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WOODCOCK SEPPELLISCE IL REGIME RENZISTA: DOPO IL COMANDANTE DEI CARABINIERI DEL SETTE, INDAGATO ANCHE IL BRACCIO DESTRO DEL CAZZARO, LUCA LOTTI, E IL GENERALE DEI CARABINIERI EMANUELE SALTALAMACCHIA, OPERATIVO NELLA FIRENZE DEL “GIGLIO MAGICO”

LOTTI, ACCUSE? NON ESISTONO, CHIEDO ESSERE SENTITO OGGI

(ANSA) - "Sarei indagato per rivelazioni di segreto d'ufficio. È una cosa che semplicemente non esiste. Inutile stare a fare dietrologie o polemiche. Sto comunque tornando a Roma per sapere se la notizia corrisponde al vero e, in tal caso, per chiedere di essere sentito oggi stesso. È una cosa che non esiste e non ho voglia di lasciarla sospesa". Lo scrive su Facebook il ministro Luca Lotti.

 

1 - CONSIP, ANCHE LOTTI È INDAGATO. E L' INCHIESTA PASSA A PIGNATONE

Estratto dell’articolo di Marco Lillo per il “Fatto quotidiano”

 

LUCA LOTTILUCA LOTTI

Luca Lotti è indagato per rivelazione di segreto e favoreggiamento nell' ambito dell'indagine avviata dalla Procura di Napoli sulla corruzione in Consip. Il fascicolo contenente le ipotesi di reato sulle fughe di notizie è stato stralciato dal filone principale sulla corruzione (che vede indagati Alfredo Romeo e il dirigente della Consip Marco Gasparri) ed è finito a Roma per competenza territoriale. A decidere il destino dell' uomo più vicino al segretario del Pd ora sarà il procuratore Giuseppe Pignatone.

ALFREDO ROMEOALFREDO ROMEO

 

Il braccio destro di Renzi, già sottosegretario alla Presidenza del consiglio, attuale ministro allo sport e aspirante alla delega sui servizi segreti con Gentiloni, è indagato a seguito delle dichiarazioni del suo amico Luigi Marroni. L'ex assessore alla sanità della Regione Toscana, promosso da Renzi a capo della Consip, nel suo esame come persona informata dei fatti, ha tirato in ballo anche il generale dei carabinieri Emanuele Saltalamacchia, comandante della Legione Toscana, indagato per le stesse ipotesi di reato.

 

tullio del sette comandante generale dei carabinieritullio del sette comandante generale dei carabinieri

A far partire gli accertamenti che hanno portato a indagare tre persone, oltre a Lotti e Saltalamacchia c'è anche il comandante generale dell' Arma dei carabinieri Tullio Del Sette, è stata una bonifica contro le microspie. L'amministratore della Consip, la centrale acquisti della pubblica amministrazione italiana, Luigi Marroni, poche settimane fa incarica una società di rimuovere eventuali cimici dai suoi uffici. La caccia va a segno. Le microspie vengono rimosse, Marroni e compagni azionano mentalmente il rewind, cercano di pensare a discorsi, incontri e parole dette.

EMANUELE SALTALAMACCHIAEMANUELE SALTALAMACCHIA

 

Martedì i carabinieri del Noe e i finanzieri del Nucleo di polizia tributaria di Napoli entrano in via Isonzo per acquisire i documenti in Consip per l'inchiesta relativa al più grande appalto in corso in Europa, il facility management 4, una torta enorme da 2,7 miliardi di euro divisa in lotti, tre dei quali prossimi a finire anche alle società di Alfredo Romeo. Lo stesso giorno i pm Henry John Woodcock, Celeste Carrano ed Enrica Parascandolo sentono a sommarie informazioni anche l'ad Marroni: all'inizio minimizza, ma quando intuisce che i pm potrebbero avere elementi precisi, grazie a pedinamenti e intercettazioni ambientali, fa i nomi.

 

Dice di avere saputo dell'indagine dal presidente di Consip Luigi Ferrara che a sua volta era stato informato dal comandante Tullio Del Sette. Poi aggiunge altri nomi. I più importanti sono Lotti e il generale Emanuele Saltalamacchia, suoi amici. Entrambi lo avrebbero messo in guardia dall'indagine che ora si scopre essere imbarazzante per Tiziano Renzi. [...]

 

2 - UN' INTERCETTAZIONE TIRA IN BALLO RENZI NELL' INDAGINE SUL CAPO DEI CARABINIERI

Estratto dell’articolo di Maurizio Belpietro per "la Verità"

 

TIZIANO RENZITIZIANO RENZI

[...] la notizia più inquietante non è quella che riguarda Tullio Del Sette, ma è data dagli intrecci su cui starebbero lavorando i pubblici ministeri partenopei. I magistrati indagando per corruzione su Alfredo Romeo e su Marco Gasparri, dirigente Consip, sarebbero arrivati fino a lambire il cosiddetto Giglio magico, ovvero la cerchia ristretta di consiglieri e confidenti dell' ex presidente del Consiglio Matteo Renzi.

 

Già, perché Romeo, l'imprenditore al centro dell' inchiesta napoletana, sarebbe arrivato in Consip sponsorizzato da un certo Carlo Russo, uomo d'affari originario di Scandicci (Firenze) che con Tiziano Renzi, il babbo dell'ex premier, organizzerebbe pellegrinaggi a Medjugorje. E come forse qualche lettore ricorderà, il 6 novembre il nostro Giacomo Amadori riferì sulla Verità di alcune preoccupazioni del padre del presidentissimo, il quale si dimostrava allarmato da un'indagine giudiziaria di una Procura meridionale e suggeriva di tenersi lontani dai telefoni. Come faceva un mese e mezzo fa il genitore dell' allora capo del governo a sapere dell' inchiesta di Napoli e, presumibilmente, di Romeo?

 

henry john woodcockhenry john woodcock

E soprattutto: chi è stato ad anticipare a Tiziano Renzi la notizia? Il babbo dell'ex presidente del Consiglio, sarà bene precisarlo, non è indagato, ma le domande sono legittime. L'inchiesta campana, secondo quanto ha ricostruito il nostro Amadori, si basa su cinque mesi di intercettazioni telefoniche e tra queste ce ne sarebbe una in cui un concorrente di Romeo farebbe riferimento a un presunto intervento del presidente del Consiglio e, fra l'altro, di un generale, per favorire l'imprenditore in un contenzioso davanti al Consiglio di Stato.

 

Interrogato, l'uomo avrebbe raccontato di incontri tra Romeo e Luca Lotti, allora influente sottosegretario alla presidenza del Consiglio e oggi ministro dello Sport. E non è tutto: secondo Repubblica ci sarebbero conversazioni in cui si accenna a colloqui con Matteo e Luca e anche a contatti con Alberto Bianchi, consigliere di amministrazione dell'Enel, ma soprattutto presidente della fondazione che ha sostenuto Renzi e la sua Leopolda. [...]

MATTEO E TIZIANO RENZI MATTEO E TIZIANO RENZI

  

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