virginia raggi

VIRGINIA NE PERDE UN ALTRO? L'ASSESSORE BERDINI (URBANISTICA) È DATO IN USCITA DOPO UNA RIUNIONE GRILLINA IN CUI LO AVREBBERO SILURATO A SUA INSAPUTA. AL CENTRO DELLA LOTTA, LO STADIO DELLA ROMA E I MOLTI PROGETTI IN BILICO DEL COMUNE. ALLA SINDACA MANCA ANCORA UN CAPO DI GABINETTO, MENTRE L'EX RAINERI HA DEPOSITATO UNA DENUNCIA DI FUOCO CONTRO IL RAGGIO MAGICO: ''SEGRETI E MINACCE PER FARMI FUORI'' (QUI IL CONTENUTO)

 

Simone Canettieri per www.ilmessaggero.it

 

L'assessore all'Urbanistica del comune di Roma Paolo Berdini lascia la giunta Raggi? La notizia viene data dall'Adnkronos secondo cui la decisione sarebbe stata presa nel corso di una riunione tenuta ieri sera alla quale ha partecipato la sindaca Virginia Raggi e i suoi più stretti collaboratori. Berdini tuttavia, parlando all'agenzia Aska, ha smentito. Anche se non ha nascosto la propria amarezza con i suoi più fidati collaboratori.

PAOLO BERDINIPAOLO BERDINI

 

Ce n'è abbastanza quantomeno per alimentare un giallo. Se ancora non siamo alle dimissioni, infatti, pare che Berdini sia come in bilico. L'assessore, il meno «politico» ed il più indipendente della giunta Raggi, più volte ha espresso posizioni personali e poco integrate col resto della squadra di governo su progetti importanti come lo Stadio della Roma. Rumors a palazzo Senatorio lo darebbero dunque in uscita dalla squadra di governo della Raggi segnando un ulteriore cambio all'interno della giunta.

 

La notizia è piombata in via del Tritone 142, sede dei gruppi consigliari, dove si sta svolgendo la commissione bilancio. L'imbarazzo dei grillini è stato palpabile. Tra chi ha cercato di sfuggire alle domande dei cronisti e chi invece ha ammesso. «Berdini? Sì c'è malcontento nei suoi confronti».

 

BERDINI NUOVO STADIO ROMABERDINI NUOVO STADIO ROMA

Dopo Andrea Lo Cicero, annunciato in campagna elettorale mai mai nominato, Marcello Minenna e Raffaele De Dominicis, Berdini potrebbe essere il prossimo assessore della giunta Raggi a salutare la compagnia dopo sei mesi di governo.

 

 

 

2. CAMPIDOGLIO, IL DOSSIER RAINERI: "SEGRETI E MINACCE PER FARMI FUORI" -  IL CARTEGGIO DEPOSITATO AI MAGISTRATI DALL'EX CAPO DI GABINETTO: DITO PUNTATO SULLO STRAPOTERE DEI FEDELISSIMI DELLA PRIMA CITTADINA

Giovanna Vitale per ''la Repubblica - Roma''

 

RAGGI RAINERIRAGGI RAINERI

 Al di là delle notizie di reato che la giudice Carla Raineri ha segnalato personalmente al procuratore Giuseppe Pignatone, e subito finite in un fascicolo per il quale si sta ora valutando l'abuso d'ufficio, il memoriale segreto depositato dall'ex capo di gabinetto del Campidoglio offre uno spaccato inquietante sulle manovre, le minacce e i sotterfugi messi in atto dal "Raggio magico" nei suoi 45 giorni di permanenza a palazzo Senatorio. Un gruppo assai ristretto - la sindaca Raggi, il vice Frongia, il braccio destro Raffaele Marra e il capo segreteria Salvatore Romeo - che sembra colpire chiunque osi mettersi di traverso. Piegando norme e regolamenti ai propri fini.

