

 

La notizia non è tanto l’assenza di pane - che a mancare ci pensa già di suo - quanto quella della controparte circassa, alla cui scarsità risulta invece decisivo il concorso dell’amministrazione comunale.

 

massimo ferrero imbavagliato massimo ferrero imbavagliato

Ieri sera, quanti avessero voluto andare al cinema in una delle sette sale romane (o delle quattro situate in altre città) controllate dal gruppo facente capo al produttore e patron della Sampdoria Massimo Ferrero detto Viperetta, l’avrebbero infatti trovata chiusa per sciopero contro il Campidoglio. Una serrata in piena regola, condita dalla promessa di andare avanti ad oltranza qualora il sindaco Ignazio Marino non si mostri disposto a tornare sui propri passi.

 

VIGILI E CARABINIERI

Per conoscere il motivo del contendere, bisogna andare indietro di qualche ora. Mattina di ieri, Trastevere. Davanti al celebre cinema Troisi, chiuso da un paio di anni, arrivano vigili urbani e carabinieri. Sono lì per eseguire lo sgombero della struttura onde metterla nella disponibilità del Comune.

 

CINEMA TROISI CINEMA TROISI

Tra le idee sul che farne, quella di affidarlo in affitto temporaneo al collettivo di artisti e attivisti che aveva occupato l’America, un altro cinema della zona dal quale erano stati recentemente allontanati a seguito di sequestro disposto dal ministero dei Beni culturali. Che le occupazioni in nome della cultura fungano da magnete per la benevolenza delle giunte di sinistra è d’altronde noto, e quella di Marino non risulta costituire eccezione.

 

IN RISTRUTTURAZIONE

Tutto bene? Mica tanto. Perché a sentire Ferrero, su quella sala cinematografica il Comune non può mettere le mani per il semplice fatto che non gli appartiene: «Ho acquistato il cinema Troisi circa sei anni fa dal tribunale con le altre sale ex Cecchi Gori dopo il fallimento», sostiene il produttore che aggiunge di averlo pagato e di essere in possesso «del contratto che lo dimostra».

 

cinema AMERICA OCCUPATO cinema AMERICA OCCUPATO

Se il portone era sbarrato, è perché «l’ho chiuso per ristrutturarlo - stava cadendo a pezzi - e ora per riaprirlo sto aspettando i permessi dei vigili del fuoco». Da cui l’ulteriore domanda: «E poi se manca l’agibilità, come fanno a dare il mio cinema agli occupanti dell’America?». Messa così, il presidente blucerchiato grida all’esproprio: «Ma che, siamo in Russia?», sbotta Ferrero che invita Marino a «dare via la roba sua, non la mia». E dalla Russia alle carte bollate è un attimo: «Lo denuncerò», promette Viperetta.

 

LA CONVENZIONE

IGNAZIO MARINO IN BICICLETTA IGNAZIO MARINO IN BICICLETTA

Che la cosa sia destinata a finire in tribunale pare inevitabile. Alla rivendicazione di Ferrero, infatti, il Comune risponde facendo muro. Punto primo: «La riacquisizione forzosa dell’immobile è stata decisa perché il cinema è chiuso da troppo tempo e il gestore non ha mai ottemperato alla convenzione con il Campidoglio». Punto secondo: «Il cinema è del Comune di Roma. Non esiste alcun atto di vendita che ne certifichi il trasferimento ad altri proprietari, né alcun atto formale di concessione a Ferrero».

 

A sostegno della propria tesi, in Campidoglio fanno sapere di essere in possesso di «un atto di trascrizione dell’immobile che ne certifica la piena proprietà del Comune di Roma». Ferrero infine, sempre secondo il Comune, non potrebbe sostenere di aver acquisito una concessione d’uso comprando il pacchetto delle sale ex Cecchi Gori. Il guaio è che invece Viperetta lo sostiene. E che non ha intenzione di ordinare la riapertura delle proprie sale, almeno finché il primo cittadino di Roma non acconsentirà a riceverlo per affrontare la situazione. Nell’attesa del momento chiarificatore, lo sciopero dei cinema va avanti. E al romano non resta che buttarsi sulla guida tv.

Vittorio Cecchi Gori Vittorio Cecchi Gori

 

L’EX CINEMA AMERICA

L’ex Cinema America, a Trastevere, era stato occupato nel 2012 da un gruppo che voleva impedire il concretizzarsi del progetto dei proprietari, intenzionati a demolirlo per costruire un condominio. Nel settembre 2014 il cinema era stato sgomberato: nei giorni scorsi alcuni noti cineasti si erano appellati al sindaco affinché trovasse una sistemazioni agli ex occupanti dell’America.

 

LA SALA TROISI

La Sala Troisi si trova anch’essa a Trastevere. Massimo Ferrero ne rivendica la proprietà, ma secondo il Campidoglio «il cinema è di proprietà del Comune, non esiste alcun atto di vendita che certifichi il trasferimento»

 

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