ZUPPA DEL CASALEGGIO - “A ROMA VOGLIAMO VINCERE. E’ UN BANCO DI PROVA PER GOVERNARE IL PAESE” - “DI MAIO? UN PO’ MI RIVEDO IN LUI” - SUL SUO LIBRO: “IPERMERCATI RASI AL SUOLO E STOP A MACELLAI E PARRUCCHIERI? PROVOCAZIONI, NON È IL PROGRAMMA”

GRILLO CASALEGGIO IMOLAGRILLO CASALEGGIO IMOLA

Emanuele Buzzi per il “Corriere della Sera”
 

Dalle prossime Amministrative a Roma alle polemiche per il suo ultimo libro, dalla crescita nei sondaggi del M5S all’accordo sulla Consulta, Gianroberto Casaleggio replica alle accuse e contrattacca. 
 

Gli ultimi sondaggi vi accreditano quasi al 30%, a soli due punti dal Pd. Pensa sia uno scenario verosimile? Cosa comporta? 
«Che gli italiani cominciano ad accreditarci come forza di governo nonostante le falsità dell’informazione e la barriera messa in atto dai partiti in ogni forma possibile». 
 

veni vidi web il libro di gianroberto casaleggio  3veni vidi web il libro di gianroberto casaleggio 3

Di Maio sempre secondo gli stessi dati gode di una fiducia molto alta. Grillo una volta ha detto che le somiglia: lei si rivede in lui? 
«Un po’ sì, ma alla sua età mi occupavo di altro. Facevo il progettista software all’Olivetti di Ivrea». 
 

In questi giorni è mancata Laura Olivetti, figlia di Adriano. Lei ha lavorato nella sua impresa per molti anni. Che cosa le ha lasciato quella esperienza? 
«Ho conosciuto personalmente Laura Olivetti e sono molto dispiaciuto della sua scomparsa. Adriano Olivetti metteva la persona prima dell’impresa, la sua idea di comunità ricorda un po’ la nostra filosofia. In un certo senso siamo figli di Adriano». 
 

DI MAIODI MAIO

In primavera si va al voto. Roma, per chiunque vinca, potrebbe essere un problema da amministrare e un boomerang in vista delle prossime Politiche. Voi avete paura di vincere? 
«Noi vogliamo vincere. Roma è una tappa obbligata prima del governo. Un banco di prova. Se avessimo paura di governare Roma non potremmo neppure pensare di voler governare il Paese». 
 

Quali sono le priorità per il rilancio dell’Italia? 
«Innovazione, istruzione, eliminazione della corruzione, diminuzione del livello di tassazione contemporaneamente a una seria lotta all’evasione, etica». 
 

Avete oltre 230 potenziali candidati a sindaco di Roma: che profilo auspicherebbe? Se sarà un volto poco noto non teme possa avere dei problemi a confrontarsi con chi mastica politica da anni? 
«Una competizione elettorale non può essere ricondotta a degli spot o a chi “mastica” politica, Il nostro punto fermo è il programma. Siamo partiti dai municipi di Roma per raccogliere le candidature che sono state spontanee e che stiamo vagliando in questi giorni». 

GRILLO CASALEGGIO A IMOLAGRILLO CASALEGGIO A IMOLA

Come procederete? 
«Abbiamo identificato dieci aree di intervento per la città di Roma, la cui priorità sarà decisa con una votazione online. Sulle prime tre interverremo immediatamente dopo le elezioni.

 

Da qui partiremo per un percorso di partecipazione, che si articolerà sia online sia con incontri in cui iscritti, comitati di quartiere, associazioni, organizzazioni attive sul sociale si confronteranno per poter avanzare proposte e priorità. Il candidato sindaco e la lista comunale saranno infine scelti online dagli iscritti di Roma». 
 

Non solo Roma ma anche molte altre città importanti: quali sono le vostre ambizioni? Auspicate una svolta? 
«La svolta c’è già stata nel 2013 quando il M5S vinse le elezioni, poi sappiamo come è andata». 
 