CARLA RAINERICARLA RAINERI

 

È una donna ferita, Carla Raineri. Un magistrato che credeva di potersi mettere al servizio di una delle massime istituzioni del Paese per ritrovarsi usata come paravento di decisioni prese da altri, delegittimata solo per aver provato a far rispettare la legge. "Appena insediata in Campidoglio, il 29 luglio 2016, ho subito avvertito intorno a me una crescente ostilità", scrive Raineri nel dossier, che Repubblica è in grado di rivelare, registrato dalla procura con un protocollo riservato.

 

 

RAGGI FRONGIARAGGI FRONGIA

Ostilità "sia perché occupavo una casella cui palesemente ambivano altri soggetti molto cari alla Raggi (Frongia, Romeo, Marra) sia perché, da subito, mi sono scontrata con la sindaco sulla procedura di nomina di Romeo, da me ritenuta assolutamente illegittima, e sulla indisponibilità di trattenere Marra nel Gabinetto", denuncia Raineri. "Mi sono quindi progressivamente trovata collocata (direi letteralmente schiacciata) tra Romeo e Marra. La sindaco, per limitare le mie prerogative, ha immediatamente concepito una Segreteria particolare, che era in realtà il "vero Gabinetto", a capo del quale ha posto Romeo ". A cui ha conferito pure "una specifica delega alle partecipate, di fatto attribuendogli anche il ruolo di "assessore ombra" di Minenna". Da lì "ha pesantemente interferito sulla nomina del dg Ama".

RAGGI FRONGIARAGGI FRONGIA

 

GLI ONNIPRESENTI

Prosegue la giudice: "Romeo era onnipresente, terribilmente invasivo e prevaricante. Dai diktat in merito alla organizzazione delle riunioni alla precettazione delle stanze. Addirittura villano e offensivo con la mia segreteria. Sempre protetto dalla sindaca che rimarcava, di fronte a tutti, la centralità del suo ruolo. Marra, dal canto suo, aveva la qualifica di vicecapo di Gabinetto" ma "con lui non ho mai avuto il piacere di condividere alcuna decisione. Riferiva direttamente alla sindaco. Il paradosso era che io non venivo convocata alla riunioni (per esempio sul terremoto) e nessuno mi avvertiva neppure delle urgenze".

virginia raggi in auto con daniele frongiavirginia raggi in auto con daniele frongia

 

"In compenso, il giorno del terremoto, mentre la protezione civile conferiva con Romeo (non con me) e con Frongia, io venivo richiesta ripetutamente e insistentemente di attivarmi per autorizzare l'assessore Bergamo a recarsi a spese del Campidoglio al Festival del cinema di Venezia ".

"Avrò visto Raggi complessivamente un paio d'ore in un mese e solo in occasione delle riunioni di giunta. Per contro lei era sempre chiusa nella sua stanza con Romeo e Marra, sempre informati in tempo reale".

 

L'ODIO DI RAGGI

"Chiesi un appuntamento a Raggi al ritorno dalle sue vacanze. Il 25 agosto, in occasione di un duro confronto, le riferii che me ne sarei andata se le cose non fossero cambiate". Le pose tre condizioni: allontanare Marra dal Gabinetto e nominare al suo posto un colonnello dei Carabinieri; rivedere la nomina di Romeo; restituire dignità all'ufficio di Gabinetto, limitando le interferenze.

salvatore romeo e raffaele marra al compleanno di pieremilio sammarco salvatore romeo e raffaele marra al compleanno di pieremilio sammarco

 

"Raggi rimase più che contrariata. Ricordo ancora il suo sguardo pieno d'odio". Segue il drammatico racconto della notte del 31 agosto in cui, a seguito del parere reso da Anac sulla base di "un finto e strumentale quesito elaborato da Marra", fu convocata in Campidoglio e costretta a fare le valigie. "Un'iniziativa ritorsiva - scrive Raineri - concepita subito dopo il colloquio del 25 agosto, allorché la sindaco apprese la mia indisponibilità ad avallare la delibera di Romeo e trattenere Marra nel Gabinetto, e consumata in riunioni segrete con Marra e Romeo ". Severa la richiesta alla Procura: valuti "il comportamento di Raggi, improntato dal preordinato intento di danneggiare la mia immagine e determinare le mie dimissioni".

salvatore romeosalvatore romeo

 

 IL BLITZ SULLA NOMINA DI ROMEO

"La delibera è approdata direttamente in giunta il 9 agosto, senza passare al vaglio del Gabinetto, dove di norma vengono trasmesse alcuni giorni prima per un esame di legittimità". Tempismo "sospetto", visto che "Romeo esercitava le funzioni di capo segreteria sin dall'insediamento della sindaco, cioè dal 19 giugno".

