VOLANO CAZZOTTI TRA SIMEON E STATERA – ALL’ATTACCO DI “REPUBBLICA” “LA RAI SOSTITUISCE IL PUPILLO FINORA INTOCCABILE DEL CARDINALE BERTONE”), RISPONDE SUL “CORRIERE” IL CAPO DELLE RELAZIONI ISTITUZIONALI RAI: “LA SCELTA DI UN NUOVO DIRETTORE DELLA STRUTTURA RAI VATICANO, PRESA DA TEMPO DA GUBITOSI, NON E’ IN ALCUN MODO COLLEGATA ALLE DIMISSIONI DEL PAPA (11 FEBBRAIO). ‘’ITALIA OGGI’’ HA PUBBLICATO LA NOTIZIA L'8 FEBBRAIO”…

1. NON È UNA COLPA AVER LAVORATO A LUNGO CON BERTONE» «LASCIO LA DIREZIONE DI RAI VATICANO, MA MI OCCUPERÒ ANCORA DI SANTA SEDE»
Paolo Conti per il Corriere della Sera

Le cronache Rai segnalano il dimezzamento del potere a Marco Simeon, 34 anni, titolare di una vertiginosa carriera (è già stato capo delle relazioni istituzionali di Capitalia) e ora capo delle Relazioni istituzionali di viale Mazzini, considerato uomo del cardinal Bertone (e del cardinal Piacenza), che ha perso la direzione-chiave di Rai Vaticano in queste ore.

L'arcivescovo Carlo Maria Viganò, che denunciò a Benedetto XVI la corruzione nel sistema degli appalti nella Curia vaticana, indicò in Simeon uno degli autori del suo «esilio» negli Usa. E lo stesso fece in un dossier Ettore Gotti Tedeschi quando dovette lasciare il vertice dello Ior.

Lei, Simeon, lascia la direzione di Rai Vaticano. Un siluramento legato alle vicende vaticane, un segnale del declino del potere del cardinal Bertone.
«Ho assunto nel 2010 la responsabilità ad interim della struttura Rai Vaticano, dopo la scomparsa di Giuseppe De Carli, storico vaticanista Rai. Con orgoglio l'ho guidata per quasi tre anni in attesa della nomina di un nuovo responsabile, scelta avvenuta quando l'azienda ha applicato una direttiva con la quale si vietano doppi incarichi. Italia Oggi ha anticipato la notizia l'8 febbraio (vedi articolo, ndr). La scelta era stata presa da tempo dal direttore generale Luigi Gubitosi, in alcun modo collegata agli eventi recenti. Non considero il Vaticano un sistema di potere: vivo questo momento partecipando alla vita della Chiesa da cattolico, pregando per il Pontefice e per quanto avverrà. Non confonderei un'ordinaria vicenda aziendale Rai con una svolta epocale per l'umanità, siamo seri».

Lei così perde potere nella Rai...
«Non ho mai concepito il mio incarico aziendale come ruolo di potere. Credo che il lavoro di tutti i giorni sia il modo migliore per ricevere rispetto, riconoscibilità ed affidabilità dall'azienda. Lavorare in Rai e competere ogni giorno con professionalità di altissimo livello non è facile e richiede fatica e dedizione, che sono lieto di poter offrire alla fabbrica culturale più importante del Paese».

Qual è il suo legame con Bertone? È vero che lei sarebbe il suo figlio naturale?
«Sono fiero di essere il figlio di Gianni e Antonia, due benzinai sanremesi. Se lei li incontrasse senza vedermi accanto a loro li riconoscerebbe subito come miei genitori. Da giovane cittadino italiano mi sento avvilito quando si ricorre ad assurde argomentazioni per giustificare il percorso fatto da persone che vengono dalla provincia. Sarei felice se talvolta si ammettesse che, per un posto come quello che ho il privilegio di ricoprire, un individuo possa avere delle capacità. Ho lavorato a lungo accanto al cardinal Bertone a Genova. Così come ho avuto la possibilità di collaborare col cardinal Bagnasco. E vorrei ricordare che nel 2002 l'allora segretario di Stato Sodano, personalità straordinaria della diplomazia vaticana, mi aiutò negli studi canonici scrivendomi una bellissima lettera per la tesi di laurea che ho discusso proprio sul ruolo della Segreteria di Stato nel governo dello Stato Città del Vaticano. Bisogna avere memoria storica».