A Bologna c’è stata polemica... 
«Una polemica artificiosa. Comunque è un buon segno, significa che a Bologna ci temono». 
 

CASALEGGIO A IMOLACASALEGGIO A IMOLA

Al Nord il Movimento presenta nuovi volti — bocconiani, pragmatici, vicini alle imprese — sta puntando senza snaturarsi ad attrarre i moderati indecisi? 
«È probabile che si stiano avvicinando al M5S persone con profili sociali diversi rispetto all’inizio, ma non sono frutto di una scelta calata dall’alto». 
 

Cosa pensa dell’accordo sulla Consulta? 
«Credo che alla fine possa essere considerato un buon accordo, frutto di un confronto da parte nostra chiaro e trasparente con le altre forze politiche». 
 

Pensa si possa replicare per altri temi? 
«Ogni volta che viene fatta una proposta che riteniamo corretta per il Paese noi la voteremo. Ogni volta che una proposta parte del nostro programma verrà presentata in Parlamento noi la voteremo. Bisogna ricordare però che a causa di una legge elettorale incostituzionale, noi siamo minoranza». 
 

Lei da sempre sostiene la partecipazione del web. Per la Consulta, come per la Rai, non siete riusciti a esprimervi. I militanti si sono divisi: pensate a un correttivo? 
«Ci sono situazioni, come la Consulta e la Rai, che richiedono decisioni continue e veloci, per ora ancora impraticabili con il web. In ogni caso il gruppo parlamentare ha discusso e approvato le scelte a maggioranza». 
 

grillo casaleggiogrillo casaleggio

Negli ultimi mesi voi vi siete spesi molto per il reddito di cittadinanza. La vostra proposta però è arenata: cosa farete adesso? 
«Il reddito di cittadinanza è il primo punto del nostro programma per le elezioni politiche, sono due anni che cerchiamo di farlo approvare, ma siamo ostacolati in ogni modo. È presente in tutti i Paesi europei tranne che in Grecia e in Italia, la stessa Ue ne ha chiesto l’introduzione nel nostro Paese». 
 

Si è discusso molto dei Comuni amministrati dal Movimento. A Livorno sono stati espulsi tre consiglieri e la maggioranza ora ha numeri risicati: c’erano altre soluzioni a suo avviso? La giunta Nogarin riuscirà ad andare avanti? 
«La strategia del Pd è dimostrare che i Comuni amministrati da noi non funzionano perché in questo caso il M5S non sarebbe neppure affidabile per governare il Paese. Nel caso di Livorno i problemi non ci sono.

beppe grillo gianroberto casaleggiobeppe grillo gianroberto casaleggio

 

Sta di fatto che quando vinciamo ci troviamo quasi sempre i conti dissestati dalle precedenti amministrazioni e per prima cosa dobbiamo metterli in ordine, come stiamo facendo ovunque. La situazione di Livorno è legata a una municipalizzata con un buco di 42 milioni di euro. Chi governava Livorno prima di noi?». 
 

Dopo l’addio di Grillo dal simbolo, ci saranno altre novità formali o organizzative nel 2016? 
«Non credo, anche se il Movimento cresce molto velocemente e questo comporterà una maggiore cura organizzativa». 
 

Negli ultimi giorni ci sono state polemiche per il suo libro «Veni Vidi Web»... 
«Il libro riprende alcuni capitoli pubblicati anni fa su libri che non sono più in commercio, più qualche contributo recente tratto dal blog». 
 

CASALEGGIO CASALEGGIO

Lei però parla di ipermercati rasi al suolo, di rieducazione forzata, di gogna pubblica, di stop alla caccia, di chiusura per parrucchieri e macellerie, di ministeri della Pace: sono provocazioni? 
«Quelle che lei cita sono provocazioni e non un programma di governo. Però chi non vorrebbe un Ministero della Pace? Internet non è una panacea per tutti i mali che affliggono la società però bisogna prendere atto che cambia la realtà e gestire il cambiamento piuttosto che subirlo». 