 

pieremilio sammarcopieremilio sammarco

La sua posizione "era stata inserita all'interno di una più vasta delibera contenente altre due posizioni di collaboratori e l'emolumento non era esplicitato nel quantum, ma determinato con un rinvio a categorie contrattuali di non immediata percezione ". Circostanza che ha fuorviato gli assessori. Quando Raineri se ne accorge, avverte Raggi che poteva configurarsi l'abuso d'ufficio se il fine fosse stato quello "di attribuire a un dipendente un vantaggio economico altrimenti non conseguibile (Romeo aveva più che triplicato il suo stipendio) ". Ma "trovai la sindaca totalmente impermeabile".

 

LE CONFESSIONI DI MARRA

MINENNAMINENNA

"Nei primi giorni del mio insediamento ", conclude Raineri, Marra "mi disse di aver dovuto trasferire la moglie e i suoi 4 figli a Malta, perché minacciati dalla criminalità organizzata, e di avere rinunciato alla scorta personale nonostante anch'egli a rischio di incolumità". La capo di Gabinetto chiese un po' in giro e alcuni dipendenti le rivelarono invece "che Marra aveva denunciato molte persone, principalmente colleghi, per vendette personali o per protagonismo".

 

Ancora: "Ufficiali della Gdf mi segnalarono l'inopportunità di trattenerlo nel Gabinetto. Minenna mi riferì di aver appreso dai vertici Gdf che fra le situazioni sospette che avevano determinato il suo demansionamento fino alla fuoriscita dal Corpo vi era un corso privato di pilota civile per il quale aveva sostenuto un costo di 90 milioni di cui non aveva documentato la provenienza ".

 

RAFFAELE MARRARAFFAELE MARRA

Terribile la reazione "quando apprese che non intendevo confermargli il ruolo di vice: si adirò alzando la voce e minacciando ritorsioni ". E la stessa cosa avvenne con l'ex capo del Personale Laura Benente, che gli rifiutò un master a Bruxelles. "Marra la intimidì, la minacciò urlando nei corridoi. Da lì a poche ore Raggi telefonò all'Inps di Torino, dalla quale proveniva la dirigente e chiese che la richiamassero subito in sede". E chi c'è ora al suo posto? L'onnipotente Marra, ovviamente.

 

Ultimi Dagoreport

giuseppe conte matteo ricci

FLASH – È ALTAMENTE PROBABILE CHE MATTEO RICCI, CANDIDATO DEL CAMPO LARGO ALLA REGIONE MARCHE, SIA PROSCIOLTO  DALL’ACCUSA DI CORRUZIONE NELL’INCHIESTA “AFFIDOPOLI” A PESARO, PRIMA DELLE ELEZIONI REGIONALI, PREVISTE PER IL 28-29 SETTEMBRE. È LA RASSICURAZIONE CHE VOLEVA GIUSEPPE CONTE, PER SCIOGLIERE LA RISERVA DEL SOSTEGNO DEL M5S ALL’EX SINDACO DI PESARO. E INFATTI OGGI PEPPINIELLO HA DATO IL SUO VIA LIBERA: “NON VEDIAMO ALCUNA RAGIONE PER CHIEDERE A MATTEO RICCI UN PASSO INDIETRO. SAREBBE UN BRUTTO PRECEDENTE. NON CI SONO ELEMENTI A CARICO DELLA SUA COLPEVOLEZZA