Lei avrebbe avuto un ruolo di primo piano nell'allontanamento di Ettore Gotti Tedeschi e dell'arcivescovo Viganò.
«Sono stupito quando sento certe dichiarazioni. Le persone non si rassegnano mai ad assumersi le proprie responsabilità...monsignor Viganò non l'ho mai visto né incontrato nella mia vita, neanche in un corridoio, è persona che non conosco e che non posso né voglio giudicare perché non ne ho competenza. Di Gotti Tedeschi conservo i biglietti augurali, i libri che mi ha donato prima di assumere l'incarico di presidente dello Ior. Desidero ricordare quel Gotti Tedeschi, consapevole che le persone non cambiano e che si rivelano con i gesti...».

Cosa accadrà adesso alla struttura Rai Vaticano?
«Ciò che è accaduto a decine di posizioni simili all'interno dell'azienda. Rai Vaticano è una struttura operativa alle dipendenze del direttore generale, che si avvale della collaborazione delle Relazioni istituzionali e Relazioni esterne della Rai. Sono lieto che sia stato scelto un professionista di lungo corso come capo struttura, Massimo Milone, che avrà modo di dedicarsi totalmente ai futuri appuntamenti, tra cui il Conclave. Come direttore delle Relazioni istituzionali adempirò anche ai compiti di coadiuvare la struttura Rai Vaticano per le attività più istituzionali anche con la Santa Sede».

2. MILONE A RAI VATICANO
di Marco Castoro per http://www.italiaoggi.it/giornali/dettaglio_giornali.asp?preview=false&accessMode=FA&id=1810671&codiciTestate=1

Dal primo marzo Massimo Milone sarà il nuovo responsabile della struttura Rai dedicata alla Santa Sede. Proviene dalla redazione campana della Tgr. Subentra a Marco Simeon, l'uomo forte della componente cattolica di Viale Mazzini, nonché voluto da Lorenza Lei. Simeon resta a capo delle relazioni istituzionali e internazionali.

3. VATICANO, È INIZIATA LA RESA DEI CONTI. E IL SEGRETARIO DI STATO PERDE IL FIDO SIMEON
di Alberto Statera per Repubblica

Come un'onda anomala che tutto travolge, i "golpe e i contro-golpe" che - secondo l'espressione di un banchiere cattolico ben addentro all'ambiente - si stanno consumando nella Curia di Santa Romana Chiesa cominciano a propagarsi all'esterno dei Sacri Palazzi. Per cominciare, hanno lambito la Rai, dove è stato silurato Marco Simeon. A molti lettori il nome del responsabile di Rai Vaticano dirà poco, ma il personaggio è il pupillo finora intoccabile del Cardinale Segretario di Stato Tarcisio Bertone e lo snodo vivente di quella "coalizione anticristica di interessi", come la chiamano i cristiani di base, che compare in tutte le vicende scandalose che hanno segnato negli ultimi anni, in un geometrico parallelismo, l'Italia berlusconiana e la Santa Sede. Dalla Protezione Civile ai Grandi Eventi, dal San Raffaele di don Verzé al grumo di interessi immobiliari di Propaganda Fide, fino al terremoto nella banca vaticana.

Chi avesse chiesto nel maggio scorso a Ettore Gotti Tedeschi, il presidente dello Ior licenziato con una procedura selvaggia, chi era stato a farlo fuori si sarebbe sentito rispondere: Marco Simeon e Tarcisio Bertone. Esattamente in questo ordine. Quattordici mesi fa, caduto Berlusconi, il Segretario di Stato si spese del resto con determinazione per inserire nel governo Monti con l'incarico di sottosegretario il giovanotto, suo pupillo fin dai tempi in cui era Arcivescovo Metropolita di Genova.