 

beppe grillo casaleggio  marcia perugia assisi beppe grillo casaleggio marcia perugia assisi

Ultimi Dagoreport

donald trump vladimir putin giorgia meloni

DAGOREPORT - HA RAGIONE VANNACCI: È DAVVERO UN MONDO AL CONTRARIO – IL VERTICE DELLA CASA BIANCA, CON I LEADER EUROPEI E ZELENSKY IN GINOCCHIO DA TRUMP PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L’UCRAINA, È STATO IL PIÙ SURREALE E “MALATO” DELLA STORIA POLITICA INTERNAZIONALE – LA REGIA TRUMPIANA HA MESSO GIORGIA MELONI ALLA SINISTRA DEL "PADRINO", NEL RUOLO DI “PON-PON GIRL”, E MACRON, NEMICO NUMERO UNO, A DESTRA. MERZ, STARMER E LA POVERA URSULA, SBATTUTI AI MARGINI – IL COLMO SI È RAGGIUNTO QUANDO TRUMP È SCOMPARSO PER 40-MINUTI-40 PER “AGGIORNARE” PUTIN ED È TORNATO RIMANGIANDOSI IL CESSATE IL FUOCO (MEGLIO LA TRATTATIVA PER LA PACE, COSÌ I RUSSI CONTINUANO A BOMBARDARE E AVANZARE) – QUANDO MERZ HA PROVATO TIMIDAMENTE A INSISTERE SULLA NECESSITÀ DELLA TREGUA, CI HA PENSATO LA TRUMPISTA DELLA GARBATELLA A “COMMENTARE” CON OCCHI SPACCANTI E ROTEANTI: MA COME SI PERMETTE ST'IMBECILLE DI CONTRADDIRE "THE GREAT DONALD"? CILIEGINA SULLA TORTA MARCIA DELLA CASA BIANCA: È STATA PROPRIO LA TRUMPETTA A SUGGERIRE ALL'IDIOTA IN CHIEF DI EVITARE LE DOMANDE DEI GIORNALISTI...

francesco milleri gaetano caltagrino christine lagarde alberto nagel mediobanca

C’È FRANCO E FRANCO(FORTE) - SULLE AMBIZIONI DI CALTAGIRONE E MILLERI DI CONTROLLARE BANCHE E ASSICURAZIONI IN ITALIA PESA COME UN MACIGNO L’INCOGNITA DELLA BANCA CENTRALE EUROPEA - GIÀ OGGI, PUR AVENDO IL 30 PER CENTO DI MEDIOBANCA, I DUE RICCONI NON POSSONO DECIDERE LA GOVERNANCE DELLA BANCA PERCHÉ NON SONO “HOLDING BANCARIE” REGOLATE DALLA BCE (E CE MANCHEREBBE CHE PER FARE OCCHIALI O CEMENTO UNO SI METTE IN CASA GLI ISPETTORI DI FRANCOFORTE) - DOMANI AVRANNO IL CONTROLLO DI MPS E SI TROVERANNO NELLE STESSE CONDIZIONI, CIOÈ SENZA POTER TOCCARE PALLA. COSA SUCCEDERÀ ALLORA IN MEDIOBANCA E GENERALI DOPO L’8 SETTEMBRE? SI PROCEDERÀ PER ACCORDI SOTTOBANCO TRA AZIONISTI E MANAGER CON LA BENEDIZIONE DEL GOVERNO, O SI PROCEDERÀ ALLA LUCE DEL SOLE SEGUENDO LE REGOLE EUROPEE? AH, SAPERLO…

donald trump grandi della terra differenza mandati

FLASH! - FA MALE AMMETTERLO, MA HA VINTO DONALD TRUMP: NEL 2018, AL G7 IN CANADA, IL TYCOON FU FOTOGRAFATO SEDUTO, COME UNO SCOLARO CIUCCIO, MENTRE VENIVA REDARGUITO DALLA MAESTRINA ANGELA MERKEL E DAGLI ALTRI LEADER DEL G7. IERI, A WASHINGTON, ERA LUI A DOMINARE LA SCENA, SEDUTO COME DON VITO CORLEONE ALLA CASA BIANCA. I CAPI DI STATO E DI GOVERNO EUROPEI, ACCORSI A BACIARGLI LA PANTOFOLA PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L'UCRAINA, NON HANNO MAI OSATO CONTRADDIRLO, E GLI HANNO LECCATO VERGOGNOSAMENTE IL CULO, RIEMPIENDOLO DI LODI E SALAMELECCHI...