emmanuel macron john elkann donald trump

DAGOREPORT – A PARIGI SI VOCIFERA CHE MACRON SIA UN PO' INCAZZATO CON JOHN ELKANN PER LA SUA AMERICANIZZAZIONE FILO-TRUMP (VEDI LA VISITA CON LA JUVE AL SEGUITO, ALLA CASA BIANCA) - IN BALLO LA GESTIONE DI STELLANTIS, GRUPPO AUTOMOBILISTICO DI CUI LA FRANCIA POSSIEDE IL 6,2%: DOPO TAVARES, MACRON VOLEVA UN CEO FRANCESE MA TRUMP SI E' OPPOSTO, ED E' ARRIVATO L’ITALIANO FILOSA - I CONTI IN ROSSO DI STELLANTIS PREOCCUPANO YAKI, COME DEL RESTO L’EDITORIA CHE NON GENERA PROFITTI MA SOLO ROGNE COL GOVERNO MELONI. E A PRENDERSI "REPUBBLICA" E "LA STAMPA" NON CI PENSA PIU' NESSUNO (IMPOSSIBILE RIBALTARE LA LORO LINEA ANTI-GOVERNATIVA) - LA TENTAZIONE DI ELKANN DI MOLLARE TUTTO PER DEDICARSI AGLI INVESTIMENTI FINANZIARI DI EXOR È OGNI GIORNO PIU' ALTA, MA LA SOLUZIONE STENTA, PER ORA, A FARSI AVANTI...

ursula von der leyen donald trump emmanuel macron

DAGOREPORT - COME MAI IL SEMPRE LOQUACE EMMANUEL MACRON TACE DI FRONTE ALL’UMILIAZIONE EUROPEA CON TRUMP SUI DAZI? IL TOYBOY DELL’ELISEO, CHE SI È SPESO PER NON SCENDERE A COMPROMESSI CON IL TYCOON (ERA IL FAUTORE DELLA LINEA DURA, CONTRO QUELLA MORBIDA PROPUGNATA DAL DUO MELONI-MERZ), HA PREFERITO CONTATTARE DIRETTAMENTE URSULA VON DER LEYEN. E LE HA POSTO TRE DOMANDE: 1) HAI PARLATO CON TRUMP DELLA WEB TAX? 2) CHI FIRMERÀ L’ACCORDO MONSTRE PER L’ACQUISTO DI 750 MILIARDI IN ENERGIA USA? 3) CHE FINE FANNO I CONTRATTI GIÀ FIRMATI CON ALGERIA, QATAR, AZERBAIGIAN? LI STRACCIAMO?

giorgia meloni

DAGOREPORT - DOPO TRE ANNI DI FANFARE E BACI, UNA MELONI IN COSÌ TOTALE DIFFICOLTÀ NON S'ERA MAI VISTA - PER ESSERE COERENTE AL SUO ATTEGGIAMENTO DA "PONTIERA" USA-UE, FAVOREVOLE ALLA TRATTATIVA IN GINOCCHIO DI URSULA CON IL BOSS DELLA CASA BIANCA, MELONI È FINITA NEL TRITACARNE, FATTA LETTERALMENTE A PEZZI NON SOLO DALL'OPPOSIZIONE MA DA TUTTI: PER CONFINDUSTRIA, COLDIRETTI, FEDERACCIAI, CISL, ETC.: "L'ACCORDO CON TRUMP È UNA CAZZATA" - FUORI CASA, IL DILUVIO: LA ''GIORGIA DEI DUE MONDI'' È STATA RIDICOLIZZATA PURE A DESTRA DAL LEPENISTA BARDELLA ALL'ANTI-UE, ORBAN – QUANDO IL SUO ALLEATO TRATTATIVISTA MERZ HA RINCULATO, TERRORIZZATO DAI POSSIBILI CONTRACCOLPI ALLA MAGGIORANZA DEL SUO GOVERNO, LA "PONTIERA" (SENZA PONTE) E' FINITA DA SOLA, COL CERINO IN MANO, A DIFENDERE URSULA VIOLENTATA DAL CETRIOLO DI TRUMP, MA GUARDANDOSI BENE DAL RIVENDICARE L'AMICIZIA (IMMAGINARIA) COL "PADRINO" DELLA CASA BIANCA – SE IL SOGNO MELONIANO DI AGGANCIARE FDI AL PPE SI ALLONTANA, LA RINTRONATA URSULA RIMARRÀ AL SUO POSTO: ALTERNATIVA NON C'È, HANNO TUTTI PAURA CHE LA DESTRA DEI ''PATRIOTI'' CONQUISTI BRUXELLES...