Simeon, trentaquattrenne, figlio di un benzinaio di Sanremo, già poco più che ventenne viene catapultato dal suo Cardinal Protettore in una serie incredibile di incarichi: priore del Magistero della Misericordia, che possiede 130 appartamenti, consigliere d'amministrazione dell'ospedale Galliera, oggetto di una speculazione immobiliare, e addirittura approda alla Fondazione della Cassa di Risparmio di Genova, oltre a inondare a caro prezzo la Città del Vaticano con i fiori sanremesi dell'associazione "Il Cammino", che dirige con spiccate doti affaristiche.

I primi soldi veri li fa con la vendita degli immobili a Roma delle suore dell'Assunzione alla Lamaro Costruzioni dei Fratelli Toti, che gli fruttò quasi un milione e mezzo. Ma poi ne deve aver fatti tanti altri, a giudicare da quel che sostengono gli inquirenti che hanno lavorato allo scandalo della Cricca dei Grandi Eventi, i quali lo intercettarono al telefono con alcuni dei protagonisti di quelle vicende e lo considerano parte integrante di quel grumo di interessi immobiliari del sistema Balducci-Bertolaso-Propaganda Fide. Sembra quasi di vedere trent'anni dopo la fotocopia di Luigi Bisignani sbarbato, il faccendiere che già poco più che ventenne curava il conto "Omissis" dello Ior attribuito ad Andreotti e condivideva i segreti del capo della Loggia P2, Licio Gelli.

Quando anni fa Capitalia si fonde con Unicredit governato da Alessandro Profumo, il Vaticano si allarma. Che c'è da aspettarsi dal banchiere laico che vota per il Partito Democratico? Cesare Geronzi traversa allora piazza del Sant' Uffizio e va a rassicurare il suo amico Bertone, con il quale si danno del tu e che ha sposato una delle sue figlie, il quale gli chiede di prendere in banca il suo protetto, che lo seguirà anche in Mediobanca.

Sarà poi il giovanotto sanremese, nel frattempo diventato responsabile di Rai Vaticano e degli Affari istituzionali (incarico che per ora gli rimane), dopo aver sponsorizzato l'opusdeista Lorenza Lei alla direzione generale, a organizzare il lavoro sporco: il siluramento del Cardinale Carlo Maria Viganò, che andava denunciando "una situazione inimmaginabile" di "corruzione ampiamente diffusa" negli appalti e nelle forniture vaticane. Un malaffare "a tutti noto in Curia".

A quel punto era segnato anche il destino di Gotti Tedeschi, fin da quando Geronzi, manifestandogli sommo disprezzo, disse di lui in un'intervista: "È un personaggio ritenuto preparato che si è particolarmente esercitato nella demografia", alludendo signorilmente ai cinque figli del banchiere del Papa, che si era opposto al salvataggio del San Raffaele di don Verzè da parte dello Ior, affossando il progetto di un grande polo sanitario vaticano coltivato dal Cardinal Bertone. Per di più, i segreti inconfessabili della Prima e della Seconda Repubblica, oltre che del Papato, sigillati nei caveau de Torrione di San Nicolò non erano più considerati abbastanza blindati.

Quando Gotti si mostra disponibile collaborare con i magistrati, Simeon e il direttore generale dello Ior Paolo Cipriani arruolano addirittura un medico che lo osserva "sotto il profilo medico" durante una festa di Natale e certifica che il presidente è un po' "strano". Operazioni da basso impero nate in una Curia dove pullulano tutte le cinque piaghe della Santa Chiesa, che il Beato Antonio Rosmini enumerò due secoli fa.

Oggi Geronzi è più o meno a casa, anche se mette bocca in operazioni finanziarie come quella del gruppo Salini, Tarcisio Bertone non sta tanto bene, visto che i quattro cardinali che già tempo fa chiesero le sue dimissioni, sembrano ora molti di più. E il ragazzo di Sanremo che ha messo le mani in un'infinità di faccende quantomeno opache non sembra più così sicuro di sé, come quando qualche mese fa il "Fatto Quotidiano" gli chiese se in realtà egli non fosse figlio naturale del Segretario di Stato e lui, ridanciano, rispose in modo ambiguo.

Chissà se, mentre l'Italia e la Santa Sede navigano sommersi dall'onda, questa è la fine di una "carriera della Madonna".

 

 

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