pietrangelo buttafuoco alessandro giuli beatrice venezi

DAGOREPORT – PIÙ CHE DELL’EGEMONIA CULTURALE DELLA SINISTRA, GIULI E CAMERATI DOVREBBERO PARLARCI DELLA SEMPLICE E PERENNE EGEMONIA DELL’AMICHETTISMO E DELLA BUROCRAZIA – PIAZZATI I FEDELISSIMI E GLI AMICHETTISSIMI (LA PROSSIMA SARÀ LA DIRETTRICE DEL LATO B VENEZI, CHE VOCI INSISTENTI DANNO IN ARRIVO ALLA FENICE), LA DESTRA MELONIANA NON È RIUSCITA A INTACCARE NÉ LO STRAPOTERE BARONALE DELLE UNIVERSITÀ NÉ LE NOMINE DIRIGENZIALI DEL MIC. E I GIORNALI NON NE PARLANO PERCHÉ VA BENE SIA ALLA DESTRA (CHE NON SA CERCARE I MERITEVOLI) CHE ALLA SINISTRA (I BUROCRATI SONO PER LO PIÙ SUOI)

donald trump giorgia meloni zelensky macron tusk starmer

DAGOREPORT - DOVE DIAVOLO È FINITO L’ATTEGGIAMENTO CRITICO FINO AL DISPREZZO DI GIORGIA MELONI SULLA ‘’COALIZIONE DEI VOLENTEROSI”? - OGGI LA RITROVIAMO VISPA E QUERULA POSIZIONATA SULL'ASSE FRANCO-TEDESCO-BRITANNICO, SEMPRE PRECISANDO DI “CONTINUARE A LAVORARE AL FIANCO DEGLI USA” - CHE IL CAMALEONTISMO SIA UNA MALATTIA INFANTILE DEL MELONISMO SONO PIENE LE CRONACHE: IERI ANDAVA DA BIDEN E FACEVA L’ANTI TRUMP, POI VOLA DA MACRON E FA L’ANTI LE PEN, ARRIVA A BRUXELLES E FA L’ANTI ORBÁN, INCONTRA CON MERZ E FA L’ANTI AFD, VA A TUNISI E FA L’ANTI SALVINI. UNA, NESSUNA, CENTOMILA - A MANTENERE OGNI GIORNO IL VOLUME ALTO DELLA GRANCASSA DELLA “NARRAZIONE MULTI-TASKING” DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA, OLTRE AI FOGLI DI DESTRA, CORRONO IN SOCCORSO LE PAGINE DI POLITICA INTERNA DEL “CORRIERE DELLA SERA”: ‘’PARE CHE IERI MACRON SI SIA INALBERATO DI FRONTE ALL’IPOTESI DI UN SUMMIT A ROMA, PROPONENDO SEMMAI GINEVRA. MELONI CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO” - SÌ, C’È SCRITTO PROPRIO COSÌ: “CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO”, MANCO AVESSE DAVANTI UN LOLLOBRIGIDA QUALSIASI ANZICHÉ IL PRESIDENTE DELL’UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E MEMBRO PERMANENTE DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU (CINA, FRANCIA, RUSSIA, REGNO UNITO E USA) - RIUSCIRÀ STASERA L’EROINA DAI MILLE VOLTI A COMPIERE IL MIRACOLO DELLA ‘’SIRINGA PIENA E MOGLIE DROGATA’’, FACENDO FELICI TRUMP E MACRON?