ursula von der leyen donald trump friedrich merz giorgia meloni emmanuel macron

DAGOREPORT - SIAMO DAVVERO SICURI CHE L’UNICA GRANDE COLPEVOLE DELLA ''DOCCIA SCOZZESE'' EUROPEA, COI DAZI TRUMPIANI AL 15%, PIÙ PESANTI IMPOSIZIONI SU GAS E ARMI, SIA LADY URSULA? - SE TRUMP NON DEVE RENDERE CONTO A NESSUNO, URSULA SI RITROVA 27 PAESI ALLE SPALLE, OGNUNO CON I SUOI INTERESSI, SPESSO CONFLIGGENTI: MENTRE MACRON AVREBBE VOLUTO USARE IL BAZOOKA CONTRO IL ''DAZISTA'', COME LA CINA, CHE HA TENUTO TESTA, DA VERA POTENZA, A WASHINGTON, MERZ E MELONI ERANO PER IL “DIALOGO”, TERRORIZZATI DALLE “VENDETTE” POLITICHE CHE TRUMP AVREBBE POTUTO METTERE IN ATTO (UCRAINA, NATO, MEDIORIENTE) - MELONI SA BENE CHE IL PEGGIO DEVE ANCORA VENIRE: LA STANGATA SULL’ECONOMIA ITALIANA DOVUTA AI DAZI SI ANDRÀ AD ACCAVALLARE ALLA FINE DEL PNRR E AI SALARI PIÙ BASSI D’EUROPA - SE L'AUTUNNO SARA' ROVENTE, NON SOLO ECONOMICAMENTE MA ANCHE  POLITICAMENTE (CON IL TEST DELLE REGIONALI), IL 2026 SI PREANNUNCIA DA SUDORI FREDDI... 

riccardo muti concerto agrigento alessandro giuli

DAGOREPORT - “AGRIGENTO CAPITALE DELLA CULTURA 2025” DOVEVA ESSERE PER IL MINISTERO GIULI-VO UN “APPUNTAMENTO CON LA STORIA” ED È FINITO NEL SOLITO “APPUNTAMENTO CON LA CASSA” - PER “INTERPRETARE IL SENSO DI UNA MEMORIA CONTINENTALE EURO-AFRICANA CONDIVISA E FARNE IL FERMENTO DI UN RITROVATO BENESSERE INDIVIDUALE DI CRESCITA COLLETTIVA” (SEMPRE GIULI), COME È POSSIBILE CHE LA REGIONE SICULA ABBIA SBORSATO LA FOLLIA DI 650MILA EURO PER UN SINGOLO CONCERTO NELLA VALLE DEI TEMPLI DELL’ORCHESTRA GIOVANILE CHERUBINI DIRETTA DA RICCARDO MUTI? LO STESSO EVENTO, ORGANIZZATO L’ANNO SCORSO DAL COMUNE DI LAMPEDUSA, ERA COSTATO APPENA 100MILA EURO - DEL RESTO, CON BUDGET DI 150 MILIONI, I 461MILA EURO PER LA “PROMOZIONE E PUBBLICITÀ DEL PARCO ARCHEOLOGICO” CI STANNO. COME IL “MOVITI FEST”: PER 473.360 MILA EURO, UN “PROGETTO CHE MIRA A COINVOLGERE E ANIMARE I LUOGHI DEL CENTRO STORICO AD AGRIGENTO” - ALLE CRITICHE, IL SINDACO DELLA CITTÀ DELLA CUCCAGNA, FRANCESCO MICCICHÈ, SI OFFENDE: “BASTA DILEGGIO STERILE. SE VINCE AGRIGENTO, VINCE LA SICILIA”! (QUI CE NE VOGLIONO 100 DI MONTALBANO…”)